Scarsa sensibilità e assicurazioni astratte spengono
una delle più importanti esperienze italiane degli ultimi
venticinque anni.
Di
solito, alla fine di giugno , il Sasso Barisano di Matera si animava di un
insolito movimento di camion, autogru, scale, operai e mezzi vari che,
coordinati da un folto gruppo di volontari, contribuiva alla nascita della più
straordinaria fusione di sculture di arte contemporanea con gli scavi
scultorei degli antichi ambienti del
complesso rupestre della Madonna delle
Virtù e di San Nicola dei Greci. Una fusione, una unione, un matrimonio tra
arte ed ambiente unico ed irripetibile. A dare
forza alla iniziativa delle GRANDI MOSTRE NEI SASSI, organizzate dal Circolo La Scaletta, un
grande numero di artisti, storici e critici d'arte, direttori di musei,
giornalisti, collezionisti, studiosi e appassionati provenienti da ogni parte
del mondo, molti dei quali avevano stabilito, negli anni, un
costante ritorno in Basilicata per la mostra di scultura nelle due chiese
rupestri.
Una
folla di persone che subiva un grande
shock per il "contenitore" Matera che alle opere d'arte esposte dava
un plus valore straordinario. E questo clamore, alimentato da una rassegna
stampa curata sia nella forma che nella presenza su tutti i giornali nazionali
e stranieri, creava l'attenzione e l'ammirazione per una Città che, se capace
di valorizzare il proprio patrimonio in maniera così grande, era certamente da
considerare una Città viva e vitale in ogni campo.
Le
mostre, quindi, oltre le mostre; le mostre quale spia di una comunità capace di
esprimere, insieme alla sua millenaria storia,
tutte le potenzialità culturali della migliore tradizione europea. Una
Città che era stata capace di creare un modello di esposizioni nuovo e magico che subito si era imposto
all'attenzione del mondo della cultura e ben poteva inserirsi come punto di
forza della candidatura a Capitale della Cultura Europea 2019.
Tutto
ciò avveniva … di solito.
Quest'anno
invece la crisi, che incide profondamente dappertutto, ha particolarmente
colpito e mortificato gli entusiasmi e la dedizione di chi, con un duro lavoro
di
2
volontariato,
per ben 26 anni consecutivi, aveva assicurato l'effettuazione delle grandi
mostre estive e aveva presentato i grandi maestri della scultura,
celebri o ingiustamente dimenticati, e le giovani promesse poi diventate
autentiche certezze. Vogliamo fare i nomi? Basta scorrere i 26 cataloghi oggi
presenti nelle biblioteche di tutto il mondo, basta fare una passeggiata nelle
sale, negli ipogei e nei cortili del MUSMA, che queste e cento altre esperienze
collaterali assomma , per rendersi conto di cosa è accaduto a Matera in questi
anni.
Sentirsi
abbandonati e ricoperti solo di promesse ed assicurazioni astratte e qualche
volta anche contraddittorie, di prolungati silenzi e rinvii delle formali
decisioni, di scelte addirittura dannose che spesso prediligono modeste
attività, porta alla fatale conclusione
dell'abbandono di un fantastico progetto che per essere realizzato ha necessità
non solo di finanziamenti certi ma anche di rispettare rigorosamente i tempi
che una organizzazione complessa richiede.
Il
rammarico di non poter offrire a Matera 2019 un prodotto così prestigioso ci
mortifica e ci riempie di grande tristezza.
In
questo momento non possiamo dimenticare il lavoro di tanti soci e l'apporto di
chi ha dato forza alle iniziative finora realizzate dal 1987. E' doveroso in
particolare citare Franco Palumbo - come esemplificazione del lavoro di tanti
soci - e la grande generosa professionalità di Giuseppe Appella artefice dello
spessore scientifico delle mostre, ma anche paziente ricercatore dei rapporti
più prestigiosi con la cultura nazionale
e straniera.
L'amplificazione
nel mondo della presenza autorevole di Matera, della sua storia e delle sue
bellezze, non è avvenuta per caso, ma per il lavoro di molti e, tra questi,
abbiamo il vanto di essere stati sempre concretamente presenti.
Avremmo
voluto esserci anche quest'anno, ma la crisi economica e politica e la
destinazione delle ridotte risorse verso scelte diverse non lo ha permesso.
Domani
sarà un altro giorno? Per il momento è
un interrogativo senza risposta che rafforza la convinzione che si sta per
distruggere un grande patrimonio culturale.
Circolo
La Scaletta MATERA
Matera. 10 luglio
2013
Marcella Bruno
Comunicazione e pubbliche relazioni MUSMA
Tel. + 39 3283292235
Email: ufficiostampa@musma.it
ricevo e pubblico
Massimo Nardi