La galleria Tiziana Di Caro inaugura il nuovo spazio di Napoli, al primo piano di Palazzo de Sangro in piazzetta Nilo, 7, sabato 28 marzo 2015 dalle ore 19:00. La mostra inaugurale è la prima personale napoletana di Maria Adele Del Vecchio (Caserta, 1976) intitolata Within, rather than above (dentro anziché sopra) che include opere realizzate in esclusiva per i nuovi spazi della galleria.
Il lavoro di Maria Adele Del Vecchio è eterogeneo, ed eterogenei sono anche i motivi che tratta, dalla politica, alla storia, dalla letteratura alla sociologia, ma tutti connessi ad un principio comune: superare la tendenza all'ipnosi di massa, cancellando quegli automatismi che alterano la condotta dell'essere umano.
Il titolo, Within rather than above, fa riferimento ad un approccio specifico che consiste nel desiderio di restituire alla contemplazione estetica un rinnovato carattere di essenzialità: l'idea è di lavorare sulle relazioni, sulle “corrispondenze emotive” che nascono dall'esperienza quotidiana, dal contatto diretto con oggetti che divengono essi stessi opere, nel tentativo di formulare un nuovo linguaggio che contribuisca alla crescita della consapevolezza di sé e dell'altro nello spazio.
Una tazzina in cui il fondo del caffè è ormai divenuto muffa, un orecchino e una spilla a forma di Pierrot sono gli elementi poetici di tre delle cinque sculture, Le Malinconie, pensate come esseri femminili il cui potere evocativo permea oggetti e minerali grezzi rimandando a situazioni e persone specifiche. In questa stessa dimensione emotiva, dove il ricordo e la poesia tracciano il sentiero su cui procedere, Maria Adele Del Vecchio presenta General Semantics (Il naufragio della speranza) un'installazione che cita il dipinto del 1824 di Caspar D. Friedrich, la cui plasticità – impressionante dal momento che si parla di un olio su tela – è trasferita in una terza dimensione che si traduce in marmi aguzzi. In questo lavoro vengono mutuati (ed è chiaro anche dal titolo) tutti i principi espressi da Alfred Korzybski, ed in particolare quello di non identità, sintetizzato nella famosa definizione "la mappa non è il territorio" . Gli stereogrammi svuotati, Pollution #1 #2 #3, sono opere su tela in cui l'osservatore è chiamato a cercare la profondità nella quale si cela un segno grafico che però, questa volta, non troverà perché l'artista attua un' illusione nell'illusione, costruendo un'immagine che sembra stereoscopica, ma che di fatto è puramente astratta. Il cortocircuito che coinvolge
la visione è ancor più chiaramente espresso nel lavoro Glittering Scotoma, uno specchio raschiato, che nell'area in cui l'arista ha rimosso lo strato di argento, emula lo scotoma scintillante, quel difetto della vista che si presenta come una sorta di macchia che compromette il campo visivo. L'atto di guardarsi allo specchio è qui alterato dalla presenza dello scotoma e la nostra immagine virtuale risulta disturbata, così come manipolato appare anche il testo scritto del neon RATS LIVE ON, in cui la frase palindroma che la poetessa americana Anne Sexton ha voluto sulla sua lapide è stata troncata ed il contenuto, nel passaggio da un verso all'altro, è ribaltato con estrema immediatezza dal concreto al poetico e vice versa.
La mostra si presenta come una sintesi di riferimenti, rimandi, ricordi, una raccolta di storie diverse. Le suggestioni che evoca sono relative ad una indagine che Maria Adele Del Vecchio conduce con atteggiamento filologico, senza mai abbandonare la costante ricerca estetica.
Galleria Tiziana Di Caro inaugurates its new Naples premises, on the first floor of Palazzo de Sangro in Piazzetta Nilo 7, on Saturday, March 28, 2015 at 19:00. The inaugural event is the first solo exhibition by Maria Adele Del Vecchio (Caserta, 1976) called Within, Rather Than Above, which includes works created exclusively for the spaces of the new gallery.
The work of Maria Adele Del Vecchio is heterogeneous, as are the themes she deals with, from politics, to history, from literature, to sociology, but all connected by a common principle: to overcome the tendency to mass hypnosis, cancelling those automations that alter the behaviour of the human being. The title, Within, Rather Than Above, refers to a specific approach which involves the desire to give back a renewed character of essentiality to aesthetic contemplation: the idea is to work on the relationship, the “emotional correspondences” that arise from everyday experience, from the direct contact with objects that become works themselves, in an attempt to formulate a new language that contributes to the growth of awareness of oneself and of the other in space. A cup in which the coffee dregs have become mouldy, an earring and a brooch in the shape of a Pierrot are the poetic elements of three of the five sculptures, The Melancholies, imagined like female beings whose evocative power permeates objects and mineral ore referring to situations and specific people. In this same emotional dimension, where the memory and poetry trace the path on which to proceed, Maria Adele Del Vecchio presents General Semantics (Il naufragio della speranza [The Wreck of Hope]), an installation that quotes the 1824 painting by Caspar D. Friedrich, whose plasticity – impressive, given that it is an oil on canvas – is transferred to a third dimension which translates into sharp marble. In this work the artist borrows (and this is already clear from the title) all the principles expressed by Alfred Korzybski, and in particular that of non-identity, which he summed up in the famous expression “the map is not the territory.” The empty stereograms, Pollution #1 #2 #3, are works on canvas in which the viewer is asked to probe the depth in which a graphic sign lies but which, this time, he/she will not find, because the artist performs an illusion within the illusion, creating an image that looks stereoscopic, but in fact is purely abstract. The short circuit that involves vision is even more clearly expressed in the work Glittering Scotoma, a mirror with an area from which the artist has removed the layer of silver to emulate the scintillating scotoma, a defect of vision consisting of a sort of blurred area that alters the field of vision. The act of looking at oneself in the mirror compromises the field of vision and our virtual image is disrupted, as is the neon sign RATS LIVE ON, in which the American poet Anne Sexton’s palindrome (Rats Live on No Evil Star), which is written on her tombstone, was truncated and its content, in passing from one sentence to the other, is overturned with great immediacy from concrete to poetic and vice versa. The exhibition appears like a summary of references, hints, memories, a collection of diverse stories. The suggestions it evokes are related to an exploration that Maria Adele Del Vecchio leads with a philological attitude, always with an eye on her relentless aesthetic research.
Galleria Tiziana Di Caro
Piazzetta Nilo, 7
80134 Napoli - IT
ph. +39 081 552 5526
info@tizianadicaro.it
www.tizianadicaro.it
Maria Adele Del Vecchio - Within, rather than above
from 28/03/2015
to 30/05/2015
segnala:
amalia di Lanno
art promoter - blogge
www.facebook.com/amalia.lannoArte?fref=photo
Il lavoro di Maria Adele Del Vecchio è eterogeneo, ed eterogenei sono anche i motivi che tratta, dalla politica, alla storia, dalla letteratura alla sociologia, ma tutti connessi ad un principio comune: superare la tendenza all'ipnosi di massa, cancellando quegli automatismi che alterano la condotta dell'essere umano.
Il titolo, Within rather than above, fa riferimento ad un approccio specifico che consiste nel desiderio di restituire alla contemplazione estetica un rinnovato carattere di essenzialità: l'idea è di lavorare sulle relazioni, sulle “corrispondenze emotive” che nascono dall'esperienza quotidiana, dal contatto diretto con oggetti che divengono essi stessi opere, nel tentativo di formulare un nuovo linguaggio che contribuisca alla crescita della consapevolezza di sé e dell'altro nello spazio.
Una tazzina in cui il fondo del caffè è ormai divenuto muffa, un orecchino e una spilla a forma di Pierrot sono gli elementi poetici di tre delle cinque sculture, Le Malinconie, pensate come esseri femminili il cui potere evocativo permea oggetti e minerali grezzi rimandando a situazioni e persone specifiche. In questa stessa dimensione emotiva, dove il ricordo e la poesia tracciano il sentiero su cui procedere, Maria Adele Del Vecchio presenta General Semantics (Il naufragio della speranza) un'installazione che cita il dipinto del 1824 di Caspar D. Friedrich, la cui plasticità – impressionante dal momento che si parla di un olio su tela – è trasferita in una terza dimensione che si traduce in marmi aguzzi. In questo lavoro vengono mutuati (ed è chiaro anche dal titolo) tutti i principi espressi da Alfred Korzybski, ed in particolare quello di non identità, sintetizzato nella famosa definizione "la mappa non è il territorio" . Gli stereogrammi svuotati, Pollution #1 #2 #3, sono opere su tela in cui l'osservatore è chiamato a cercare la profondità nella quale si cela un segno grafico che però, questa volta, non troverà perché l'artista attua un' illusione nell'illusione, costruendo un'immagine che sembra stereoscopica, ma che di fatto è puramente astratta. Il cortocircuito che coinvolge
la visione è ancor più chiaramente espresso nel lavoro Glittering Scotoma, uno specchio raschiato, che nell'area in cui l'arista ha rimosso lo strato di argento, emula lo scotoma scintillante, quel difetto della vista che si presenta come una sorta di macchia che compromette il campo visivo. L'atto di guardarsi allo specchio è qui alterato dalla presenza dello scotoma e la nostra immagine virtuale risulta disturbata, così come manipolato appare anche il testo scritto del neon RATS LIVE ON, in cui la frase palindroma che la poetessa americana Anne Sexton ha voluto sulla sua lapide è stata troncata ed il contenuto, nel passaggio da un verso all'altro, è ribaltato con estrema immediatezza dal concreto al poetico e vice versa.
La mostra si presenta come una sintesi di riferimenti, rimandi, ricordi, una raccolta di storie diverse. Le suggestioni che evoca sono relative ad una indagine che Maria Adele Del Vecchio conduce con atteggiamento filologico, senza mai abbandonare la costante ricerca estetica.
Galleria Tiziana Di Caro inaugurates its new Naples premises, on the first floor of Palazzo de Sangro in Piazzetta Nilo 7, on Saturday, March 28, 2015 at 19:00. The inaugural event is the first solo exhibition by Maria Adele Del Vecchio (Caserta, 1976) called Within, Rather Than Above, which includes works created exclusively for the spaces of the new gallery.
The work of Maria Adele Del Vecchio is heterogeneous, as are the themes she deals with, from politics, to history, from literature, to sociology, but all connected by a common principle: to overcome the tendency to mass hypnosis, cancelling those automations that alter the behaviour of the human being. The title, Within, Rather Than Above, refers to a specific approach which involves the desire to give back a renewed character of essentiality to aesthetic contemplation: the idea is to work on the relationship, the “emotional correspondences” that arise from everyday experience, from the direct contact with objects that become works themselves, in an attempt to formulate a new language that contributes to the growth of awareness of oneself and of the other in space. A cup in which the coffee dregs have become mouldy, an earring and a brooch in the shape of a Pierrot are the poetic elements of three of the five sculptures, The Melancholies, imagined like female beings whose evocative power permeates objects and mineral ore referring to situations and specific people. In this same emotional dimension, where the memory and poetry trace the path on which to proceed, Maria Adele Del Vecchio presents General Semantics (Il naufragio della speranza [The Wreck of Hope]), an installation that quotes the 1824 painting by Caspar D. Friedrich, whose plasticity – impressive, given that it is an oil on canvas – is transferred to a third dimension which translates into sharp marble. In this work the artist borrows (and this is already clear from the title) all the principles expressed by Alfred Korzybski, and in particular that of non-identity, which he summed up in the famous expression “the map is not the territory.” The empty stereograms, Pollution #1 #2 #3, are works on canvas in which the viewer is asked to probe the depth in which a graphic sign lies but which, this time, he/she will not find, because the artist performs an illusion within the illusion, creating an image that looks stereoscopic, but in fact is purely abstract. The short circuit that involves vision is even more clearly expressed in the work Glittering Scotoma, a mirror with an area from which the artist has removed the layer of silver to emulate the scintillating scotoma, a defect of vision consisting of a sort of blurred area that alters the field of vision. The act of looking at oneself in the mirror compromises the field of vision and our virtual image is disrupted, as is the neon sign RATS LIVE ON, in which the American poet Anne Sexton’s palindrome (Rats Live on No Evil Star), which is written on her tombstone, was truncated and its content, in passing from one sentence to the other, is overturned with great immediacy from concrete to poetic and vice versa. The exhibition appears like a summary of references, hints, memories, a collection of diverse stories. The suggestions it evokes are related to an exploration that Maria Adele Del Vecchio leads with a philological attitude, always with an eye on her relentless aesthetic research.
Galleria Tiziana Di Caro
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Maria Adele Del Vecchio - Within, rather than above
from 28/03/2015
to 30/05/2015
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