martedì 21 marzo 2023

Imaginative Analysis, personale di Pier Luigi Berto, prima esposizione di Something Hidden


Pier Luigi Berto, Calunnia, 1990, china su carta intelata, cm 35x50


Spazio Urano presenta Imaginative Analysis, personale di Pier Luigi Berto, prima esposizione di Something Hidden, a cura di Laura Catini.

Kenneth Clark, nel 1938, focalizzò la sua attenzione sulla ricerca del dettaglio intrinseco alle opere, rilevandone il carattere di sorpresa provocato dall’osservazione ravvicinata. “Something Hidden” individua nel rapporto tra l’osservatore e il quadro l’esigenza di recuperare ciò che nel tempo fugace di uno sguardo meccanico non emerge sulla superficie del supporto del lavoro e rimane costretto nelle trame del non percettibile. La separazione dall’insieme permette l’ascolto di nuove significazioni inattese e crea il luogo di una nuova esperienza in cui si generano gradualmente un marasma di assonanze, deviazioni, attriti, ricordi, interpretazioni che il singolo individuo attribuisce in forma differenziata, tramite il contatto con il circostante e il binomio percettivo deduttivo-induttivo. La complessità primaria percepita è ripetutamente disorientata dai paradossi che possono germogliare dalle nasciture intuizioni. Deriva un limite di affermazione univoco nel poter postulare un assunto nella lettura di un contemporaneo in cui il sensoriale si impone smisuratamente nell’intimità del processo creativo. Nell’analisi si sviluppa un doppio slancio di azione: lo scavare verso il conscio-inconscio iniziatore e il locupletare il conscio e l’inconscio ricevitore. Si frappone un mutamento di senso a partire dal dettaglio che, da un ruolo marginale all’interno della composizione, assume un ruolo semantico in grado di trasformare il già perseguito in un rinnovato enigma colmato dalla vis del contemporaneo vissuto antropologico. Il particolare diviene Werkzeug, strumento per ampliare l’attività gnoseologica dell’individuo. 

Tre artisti pongono tre diversi metodi di indagine e tre momenti esegetici del modo della nostra epoca, avvicinandoci a ricercare l’alterità in cui si stratifica il nostro presente. Lo stile scaturisce – infatti - «dalla direzione particolare sempre identica della volontà che lo distingue dalla direzione della volontà complessiva del suo tempo» e segue la «liberazione del cosmo dai limiti del guscio dei mostruosi guardiani dei confini». I percorsi si snodano in una simbiosi con il sonoro che ne prova a tracciare l’etimologia, attraverso una sequenza suggerita di termini e delle loro radici.

Grazie al Municipio V di Roma per il patrocinio e agli sponsor che hanno contribuito a rendere possibile la realizzazione dell’esposizione “Something Hidden” presso Spazio Urano, luogo multiculturale che si fa voce di iniziative che incrementano il crescendo culturale del quartiere in cui si inserisce e in cui sono visibili le opere dell’artista Francesco Campese, i cui lavori richiamano il proposto concettuale della mostra. 


IMAGINATIVE ANALYSIS | Pier Luigi Berto (24/03 – 10/04/2023)
Testo a cura di Laura Catini

«Zum Sehen geboren, zum Schauen bestellt». La dichiarazione di Johann Wolfgang Goethe nel Faust ben introduce la ricerca di Pier Luigi Berto che adotta una visione intuitiva per scrutare l’orizzonte nella sua natura essenziale e si nutre di un procedimento simile a quello del cadavre exquis per l’automatismo che permea nelle varie fasi di trascrizione immaginativa di uno sviluppo analitico e, allo stesso tempo inconscio, di una registrazione mnemonica e puntuale del vissuto. La memoria del tangibile è fulcro fondamentale per la costruzione di un campo visionario in cui spingere i soggetti a relazionarsi con il pensiero che li lega in narrazioni fantastiche e perfettamente continuative per l’impostazione ludica che il processo d’indagine imprime. Si manifesta un’oscillazione metodologica che estrae deduttivamente, dall’enucleazione di un’entità singola dal tutto, l’ànemos come origine congetturale dei contorni di un segno che scruta il moto vibrante di soluzione della forma nel suo rilasciarsi come proiezione fulgida e fluida e, per converso, con fare epagogico, ne plasma la sua assonanza in un tracciato fantasmagorico. La connotazione dell’insieme fiorisce in un trasporto che annota gli itinerari di un ramingare della meditazione e interrompe l’astrattezza nebulosa e indefinita del supporto su cui si accinge. Inalterabile all’idea che si affastella in grovigli saviniani, germogli pur sempre di una luce di coscienza, è il castello dell’intelletto che, nel rivelamento estrinseco del suo cardine effimero, attribuisce una sembianza arcimboldiana allo scheletro segnico. Nel ginepraio di Idea fissa II, e già in Idea fissa, si radunano pensamenti che, nel paesaggio indefinito del quotidiano sembrano mirar profondamente la nostra cura al loro richiamo fisso e piccole figure che, nella caduta del trascorso, si scoprono nella loro interezza priva di verecondia. Dal ciglio la partenza illimitata di un percorrimento goethiano ci riserva la meraviglia dell’inintellegibile. La perizia tecnica nell’utilizzo della china denuncia il suo essere nell’ombra di una scavatura interiore, mentre l’acquarello ne dissimula la presenza in una sostanza indefessa e sollecita alla liquefazione. Non oblitera la medesima incidenza che Vasari attribuiva al disegno come espressione del concetto che sia nell’animo, “e di quello che altri si è nella mente imaginato e fabbricato nell’idea”. Così la grafite effonde una radice che in Salvatore si altera in manto redentore di un riaffiorare dei ricordi che creano, nel loro avanzare una nuova individualità. Altre opere ci consentono di addentrarci negli stati derivati dal percepire come Misuratori d’angoscia in cui un filo misura concretamente l’angustia dei singoli uomini e ne riconosce il grado di tensione, fino alla sua conflagrazione in Angoscia gialla. Un richiamo presente al mondo delle immagini infamanti e all’esplicazione di Freedberg ci è consegnato da lavori come Calunnia, in cui ex novo si ribalta la prospettiva di rcappresentazione che dall’uomo appeso a testa in giù “de il pittore senza errori” inquadra il volto del calunniato e l’aleggiare nella psiche di un estenuante sussurro. L’organismo, in Butterato, si imprime di segni che, dall’interno, brulicano sull’epitelio in un’insorgenza recata da un sistema di dissidio. Profilo complicato. Un profilo tenta una sua delineazione a occhi chiusi nella complessità alla quale l’esistenza lo impone. Analogamente trama sussiste nel soggetto Totò. Il mondo è inteso come fenomeno per estrapolarne la pienezza: la natura si arricchisce di continue produzioni trasmutate. È ciò che accade in Montagna incantata (Linceo Torriero). In Tre volte Giano, lo sguardo si rivolge al passato, alla sua dotta sintesi iconografico-fantastica e, congiuntamente alla precarietà routinaria. Si espone quel carattere di smussamento di una fissità storica legata al soggetto che, da una parvenza bifronte, muta ironicamente il rapporto binomio in trinomio. La caduta chiama in voce il doppio orientamento che salda l’abbandono con l’ironia, l’inconscio con la consapevolezza, il passato con il nostro tempo, lo studio meticoloso dal vero con l’immediatezza dell’accadimento. Cosa cerchi? è il quesito persistente che si pone il nostro, affermando il suo lavoro come scoperta incessante delle possibilità espressive del fenomenico. 

 Info:

SOMETHING HIDDEN

IMAGINATIVE ANALYSIS | Pier Luigi Berto (24/03 – 10/04/2023)
VISIONARY CONDITIONS | Adriano Pompa (11/04 – 28/04/2023)
MYTHOLOGICAL UNCONSCIOUS | Giovanni Tommasi Ferroni (29/04 - 13/05/2023)

Opening 24 marzo 2023, ore 18:30 - 22:00
Fino al 13 Maggio 2023
Orari: lunedì - domenica, dalle 18:00 e su appuntamento

SOMETHING HIDDEN
Con testo critico di Laura Catini
Opening 24 marzo 2023 ore 18:30

Spazio Urano | Via Sampiero di Bastelica 12 - Roma

Fino al 13 Maggio 2023
mail: info@spaziourano.com
tel. +39 329 093 2851 ; +39 331 3470637

Via Sampiero di Bastelica 12, 00176 - Roma
info@spaziourano.com