|     Roma 14   marzo 2012. Ha squarciato il pavimento della Turbine Hall alla Tate Modern di   Londra (2007), murato una sala del Castello di Rivoli a Torino (2005),   riempito con più di 1500 sedie il “vuoto umano” lasciato dalla distruzione di   un edificio a Istanbul (2003).     E’ Doris Salcedo, artista di grandissima forza espressiva, scultrice della   memoria e della vita, del disagio e della dignità. Al MAXXI presenta il suo   ultimo lavoro, l’installazione Plegaria Muda, un messaggio di dolore ma anche   e soprattutto di speranza (dal 15 marzo al 24 giugno 2012).     L’esposizione romana, di grande forza espressiva e impatto emozionale, è   organizzata dal MAXXI Arte diretto da Anna Mattirolo e curata da Monia   Trombetta. E’ parte di un progetto itinerante curato da Isabel Carlos,   commissionato dalla CAM Fundação Calouste Gulbenkian di Lisbona e dal Museet,   Malmö, prodotto in partneship con il MAXXI, il MUAC – Museo Universitario   Arte Contemporáneo di Città del Messico e la Pinacoteca do Estado di San   Paolo. Come pensato insieme all’artista, venti unità scultoree   dell’allestimento romano entreranno nella collezione permanente del MAXXI   Arte.   Giovedì 15 marzo alle ore 17.30 Doris Salcedo incontra il pubblico del Museo,   in una conversazione con Carlos Basualdo, Curator at Large MAXXI Arte   (Auditorium del MAXXI, ingresso libero).   PLEGARIA MUDA   Spesso Doris Salcedo utilizza nei suoi lavori oggetti di uso quotidiano, impregnati   della vita dei protagonisti delle storie raccontate. Plegaria Muda è   un’installazione costituita da oltre cento coppie di tavoli di legno   sovrapposti, dai quali nascono esili fili d’erba. Nel suo ripetersi modulare,   evoca un luogo di sepoltura collettivo ed è metafora di vite condotte ai   margini della società. L’artista ha trovato ispirazione rivolgendo lo sguardo   alle vittime delle stragi avvenute per mano dell’esercito in Colombia, suo   paese natale, ma anche alle morti violente nei sobborghi di Los Angeles, dove   ha vissuto per qualche tempo e riconosciuto i germi e gli effetti di una   stessa violenza, gratuita e insensata in ogni parte del mondo. Plegaria Muda   è una preghiera dedicata a quelle persone che, in situazioni di disagio, non   hanno voce per parlare della propria esistenza e per questo sembrano non   esistere.   Ma Plegaria Muda è anche e soprattutto un omaggio alla vita: dai tavoli/bare   di questo rito funebre mai avvenuto che restituisce umanità a ogni esistenza   profanata, crescono piante, simbolo di vita e resurrezione perché, come   scrive la stessa artista, “spero che, nonostante tutto, anche in condizioni   difficili, possa vincere la vita... come avviene in Plegaria Muda”.   Plegaria Muda è essa stessa un’opera viva: gli odori della terra umida e   dell’erba fresca, la disposizione labirintica dei tavoli che costringe a   percorsi obbligati, ci immergono in un’esperienza intensa e totalizzante che   coinvolge la mente, il corpo e i sensi. L’impatto emotivo è forte e totale e   genera commozione, pietas, turbamento, speranza.     “Si tratta di un lavoro particolarmente suggestivo – dice Anna Mattirolo -   che si rapporta, come una danza, alla struttura e all’anima multiforme del   MAXXI, attraverso un processo di adattamento spaziale che ne amplia il potere   evocativo e simbolico. In questa sede, il lavoro della Salcedo si arricchisce   della particolare luce del museo, che ne valorizza la forza espressiva. Il   MAXXI ospita un lavoro che non solo accresce la particolarità dello spazio   che lo contiene, ma è anche capace di instaurare con questo un rapporto di   simbiosi dal valore indiscutibile”.     Nel percorso di mostra, è allestita una reading room: cataloghi, monografie,   descrizioni e fotografie dei suoi principali lavori guideranno il pubblico   alla conoscenza di Doris Salcedo, tanto forte ed empatica quanto complessa.     Le   frontiere come ferita:Una mostra e due incontri    A partire dal lavoro di Doris Salcedo, MAXXI B.A.S.E. (il centro di ricerca   del museo) e Limes (la rivista italiana di geopolitica) hanno pensato il   progetto Le frontiere come ferita: 5 creazioni cartografiche in mostra e due   tavole rotonde.   Le carte (Sala Incontri MAXXI B.A.S.E., dal 15 maggio, ingresso   libero). Limes ha prodotto e pubblicato in quasi vent’anni oltre 3mila   creazioni cartografiche originali. In mostra al MAXXI B.A.S.E. una selezione   di cinque grandi carte di frontiera, tra cui una nuova carta geopolitica   pensata ad hoc.   Le tavole rotonde (Auditorium del MAXXI, 15 maggio e 19 giugno,   ingresso libero). Due incontri sulle frontiere italiane e quelle europee, per   riflettere sui conflitti, sulle migrazioni, sui confini culturali, etnici e   mentali all’interno degli spazi disegnati dalle frontiere ufficiali.     L’edizione italiana del catalogo Plegaria Muda, aggiornata e ampliata, è   curata da Carolina Italiano e edita da Electa. L’edizione originale è curata   da Isabel Carlos, Direttore della CAM Fundação Calouste Gulbenkian di   Lisbona.     Giovedì 15   Marzo Doris Salcedo incontra il pubblico del MAXXI - ingresso libero     orario di   apertura: 11.00 –   19.00 (martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, domenica)                                        11.00 – 22.00 (sabato)   giorni di chiusura: lunedì, il 1° maggio e il 25 dicembre          Redattore:   ANTONELLA CORONA     |