Ottanta eventi di altissimo livello; l’insieme dei sussulti, le aspirazioni, le grida di dolore e di piacere, i sussurri, i gemiti, i graffi e le carezze di una città che sembra portare in grembo ogni mondo possibile, e anche il seme di quelli che verranno.
Lo ha reso fattibile il tenace lavoro di un gruppo di volontari, convinti che la cultura non appartenga a nessuno, che – per usare le parole del poeta Juan Gelman – la poesia deve essere fatta da tutti e non da uno/ che è come dire che la terra è di tutti e non di uno solo/ che il sole non è di uno/ che l’amore è di tutti e di nessuno/come l’aria/ e la morte è di tutti/ e la vita non ha padrone conosciuto.
A questi volontari se ne sono aggiunti altri, lentamente. Faticosamente. Riuscire a fare passare il messaggio si è rivelato il lavoro più sfiancante. Ma alla fine qualcosa si è risvegliato, là in fondo ai dubbi, alle tante certezze conficcate a forza tra quei dubbi, quelle che ripetono instancabili che nulla si può fare se non ci sono i soldi, o la volontà politica, o l’appoggio di qualche gruppo industriale, finanziario, religioso. Quelli che appaiono in calce a ogni programma o locandina come fautori di ogni cosa, sotto la dicitura: Con il contributo di…
Anche nelle nostre carte ci sarà questa voce, soltanto che al posto dei punti di sospensione sarà scritto … delle centinaia di volontari che hanno prestato la propria opera e il proprio talento gratuitamente affinché fosse possibile la realizzazione di questo Festival.
Ecco, questo ha di diverso il Primo Festival della Letteratura a Milano. Che alla collettività non costa nulla, perché nessuno viene pagato (né rimborsato) per quello che fa. Perché hanno (abbiamo) capito che la cultura è di tutti e di nessuno, e che abbiamo l’obbligo, oltre che il diritto, di batterci per lei.
L’amore ai tempi della crisi, come direbbe qualcuno.
Milton Fernández
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Informazioni:
Ideazione e Direzione Artistica
Milton Fernàndez
Mob 3356939814
fernandezmilton@libero.it
Fonte: www.tafter.it
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Amalia Di Lanno