L’OSSESSIONE NORDICA_Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana
ROVIGO PALAZZO ROVERELLA 22 FEBBRAIO – 22 GIUGNO 2014
A
cavallo tra Otto e Novecento, alle Biennali Veneziane arrivarono le
opere dei “Nordici” (tedeschi, scandinavi, ma anche svizzeri) e nulla fu
più come prima. I paesaggi del profondo nord, i ritratti, le scene di
interno conducevano a mondi e a sensibilità diverse, lontane, potenti.
Trasudavano un fascino che colpiva dentro. Raccontavano altri luoghi,
reali e fantastici, popolati di sentimenti profondi, di miti, di sogni,
di simboli. Lontani eppure vicini all’intimo di ciascuno e per questo
fonte di una malia da cui risultava impossibile non farsi contagiare.
Allora come ora. Gli artisti italiani, uomini di sensibilità ancora più
acuta, furono stregati dalle opere di Klimt, Böcklin, Hodler, Klinger e
Munch, il nuovo delle Biennali.
Si parlò di una Ossessione
Nordica che imprigionò, mirabilmente, gli artisti attivi al di qua delle
Alpi, influenzati fortemente, ciascuno secondo la sua sensibilità. Fu
una meravigliosa epidemia che, come questa mostra spettacolarmente
racconta, contagiò più di una generazione di artisti italiani, da de
Chirico a De Carolis o De Maria. Sartorio, Morelli, Previati, Laurenti,
Fortuny, Wolf Ferrari, tra i tanti. A Palazzo Roverella, per la prima
volta, i grandi del Nord a confronto con gli italiani. La storia di una
grande, pacifica conquista intellettuale ed emotiva, di una fascinazione
che cambiò l’arte in Italia. E non solo.
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amalia di Lanno