venerdì 5 aprile 2013

Francesca Loprieno_OLTRE LE COSE


Esposizione personale
La Casa della Fotografia, spazio aperto di confronto e crescita nato dalla volontà di alcuni giovani fotogra aquilani che hanno allestito uno spazio a servizio della comunità locale e degli appassionati o degli esperti del settore, prosegue il ciclo di esposizioni con il lavoro “Oltre le cose” di FrancescaLoprieno.

OLTRE LE COSE
La fotografia di Francesca Loprieno è linguaggio che esprime un’esigenza: la ricerca. Una ricerca interiore, personale, dettata da una serie di contingenze psichiche e sentimentali. Donna migrante per  natura, nasce a Bari e si trasferisce a Roma e a Parigi dove studia, lavora, ma soprattutto si pone delle domande, osservando la realtà che la circonda.
I tre percorsi ospitati alla “Casa della fotografia” dell’Aquila raccontano la sua personale immersione nel rapporto che la fotografa vive tra sé stessa e il paesaggio che le appartiene, che le è appartenuto e che vuole continuare a possedere. Tre percorsi che mostrano le tappe del suo cammino quotidiano di indagine sugli scenari che vive e assorbe.
Paesaggi sospesi è un insieme di visioni espresse dal binomio luogo/non-luogo, assenza/presenza. Le periferie, la polvere, il disordine del paesaggio, comunicano il passaggio del tempo, che a volte, in alcuni luoghi della città, sembra fermarsi.
Oltre le cose è un ulteriore viaggio nei non luoghi del sud-barese, la sua terra, dove il tempo è passato, si vive nel presente, ma si attende un futuro di speranza, anche se si percepisce una palpabile incertezza.
Stati migranti raccoglie l’esigenza della fotografa di inseguire la voglia di libertà nel trovare un punto di riferimento nella sua terra, ma anche in territori apparentemente sconosciuti. La ricerca di un orizzonte, spesso identi cato in una casa, o nel disordine di uno spazio abbandonato, questa volta si rivolge in alto, guardando il cielo, per poi tornare ancora verso il suo mare.
Le immagini di Francesca Loprieno sono frammenti di cieli e terre, acque e foglie che appaiono collezionati con meticolosità, come un album di ricordi, in cui la fotografa raccoglie man mano i suoi passaggi e paesaggi, le sue peregrinazioni e il suo sguardo, oltre le cose.
Rosy Santella


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Amalia di Lanno