GALLERIA: Progettoarte-elm
Artista: Marco Casentini
Titolo mostra: Rollercoaster
Inaugurazione: 18 aprile 2013 ore 18:30
Durata: da 18 aprile al 08 Giugno 2013
Catalogo in galleria, copertina cartonata, bilingue,
saggio introduttivo di Demetrio Paparoni
Progettoarte-elm è lieta di annunciare la mostra
personale di Marco Casentini dal titolo Rollercoaster. L'esposizione
si inaugurerà il 18 Aprile 2013 e rimarrà allestita fino al 08 Giugno.
Nato a La Spezia nel 1961 Casentini è tra gli artisti
astratti italiani più rappresentativi della sua generazione. La mostra fa
seguito alle recenti personali dall'artista da Melissa Morgan Fine Art, Palm
Desert, Roy Boyd Gallery, Chicago e Abba Fine Art, Miami .
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo
bilingue con le immagini ambientali della mostra le foto delle opere, un saggio
introduttivo di Demetrio Paparoni e una conversazione con Elio Cappuccio e gli
apparati bio-bibliografici di aggiornamento dell’attività dell’artista..
Come scrive Demetrio Paparoni in catalogo, "Casentini
espone in questa mostra per la prima volta dieci lavori semisferici che si
collocano in una terra di mezzo tra pittura e scultura. Realizzati in plexiglas
trasparente dipinto in alcune parti sulla superficie e in altre all'interno,
questi volumi hanno un diametro che va da 13 a 80 centimetri, mentre la
profondità, essendo condizionata dal diametro, di cui è la metà, varia da 7 a
40 cm. Questo implica che, contrariamente a quanto accade per i dipinti, dove
l'artista agisce sulla superficie senza condizionamenti iniziali, in questo caso
ha dovuto rapportarsi a calcoli matematici. [...] Il titolo di questo ciclo,
Rollercoaster, montagne russe, rende subito chiaro che fa riferimento a
qualcosa che esiste nel "mondo reale". Casentini si deve esser detto
che, essendo le montagne russe frutto di un'ingegneria tutt'altro che puramente
creativa – che deve sottostare a regole rigide per non mettere a rischio la
vita di chi vi sale – anch'egli in questo caso avrebbe dovuto darsi delle
regole. Fedele al principio del "tutto si mischia e tutto si confonde"
in questo caso egli ha fatto un breve viaggio mentale nei territori della
"pittura analitica" degli anni settanta. Lo conferma quando afferma
che l'intento di questi lavori è "verificare la potenzialità della riga di
diventare altro," una frase che negli anni settanta avremmo potuto sentire
da Robert Ryman, oppure da uno degli artisti di Support-Surface. A
togliere fondamento a quanto appena detto Casentini aggiunge che le linee
ondulate, perlopiù grigie, di questi lavori sono la memoria delle tracce
lasciate sulla sabbia dalle onde del mare. [...]L'allestimento scelto da
Casentini dimostra che egli ha l'esigenza di alterare la percezione dello
spazio tutto, sia quello interno sia quello esterno al quadro. Quel che
colpisce di questa installazione è la mobilità ottica, la sensazione che le sue
Rollercoaster stiano per trasformarsi in biglie e che, per quanto esse
possano mutare d'aspetto ruotando, e prendere l'una al posto dell'altro,
l'equilibrio formale non viene intaccato.
Fonte e info:
Segnala:
Amalia di Lanno