MUSEI E MONUMENTI IN GUERRA 1939-1945
Londra Parigi Roma Berlino
Musei Vaticani - Città del Vaticano
(Sala Conferenze)
15 Novembre 2012
ore 9.00-17.00
Galleria Nazionale d’Arte Moderna – Roma
(Sala del Mito)
16 Novembre 2012
ore 9.30-15.30
Ufficio Stampa GNAM
Maria Mercede Ligozzi
Tel. 06 32298212
Benedetta Rossi, Manuela Siviello
Tel. 06 322 98 328
Ingresso libero su presentazione dell'invito.
GUERRA
1939-1945
Londra Parigi Roma Berlino
Convegno Internazionale
Musei Vaticani
Città del Vaticano
15 Novembre 2012
Galleria Nazionale
d’Arte Moderna
Roma
16 Novembre 2012
Segreteria scientifica
Francesca Boschetti
Claudia Lazzerini
Riccarda Leopardi
Tel: +39.06.69883174
+39.06.69881945
Fax: +39.06.69883236
MUSEI VATICANI
Sala Conferenze
Viale Vaticano
00120 Città del Vaticano
PER INFO: Ufficio Eventi
Tel: +39.06.69883459
PER STAMPA: Ufficio Stampa
Tel: +39.06.69883041
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NB Le testate radiotelevisive e telematiche devono cortesemente
accreditarsi presso il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali
Fax: +39.06.69891841
GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA
Sala del Mito
Via di Belle Arti, 131
00196 Roma
Tel: +39.06.322981
PER INFO E STAMPA:
Ufficio Stampa
ANISA
ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte
c/o Liceo Ginnasio Statale “Torquato Tasso”
Via Sicilia, 168
00187 Roma
Tel: +39.3337967793
Si ringraziano i Patrons of the Arts
in the Vatican Museums della California per il sostegno
MUSEI VATICANI
© Zentralarchive SMB
PONTIFICIO CONSIGLIO
DELLA CULTURA
GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA
SALA DEL MITO
Il tema del salvataggio delle opere d’arte e della protezione dei centri storici di piccole e grandi città durante la Seconda Guerra Mondiale è stato oggetto di un risveglio d’interesse a partire dalla fine degli anni ’90, tanto in Italia quanto negli altri paesi protagonisti del conflitto. Tuttavia non è stato proposto, fino a questo momento, un confronto diretto tra le vicende che hanno coinvolto le principali capitali europee (Londra, Parigi, Roma, Berlino) e, in particolare, le grandi collezioni museali ed il patrimonio onumentale e architettonico di queste città. È nata così l’idea di un Convegno Internazionale i cui obiettivi possono essere sintetizzati in due motivazioni principali: in primo luogo la volontà di proporre un’inedita comparazione tra situazioni e Istituzioni dei diversi paesi europei, che a partire da finalità comuni hanno agito seguendo metodologie differenti. Una prospettiva che consentirà di riflettere anche sul ruolo che il patrimonio storico
e artistico ha rappresentato nello sviluppo della nozione di identità culturale e civile di ogni Nazione. In secondo luogo la possibilità di far convergere un materiale documentario e archivistico di immagini straordinarie, spesso inedite, che potrebbe costituire materiale per un futuro progetto espositivo. Il Convegno si concluderà con una Tavola Rotonda sulle vicende di musei e monumenti nelle tante città italiane grandi e piccole attraversate dalla
guerra.
15 NOVEMBRE 2012
Mattina
9.00 Accoglienza e iscrizione dei partecipanti
9.30 Apertura
Antonio Paolucci (Direttore Musei Vaticani)
9.45 Presentazione
Teresa Calvano (ANISA)
Micol Forti (Musei Vaticani)
Presiede
Gisella Capponi (ISCR)
10.00 Teresa Calvano (ANISA)
1918-1938 Guerra e tutela dei monumenti,
il dibattito internazionale
Coffee break
11.00 Catherine Granger (Bibliothèque Centrale des Archives
des Musées Nationaux, Paris)
Le collezioni dei musei parigini durante la guerra
11.30 Suzanne Bosman (National Gallery Company, London)
A Museum under a Mountain: The National Gallery’s
Wartime Home
Discussione
Pomeriggio
Presiede
Arnold Nesselrath (Musei Vaticani)
15.30 Colin Thom (English Heritage, London)
Save St Paul’s! Historic monuments as symbols of endurance
in the London Blitz
Coffee break
16.30 Gilbert Lupfer (Staatliche Kunstsammlungen Dresden)
Removal, Rescue, Destruction and Evacuation - The Dresden
State Art Collections from 1938 to 1945
17.00 Petra Winter (Zentralarchiv, Staatliche Museen, Berlin)
Protection of Archeological Building Ensembles in the
Pergamon Museum Berlin during World War II
Discussione
Traduzione simultanea
MUSEI VATICANI
SALA CONFERENZE
MUSEI E MONUMENTI IN GUERRA
1939-1945
Londra Parigi Roma Berlino
In questa occasione verranno presentati i volumi:
1940-45 Arte trafugata, arte salvata, arte perduta: le città italiane
tra guerra e liberazione, a cura di Teresa Calvano e Maria Serlupi
Crescenzi (Edizioni Musei Vaticani, 2012)
Salvate Venere!, Ilaria Dagnini Brey (Mondadori, 2010)
16 NOVEMBRE 2012
Mattina
9.30 Introduzione
Maria Vittoria Marini Clarelli (Soprintendente GNAM)
9.45 Presentazione
Clara Rech (Presidente ANISA)
Presiede
Vittorio Vidotto (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”)
10.00 Andrea Emiliani (Accademia Clementina, Bologna)
Il mistero dei Montefeltro
10.30 Paola Nicita (Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
ed Etnoantropologici del Piemonte)
Roma 1940-1944: i benemeriti della tutela dell'arte italiana
Coffee break
11.30 Carlotta Coccoli (Università degli Studi di Brescia)
«Si vis pacem, para bellum!». La protezione antiaerea
dei monumenti dell’Urbe (1939-1943)
12.00 Micol Forti (Musei Vaticani)
«I trasporti possono essere iniziati da oggi, 15 novembre 1943»:
il ruolo del Vaticano nella salvaguardia del patrimonio
artistico italiano
Discussione
Pomeriggio
15.30 Tavola rotonda
Italia: «questo paese è un maledetto museo d’arte».
Le città italiane tra guerra e liberazione
Coordina
Irene Baldriga (ANISA)
Partecipano
Stella Casiello, Ilaria Dagnini Brey, Cecilia Ghibaudi,
Alessandra Lavagnino, Maria Serlupi Crescenzi
Traduzione simultanea
Suzanne Bosman
A Museum under a Mountain: The
National Gallery’s Wartime Home
A unique feature of the National
Gallery’s emergency measures during WWII was the purpose-built storage facility
for the paintings in a disused underground slate quarry beneath a mountain
called Manod in north Wales .
However, at the outbreak of war, the future of the paintings’ location was far
from certain. This paper will briefly describe the decisions governing the
evacuation of the collection from London at the outbreak of the war, its
various temporary homes in private country houses and castles, the proposal
that it should be evacuated to Canada and the eventual decision in June 1940 to
build a specially-designed secret facility within the UK to house it until the
end of the war. The talk will cover details of the storage facility itself
including wartime images and present-day photography. The various technical
discoveries that were made during the collection’s stay, including x-rays,
conservation conditions, academic research etc. will also be covered. In
addition, the paper will briefly cover the cultural life
of the Gallery back in London while the
paintings were in Wales ,
and will conclude with the return of the collection to Trafalgar Square at the end of the war.
Suzanne Bosman has dual British and French
nationality, and holds degrees in the History of Art from Jesus
College , Cambridge ,
and the Courtauld Institute of Art, London; has worked for many years in arts
publishing (Thames & Hudson, London ;
Editions Gallimard, Paris) and has held the post of Senior Picture
Researcher at National Gallery Company
since 2005. An enduring interest in the National Gallery’s wartime role
resulted in her book and accompanying film, ‘The National Gallery in Wartime’,
published by National Gallery Company in 2008. She has since
appeared/participated in various BBC television and radio programmes on art and
culture during World War Two.
Suzanne Bosman is author of The National Gallery in Wartime
(National Gallery Company, London 2008).
Teresa Calvano
1918-1938 Guerra e tutela dei monumenti, il
dibattito internazionale
Il problema dei
danni a musei, monumenti, centri storici dei paesi teatro delle operazioni di
guerra si delinea in modo sempre più chiaro a partire dalla I Guerra mondiale;
la presa di coscienza e le iniziative concrete per affrontare questo problema
non sono però né immediate né condivise. Il breve intervento su questo
argomento cercherà di tracciare un quadro più esauriente possibile delle strade
percorse da singole istituzioni, organismi nazionali ed internazionali per
trovare accordi su questo tema. Ma vedremo come neanche la terribile
distruzione di Guernica nel 1936 sarà un monito sufficiente a spingere le
nazioni a formulare un accordo in materia.
Teresa Calvano, ha insegnato storia dell’arte nei licei romani.
Esperta di didattica dei beni culturali e dei rapporti tra scuola e museo, ha
scritto numerosi articoli e testi su questi temi, nonché articoli e saggi di
ambito storico-artistico (Viaggio nel
pittoresco, Donzelli, 1996). È stata presidente di ANISA (Associazione
Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte) dal 2001 al 2007 ed oggi fa parte del
direttivo.
Carlotta Coccoli
«Si vis pacem, para
bellum!». La protezione antiaerea dei monumenti dell’Urbe (1939-1943)
Nel panorama dei piani di difesa
antiaerea del patrimonio artistico italiano messi a punto dal governo nazionale
già alla metà degli anni Trenta, il caso di Roma è evidentemente eccezionale.
Infatti, non si trattava solo
della città con la più straordinaria concentrazione di monumenti ed opere
d’arte del Paese, ma anche della capitale dell’Impero. In questa veste - più
che in ogni altro luogo - le sue opere d’arte dovevano dimostrarsi agli occhi
del mondo «perfettamente al sicuro».
Come è noto, tuttavia, le opere
di presidio non poterono essere attuate su vasta scala, né erano in grado di
difendere i monumenti in caso di un colpo diretto. Il programma
previde dunque che per la capitale la difesa monumentale fosse attuata in due
tempi, privilegiando per primi quei monumenti ritenuti più significativi e la
cui rovina avrebbe rappresentato «un vero lutto per l’arte». Ma insigni
vestigia rimanevano totalmente indifese, sia per motivi economici, sia per
problemi di carattere eminentemente tecnico, cui si tentò di ovviare in
seguito, istituendo un’apposita Commissione di esperti.
La rapida evoluzione della
tecnologia bellica e le scelte strategiche dei belligeranti (mediante il vasto
impiego di bombe e spezzoni incendiari), inoltre, non
garantiva più l’efficacia contro gli incendi delle prime opere di protezione
iniziate con urgenza allo scoppio delle ostilità, che prevedevano che i
monumenti - preventivamente imbottiti con materiale poco combustibile - fossero
riparati da impalcature lignee a sostegno di sacchetti di sabbia.
A seguito di clamorosi episodi
occorsi in altre città, in cui questi presìdi favorirono l’intensificarsi dei
roghi (chiesa di Santa Chiara a Napoli), nel Paese ci fu una diffusa
riorganizzazione nei metodi di blindatura. Anche - e soprattutto - a Roma
dunque, è possibile individuare una seconda fase di interventi, in cui alle
impalcature lignee fu preferito l’utilizzo di murature in cemento armato e
laterizio, come nei noti casi delle colonne Traiana ed Antonina.
Carlotta Coccoli, architetto e dottore di ricerca in Conservazione dei Beni
Architettonici, è specialista in Restauro dei Monumenti. Insegna presso il
Politecnico di Milano e l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia e attualmente
è Consultant
presso l’American Academy of Rome.
Il suo principale ambito di
ricerca è la protezione del patrimonio culturale, soprattutto architettonico, in caso di
conflitto armato, e in particolare ha studiato l’organizzazione della
“Sottocommissione Monumenti, Belle Arti ed Archivi” alleata.
Su questo argomento ha scritto
e tenuto conferenze sia in Italia, sia all’estero e organizzato insieme a Gian Paolo Treccani il convegno
internazionale Danni bellici e ricostruzione dei monumenti e dei
centri storici nel caso italiano e tedesco (1940-1955) (Brescia, novembre 2011). Fra i principali scritti sul tema si
ricordano: Repertorio dei fondi dell’Archivio Centrale dello Stato relativi
alla tutela dei monumenti italiani dalle offese belliche nella seconda guerra
mondiale (2008); Guerra, monumenti, ricostruzione. Architetture e centri
storici italiani nel secondo conflitto mondiale con Lorenzo de Stefani (Venezia,
2011).
Andrea Emiliani
Il Mistero dei Montefeltro
Il lavoro di
tutela svolto tra il 1940 e il 1945, nonché quello di ricostruzione, durato
fino al 1955, fu condotto da un nucleo di uomini avevano sviluppato una
speciale sensibilità alla scuola di Adolfo Venturi. Uno dei protagonisti è il
giovane soprintendente Pasquale Rotondi. Trasferitosi nel 1939 a Urbino dalla Roma dei
suoi studi, Rotondi è tra i primi ad attivarsi per mettere in salvo il
patrimonio artistico italiano. La successione di eventi che ne seguirà è una
delle storie più complesse e significative di questa stagione storica. È
possibile tracciarne il corso attraverso un calendario sommario del periodo
1939-45, anni nel corso dei quali Rotondi, si trova nelle condizioni di
organizzare una strategia minuziosa e quotidiana per la tutela e la
preservazione del patrimonio artistico italiano.
Andrea Emiliani, accademico dei Lincei e Presidente dell'Accademia Clementina di
Bologna, è stato per molti anni Soprintendente ai Beni Artistici e Storici di
Bologna , Ferrara, Forlì e Ravenna, Direttore della Pinacoteca Nazionale di
Bologna e docente di Fenomenologia degli Stili, Storia delle Arti e Museologia
nell'Università di Bologna. Protagonista del dibattito che dalla fine degli
anni ‘60 ha portato alla ridefinizione del concetto di bene culturale e
all’innovazione delle politiche di tutela in Italia.
Curatore di moltissime mostre internazionali dedicate in
particolare all’arte emiliana e protagonista delle primissime campagne di
censimento del patrimonio, alla base dell’idea di bene culturale come sistema
diffuso sul territorio. Il suo volume, Una politica dei beni culturali, 1974, è
considerato il manifesto fondativo dell’Istituto Beni Culturali della Regione
Emilia Romagna.
Micol Forti
“I trasporti possono
essere iniziati da oggi, 15 novembre 1943”: il ruolo del Vaticano nella
salvaguardia del patrimonio artistico italiano.
È nel momento più critico e drammaticamente confuso del secondo
conflitto mondiale che il territorio neutrale e inviolabile del Vaticano – come
stabilito dal Concordato del 1929 – si apre ad accogliere parte del patrimonio
storico, artistico, archeologico, archivistico e librario proveniente da molte
aree del territorio italiano, da Istituzioni pubbliche come da privati. Tale
imponente trasferimento prende il via verso la metà del mese di novembre 1943,
pochi giorni dopo che cinque bombe di nazionalità sconosciuta avevano colpito
alcuni edifici all’interno delle mura vaticane e mandato in pezzi le vetrate
della Basilica di San Pietro. Una fitta rete di accordi ha visto collaborare,
in una straordinaria azione congiunta sebbene non preordinata, i
Soprintendenti, i Direttori dei Musei, i funzionari della Direzione Generale
delle Arti, l’esercito tedesco, la Segreteria di Stato, il Direttore e i funzionari
dei Musei Vaticani e della Biblioteca Apostolica e le forze alleate. Un’azione
che molto racconta del valore simbolico e civile che il patrimonio culturale
italiano ha rappresentato per la nostra società dando vita, seppur per un breve
lasso di tempo, ad uno straordinario “museo universale di storia dell’arte
italiana”, racchiudendo in un unico luogo una parte notevole della nostra
storia.
La recente ricerca archivistica e documentaria ha permesso di
arricchire la già fertile bibliografia e di puntualizzare con maggior chiarezza
il significato civile, etico e politico, oltre che tecnico, dell’intera
operazione.
Micol Forti è curatore della
Collezione d’arte contemporanea dei Musei Vaticani. Dopo la Specializzazione
e il Dottorato di Ricerca in Storia dell’arte, ha insegnato Letteratura
Artistica all’Università “La
Sapienza ” di Roma (2001-2009). Le ricerche su aspetti dell’arte
del Novecento (Van Gogh, Milano 2006;
Emile Bernard, LEV 2008; Venturino Venturi, “L’Erma” di Bretschneider 2006), sono
correlate agli studi di critica d’arte (Le
spire della memoria. Riflessioni intorno al ruolo della classicità nella
cultura artistica del Novecento,
“L’Erma” di Bretschneider 2006; Aby Warburg e la cultura italiana. Fra
sopravvivenze e prospettive di ricerca, Mondadori 2009) nonché
all’arte sacra nel suo rapporto con le ricerche della cultura contemporanea e
al collezionismo pontificio nel ‘900 (La sala dell’Immacolata Concezione di
Francesco Podesti. Storia di una committenza e di un restauro, Edizioni
Musei Vaticani 2010). Nel 2011 è stata nominata consultore del Pontificio
Consiglio della Cultura. In corso di stampa una monografia su Henri Matisse e la Cappella di Vence.
Catherine Granger
Le collezioni dei musei parigini durante la
guerra
Due prime
evacuazioni delle collezioni pubbliche hanno avuto luogo a Parigi, nel 1870 e
nel 1914-18. Queste operazioni, fatte senza nessuna preparazione, in emergenza,
furono esperienze utili. Negli anni Trenta, l'amministrazione dei musei e il
governo studiarono il modo di trasporto, le condizioni di conservazione,
la scelta dei luoghi di deposito e i criteri
di priorità per le opere da evacuare. I Francesi si sono inseriti nel contesto
internazionale di riflessione sulla protezione delle opere d'arte, e hanno
partecipato alla evacuazione delle collezioni spagnole durante la guerra
civile. Per la Francia ,
nel 1939, fu elaborato e applicato un piano molto preciso. Ma già dal
1940, si resero necessari cambiamenti
perché alcuni luoghi di deposito non erano abbastanza sicuri. Durante
l'Occupazione, l'amministrazione dei musei ha dovuto affrontare le richieste dei
tedeschi e anche del governo di Vichy. I principali musei parigini restarono
aperti al pubblico esponendo le opere rimaste a Parigi e soprattutto allestendo
mostre. Le collezioni evacuate ritornarono a Parigi dopo la guerra, senza
danno.
Catherine Granger, dottore in storia dell'arte (Ecole pratique des
hautes études). Conservatore al Servizio delle biblioteche et degli archivi dei
musei nazionali. Ricercatore universitario alla Ecole pratique des hautes
études (tema delle conferenze: Fonti per la storia della pittura del XIX
secolo).
Soggetti di ricerca: Storia
dell'arte del secondo impero francese; Storia dei musei XIX - XX secoli.
Gilbert Lupfer
The Second World War,
the Destruction of Dresden and the Staatliche
Kunstsammlungen Dresden
The destruction of Dresden on February, 13th,
1945, in
the last months of the Second World War, is one of the myths sometimes used in
Germany for palliating own responsibility, for stressing own pain. This myth
invokes the image of an innocent cultural city and baroque treasury which was
completely destroyed by a barbarous air raid. This image partly does not
correspond with reality. As for the famous art collections the losses were
unexpectedly low. This windfall was the result of a methodical and particular
recovery of all museum stocks. The recovery started with a test run in summer
1938 on the occasion of the so called “Sudetenkrise” and was widely terminated
in 1942. Hundreds of thousands of works of art and other objects were
distributed among circa four dozens of isolated storages in the surroundings of
Dresden , in
castles, mines and so on. Despite of some plundering and thefts the greatest
part of the objects came through the war. In summer 1945 the victorious Soviet
Army evacuated these storages …
Gilbert Lupfer: is
scientific director of the Staatliche Kunstsammlungen Dresden. Since 2007 he is adjunct professor
for art history at the TU Dresden and since 2008 head of scientific research, of
provenance research and of the “Daphne” project at the Staatliche
Kunstsammlungen Dresden.
In 2005 he was co-curator of the exhibition Der Blick auf Dresden . Member of the advisory board of
several institutions for provenance research and international cultural
exchange he is also author of numerous publications, including: Kunstmuseen im Westen
und im Osten Deutschlands. Anmerkungen zu
parallelen und divergierenden Entwicklungen, in Wissenschaftliche Zeitschrift der TU Dresden,
Bd. 57. (2008), Heft 3-4, S.110-114; Kunst-Transfers. Thesen und Visionen zur
Restitution von Kunstwerken, Hrsg. zusammen mit S. Koldehoff u. M.
Roth. München 2008 (Deutscher Kunstverlag); Bilder-Wechsel. Sächsisch-russischer
Kulturtransfer im Zeitalter der Aufklärung, Hrsg zusammen mit V. Billig, B. Dalbajewa u. Y.
Vashchenko. Köln 2009 (Böhlau); Zukunft seit 1560. Von der Kunstkammer zu den
Staatlichen Kunstsammlungen Dresden, Herausgeber zusammen mit K.
Kolb u. M. Roth. 3 Bd, Berlin und München 2010; „Daphne“ – Das
Provenienzrecherche-, Erfassungs- und Inventurprojekt der Staatlichen
Kunstsammlungen Dresden, in Die Verantwortung dauert an. Beiträge
deutscher Institutionen zum Umgang mit NS-verfolgungsbedingt entzogenem
Kulturgut. Hgg. von der Koordinierungsstelle Magdeburg. Magdeburg 2011,
S. 127-136.
Paola Nicita
Roma
1940-1944: i benemeriti della tutela dell’arte italiana
Paola Nicita è
funzionario storico dell’arte presso la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte dal
2012, a
seguito di concorso. Laureata in storia dell’arte a La Sapienza Università
di Roma e dottore di ricerca in storia delle arti visive presso l’Università di
Pisa, si è occupata prevalentemente di museologia, storia della critica d’arte
e storia del restauro. Come collaboratore esterno alla Soprintendenza per il
Polo Museale romano e della Città di Roma ha svolto attività di catalogazione.
Ha preso parte a progetti di ricerca sulle tematiche del collezionismo e della
museologia in relazione alla storia dell’arte all’Università “La Sapienza ”, dove è stata
assegnista di ricerca e professore a contratto di Museologia. Ha pubblicato
diversi saggi e articoli su questi temi; del 2009 la monografia “Musei e storia
dell’arte a Roma. Palazzo Corsini, Palazzo Venezia, Castel Sant’Angelo e
Palazzo Barberini tra XIX e XX secolo”, Roma, Campisano. E’ responsabile dell’Ufficio
Educazione al patrimonio e rappresentante dell’Unità Operativa di questa
Soprintendenza per l’Unità di crisi (UCCR - MIBAC Piemonte).
Colin Thom
‘Save St
Paul ’s!’ Historic monuments as symbols of endurance in
the London Blitz
The
outbreak of war in 1939 brought an immediate threat to London ’s historic monuments from enemy
bombing. This paper considers the significance of such buildings to the British
authorities and general public alike during the Blitz of 1940–1 as symbols of
identity, unity and endurance. It examines the steps taken to protect important
buildings during the early attacks, and pays particular attention to the severe
bombing raid of 29/30 December 1940, which devastated a large area of the
historic City of London and destroyed many of its most important monuments,
including several of Sir Christopher Wren’s City Churches. St Paul ’s Cathedral survived amidst the ruins
that night, adding to the power of its symbolism. Contemporary photographs,
documentary records and personal reminiscences are used to explore the effect
that the cathedral and other monuments had on public morale.
The
paper also looks at how the experience of the Blitz stimulated the conservation
and building recording movement in Britain , most notably through the
founding of the National Buildings Record at the height of the war. It also
touches on how surviving monuments influenced early plans for post-war
rebuilding in London ,
with some leading thinkers arguing that ruined churches be stabilized and left
as war memorials after the conflict.
Colin
Thom
is a Senior Historian with the Survey of
London, which carries out detailed architectural and topographical studies
of London ,
published in an ongoing series of volumes. Founded in 1894 by the designer and
social thinker C. R. Ashbee as a campaigning body to record and help conserve
London’s historic buildings, the Survey
has evolved into a leading and highly respected work of urban history, and is
the closest thing that London has to an an ‘official’ history. It is essential reading for
anyone wishing to find out about some of the capitals’ most famous and
characteristic districts and buildings. The Survey
of London is now part of English Heritage.
Colin Thom is also the author of Researching London’s Houses: An Archives
Guide (Historical Publications Ltd, 2005).
Petra Winter
‘We built artificial dunes’. Protection of Archeological Building Ensembles in the Berlin
Pergamon Museum
during World War II.
In the end of August 1939, just
prior to the outbreak of WWII the National Museums in Berlin
closed their doors partly to the public to start the evacuation of the most
valuable cultural assets stored in the cellars of the museum buildings on Museum Island .
The firmly built-in architectural monuments of ancient times in the Pergamon Museum
such as the famous frieze
of the Pergamon Altar, the Ishtar Gate including the Processional Way of Babylon and the façade of the Mshatta desert
castle stayed in the museum’s exhibition halls, where they were accordingly
covered and wrapped.
After the first air attacks on Museum Island
started in December 1940 the departments developed various strategies. The
Department of Classical Antiquities decided to remove at least the frieze
panels of the Pergamon Altar and to relocate them to the newly built flak tower
at Berlin Zoo. The Market Gate of Miletus, however, stayed in the museum. The
Department of the Ancient Near East and the Department of Islamic Art also
decided not to remove the Babylon
monuments as well as the Mshatta façade. But with the air raids on Berlin intensifying, the
protection of the works of art became increasingly difficult. Whereas the
frieze panels of the Pergamon Altar were carried away in May 1945 by the Red
Army (they returned to Museum
Island only in 1958) the
firmly built-in objects remaining in the museum avoided seizure. However, bomb
hits and moisture penetrating through destroyed museum roofs and walls caused heavy damage.
Therefore in the first post-war years the reconstruction efforts on devastated Museum Island
were focused on the question how to deal with the stationary architectural
reconstructions in the Pergamon
Museum .
Petra Winter was born in 1972 in Berlin , historian and graduate archivist. 2000
to 2008 Archivist at the Zentralarchiv of the Staatliche Museen zu Berlin –
Preussischer Kulturbesitz since 2008 Deputy Director of the Zentralarchiv,
Staatliche Museen zu Berlin – Preussischer Kulturbesitz. Special areas of
research: Museum History 19th/20th century, Provenance Research.
segnala :
Massimo Nardi