Frida Kahlo, Self-portrait with Necklace, 1933
Frida Kahlo
20 marzo - 13 luglio 2014
A cura di Helga Prignitz-Poda
Alle Scuderie del Quirinale una grande
mostra sull'artista messicana di Frida Kahlo (1907-1954), simbolo
dell'avanguardia artistica e dell'esuberanza della cultura messicana del
Novecento.
Non vi è dubbio che il mito formatosi attorno alla figura e all'opera di Frida Kahlo (1907-1954) abbia ormai assunto una dimensione globale; icona indiscussa della cultura messicana novecentesca,
venerata anticipatrice del movimento femminista, marchio di culto del
merchandising universale, seducente soggetto del cinema hollywoodiano,
Frida Kahlo si offre alla cultura contemporanea attraverso un
inestricabile legame arte-vita tra i più affascinanti nella storia del
XX secolo. Eppure i suoi dipinti non sono soltanto lo specchio della sua
vicenda biografica, segnata a fuoco dalle ingiurie fisiche e psichiche
subite nel terribile incidente in cui fu coinvolta all'età di 17 anni.
La sua arte si fonde con la storia e lo spirito del mondo a lei
contemporaneo, riflettendo le trasformazioni sociali e culturali che
portarono alla Rivoluzione messicana e che ad essa seguirono.
Fu proprio lo spirito rivoluzionario che
portò alla rivalutazione del passato indigeno e delle tradizioni
folkloriche, intesi come insopprimibili codici identitari generatori di
un'inedita fusione tra l'espressione del sé e il linguaggio,
l'immaginario, i colori e i simboli della cultura popolare messicana.
Allo stesso tempo Frida è un'espressione dell'avanguardia artistica e
dell'esuberanza culturale del suo tempo e lo studio della sua opera
permette di intersecare le traiettorie di tutti i principali movimenti
culturali internazionali che attraversarono il Messico del suo tempo:
dal Pauperismo rivoluzionario all'Estridentismo, dal Surrealismo a quello che decenni più tardi avrebbe preso il nome di Realismo magico.
La mostra intende riunire attorno ad un corpus capolavori assoluti
provenienti dai principali nuclei collezionistici, opere chiave
appartenenti ad altre raccolte pubbliche e private in Messico, Stati
Uniti, Europa. Completa il progetto, una selezione dei ritratti fotografici dell'artista,
tra cui quelli realizzati da Nickolas Muray negli anni quaranta,
indispensabile quanto suggestivo complemento all'arte di Frida Kahlo
sotto il profilo della codificazione iconografica del personaggio.
Se infatti la mostra intende presentare e
approfondire la produzione artistica di Frida Kahlo nella sua
evoluzione, dagli esordi ancora debitori della Nuova Oggettività e del Realismo magico
alla riproposizione dell'arte folklorica e ancestrale, dai riflessi del
realismo americano degli anni venti e trenta (Edward Hopper, Charles
Sheeler, Georgia O'Keefe) alle componenti ideologico-politiche ispirate
dal muralismo messicano (Rivera, Orozco), è il tema dell'autorappresentazione
a prevalere in questo progetto di mostra, sia in rispetto del peso
numerico che il genere "autoritratto" assume nella produzione
complessiva dell'artista, sia - e soprattutto - per lo specialissimo
significato che esso ha rappresentato nella trasmissione dei valori
iconografici, psicologici e culturali propri del "mito Frida".
La progettazione della mostra e del catalogo è affidata alla cura di Helga Prignitz-Poda,
accreditata specialista dell'opera di Frida Kahlo, autrice con Salomon
Grimberg e Andrea Kettenmann del catalogo ragionato dell'artista nel
1988.
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Amalia di Lanno