giovedì 9 maggio 2013

"Genesi 2, 21-24" di Gaetano Giordano

"Genesi 2, 21-24"
di Gaetano Giordano 
a cura di ArtSOB

Bitonto - Porta Baresana
11 Maggio – 15 Giugno


 
L’11 Maggio dalle 19,30 sarà visitabile l’installazione fotografica dell’artista Gaetano Giordano, ‘Genesi 2, 21-24’, a cura dell’associazione culturale ArtSOB, di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri, nell’ambito del progetto Tran-siti, patrocinato dal Comune di Bitonto.

In Tran-siti gli artisti conducono ad una messa in comune della percezione del paesaggio cittadino. Un passaggio stereotipico di un luogo viene cannibalizzato, rifiltrato, restituito sotto una nuova forma documentaria, fino a divenire oggetto di una mostra. Il diario quotidiano che l’artista fa del viaggio urbano produce un triplice livello di percezione: lo sguardo dell’artista sulla città, lo sguardo dei passanti sull’installazione, lo sguardo dell’artista sulla città attraverso lo sguardo dei passanti. Non a caso, i lavori degli artisti si attualizzano in forma mobile e modificabile: l’allestimento all’interno dello spazio espositivo diventa un’accumulazione istantanea del significare. Il gioco della rappresentazione non spiega l’elemento transitorio, piuttosto serve a mettere in moto un meccanismo di percezione, allena lo sguardo alla molteplicità, si rende matrice di elenchi fluidi, ricognizioni flessibili ed aperte.
Il terzo allestimento di Tran-siti è dedicato ad una rivisitazione del racconto biblico della Genesi.
“Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle
costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta
all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla
mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta».

Il letto disfatto, l’insinuazione del peccato, il lenzuolo che copre la nudità, la carne ripiegata della schiena evoca un vuoto assoluto e ad una forma di vita corporativa che immersa in una luce piena, cosmica, biologica, quasi gelatinosa, potrebbe essere la nascita di una nuova Eva. A lei, prima donna dell’universo, il diritto e il dono di generare e di essere generata dalla vita stessa. Senza un prima né un dopo. Lei all’origine di tutto, artefice e complice della creazione.

Il bianco algido e assoluto della visione fotografica è espressione della liberazione, esegesi necessaria a dissolvere una visione viziata dalla tradizione. Il vero peccato originale è aver creduto, interpretato la creazione come una derivazione, la condivisione come una dipendenza, la relazione come subalternità. L’origine della presunta inferiorità.
È una riflessione intimistica sull’assoluzione della colpa, dunque: le pieghe del lenzuolo citano le pieghe della carne come unica inevitabilità della naturalezza che seduce: l’istinto di afferrare l’ignoto e scoprire il mondo per cui è stata creata.



L’installazione sarà in mostra fino al 15 giugno.

ArtSOB collettivo curatoriale
Info:
+39 338 23 46 161; +39 333 61 35 447
info@artsob.it



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Amalia di Lanno