Fino al 13 marzo 2013 alla Galleria Agnellini Arte Moderna di Brescia si terrà la mostra
AMERICAN DREAM. Esposte opere di Jim Dine, Sam Francis, Robert Indiana,
Franz Kline, Robert Rauschenberg, Mark Tobey, Andy Warhol e Larry
Rivers. Nel percorso espositivo alle opere si alternano esemplari d’epoca di moto Harley Davidson e Indian.
L’esposizione, attraverso opere significative di artisti espressionisti e pop che animarono la scena americana degli anni ’60,
vuole illustrare lo spirito di entusiasmo e di libertà che s’impose nel
paese in quegli anni in cui l’arte, l’industria e l’economia
parteciparono a uno slancio creativo che sconvolse le abitudini di vita.
La meccanizzazione produceva già da lungo tempo oggetti di desiderio
che l’arte, grazie alla Pop art, trasformò in icone moderne,
rappresentazioni spesso moltiplicate di simboli di una civiltà potente e
dominatrice. Gli Stati Uniti, in uno stesso slancio, seppero
altrettanto bene esportare il loro modello di società e imporre un’arte
che ne era il principale sostegno. L’esposizione ci mostra, in un
parallelo tra le mitiche moto Harley Davidson e Indian, e le opere di
artisti come Warhol, Rauschenberg, Sam Francis, Robert Indiana il
rapporto sottile che esiste tra l’industria e l’arte in quegli anni di
totale euforia.
Il mito americano si è costruito sulla produzione di
oggetti che hanno cambiato la quotidianità degli individui apportando
profonde modificazioni nella vita di ognuno. La meccanizzazione
trasforma le realtà più comuni e trasforma l’animo umano. La velocità
d’esecuzione dei compiti diventa uno standard illustrato dallo sviluppo
dell’elettrodomestico, dell’automobile e molto altro. Questi oggetti
tanto ambiti raggiungono il Pantheon di una mitologia contemporanea al
pari delle opere d’arte. Moto, automobili, aerei sono le «sculture» dei
tempi moderni, ideali di perfezione, oggetti di desiderio, magnifici
nella loro struttura e nella loro concezione.
Insieme alle automobili nascono le prime moto. Le
Indian s’imposero per prime, nel 1899. In mostra alcuni modelli del
1922, 1928, 1935 illustrano l’innovazione di moto diventate leggende e
che restano tra gli oggetti mitici di quest’epoca in cui l’invenzione
impone i propri sogni. L’aspetto trionfante dell’America che vince è
illustrato dall’epopea Harley Davidson. La mostra propone moto del 1922,
1928, 1935, 1941 fino al 1970. La storia delle Harley appartiene alla
leggenda americana che raggiunge il suo apogeo negli anni ’60 con un
film come Easy Rider, realizzato da Dennis Hopper nel 1969. Simbolo
della gioventù e del rifiuto dei pregiudizi, Hopper incarna un cinema
libertario, al limite della rottura. Con Easy Rider, road movie
nichilista e metafisico dalla colonna sonora esplosiva, si crea un nuovo
ordine del mondo nel quale gli artisti riconquistano il reale.
Questo spirito definisce perfettamente la generazione americana del dopoguerra
il cui atteggiamento disinvolto, sperimentale e conquistatore trova la
sua rappresentazione nel mondo dell’arte che si apre a tutte le
possibilità. La ridefinizione dell’arte, integrando la provocazione come
mezzo d’azione, così come l’ironia e
la libertà, elementi che appartengono anche al comportamento dada al
quale si riferiscono artisti come Rauschenberg, s’impone in un mondo che
si reinventa. L’espressionismo astratto – rappresentato
nell’esposizione da Franz Kline, Mark Tobey, Sam Francis, il cui lavoro
oscilla tra astrazione e figurazione – rivendica questa libertà e
inventa nuove tecniche, mescolando influenze diverse come il surrealismo
(subconscio, scrittura automatica, dripping), l’astrazione di Wassily
Kandinsky e di Arshile Gorky e l’insegnamento di Hans Hofmann. In mostra
opere di questi artisti dell’astrazione americana del dopoguerra.
La pop art rimette fondamentalmente in questione i criteri che fino ad
allora avevano caratterizzato “l’opera d’arte”, desacralizzando
l’immagine dipinta o la scultura, e conferendo così all’oggetto
artistico la dimensione di oggetto comunicante (allo stesso titolo della
pubblicità), o proiettandolo nella sfera dell’oggetto industriale
multiplo, proprio del consumo di massa. In mostra opere di Andy Wharol,
Jim Dine e Robert Indiana, che moltiplica i messaggi d’amore e di pace
ovunque nel mondo.
Sede mostra
Brescia, Galleria Agnellini Arte Moderna – Via Soldini 6/A
Orari
Da martedì a sabato 10.00/12.30; 15.30/19.30
Chiuso domenica e lunedì.
Consulta il sito
Informazioni:
Galleria Agnellini Arte Moderna
Via Soldini 6/A – 25124 Brescia
Tel: 030.2944181
Fax: 030.2478801
Fonte: www.tafter.it
Segnala:
Amalia di Lanno