"Genesi 2, 21-24"
di Gaetano Giordano
a cura di ArtSOB
Bitonto - Porta Baresana
11 Maggio – 15 Giugno
di Gaetano Giordano
a cura di ArtSOB
Bitonto - Porta Baresana
11 Maggio – 15 Giugno
L’11 Maggio dalle 19,30 sarà visitabile l’installazione fotografica dell’artista
Gaetano Giordano, ‘Genesi 2, 21-24’,
a cura dell’associazione culturale ArtSOB,
di Lara Carbonara e Lucrezia Naglieri,
nell’ambito del progetto Tran-siti, patrocinato dal Comune di
Bitonto.
In Tran-siti gli artisti conducono ad una
messa in comune della percezione del paesaggio cittadino. Un passaggio
stereotipico di un luogo viene cannibalizzato, rifiltrato, restituito sotto una
nuova forma documentaria, fino a divenire oggetto di una mostra. Il diario
quotidiano che l’artista fa del viaggio urbano produce un triplice livello di
percezione: lo sguardo dell’artista sulla città, lo sguardo dei passanti
sull’installazione, lo sguardo dell’artista sulla città attraverso lo sguardo dei
passanti. Non a caso, i lavori degli artisti si attualizzano in forma mobile e
modificabile: l’allestimento all’interno dello spazio espositivo diventa
un’accumulazione istantanea del significare. Il gioco della rappresentazione
non spiega l’elemento transitorio, piuttosto serve a mettere in moto un
meccanismo di percezione, allena lo sguardo alla molteplicità, si rende matrice
di elenchi fluidi, ricognizioni flessibili ed aperte.
Il terzo allestimento di Tran-siti è dedicato ad
una rivisitazione del racconto biblico della Genesi.
“Allora il Signore Dio fece scendere un torpore
sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle
costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore
Dio plasmò con la costola, che aveva tolta
all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo
disse: «Questa volta essa è carne dalla
mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna
perché dall’uomo è stata tolta».
Il
letto disfatto, l’insinuazione del peccato, il lenzuolo che copre la nudità, la
carne ripiegata della schiena evoca un vuoto assoluto e ad una forma di vita
corporativa che immersa in una luce piena, cosmica, biologica, quasi
gelatinosa, potrebbe essere la nascita di una nuova Eva. A lei, prima donna
dell’universo, il diritto e il dono di generare e di essere generata dalla vita
stessa. Senza un prima né un dopo. Lei all’origine di tutto, artefice e
complice della creazione.
Il bianco algido e assoluto della visione fotografica è espressione della liberazione, esegesi necessaria a dissolvere una visione viziata dalla tradizione. Il vero peccato originale è aver creduto, interpretato la creazione come una derivazione, la condivisione come una dipendenza, la relazione come subalternità. L’origine della presunta inferiorità.
Il bianco algido e assoluto della visione fotografica è espressione della liberazione, esegesi necessaria a dissolvere una visione viziata dalla tradizione. Il vero peccato originale è aver creduto, interpretato la creazione come una derivazione, la condivisione come una dipendenza, la relazione come subalternità. L’origine della presunta inferiorità.
È una riflessione
intimistica sull’assoluzione della colpa, dunque: le pieghe del lenzuolo citano
le pieghe della carne come unica inevitabilità della naturalezza che seduce:
l’istinto di afferrare l’ignoto e scoprire il mondo per cui è stata creata.
L’installazione sarà in
mostra fino al 15 giugno.
ArtSOB
collettivo curatoriale
Info: +39 338 23 46 161; +39 333 61 35 447
info@artsob.it
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Segnala:
Amalia di Lanno