In mostra 90 immagini e documenti del celebre fotografo marchigiano (Senigallia, 1925 – 2000) la cui arte fotografica, senza precedenti, sfugge ad ogni scuola o definizione e in cui le immagini sottolineano l’aspetto emotivo della realtà.
Presentazione martedì 11 settembre ore 11-13
Museo di Roma in Trastevere
Piazza S. Egidio 1B
Roma
Imperdibile mostra del fotografo Mario Giacomelli al Museo di Roma in Trastevere dal 12 settembre prossimo sino al 20 gennaio 2013. L’artista presenta meravigliose fotografie degli anni ’50: prime fotografie, nudi, mare, i paesaggi (motivo ricorrente nella vita di Giacomelli), Puglia, gente dei campi, Lourdes (1957) e Scanno.
Mario Giacomelli, nato a Senigallia nel 1925, usò le immagini come parole di una poesia realistica e allo stesso tempo lirica ed onirica. Alle parole si legò a filo stretto sin dall ‘età di nove anni quando, perduto il padre, cominciò a sostituire, arginare e colmarne la mancanza componendo poesie e dipingendo.
Destinato all’immoralità, piccolo orfano, mamma lavandaia in un ricovero per anziani, a tredici anni iniziò a lavorare alla Tipografia Marchigiana divenendone in seguito il proprietario.
La sua fu un’esistenza dedicata interamente alla grafia, che nella sua etimologia greca ha il significato di incidere, scrivere, scolpire; la foto-grafia fu infatti per Giacomelli un modo per scrivere la sua visione del mondo, le sue emozioni e la sua malinconia, quel suo tragico accenno alla morte che pervade tante delle sue opere.
Amava smascherare il reale per presentarlo al suo crepuscolo, nella sua immediatezza talvolta struggente e malinconica come negli scatti dedicati a degli anziani in uno ospizio dal titolo “Io non ho mani che mi accarezzano il viso“. La poesia fu per Giacomelli non un fine del suo sguardo sul mondo ma un mezzo per giungervi, per così dire, armato di una forza superiore tale da poter convertire la realtà in istanti eterni: il sogno di ogni grande artista.
Realizzo scatti ineguagliabili, frammenti di un discorso, immagini come sequenze di un racconto tutto da leggere, una vera scrittura ricolma di inconscio e poesia.
Impossibile citare tutti i suoi lavori (www.mariogiacomelli.it), memorabili la serie di fotografie dal titolo “Un uomo una donna un amore” del 1961, mai fotografo è riuscito a “raccontare” l’amore come Giacomelli in quegli scatti ormai passati alla storia.
Nel 1963 John Szarkowsky ,curatore del MoMA di New York, acquisì per il museo la serie “Scanno” consacrando la sua fama anche all’estero. Bravo con le parole quasi come con le immagini così sintetizzo la sua estetica: “L’immagine è spirito, materia, tempo, spazio, occasione per lo sguardo. Tracce che sono prove di noi stessi e il segno di una cultura che vive incessantemente i ritmi che reggono la memoria, la storia, le norme del sapere“. (Virginia Zullo)
Fonte: http://www.daringtodo.com/
Amalia Di Lanno