MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA “BANCO TRANSVERSALE” DI ANTONIO LAURELLI
IL COMUNE DI
MODUGNO
Presenta la MOSTRA
D’ARTE CONTEMPORANEA
“BANCO TRANSVERSALE”
di ANTONIO LAURELLI
a cura di Massimo
Nardi, Ideata da Antonella Ventola
BIBLIOTECA COMUNALE
“Carlo Perrone”
Palazzo della Cultura.
Modugno, Corso Umberto I, BA)
Inaugurazione venerdì
3 gennaio 2025 ore 19:00
Si potrà visitare fino
al 19 gennaio 2025
Interverranno Il
Sindaco Nicola Bonasia
L’Assessore alla
Cultura Antonio Alfonsi
Il Consigliere Antonella
Ventola
Catalogo in mostra.
Testi critici di Achille Pace Alfonso Pasolino Giorgio Di Genova.
foto in catalogo
di Pino Coce
Il fare di Laurelli è
strutturato sul lessico informale rivisto e corretto da una geometria
istintuale, che per così dire, e le sue morfologie mantengono connotazioni
conchiuse da «lineamenti» curvilinei o rettilinei in un articolata varietà di
soluzioni che comprendono anche una sorta di nastri mossi. In Laurelli
‘c'è una libertà compositiva che ricorda certi esiti degli anni Sessanta, nella
fattispecie quelli che risentivano contestualmente della Nuova Figurazione e
delle aggregazioni aniconiche memori della stagione informale. Ciò porta alla
convivenza nei sui olì di elementi più definiti con soluzioni più libere, sia
segniche che aperte.
GIORGIO DI GENOVA
Dal limite allo
spazio, l’astrazione di campi colorati, un periodare alla ricerca del soggetto,
l’opera del pittore progredisce verso la chiarezza nella lettura, non verso
paludose generalizzazioni da cui si possono trarre parodie di idee, cioè
fantasmi, ma idee vere e proprie. E proprio dall’identità spazio-colore muove
la ricerca di Laurelli. Il ruolo di memoria, geometria, astrazione, tra l’idea
e l’osservazione, raggiunge la chiarezza, nella sua pittura, a ruolo di
comprensione, pervenendo a un intensità di cromatismi che dà anima e corpo, è
il caso di dirlo, al quadro.
Filtri sospesi tra un
mondo e l’altra dimensionalità atemporale, fino a diventare spazio-colore,
superfici e aggregazioni di un impianto, di cui riesce a coniugare gli elementi
e le superfici, cui stende calme velature di colore che assorbono ogni gesto
pittorico fino a diventare spazio. Un impianto non
più avvertito come limite, ma divenendo esso stesso <spazio>, nell’ambito
di una profonda coerenza dell’opera. L’impasto è denso, steso con pennellata
larga e compatta a formare il fondo; le tonalità sono calde e decise, in
accostamenti vivaci e forti. La sperimentazione di Laurelli, intesa come
ricerca, tende quindi a rivelare strutture sommerse, che contribuiscono a
configurare una gnoseologia della sua creazione, operando la ricerca di
geometrie, campi di forze, condensazioni o rarefazioni della normale densità
visiva e oggettuale del reale. Tensioni tra le forme e i colori, texture,
piani sovrapponibili e sfalsati rappresentano un entità alla ricerca di un
equilibrio che ogni elemento ha contribuito a creare spazio; un rapporto
spazio/colore che regola dall’interno il sistema dell’opera.
ALFREDO PASOLINO
L’arte di Laurelli «parla» da se
LA GRANDE meraviglia
nelle pittura di Laurelli è nelle sua «tecnica» volta alla sua
comunicazione. Tecnica precisa, chiara, legata direttamente
alle sue idee e alla rivelazione e rappresentazione dell’oggetto. La nostra
immaginazione si incammina per vie piuttosto impervie per la ricostruzione di
questo oggetto. Il viaggio dell’umana fantasia è ricco di inaspettati incontri
e possibili approdi, ma inutilmente: l’approdo ci è vietato. L’accanimento e
l’impegno per conquistare l’oggetto si ripetono fino all’inquietudine. Più si
ripetono, più il desiderio aumenta tanto più l’oggetto si allontana. Una
continua metamorfosi trasforma l’immagine che via via svanisce. Che l’artista
Laurelli ami l’oggetto-pittura lo si capisce dalla cura, dalla chiarezza
tecnica che usa nel renderlo.L’ogetto rimane misterioso, imprendibile. Questa
condizione fa venire in mente Kafka, il Kafka della «Metamorfosi» e del
«Castello»; irraggiungibilità di un possesso completo, totale di una
«cosa». Che Laurelli avesse nella sua pittura una vena surreale lo si capiva:
un surrealismo non dell’inconscio irrazionale, automatico ed oscuro, ma
limpido, pausato, logico, razionale, costruttivo, dunque un linguaggio storico
che va dal postcubismo all’espressionismo, dal gesto al segno. Una pittura che
viene dalla storia e dalla tradizione; una cultura umanistica ed illuministica,
certamente contaminata dalla macchina come lo fu per i futuristi, senza però i
loro echi romantici. Un innesto con la macchina che ha causato, comunque, in
Laurelli, un inquietante sorta di alienazione dall’oggetto. Una crisi della
cultura tradizionale che provoca il distacco tra senso e pensiero.
ACHILLE PACE
Antonio Laurelli nato
nel 1943 ad Isernia, vive ed opera a Modugno. Ha insegnato presso il liceo
artistico di Bari. Ha al suo attivo numerose mostre e premi tra cui,
significativo, è il “Carlo Levi”. La sua straordinaria simbiosi tra colore e
forma, simbolismo e comunicazione, vivifica la scenografia concettuale di molte
opere, creando un atmosfera di brillante dinamismo ed elevazione spirituale.
Ottenendo risultati del tutto originali, allorché si pensa alla sua formazione
prettamente figurativa che negli anni lo hanno portato ad elaborare la
sintesi della forma in soluzioni e rappresentazioni che trovano
nell’espressione individuale assurge al ruolo il travaglio interiore di
una ricerca, dove a volte l’elemento residuo di materiale deteriorato o
inservibile assurge al ruolo primario identitario. E’ presente nella Storia
dell’ Arte Italiana del ‘900 - Generazione Anni Quaranta a cura di
Giorgio Di Genova – Bora Editore
Sulla sua
pittura hanno scritto:
Elio Filippo Accrocca,
Lino Angiuli, Mariano Apa, Franco Avicolli, Emilio Beltolto, Giorgio Berchicci,
Roberto Buontempo, Daniele Pio Caldarola, Michele Campione, Toti Carperntieri,
Manlio Chieppa, Francesco Cillo, Eolo Costi, Isabella Cusanno, Isabella
Deganis, Pietro De Giosa, Raffaele Degrada, Mario De Micheli, Filippo Davoli,
Giorgio Di Genova, Vittore Fiore, Giorgio Fiorentino, Vincenzo Jacovino, Vito
Lamorgese, Dante Maffia, Leonardo Mancino, Oreste Macrì, Antonella Marino,
Pietro Marino, Massimo Nardi, Raffaele Nigro, Achille Pace, Enzo Panareo,
Bernardo Panella, Alfredo Pasolino, Gianni Petta, Antonio Picariello, Antonio
Rubino, Elvira Sarli Gianfaldoni, Elgha Schneider, Domenico Simeoni, Leo
Strozzieri, Giovanni Tesorieri, Vincenzo Velati, Nicola Ventafridda.
BIBLIOTECA COMUNALE “Carlo Perrone” Palazzo della Cultura
Modugno, Corso Umberto I, (BA)
Telefono info 080 586
5802