sabato 30 aprile 2022

“Orbita”, personale dedicata all’artista Cristina Mangini, curata da Michela Laporta e Giuseppe Benvenuto

 



Cristina Mangini "Freccette", 2021, smalto su tela, 70x70x5 cm

La Contemporanea Galleria d’Arte di Foggia prosegue la sua stagione espositiva con la personale dedicata all’artista Cristina Mangini, curata da Michela Laporta e Giuseppe Benvenuto. Intitolata “Orbita”, la mostra propone un nucleo di opere pittoriche appartenenti alla produzione più recente dell’artista, tra cui anche diversi inediti. La rassegna si inserisce in un fitto programma di esposizioni che la galleria, ormai presente e radicata sul territorio da ben 25 anni, dedica ad autori storicizzati tra i più influenti della scena artistica internazionale. In questo contesto la mostra dedicata a Cristina Mangini si pone come occasione per posare l’attenzione sull’opera di una giovane artista, ma dal percorso già definito e ampiamente sviluppato.

 

“Tra le più poetiche e moderne interpretazioni del concetto di eterno ritorno, gli Around di Cristina Mangini costituiscono una delle serie più significative dell’artista. Costantemente in progress, essi sono estetizzazione del quotidiano e visionaria celebrazione di cose, oggetti, strumenti, utensili e merci appartenenti al repertorio dell’ordinario e alle dinamiche che legano e regolano le relazioni tra individui – scrive la curatrice Michela Laporta -  Un campionario di memorie emozionali installate in una spazialità dal valore ancestrale che, nel circoscrivere un tempo circolare, generano una composizione pensata per essere una serialità interrotta e discontinua; un’individualità collettiva, in cui ogni elemento è un potenziale soggetto, dotato di una personalità muta e ieratica, inserito in un moto dove l’inizio coincide e si ricongiunge con la fine”.

 

Il vernissage si terrà sabato 7 maggio dalle 18:30.

La mostra resterà aperta fino al 31 maggio, e sarà possibile visitarla dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, con chiusura il martedì e la domenica.

                                       

                                                                                                                                                                   

BIOGRAFIA DELL’ARTISTA

Cristina Mangini nasce a Bari nel 1988, dove si forma presso l’Accademia di Belle Arti, specializzandosi in Decorazione. Alla ricerca artistica affianca l’attività di graphic designer, giungendo a una sintesi che si configura come l’elemento costante e identitario di tutta la sua opera. Pur spaziando dalla pittura alla fotografia, spesso sviluppando anche interventi di carattere installativo e di chiaro intento ambientale, il suo linguaggio stilistico mantiene un equilibrio compositivo strutturato e analitico, in cui spazialità ed elementi formali si pongono come valori essenziali. Nel loro interagire in un campo visivo di estraniante tridimensionalità, astrazione e figurazione, moto e stasi coesistono e diventano componenti concettuali, eludendo qualsiasi esito asettico e freddo, ma suggerendo un’emotività interiore che deriva dall’evocazione di una concezione ciclica del tempo, partendo spesso dalla rappresentazione di soggetti mutuati dal repertorio naturale e vegetale. Ne sono un significativo esempio le diverse serie pittoriche in cui si articola la sua produzione più recente: dalle Clessidre (2017) a La foresta incantata (2019), fino agli ultimi Around (2020), Assembramenti e Spazio Prossemico (2021), che ne costituiscono un’evoluzione tematica ed estetica. Ha all’attivo numerose partecipazioni a mostre nel panorama artistico nazionale ed internazionale, tra Germania, Spagna, Portogallo e Montenegro; partecipa a diverse residenze artistiche in Italia e all’estero, tra cui l’ultima svoltasi nell’ambito del Progetto Monet e la Biennale di Arte Contemporanea “Mulhouse 012”, in Francia. Ottiene premi e riconoscimenti in occasione di collettive tenutesi a Madrid, Lisbona e negli Emirati Arabi. Nel 2021 viene selezionata per esporre ad Arte Padova, Art Parma Fair e PaviArt. Vive e lavora a Bari. 

 

 Il Sito dell'Arte

giovedì 28 aprile 2022

TRANSEUNTE: A NOCI “LO SPAZIO IN TRANSIZIONE” DI 18 ARTISTI CONTEMPORANEI

 


 

TRANSEUNTE: A NOCI “LO SPAZIO IN TRANSIZIONE” DI 18 ARTISTI CONTEMPORANEI

 

Dal 30 aprile al 29 maggio 2022, per la prima volta, il Convento dei Domenicani si trasforma in uno spazio espositivo contemporaneo con opere e installazioni

 

 

Il dialogo con lo spazio e gli oggetti circostanti, il passato cristallizzato e un presente da catturare, mettere in pausa e dilatare nel tempo. È questa “Transeunte_Spazio in Transizione_”, la mostra che coinvolge diciotto artisti contemporanei che hanno pensato, progettato e realzzato le loro opere a partire proprio da quello che c’era negli spazi di una parte del Convento dei Domenicani di Noci (Ba).

 

La collettiva si inaugura sabato 30 aprile alle ore 18 presso il Complesso di San Domenico, via Repubblica, Noci (BA) e vede coinvolti: Mariantonietta Bagliato, Roberto Cannarile, Alessandro Caroli, Maria Grazia Carriero, Angela Consoli e Paolo Tinella, Piero De Palma, Natalija Dimitrijević, Anna Dormio, Rosaria Lucia Marrone, Mirco Matarante, Pierpaolo Miccolis, Michela Neglia, Fabrizio Riccardi, Marialuisa Sorrentino e Riccardo Pavone, Francesca Speranza, Francesco Strabone.

 

Attraverso la varietà dei linguaggi artistici contemporanei, dalla pittura alla scultura e all’installazione, dalla grafica al video e alla fotografia, gli interventi realizzati provocano stupore e riflessione in un gioco combinatorio tra presenza e assenza, da percorrere tra le stanze di questo edificio risalente alla metà del XVI secolo e che nel tempo è stato utilizzato per diversi scopi (prigione, scuola, caserma, ospedale, biblioteca, alloggio per truppe militari, casa di accoglienza e cura).

 

Il team artistico e curatoriale ha lavorato in forte connessione con lo spazio circostante e gli elementi fisici presenti al suo interno. Gli artisti hanno utilizzato, coinvolto e incluso nei loro lavori tutto quello che c’era negli spazi del convento: oggetti personali in disuso o dimenticati, vecchie memorie appartenute a tempi passati e, proprio per questo, ricche di fascino.

 

Il risultato per i visitatori è un’esperienza unica, che consente di esplorare in tutta libertà ogni spazio e di coglierne l’identità mutevole e – appunto - in movimento.

 

La collettiva, curata da Nicola Zito e Angela Conte, è stata organizzata dall’associazione Achrome di Bari in collaborazione con il Comune di Noci – Assessorato alla Cultura.

 

Il progetto ha il preciso intento di restituire alla città uno spazio dalla storia secolare, conferendogli però un volto rinnovato frutto del linguaggio profondo e inedito dell’arte contemporanea. Questo processo di valorizzazione, si propone di riqualificare e allo stesso tempo trasformare un luogo così identificativo per la città in uno di osservazione e riflessione sul passato, sul presente e, soprattutto sul futuro.

 

La mostra sarà visitabile fino al 29 maggio, dal giovedì al sabato dalle 17 alle 20 e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.

 

 

 

Ufficio stampa

Mariateresa Totaro

338 156 83 00

mariateresa.totaro@gmail.com

 

 

venerdì 22 aprile 2022

Guendalina Salini. Pachamama Concrete

Mercoledì 18 maggio 2022, dalle ore 18.00, AlbumArte, Centro di produzione artistica indipendente inaugurerà la mostra personale Pachamama Concrete dell’artista romana Guendalina Salini. La mostra, a cura di Benedetta Carpi De Resmini, realizzata con Latitudo Art Projects, sarà visitabile fino al 24 giugno 2022. 


Il titolo Pachamama Concrete, è un gioco di parole, metafora di un luogo. La parola Pachamama, che nella cultura arcaica Inca significa Terra Madre, intende sottolineare il legame con il principio originale della creazione, generosa Dea della fertilità e dell’agricoltura, madre nutriente che dà la vita. L’antica dea, Cerere, cara agli antichi romani, simbolo della fertilità e della rigenerazione è l’elemento cardine di questo progetto, che ha visto la sua origine al Corviale, quartiere periferico della città di Roma, non molto lontano dal tempio a lei dedicato dai frati Arvali. Concrete vuole invece alludere al complesso residenziale lungo quasi un chilometro, costruito sul finire degli anni Settanta dall’architetto Mario Fiorentino, diventato negli anni simbolo del fallimento delle politiche abitative. Concrete è quindi il cemento con il quale è stato costruito l’edificio, ma allude anche alla concretezza e alla resilienza delle donne che lo abitano.

Il progetto è nato durante una residenza realizzata dall’artista, nell’ambito della piattaforma europea Magic Carpets, che ha avviato una lunga ricerca nella periferia ovest della città.

Guendalina si è posta all’ascolto di questi luoghi cercando di andare oltre quell’immagine stereotipata della moderna periferia, ma ritornando ad una concezione circolare e mutuale del tempo e dello spazio. L’artista attraverso le opere esposte vuole far emergere la vita del cosiddetto Serpentone. La mostra è costruita attorno alle voci di alcuni degli abitanti che hanno composto la traccia della passeggiata sonora e che ripercorre fisicamente diversi punti dell’edificio. L’audio ascoltabile nelle sale e facilmente scaricabile attraverso un QRcode, diventa il fil rouge che corre sotto traccia lungo il percorso espositivo, senza mai interferire con lo stesso ma che lega ogni singola opera, svelandone il senso profondo e ricostruendo quel legame naturale con il luogo. Guendalina attraverso installazioni sonore, video e disegni, porta a interrogarci sulla nostra realtà politica, culturale e morale, esplorandone i limiti. 

Tutte le opere in mostra evidenziano un duplice aspetto contrastante che rimanda sia alla fragilità che alla forza di un luogo come Corviale. Agile e sorprendente, infestante e mescolante, indomito e nomade, primitivo e selvatico sono alcuni degli aggettivi che l’artista associa ai grandi disegni realizzati a pennadurante la residenza. Inoltre, sarà presentato un videoevocativo dell’immanenza e della trascendenza del luogo, con musiche originali di Federico Pascucci e esecuzione di Giulia Anita Bari, Carla González, Ambra Chiara Michelangeli, Federico Pascucci, Marco Zenini.

Tutte le opere che l’artista ha realizzato, alcune in occasione di questa mostra, partono proprio dal principio di circolarità e di condivisione associato alla figura della Pachamama, trasformando il discusso Serpentone in quel serpente sacro spesso associato alla Dea in quanto capace di cambiare pelle e di rigenerarsi ciclicamente.

Guendalina Salini vive e lavora a Roma. Nel suo lavoro l’artista indaga l’agire umano nella sua quotidianità, l’identità individuale e collettiva. Lavora con materiali eterogenei semplici, fragili, effimeri, naturali, proiettando il suo sguardo sempre al di là delle apparenze. Si sofferma sui non protagonisti della storia, indagando il punto da cui la narrazione ha inizio, alla ricerca di possibili nuovi valori attraverso installazioni, video e performance. Ha all’attivo diverse mostre nazionali e internazionali. Dopo gli studi a Londra dove conferisce un Master in Fine Art alla Middlesex University, inizia ad esporre con gallerie d’arte e spazi no profit. Rientrata in Italia, collabora con diversi curatori esponendo in gallerie private (Ex Elettrofonica, ST, Francesca Antonini), fondazioni (Fondazione Fendi, Fondazione Baruchello, Auditorium-Fondazione Musica per Roma), Festival del cinema (Locarno, Roma), Musei (Macro, MAXXI, Istituto Geografico Italiano), teatri e fiere d’arte (Milano, Torino, Lecce, Parigi, Londra, Istanbul, Buenos Aires), collabora con il progetto della Casa della Paesologia e Festival di Aliano pensati dallo scrittore e poeta Franco Arminio. La sua ricerca utilizza diversi mezzi espressivi, dall’installazione al video, al collage, al disegno, alla fotografia, alla performance. Ha condotto diversi laboratori didattici e progetti partecipati collaborando con associazioni come Oikos sostenibile, MAAM- Museo dell’altro e dell’altrove, Eccome Fondazione per il Sud, Teatro Valle e Nuovo Cinema Palazzo e organizzando diverse mostre ed eventi dal basso con altri artisti e performers. Nel 2017 fonda insieme a Giulia Anita Bari l’associazione La Frangia con l’obiettivo di unire arte e diritti umani.

Un progetto di AlbumArte Latitudo Art Projects
In collaborazione con Magic Carpets

Partner culturale La Frangia
Si ringrazia per la degustazione dei vini il giorno dell’opening Casale del Giglio


SCHEDA TECNICA
Mostra:Pachamama Concretemostra personale | arte contemporanea
Artista:Guendalina Salini
Curatrice: Benedetta Carpe de’ Resmini
Sede: AlbumArte, Via Flaminia 122, Roma
Progetto realizzato con il supporto di AlbumArte e Latitudo Art Projects, Magic Carpets
Partner Culturale Associazione culturale La Frangia
OPENING 18 marzo 2022 dalle ore 18.00 alle ore 21.00
Mostra in corso: dal 20 maggio al 24 giugno 2022
Orari: dal martedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00
INGRESSO LIBERO regole in vigore per accesso spazi culturali
INFO: www.albumarte.org www.latitudoartprojects.net

• CONTATTI STAMPA
AlbumArte: +39 06 24402941 | info@albumarte.org |
Latitudo Art Projects: +39 0659877542 | communication@latitudoartprojects.net |

pubblica: 

mercoledì 20 aprile 2022

DUE (S)OGGETTI NON POSSONO OCCUPARE IL MEDESIMO SPAZIO

Veduta della mostra DUE (S)OGGETTI NON POSSONO OCCUPARE IL MEDESIMO SPAZIO
Galleria ME Vannucci, Pistoia, Foto Michele Alberto Sereni

Premesso che un concetto può traslarsi in un oggetto, ma più difficilmente in un soggetto, l’opera d’arte tende a concettualizzare gli oggetti e a oggettualizzare i concetti. Proprio per questo motivo, l’esposizione ricorre ai linguaggi della scultura, della pittura e della fotografia intendendo dimostrare come, a prescindere da tutto, l’opera d’arte sia sempre un oggetto fisico. 

Le opere di questa mostra occupano – di peso e con forza – lo spazio espositivo della galleria; è questo il caso dell’installazione di Paolo Grassino (Torino, 1967) che vorrebbe edificare sugli errori e gli orrori della storia, riducendo pur tuttavia l’identità degli individui a una lapidaria “rovina”. Nelle sculture di Aron Demetz (Selva di Val Gardena, 1972) vediamo come l’essenzialità entri nelle pieghe del corpo e del tempo, offrendoci delle forme che ibridano la geologia con la morfologia umana. Anche l’imponente impalcatura di Giovanni Termini (Assoro, 1972) chiama in causa la componente antropica e la fragilità dell’esistenza, fattori che vengono condensati in un enigma visivo che non intende svelarsi e di-spiegarsi completamente. Un rumore di fondo permea le opere di Jacopo Mazzonelli (Trento, 1983) il quale trasforma strumenti musicali in materia muta e sorda. E malgrado la scultura si sforzi di essere “cosa” – e non rappresentazione – ci sono oggetti impossibili che non possono esistere nella realtà; ce lo dimostra Igor Eskinja (Rijeka-Croazia, 1975) con le sue anamorfosi che solo l’otturatore fotografico riesce a fissare nel tempo e nello spazio. Sul versante della pittura, Marco Tirelli (Roma, 1956) “scolpisce” attraverso la luce [s]oggetti che illanguidiscono in una surrettizia tridimensionalità mentre Giorgio Griffa (Torino, 1936) rinuncia al serraglio del telaio per liberare la pittura e farne un oggetto fisico, oltre che un soggetto autoreferenziale.

Come scriveva Stanislas Fumet: «In arte, l’oggetto è tutto, è vero, ma non si oppone per nulla al soggetto; più spesso, al contrario, lo provoca. […] L’oggetto è lo scopo autentico che l’artista persegue. È l’oggetto che, con il suo essere elevato o infimo, determina, di conseguenza, il livello dell’opera».


DUE (S)OGGETTI
NON POSSONO OCCUPARE IL MEDESIMO SPAZIO
Aron Demetz, Igor Eskinja, Paolo Grassino, Giorgio Griffa, Jacopo Mazzonelli, Giovanni Termini, Marco Tirelli
a cura di Alberto Zanchetta
dal 10 aprile al 29 luglio 2022

da mercoledì a sabato 09.30-12.00 e 16.30-19.30
Domenica, lunedì e martedì su appuntamento


GALLERIA ME VANNUCCI Via Gorizia, 122 Pistoia, Italia
tel. +39 057320066 mob. +39 3356745185 
info@vannucciartecontemporanea.com  www.vannucciartecontemporanea.com

Per garantire la massima sicurezza è necessario comunicare la vostra visita alla mostra scrivendo a info@vannucciartecontemporanea.com oppure telefonando al +39 3356745185

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La Natura dello Spazio. La prima Manifestazione del Sila Science Park & FATA Museum

Quante volte abbiamo puntato gli occhi al cielo, cercando come bambini di sondare i misteri dell’universo, con il naso all’insù?

Un’attitudine solo apparentemente puerile e che non sempre si perde con gli anni: la curiosità è il nucleo originario dell’essere umano.

Nulla cambia se lo sguardo è orientato verso l’infinita vastità delcosmoalla ricerca della comprensione delle sue leggi, o se invece, è la più naturale tensione umana: poeti o cercatori di stelle, scienziati in provetta o grandi esploratori, non fa eccezione; da sempre l’uomo ha interpretato segni e punti della carta celestea seconda delle proprie inclinazioni e conoscenze, solo in un secondo momento ne ha fatto l’inizio di una ricerca fondata su basi scientifiche.

È l’origine dello studio delle stelle, l’Astronomia, una scienza che nasce soltanto in epoca storica. Il suo scopo è indagare ciò che è insondato, trovare una rotta nella mappa del cieloper scoprire i suoi segreti.

Con il desiderio di instillare e stimolare la capacità di osservazione nei più giovani è nata una grande Manifestazione, La Natura dello Spazio, che si terrà a maggio e ad agosto 2022, al Sila Science Park & FATA Museum, un museo collocato nel cuore della Sila piccola, in Calabria.

Il Sila Science Park & FATA Museum è un progetto innovativo, e dedicato soprattutto alle Scuole, che si affaccia nel panorama nazionale dei musei con la prima iniziativa a carattere scientifico promossa dal Comune di Taverna grazie al sindaco Sebastiano Tarantino e finanziata dalla Regione Calabria.

Il Festival dal nome tanto evocativo, La Natura dello Spazio, ha un programma ricchissimo di eventi e con una formula diffusa, richiamerà anche alcuni luoghi della città di Catanzaro e centinaia di turisti.

Il museo e parco esperienziale, incentrato sul tema dei 4 elementi naturali, Fuoco, Acqua, Terra, Aria, da cui il nome FATA, si estende nel territorio del Comune di Taverna, all’interno di un’area naturale di oltre 80 ettari, per altro, tra le meno inquinate dal fattore luminoso.

Lo scenario quindi è ideale per l’osservazione astronomica.

Il Sila Science Park & FATA Museum è infatti uno spazio della cultura scientifica e ambientale che, prevalentemente indirizzato al turismo scolastico e alle famiglie, si compone di una struttura coperta realizzata su progettazione del CNR, su una superficie di oltre 2000 mq.

Con, da una parte, il museo FATA che si sviluppa su due piani, e dove al suo interno trova spazio la sala cinema in 3D con lo schermo curvo in fibra d’argento più grande d’Italia, e dall’altra, il Parco esperienziale esterno, dove sono adibiti altri percorsi interattivi e varie attrazioni.

Insieme completano un’offerta culturale e didattica tra le più articolate per l’intera regione, enon solo.

Primissimo segnale della qualità del progetto è la composizione del comitato scientifico con Elena Console, Giovanni Carlo Federico Villa, AngelaMungo, Stefano Zuffi, Florindo Rubbettino, Maurizio Vanni, Carmine Lupia, Anna de Fazio Siciliano, Domenico Cerminara, Stefano Alcaro, presieduto da Domenico Piraina(direttore di Palazzo Reale di Milano) e anzitutto, l’alto profilo del progetto scientifico, con cui si punta a uno sviluppo del territorio sia all’interno che fuori dai confini regionali.

Promuovere il Sila Science Park significa, infatti, presentare una proposta culturale seria e originale per l’intera Calabria. 

La regione così, anche grazie a questo importante progetto scientifico, e in stretto dialogo con altre proposte del territorio, può finalmente tornare a rappresentare una meta imprescindibile per un soggiorno turistico, per una vacanza culturale o un viaggio d’istruzione, e in ogni stagione dell’anno (e del cielo).Anche sotto le stelle.



INFO
Sila Science Park & FATA Museum 
orari: tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00 
e-mail: contact@silasciencepark.com

UFFICIO STAMPA E COMUNICAZIONE 
Artpressagency di Anna de Fazio Siciliano
mob. - 349.15.05.237 - e-mail - annasicilianodefazio@gmail.com


martedì 19 aprile 2022

btween: Anna Rosati & Anuar Arebi

© Anna Rosati - btween - dal progetto SCARS

btween è un modo per osservare il mondo secondo una duplice prospettiva, uguale e contraria, che sussiste attraverso la metafora del paradosso, intersecando i legami uomo|natura e uomo|macchina, grazie alla visione di due artisti, Anna Rosati con SCARS ed Anuar Arebi con ESCAPE2021, secondo i paradigmi dei linguaggi fotografico e video, con la curatela di Azzurra Immediato. Innervando processi esistenziali in tali dinamiche, evoluzione ed involuzione divengono parti di un meccanismo visuale e concettuale ossimorico, traducendo la visione duale in un metareale ove insiste un cortocircuito, artificio in continuo confronto con quanto i nostri occhi conoscono già ma non sono più in grado di ri_conoscere.

btween si affida alla riscrittura per idioma non verbale, costruendo una inusitata mappa del cambiamento. In una svolta epocale come quella in cui siamo, emergono due paradigmi: il primo, afferente alla Natura, il secondo afferente all’Uomo. Tutto accade per sublimazione, in una geografia della forma – della sua irriconoscibilità o della sua nuova identità– che si fa archetipo. Nella ricerca dei due artisti, affiora la consapevolezza della necessità di una deformazione funta da limenper un nuovo inizio. 

Se Anna Rosati, con le fotografie di SCARS pone il focus su un incantamento derivato dall’osservazione di cortecce d’alberi e feuilles mortes, tali da aver composto un nuovo ordito attraverso indelebili cicatrici, dovute alla distruzione del patrimonio forestale, traslate in una ‘taumaturgica’ meditazione fotografica, ove alla transizione fa da eco l’immaginifica meraviglia, ecco che Anuar Arebi, con i video e gli scatti di ESCAPE2021 indaga la consapevolezza di un silente modus neo vivendi, quello della fuga, dell’abbandono, elemento intrinseco del cambiamento che, tramite la fascinazione di non luoghi la cui identità è mutata, delinea un nuovo perimetro di riflessione.

btween osserva le architetture del nostro vivere, naturali o antropocentriche, pone l’arte come lente d’ingrandimento sulle transizioni, le sue meraviglie e i suoi campanelli d’allarme, in una esperienza totalizzante fondata sul concetto di futuro, espiata, perciò, nel presente e radicata in un passato che necessita di nuova indagine, affinché il fenomeno della compartimentazione naturale o le rotte dell’esplorazione urbana non terminino in rassegnazione, dinanzi al crollo delle granitiche sovrastrutture, il cui muto e fragile colloquio con la Storia è da ricostruire, secondo una inattesa bellezza. 


© ANUAR AREBI - btween - dal progetto ESCAPE2021

La mostra è, inoltre, parte della decima edizione di ART CITY Bologna, il progetto di alleanza culturale nato dalla collaborazione tra Comune di Bologna e Bologna Fiere per affiancare con mostre, eventi e iniziative speciali l'annuale svolgimento di Arte Fiera e proporre un'originale esplorazione di musei, gallerie e luoghi d'arte in città.


www.galleriab4.it info@galleriab4.it
www.rosatistudio.it | Fb annarosatiphotographer
www.anuararebi.com anuar@dot-net.it| IG eFacebook Anuar Arebi
www.culturabologna.it/artcity

btween
Anna Rosati|SCARS & Anuar Arebi|ESCAPE2021
a cura di Azzurra Immediato
dal 23 aprile 2022 al 18 maggio 2022 
opening 23 aprile ore 18

GALLERIA B4
Via Vinazzetti 4/b,Bologna, martedì - sabato, 17-20 o su appuntamento
Ingresso libero - Catalogo in galleria

“Il tempo e l’ombra”, personale di Federica Soldani

 








L’affascinante interazione tra musica e arti visive si rinnova negli ambienti di Palazzo Vives Frisari, a Bisceglie, attraverso le opere di Federica Claudia Soldani nella mostra “Il tempo e l’ombra”, la cui inaugurazione è in programma venerdì 8 aprile (ore 19,30).

Organizzato da ArteVives aps, e curato da Michela Laporta Caterina Carrozzo, l’evento segna la personale d’esordio della giovane artista biscegliese che vanta già una valida esperienza, in Italia e all’estero, con importanti progetti e collaborazioni.
Le sale di Palazzo Vives Frisari (via O. Tupputi, 13), dove la suggestione del tempo è immediatamente percepibile dalle antiche quadrerie e dal collezionismo di oggetti d’epoca, si predispongono come la scenografia ideale per ospitare l’esposizione. Le opere, realizzate con la tecnica della penna 3D, esprimono tramite la mutevolezza delle ombre proiettate, la caducità della condizione umana. Il tappeto sonoro contribuisce a rendere la mostra un percorso multisensoriale, dove il visitatore è partecipe del serrato dialogo tra musica e arti visive, tra l’azione di un tempo immediato e una dimensione evocativa, sospesa tra forme, ombre e riflessi.
All’inaugurazione interverranno il sindaco di Bisceglie, Angelantonio Angarano, il direttore dell’Accademia di Belle Arti di Foggia, Pietro Di Terlizzi, e il direttore dell’Accademia di Belle Arti di Bari, Giancarlo Chielli.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino all’8 maggio, ogni sabato e domenica (dalle ore 18.30 alle 20.30), inoltre sarà possibile effettuare eventuali visite in settimana su prenotazione (minimo 5 persone). Ingresso gratuito, per informazioni 349.5452270, 342.3504503 o artevives.info@gmail.com.

BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
Federica Claudia Soldani nasce a Bisceglie nel 1989. Il suo percorso ha inizio come autodidatta, per poi laurearsi dapprima in pittura e in seguito specializzarsi in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bari nel 2020. Il periodo di mobilità studio presso l’Universidad Complutense di Madrid contribuisce a completarne la formazione e ad arricchire una visione già di per sé eclettica, improntata a una ricerca trasversale, permettendole di ampliare gli orizzonti artistici già ben delineati. Orientata allo studio della dimensione umana, Federica Soldani parte dalla rappresentazione del corpo prediligendo pose e un’armonia delle proporzioni riconducibili il più delle volte al canone della figurazione classica, combinata a uno sperimentalismo delle tecniche che le consente di condurre un’indagine sulla condizione esistenziale. L’utilizzo della penna 3D e la realizzazione di sculture mash-up sono funzionali al perseguimento di queste finalità espressive, con l’intento di cogliere e rappresentare le possibili interazioni tra inconscio e forme del reale. Il progetto-studio sull’encausto le vale il terzo posto al Premio Internazionale tesi sull’arte nel 2017, proseguendo negli anni una ricerca sui vari linguaggi, che include anche la pittura, sconfina nella fotografia e si evolve in azioni performative: ne è un esempio “Ef-fusioni”, presentata nell’ambito del “festival 42 Gradi idee che bruciano” del 2021. La raggiunta consapevolezza di un’arte in evoluzione porta Federica ad integrare la scultura all’ambiente; la realtà sociale e antropologica pugliese diviene musa ispiratrice e palcoscenico di tradizione, manifesto della versatilità della materia, del pensiero e dell’agire. La partecipazione alle residenze artistiche presso Serra Petrullo nel 2020 e 2021, e l’esperienza come direttore artistico e coordinatore del Festival Macboat a Bisceglie ne rappresentano un significativo esempio.

Bisceglie (Barletta Andria Trani)
Palazzo Vives Frisari
Via Ottavio Tupputi,13
ore 19:30
ingresso libero

lunedì 4 aprile 2022

Leggero, personale di Raffaele Fiorella

 


Raffaele Fiorella

 

Leggero

 

 

MICROBA

Via Giambattista Bonazzi 46, Bari

Sabato 9 aprile 2022, dalle ore 19,00

 

 

 

Riprende la stagione espositiva dello Spazio MICROBA, che apre l’anno 2022 con Leggero, personale di Raffaele Fiorella, a cura di Lucrezia Naglieri, che sarà aperta da sabato 9 aprile 2022, a partire dalle ore 19.

In mostra un’inedita produzione dell’artista: “Nel paesaggio digitale, nella realtà virtuale e nel video, Raffaele Fiorella ci proietta in un altrove possibile, un eden lontano da scenari già visti o immaginati, senza coordinate, lasciando a guidarci solo una linea continua, quella dell’orizzonte: ed è lungo questa intersezione che si svolge una vita fatta di oggetti galleggianti e ibridi organici”.

L’esposizione di Raffaele Fiorella sarà aperta e visitabile fino al 7 maggio 2022, dal martedì al sabato dalle ore 17,00 alle ore 20,00.

 

 

MICROBA si pone lontano dal canonico concetto di galleria d’arte e, anche in questo nuovo ciclo di eventi, rinnova la propria aspirazione di spazio laboratoriale e sperimentale. Attraverso le opere e le esperienze di artisti giovani ma già di respiro nazionale e internazionale, il centro barese persegue la propria missione nel territorio e intende introdurre stimoli di riflessione nel contesto culturale circostante.

 

L’Associazione culturale Achrome è un collettivo che opera nel campo dell'Arte Contemporanea, muovendosi tra molteplici ambiti, dalla didattica alla ricerca, dall'organizzazione di eventi espositivi alla formazione professionale. Intessendo rapporti con il territorio, Achrome si propone di favorire un rinnovato e più proficuo dialogo tra la città e le dinamiche dell'Arte Contemporanea.

 

 

 

Raffaele Fiorella (Barletta 1979) si avvale di diversi media, muovendosi fra installazione, video e scultura, sfruttando le potenzialità dell'arte digitale. In bilico tra poesia e vita ordinaria, il suo lavoro agisce tra realtà e finzione, ricreando luoghi della memoria e dell’illusione che potrebbero tradursi quasi in landescapes: fughe dai luoghi, dagli spazi reali, per rifugiarsi in un nuovo mondo, fantasticato, ricordato o anche semplicemente simulato. Numerose le sue partecipazioni a mostre di Arte Contemporanea e spettacoli teatrali. Attualmente è docente di Applicazioni Digitali per le arti visive presso l'Accademia di Belle Arti di Bari.

 

Raffaele Fiorella

Leggero

A cura di Lucrezia Naglieri

 

MICROBA

Via Giambattista Bonazzi 46

70123 – Bari

 

Apertura: 9 aprile 2022, ore 19,00

Fino al 7 maggio 2022

Da martedì a sabato, dalle ore 17 alle ore 20

 

Comunicazione evento: Nicola Zito

 

Si ringrazia: Domenico Lopez per il supporto tecnico alla VR

Paolo Azzella, Nicola Liso

 

Info:

MICROBA

+39 3927385558 – spaziomicroba@gmail.com - https://www.facebook.com/microba46/?fref=ts

 

ACHROME

associazioneachrome@gmail.com - https://www.facebook.com/acachrome/?fref=ts