JUSTIN PEYSER
CHANNEL
a cura di Francesca Pietracci
opening 6 giugno 2013 ore 18.30
la mostra prosegue fino al 7 settembre
2013
La Galleria Emmeotto ospita la mostra Channels
di Justin Peyser, artista newyorkese le cui opere, costituite da sculture
e installazioni, sono realizzate mediante l’assemblaggio e la saldatura di
lamiere o di parti metalliche di oggetti di risulta. Appartiene alla prima mediageneration
americana cresciuta negli anni ’70 ed erede dell’estetica delle Avanguardie
basata sulla Decontestualizzazione e sull’Assemblage.
Justin Peyser concepisce le sculture, allestite
nelle sale di Palazzo Taverna, come assemblaggi di elementi metallici,
stratificazioni di vie di comunicazione, compressione di messaggi, onde
catturate dall’etere e rese solide. I metalli che usa sembrano liquefarsi
e mantengono intatto il loro senso di duttilità. Ritagli di lastre, a forma
prevalentemente di curva, si intersecano cercando di invadere il più possibile
lo spazio circoscritto dell’opera. Oggetti trovati, bulloni, saldature e nuove
forme si addensano o si distanziano formando marchingegni capaci di evocare una
qualche remota funzionalità. L’idea che ne scaturisce è quella di trovarsi di
fronte ad una recente archeologia tecnologica, epocalmente distante, ma
temporalmente ancora molto vicina. Di fatto questi oggetti comunicano empatia e
non distanza, calore umano e non formalismo astratto. Si tratta di un’arte che
si potrebbe definire “residuale”, ma che, invece che alla sottrazione, tende
alla moltiplicazione e all’accumulo. Quella che appare è la mappatura di una hyperconnectivity
che si materializza attraverso elementi di risulta immersi nel
sistema della geometria frattale e che danno vita alla sovrapposizione di
sistemi di connettività a schema di rizoma (…) conducendo lo spettatore verso
un canale di continuo fluire di concetti che oscillano tra oblio e
perlustrazione, staticità e movimento del tempo percepito dal corpo e dalla
mente, in una dimensione che oltrepassa il presente (in quanto si identifica
con lo spazio) e connette il passato con il futuro. (Francesca Pietracci
dal testo in catalogo)
Le sculture presenti in mostra, insieme ad altre
opere di dimensioni maggiori, sono state concepite come parte di un progetto
itinerante, che ha attraversato la penisola da Ca’ Zenobio di Venezia al
Maschio Angioino e al Palazzo delle Arti di Napoli fino al Museo MAB e al
Palazzo dei Bruzi di Cosenza. In ciascuna di queste città l’artista e le opere
hanno interagito significativamente con il tessuto urbano e museale, ma soprattutto
hanno creato numerose e toccanti occasioni di incontro con un pubblico
eterogeneo.
Le opere che completano il progetto sono in
esposizione sulla terrazza del Museo Carlo Bilotti di Roma, all’interno di
Villa Borghese, fino all’8 settembre 2013, in contemporanea con la mostra di
Emmeotto.
Justin Peyser è cresciuto nel New Jersey,
vive e lavora a New York e in Italia. Dopo essersi laureato ad Harvard, presso
il Department of Visual and Environmental Studies, ha frequentato l’Accademia
di Belle Arti di Bologna. Unendo la cultura tecnologica a quella umanistica, le
sue opere sono concepite come mappe formate da canali di comunicazione. Quelli
che lui rappresenta sono luoghi di confluenze culturali e ambientali che a
volte hanno superato il perimetro dell’opera e si sono trasformati in
interventi per la riqualificazione degli spazi urbani newyorkesi nell’ambito
delle periferie e dei complessi architettonici in disuso.
Ufficio Stampa
Valentina Luzi
ufficiostampaemmeotto@gmail.com
EMMEOTTO LIVING GALLERY
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Giordano 36 00186 ROMA
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Fonte: http://www.espoarte.net
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Amalia di Lanno