domenica 10 febbraio 2013

Gli anni Sessanta nelle Collezioni Guggenheim_Oltre l’Informale verso la Pop Art







 
Gli anni Sessanta nelle Collezioni Guggenheim
Oltre l’Informale verso la Pop Art
a cura di Luca Massimo Barbero
 
9 febbraio - 12 maggio 2013
ARCA - Chiesa di San Marco
Vercelli
 
La Mostra
Approdano in città oltre 50 capolavori dell’arte europea e americana degli anni Sessanta rappresentativi dei grandi protagonisti di questa straordinaria stagione: da Robert Rauschenberg a Jean Dubuffet, da Cy Twombly a Frank Stella e Andy Warhol. Tredici di questi lavori provengono dalla Collezione Hannelore B. e Rudolph B. Schulhof, acquisita di recente dalla Collezione Peggy Guggenheim, e saranno presentati qui per la prima volta al di fuori del museo veneziano.
La mostra intende illustrare il panorama artistico degli anni Sessanta, che corrisponde ad una svolta cruciale della cultura artistica mondiale, attraverso il confronto tra la scena creativa statunitense e quella europea. Nel dialogo transoceanico tra i capolavori assoluti delle Collezioni Guggenheim di Venezia e New York è possibile cogliere la maturazione di una dimensione totalmente nuova della cultura visiva. Il 1964 è l’anno del trionfo della Pop Art americana alla Biennale di Venezia, che assegna a Robert Rauschenberg il premio riservato a un artista straniero, spostando definitivamente il fulcro del sistema artistico dall’Europa agli Stati Uniti.

La mostra mette a confronto tre momenti fondamentali che illustrano efficacemente l’arte di questi anni.
Il primo è rappresentato dal superamento dell’arte informale in direzione di nuovi segni e spazi, in cui materia e linguaggio diventano luoghi di un’inedita sperimentazione: lo testimoniano le opere di Dubuffet, Tapies, Twombly e Tobey.
In parallelo è presentata l’esperienza di riduzione espressiva rappresentata dalle nuove indagini monocrome e spaziali, espressa, fra gli altri, da artisti come Fontana, Castellani, Stella, Noland.
Momento culminante della mostra è la rivoluzione iconica e mediatica che approda alla nuova figurazione Pop, fondata sulla reinterpretazione e dissacrazione della tradizione visiva secondo le coordinate della comunicazione contemporanea e incarnata da autori come Johns, Rauschenberg, Hamilton, Lichtenstein e Warhol. 
 
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Amalia di Lanno