Diego Zuelli, rotazione n.1, 2008, computer graphics,
HD video installation, stereo sound, prepared projection surface. 2’ (loop)
Il Giardino dei sentieri che si biforcano:
Avventure nell’animazione indipendente
L’espressione cinese Qu Jing Tong You – letteralmente “un sentiero
tortuoso conduce a un tranquillo isolamento” – rende bene l’idea di uno spazio
concettuale fuori dal tempo, o meglio, di uno spazio sospeso in un tempo non
lineare e non escatologico, in cui (e quando) visioni delle illimitate
circostanze di vita possono materializzarsi ed essere ripetutamente trasmesse.
Il racconto di Jorge Luis Borges “Il giardino dei sentieri che si biforcano”
sembra poter sviluppare l’intrinseca saggezza del proverbio: in esso si narra
di come Yu Tsun, una spia dell’Impero tedesco, cercando invano di sfuggire a un
inevitabile destino – finire nelle mani del nemico britannico – si sia
imbattuto in una scoperta sull’antenato Ts’ui Ben e sul suo romanzo incompiuto,
concepito e strutturato come un inestricabile labirinto letterario – lo stesso
“giardino dei sentieri che si biforcano”.
Nel mondo in cui è articolata la strategia narrativa di Borges contiene un
nucleo di semplice verità: il mondo è troppo complesso e stratificato per
essere capito al volo, così i suoi fenomeni. Enumerarli tutti è impossibile,
perciò invece di fare liste – un altro concetto che affascinava Borges – è di
gran lunga più utile guardare ai meccanismi del loro funzionamento: le
ripetizioni, gli schemi ricorrenti e i lievi spostamenti di prospettiva, e di
nuovo i punti di svolta e le inattese convergenze.
Nell’ipertesto che Borges costruisce, tempo e spazio diventano inseparabili,
come lo sono in tutti gli schemi teorici moderni (e postmoderni). Il labirinto è
lo spazio e il tempo che si impiega a percorrerlo. Questa equivalenza
è anche al centro di tutte le tecnologie “temporali” e dell’arte multimediale.
Un’attenta combinazione di spazio e tempo genera movimento coordinato, premessa
dell’animazione. L’esplorazione di tutte le possibilità che le immagini
“animate” prevedono è la premessa dell’animazione indipendente.
L’animazione è anche uno dei modi di più diretti che gli artisti hanno di
esplorare il loro personale immaginario, così come le culture visive
collettivamente interiorizzate. Partendo come indagine “visiva” della psiche,
delle sue paure, aspettative, delusioni, fughe temporanee o a lungo termine,
diventa paradigmatica di una certa condizione umana e può essere condivisa
attraverso la sua esposizione: il libero dispiegamento dei suoi contenuti e la
descrizione amplificata dei mali con cui si è costretti a confrontarsi possono
sollevare dal dolore e da quel sottile senso di minaccia che l’esistenza può
comportare, oppure esaltarli. Liberando dal peso di parole non pronunciate e
immagini nascoste, questi lavori possono indicare alternative a modelli
prestabiliti e nuove maniere di confrontarsi non solo e semplicemente con ciò
che è reale, ma con quello che percepiamo come tale.
Questa mostra ha la finalità principale di presentare al pubblico cinese e
internazionale i risultati più significativi dell’animazione indipendente ad
opera di artisti giovani e già affermati, così come di quelli di più lunga
esperienza, considerati punti di riferimento di questo linguaggio e delle
tecniche a questo connesse.
Concepita come un giardino in cui perdersi e da cui riemergere, proprio come
un labirinto o il sentiero cui fa riferimento il titolo, può essere
temporamente ingannevole, ma rappresenta anche le illimitate occasioni e
opportunità che gli artisti hanno di immaginare, quindi creare, e quelle che il
pubblico ha di avvicinarsi alle loro visioni.
Per introdurre i lavori vorremmo partire dall’idea di esplorazione: quella
di mondi virtuali e quella del tempo, sotto forma di sequenze di immagini sullo
schermo. Come qualsiasi altra forma d’arte, anche l’animazione si fonda sulla
conoscenza profonda della storia e del presente, ma in quanto espressione dei
cosiddetti “cross-media” deve anche essere capace di anticipare nuove direzioni
e metterle in relazione l’una con l’altra.
Siamo convinti che la scrupolosa attenzione e la dedizione che questi
artisti dimostrano possano racchiudere nel modo migliore tutte le
contraddizioni di un linguaggio che sotto l’apparenza di disimpegnato divertissement
è in grado di veicolare messaggi dirompenti.
Un ringraziamento speciale va a OCT Loft di Shenzhen per averci permesso di
effettuare una selezione di lavori dalla Prima Biennale di Animazione
Indipendente di Shenzhen (dal 22 dicembre 2012 al 22 marzo 2013).
A questi OCAT Shanghai ha aggiunto presenze indispensabili come William
Kentridge, uno degli artisti più influenti al mondo e colui che ha
rivoluzionato il linguaggio dell’animazione ampliandone il raggio d’azione in
modo decisivo, Riccardo Arena, Nathalie Djurberg e Hans Berg (per la prima
volta in Cina), Igor Imhoff, Gu Dexin (uno dei primi artisti concettuali
cinesi), Feng Mengbo, Federico Solmi e Diego Zuelli. La loro presenza a
Shanghai non è casuale, ma frutto dell’impegno profuso nell’avvicinarsi a un
mondo già da tempo presente in varie forme all’interno della loro ricerca
artistica.
Circa un secolo fa, le chiatte sul fiume Suzhou – a pochi metri dallo spazio
espositivo – portavano merci e beni di ogni tipo in un magazzino dove oggi
visioni senza prezzo sono convogliate e condivise.
Dal 3 maggio al 28 luglio presso OCAT, OCT Contemporary Art
Terminal Shanghai, 1016 North Suzhou Road, Shanghai.
Vernissage: 3 Maggio 2013, dalle 17 alle 21.
Curatori: Mariagrazia Costantino, Wang Chunchen.
Assistenti curatori: Tao Hanchen, Xu Zhen, Zhu Hua.
Artisti partecipanti: AES + S, Riccardo Arena, Bao Jian, Bu
Hua, Cao Fei, Chen Hailu, Chen Shaoxiong, Dai Hua, Nathalie Djurberg & Hans
Berg, Igor Imhoff, David Fain, Feng Mengbo, Cecilia Traslavina Gonzalez, Gu
Dexin, Huang Qifei, Huang Yang, William Kentridge, Eun Hyung Kim, Akino Kondoh,
Michèle Lemieux, Lin Junting, Liu Jian, Liu Qianyi, Lu Yang, Miao Xiaochun,
Phil Mulloy, Grace Nayoon Rhee, Vera Neubauer, Qiu Anxiong, Carlos Santa, Sky
David, Federico Solmi, Sun Xun, Tang Maohong, Tian Xiaolei, Wang Haiyang, Wang
Qianru, Wang Xin, Wang Zhang, Wu Junyong, Ye Linghan, Zhang Xiaotao, Zhang
Yongji, Zhou Xiaohu, Zhou Ming, Diego Zuelli.
Ricevo e pubblico:
Amalia di Lanno