Flowers for Lovers
Flavia Dodi
Mostra a cura di Togaci
Progetto comunicativo: Emanuela De Luca
special guest : DDR dj davide roma live set - incursioni sonore
improvvisate, uno scenario sonoro da ascolto. elettronico contaminato da
radici funk e soul, arricchito da due ottave di tastiera midi armoniose
o disturbate. rigorosamente live
L'arte di Flavia Dodi muove da un'impostazione geometrica e progettuale tipica dell'architetto, che tende a misurare i volumi e studiare le forme collocandole in modo ineccepibile all'interno di una scena definita in ogni sua parte. La ricerca interiore dell'artista, durante la sua prima produzione, segue percorsi lineari, sottoforma di freddi edifici di dechiricana memoria. Scenari metafisici sembrano evocare progetti in autocad, dove, apparentemente, il distacco emotivo è la caratteristica preponderante. Tuttavia, per lo spirito non esistono contraddizioni, ma trasformazioni e sviluppi; mutare una direzione in arte non significa rinnegare tutto il passato, bensì allargarlo fino a compenetrarlo con un altro concetto estetico, scoprire nuovi rapporti ignoti, aprir meglio gli occhi per comprendere una somma maggiore di realtà. (C. Carrà, 1942)
Nell'ultimo anno Flavia ha aperto gli
occhi, iniziando ad osservare in maniera diversa la realtà circostante,
liberandosi dalla rigidità degli schemi imposti. L'attenzione verso la
materia non è più plastica né geometrica. Luce, colori e variazioni
tonali, prendono il posto delle ordinate forme geometriche, guardando
alla natura e alla sua costante imperfezione.
Lo spazio non è più
costruito scientificamente, ma prende forma dal colore, abbandonando la
dimensione metafisica in favore di una personalissima forma di
espressionismo, attraverso la quale lo spirito si ribella alla materia.
In Flowers for Lovers, l'artista compie un ulteriore passo avanti,
misurandosi con le variazioni dei grigi, riuscendo a dar corpo alle
immagini floreali attraverso piccole sfumature tonali in una perfetta
alternanza tra toni caldi e freddi.
Le grandi dimensioni delle tele
compiono l'ultimo passo verso un'arte liberata. I volumi ponderati e
geometrici creati dall'uomo nel tentativo di modellare la realtà
circostante sono solo un lontano ricordo.
L'opera diventa una celebrazione della natura libera ed indomabile, tanto da poter soggiogare l'uomo con le sue enormi proporzioni.
Flavia Dodi si
laurea in architettura presso la facoltà “Valle Giulia” dell’Università
La Sapienza di Roma, con il prof Franco Purini.
Partecipa a varie
esposizioni, tra quelle personali la mostra “LABIRINTI”; con il
patrocinio della Provincia di Roma, nel 2011. Tra le collettive:
"DISEGNI ROMANI"; a cura di Franco Purini, Fabrizio Ronconi, Gianfranco
Toso; presso Gangemi Editore a Roma, in ottobre 2012 e, la stessa mostra
a dicembre 2012 si sposta presso il Museo della tecnica elettrica a
Pavia, organizzata dal DICAR (Dipartimento di Ingegneria Civile e
Architettura); “GIANICOLENSE 420”; a cura di Shara Wasserman; presso
Temple University di Roma nel 2012.
Nel 2010 partecipa al premio Combat e viene inserita in catalogo tra le opere segnalate dalla giuria.
Attualmente vive e lavora a Roma.
flaviadodi@alice.it
Segnala:
Amalia di Lanno