Martedì 8 ottobre 2013, alle ore 18, il MUSMA. Museo della Scultura
Contemporanea. Matera inaugura la mostra “Achille Perilli – sculture,
ceramiche, disegni, opere grafiche, libri d'artista, immagini e documenti
dal 1946 al 2013.”
Continua il viaggio del MUSMA tra i maggiori rappresentanti delle
avanguardie artistiche italiane del ‘900 e l’indagine sul “Gruppo Forma 1”. Dopo
Consagra, Sanfilippo e Carla Accardi, tocca ad Achille Perilli (Roma, 1927) che
nel 1947, anche con l’apporto di Piero Dorazio e Giulio Turcato, fonda il gruppo Forma 1, il cui manifesto
proclama un deciso rifiuto di tutta
l’arte realistico-figurativa. Pur nella grande varietà di soluzioni
adottate sarà questo il filo conduttore della ricerca artistica di Perilli sin
dagli anni cinquanta, quando alle prime aperture nei confronti dell’arte
europea subentrano orientamenti verso il costruttivismo
sovietico, il concretismo e l’astrattismo.
Le opere che saranno esposte nelle Sale
della Caccia e nella Biblioteca Scheiwiller (20 tra sculture e ceramiche
datate 1963-1997, 70 tra disegni, tempere e acquarelli datati 1946-2013) ripercorreranno l’intero percorso
espressivo di Perilli.
Gli anni ‘50 sono, per l’artista romano, quelli della scoperta della
forma e delle sperimentazioni sul colore. Perilli parte da una forma primaria,
costruita anche attraverso la tecnica del collage e poi distrutta in una
esplosione di segni che alla fine rigenerano una struttura. I colori di questi
anni sono luminosi, accesi, ricordano
Klee, di cui Perilli scrive: “Sentirsi elemento del cosmo e avvertire in sé
qualcosa che è ancora cosmo produce quell’incontro tra poesia e pittura che è
la sintesi raggiunta da Klee”.
Nel 1957 inizia a pubblicare con
Gastone Novelli “L’esperienza moderna”, una rivista di cultura
contemporanea, dove l’arte, nel puro spirito delle avanguardie, è intesa come
un tutto unitario (pittura, poesia, musica, teatro, architettura, design), per
“trovare una base comune ed ampliare la nostra comunicazione”. In questo
contesto, Perilli comincia a sperimentare l’incisione
e il linguaggio della stampa, vuole costruire una “comunicazione nuova”
nella quale i rapporti con gli spettatori si fanno complessi. “Non è più la
pittura, la bella pittura – scrive - il fine del discorso, ma solo uno degli
strumenti per rendere visibile quanto ancora è ignoto nell’uomo e all’uomo”.
Agli anni ‘60 risalgono i “Fumetti”:
riquadri - sequenza in cui l’artista alterna ironicamente segni, immagini e
zone di colore. Nel 1963 partecipa alla prima riunione del Gruppo 63, recentemente analizzato al MUSMA in una mostra allestita
per il cinquantenario della nascita. In quell’occasione
realizza scene, proiezioni e costumi per lo spettacolo teatro Gruppo 63 alla
sala Scarlatti di Palermo. Continuerà negli anni seguenti a realizzare scene e costumi per diversi spettacoli
teatrali.
A partire dalla fine del decennio, l’opera di Perilli inizia a smarrire ogni preciso riferimento
all’esistente, come se fosse pressato dagli “smottamenti che la memoria produce
sui dati della percezione visiva”. Sono gli anni degli scritti teorici, il Manifesto della Folle Immagine nello Spazio
Immaginario (1971) e Machinerie, ma chère machine (1972/1975) che è la continuazione di quella
operazione di manipolazione della prospettiva definita dal Manifesto. “Machinerie” è un’operazione mentale atta a elaborare e
a definire strutture variabili in continua modificazione e soprattutto non
riscontrabili nella realtà.
Gabriella Drudi scrive che la geometria
negata di Perilli è fatta di “incroci sbilenchi, triangoli supplementari,
diagonali rientrate, ipotenuse ipertese, in un contorto ma non sconnesso schieramento
di poliedri precari. Paiono le sue opere impregnate di uno humor di matrice
dada-surrealista, sono “macchine produttrici di immaginazione” .
Nel 1982 scrive la Teoria dell'irrazionale
geometrico, continuando a sostenere la necessità di spostarsi verso uno
spazio immaginario. Nei quadri di quel periodo la geometria continua ad essere
declinata nei modi più disparati, le strutture giocano tra bidimensionalità e
tridimensionalità, o diventano spigolose e acute, si allungano tanto da poter
continuare anche fuori della tela, con colori brillanti, quasi lucidi.
Tra gli anni novanta e il 2000 inizia la serie
degli “Alberi”, i “Distorti”, i “Bianchi” e le “Ceramiche” Già negli
anni 60 Perilli aveva affrontato la scultura con il ciclo delle “Colonne”.
Attraverso la scultura vuole portare nel tridimensionale quello che ha
costruito come immagine sulla superficie della pittura, cercando di coniugare
ricerca dell’astrazione e rapporto con la natura. Gli alberi, in particolare,
sono una “manifestazione dell’assoluta irrazionalità nell’estrema razionalità
della natura”; le loro strutture lignee con la loro geometria essenziale e
definita rappresentano il “luogo del sogno”.
L’esperienza maturata nel corso degli anni con
preziosi libri d’artista, trova sbocco negli anni 90 in una vera e propria
collana: la “Librericciuola”, 20 libri (dei quali, una selezione è esposta al
MUSMA) con testi di poeti, scrittori, fotografi, musicisti, architetti,
illustrati esclusivamente da sue incisioni.
Un lavoro, dunque che ha esplorato in
profondità ogni sentiero dell’immaginazione, intendendola come hazard, come capacità di andare oltre
ogni limite.
***
Achille Perilli
nasce a Roma il 28 gennaio 1927. Inizia a disegnare da adolescente,
frequentando, assieme a Dorazio, lo studio del pittore Aldo Bandinelli.
Iscritto al liceo classico, visita musei, scopre l’arte del Novecento
attraverso i libri di Margherita Sarfatti. Con i compagni di scuola Dorazio e
Guerrini, organizza la prima mostra di studenti-pittori romani che si tiene al
liceo Giulio Cesare. Si iscrive successivamente alla Facoltà di lettere; negli
anni seguenti sarà allievo di Lionello Venturi con il quale prepara la tesi di
laurea sulla pittura metafisica di Giorgio de Chirico. Frequenta anche le
lezioni di letteratura contemporanea di Giuseppe Ungaretti.
Nel 1946 conosce al
Centro Sperimentale di Cinematografia, a cui è iscritto, Angelo Maria
Ripellino, dal quale riceve notizie e informazioni sul formalismo ceco e
sull’arte d’avanguardia russa. Incontra Guttuso e inizia a frequentare il suo
studio dove conosce Attardi, Accardi, Consagra, Sanfilippo e Turcato con i
quali l’anno dopo, insieme anche a Dorazio, redige il manifesto Forma 1 pubblicato sul primo numero
della rivista omonima.
Sono anni di viaggi
in Europa e di fondamentali conoscenze per lo sviluppo delle sue idee. È più
volte a Parigi dove conosce Magnelli, Arp, Pevsner, Picabia. Partecipa alla
realizzazione di scenografie per il teatro, alla organizzazione di mostre, alla
redazione di saggi sull’arte contemporanea. Nel 1950, a Roma, fonda con Dorazio
e Guerrini la Libreria-Galleria Age d’Or. Nel 1951 organizza “Arte astratta e
concreta in Italia”, la prima rassegna completa dell’astrattismo italiano, alla
Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Questa mostra segna anche l’incontro e
l’amicizia con Leonardo Sinisgalli che lo inviterà a scrivere su “Civiltà delle
Macchine”.
Del 1956 è la prima
personale alla Galleria Strozzina di Firenze. Si avvicina nel frattempo al
dadaismo e a Parigi conosce Tristan Tzara. Nel 1957 fonda con Gastone Novelli “L’esperienza
moderna”, di cui escono cinque numeri (aprile 1957-marzo 1959).
Espone nel ’58 alla
Biennale di Venezia e nel ’59 a quella di San Paolo del Brasile. Oltre al
lavoro di pittore continua con grande passione ad illustrare libri di poesie.
Nel 1962 ha una sala personale alla Biennale di Venezia. Nel 1969 è promotore
dello spettacolo del gruppo “Cricot 2” di Tadeusz Kantor, Poule d’eau. Vince nel 1970 il premio internazionale della II
esposizione internazionale di Rijeka (HR). Nel 1972 partecipa alla costituzione
del Gruppo altro con il quale
realizza diversi spettacoli.
Del 1977 è la sua
prima retrospettiva: “Dal 1946 al 1977. Lo spazio della pittura”.
Negli anni ’80 si
susseguono numerose personali e retrospettive in Italia e all’estero, in
particolare a Parigi.
Nel 1997 vince il
Premio Presidente della Repubblica. Negli anni 2000 continuano le mostre e le
pubblicazioni della collana La
librericciuola. È del 2006 la pubblicazione del volume dedicatogli dalla
Galleria Tega di Milano: Achille Perilli.
Opere 1958-2006 .
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Achille Perilli. Sculture, ceramiche, disegni, opere
grafiche, libri d'artista, immagini e documenti dal 1946 al 2013.
MUSMA, Sale della caccia e
Biblioteca V. Scheiwiller 8 ottobre- 6 dicembre 2013
Inaugurazione
martedì 8 ottobre 2013 ore 18.00
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Mostre in corso:
Giuseppe Uncini. Le maquette e i
disegni dal 1958 al 2006.
MUSMA, Sale della caccia e
Biblioteca V. Scheiwiller 13 luglio-5 ottobre 2013
Le opere di due giovani artisti della Collezione AMACI
Sala I: Sergio Breviario, Anche
oggi sono felice (2012)
Ipogeo 2: Chiara Camoni, Senza titolo (2012)
fino al 31 dicembre 2013
In occasione del cinquantenario
della morte di Jean Cocteau:
Jean Cocteau, Picasso de 1916 à 1961
con 24 litografie originali stampate
da Mourlot Éditions Du Rocher, Parigi 1962
MUSMA, Saletta della Grafica, 5
ottobre – 7 dicembre 2013
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Prossimi appuntamenti:
Domenica 13 ottobre 2013
Prima Giornata delle
Famiglie al Museo organizzata dal F@mu
Visita “speciale” per le famiglie e laboratorio ludico:
" Il gioco dell'oca al MUSMA. Attraversiamo le 100 stanze giocando"
Costo attività 5,00
euro a famiglia
Costo biglietto
visita al museo:
Biglietti gratuiti
per bambini sotto i 5 anni
Biglietti ridotti
per i genitori e i ragazzi/bambini dai 6 ai 18 anni 3.50 euro
Per tutte le altre
categorie sarà applicata la tariffa vigente al museo
Prenotazione obbligatoria al numero 3369357768
MUSMA (Museo della Scultura Contemporanea. Matera)
Palazzo
Pomarici - Via San Giacomo (Sasso Caveoso)
Tel. 366 9357768
Email: info@musma.it
Sito internet: www.musma.it
Facebook:
MUSMA Museo della Scultura Contemporanea. Matera
Informazioni:
Biglietto: visita alla mostra
temporanea e alla collezione: € 5.00 (intero) € 3,50 (ridotto)
Apertura: dal
martedì alla domenica ore 10 -14
Giorno di chiusura:
lunedì (eccetto festivi).
Marcella
Bruno
Comunicazione
e pubbliche relazioni MUSMA
Tel. + 39 3283292235
ricevo e pubblico:
Massimo Nardi