mercoledì 7 novembre 2012

GIAMBATTISTA TIEPOLO a Udine




GIAMBATTISTA TIEPOLO
15 dicembre 2012 - 7 aprile 2013
SEDE ESPOSITIVA
Villa Manin di Passariano


ORARI
lunedì a venerdì ore 9 - 18
sabato e domenica ore 9 - 19
Chiuso 25 dicembre 2012 e 31 marzo 2013;
31 dicembre 2012 - ore 9 - 12
1 gennaio 2013 - ore 11 - 19
UFFICIO STAMPA
Studio Esseci di Sergio Campagnolo
info@studioesseci.net
www.studioesseci.net

 
GIAMBATTISTA TIEPOLO
Nella fastosa dimora dell’ultimo Doge di Venezia, la scenografica Villa Manin di Passariano, mirabile complesso architettonico sei settecentesco che per bellezza e vicende storiche riveste un ruolo di primaria importanza nel novero delle ville venete, dipinti sacri e profani provenienti da luoghi di culto così come da prestigiosi musei europei e americani, illustrano il percorso artistico di Giovanni Battista Tiepolo (1696-1770) dalle prime esperienze fino alla tarda maturità, e lo confermano pittore di prima grandezza. Tele, talvolta di eccezionale dimensione, affiancate dai bozzetti preparatori utili per la valutazione delle doti inventive e della capacità tecnica, dipinti deperiti nel tempo e restaurati per l’occasione, eleganti disegni, in una mostra di entusiasmante bellezza e alta scientificità, spettacolare ma nel contempo largamente didattica.

GIAMBATTISTA TIEPOLO
E VILLA MANIN A PASSARIANO
Giambattista Tiepolo e villa Manin a Passariano. Si tratta di un binomio che evoca un evento straordinario: la mostra del 1971 realizzata in occasione dei duecento anni dalla morte del pittore e destinata a segnare il punto di svolta nella sua fortuna critica.
A distanza di tempo l’Azienda Speciale Villa Manin e la Regione Friuli Venezia Giulia realizzano in quella stessa sede un’esposizione monografica in grado di attraversare la complessa parabola artistica del pittore: una mostra di grande impegno che anche alla luce dei numerosi studi susseguitisi da allora consentono oggi una valutazione più ampia e approfondita del Tiepolo.
Se ne documenta l’evoluzione stilistica, con l’individuazione di alcuni momenti chiave del rapporto del Tiepolo con i suoi mecenati. Accanto all’esame dei singoli dipinti vengono quindi ricordati i maggiori committenti e gli intellettuali - come Scipione Maffei, Francesco Algarotti, i cugini Zanetti.. - che hanno seguito l’artista fin dagli esordi, influendo sulla sua formazione culturale. Impegnativi restauri promossi proprio in occasione della mostra permettono inoltre di accostarsi ad opere difficilmente visibili per la loro ubicazione o che hanno rischiato di essere compromesse da recenti, traumatici, avvenimenti.

TIEPOLO
Tiepolo è senza dubbio il pittore veneziano più celebre del Settecento, l’instancabile realizzatore di imprese monumentali su tela o a fresco, vero e proprio detentore del monopolio tanto nella decorazione dei palazzi lagunari quanto delle ville di terraferma. Principi e sovrani di tutta Europa si contendono i suoi servigi.
La mostra ripercorre la sua lunga e fertile attività attraverso una sequenza di opere particolarmente significative, di soggetto sia sacro che profano, che testimoniano al meglio una casistica estremamente ampia di commissioni: soffitti allegorici, pale d’altare, decorazioni in villa.
Vengono esposti anche dipinti di straordinaria dimensione, poiché per esplicita dichiarazione dell’artista “Li pittori devono procurare di riuscire nelle opere grandi [...] quindi la mente del Pittore deve sempre tendere al Sublime, all’Eroico, alla Perfezione”.
In alcuni casi il complesso lavoro preparatorio, dai disegni al bozzetto all’opera finita, presentato nel dettaglio, introduce in modo coinvolgente il visitatore nel magico mondo tiepolesco. Particolarmente piacevoli sono i dipinti di contenuto storico o mitologico, nei quali il pittore sprigiona tutta la sua irruenta capacità espressiva: egli non si limita a visualizzare famose vicende del passato ma indaga l’intima natura dei protagonisti facendone emergere passioni e individualità. Egualmente importanti e di grande impatto emotivo i dipinti di destinazione chiesastica, che ricordano al visitatore come Tiepolo sia stato l’ultimo, ispirato, pittore di arte sacra della tradizione occidentale.

MUSEO DIOCESANO
E GALLERIE DEL TIEPOLO DI UDINE

Prestigiosa sede del Museo diocesano e Gallerie del Tiepolo, il Palazzo patriarcale di Udine è una delle costruzioni più autorevoli della città. Qui, incaricato dal patriarca di Aquileia Dionisio Dolfin, Giambattista Tiepolo, giovane ma già promettente artista, affrescò nel 1726 il soffitto dello scalone d’onore con La caduta degli angeli ribelli e con monocromi relativi a Storie della Genesi: fu l’inizio di un rapporto di collaborazione voluto dal patriarca e proseguito negli anni seguenti con gli affreschi della Galleria degli ospiti, della Sala Rossa e della Sala del trono.
Nella Galleria, luogo di attesa delle udienze, il Tiepolo, coadiuvato dal quadraturista Gerolamo Mengozzi Colonna eseguì quello che viene ritenuto il più importante lavoro della sua giovinezza artistica, un ciclo di affreschi in cui compaiono le tre figure bibliche che secondo i Dolfin rappresentavano a pieno titolo i primi patriarchi della storia: Abramo, Isacco e Giacobbe. Accattivante e ricco di suggestioni è senza dubbio il riquadro centrale con Rachele che nasconde gli idoli.
La Sala rossa, adibita un tempo a sede del Tribunale ecclesiastico, presenta al centro del soffitto l’affresco con Il Giudizio di Salomone in cui il pittore dà prova di indubbia abilità tecnica e prospettica. Ai quattro angoli, le imponenti figure dei profeti Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele.
Nella spettacolare Sala del trono il Tiepolo dà inizio alla serie dei ritratti dei Patriarchi di Aquileia, continuata poi da altri artisti
Per lo straordinario ciclo di affreschi del Palazzo patriarcale e per i capolavori eseguiti nell’arco di un trentennio, dal 1726 al 1759, Udine merita a buon diritto l’appellativo di Città del Tiepolo. Il visitatore vi può infatti ancora ammirare nel duomo la decorazione a fresco della Cappella del Sacramento e alcune tele, altre – realizzate per chiese e palazzi nobiliari - nei Civici Musei del Castello, ed inoltre la pala dell’altare e tre comparti a fresco (tra cui una luminosissima Assunta firmata e datata 1759) nel soffitto dell’Oratorio della Purità, dove il figlio Giandomenico, che qui come a Wűrzburg e altrove collaborò con il padre, eseguì nelle pareti otto monocromi grigi su fondo dorato.

Segnala:  
Amalia Di Lanno