martedì 28 dicembre 2021

LAVORETTO - L’installazione di Giuseppe De Mattia per Toast Project Space

Continua la programmazione di TOAST Project Space, lo spazio indipendente nato nell'ex casotto della portineria di Manifattura Tabacchi, con “Lavoretto” è un ritratto della condizione contemporanea dell’artista "mid-career". Si tratta di un’installazione in cui l’artista trasformerà il gabbiotto di Toast in un call center. Giuseppe De Mattia approfitterà della conformazione e della storia lavorativa dello spazio per ricreare una performance artistica in cui due performer/telefonisti, seguendo copione e regole imposte dall’artista, cercheranno di “sottoporre” il risultato della performance in atto a musei e istituzioni, in Italia e all’estero.

I due operatori/performer porteranno a termine un’intera e singola giornata di lavoro riconosciuta con una retribuzione base di un lavoratore dello spettacolo. Una pausa pranzo, una partita di calcetto nei campi del Dopo Lavoro Ferroviario, di fronte a Manifattura Tabacchi, e una cena in pizzeria prima del rientro a casa, saranno la conclusione della giornata e della performance privata. La piattezza e la routine della giornata annullano semanticamente l’importanza del turno di lavoro per l’artista e ne minimizzano il senso e il fine ultimo: trovare una posizione nel mondo dell’arte. Al pubblico, per un mese, rimane una “vivisezione” dell’esperienza performativa che diventa una vera e propria installazione, con arredi per l’unità lavorativa disegnati dall’artista, un audio e due fotografie. Seguirà la pubblicazione di un libro, edito da Aosta Publishing, che ne svelerà tutti i retroscena e i risultati. La performance “Lavoretto” è stata realizzata grazie al sostegno di Manifattura Tabacchi e Regione Toscana Toscana in contemporanea 2021 all’interno dell’iniziativa “Dai, già noi, solo i brutti ricordi”, un progetto di Teatro Studio Krypton.

Lavoretto, Giuseppe De Mattia
a cura di Stefano Giuri
Dal 17 dicembre 2021 al 30 gennaio 2022 

Manifattura Tabacchi | Via delle Cascine 35, Firenze

Dal lunedì alla domenica 10:00-00:00
Per appuntamenti: info@toastproject.space


Giuseppe De Mattia (Bari, 1980) è un artista che utilizza diversi strumenti per indagare sul rapporto tra memoria, archivio e contemporaneità. Comincia con la fotografia per poi spostarsi al video e all'audio, fino ad arrivare al disegno nelle ultime opere. Per i suoi lavori, che prendono sempre forme di installazione diverse, utilizza supporti e strumenti (spesso auto-costruiti) che possano compiere narrazioni. Lavora da solo o in collettivi come Coclite/De Mattia e Casa a Mare (con Luca Coclite e Claudio Musso). Collabora con Home Movies - Archivio Nazionale del film di Famiglia e ha collaborato con la Cineteca di Bologna. È rappresentato dalla galleria Matèria di Roma e da Labs Contemporary Art di Bologna. Pubblica con Corraini Edizioni, Danilo Montanari Editore e Skinnerboox.

Dal 2015 ha avviato un progetto editoriale di auto-pubblicazione con il nome di L.T - Libri Tasso e nel 2020 ha fondato Marktstudio, un contenitore di progetti artistici all’interno di una bottega di cornici a Bologna.

TOAST Project Space è uno spazio indipendente aperto al confronto e alla sperimentazione delle pratiche artistiche contemporanee. Fondato nel 2019 dall’artista Stefano Giuri nell’ex casotto della portineria di Manifattura Tabacchi a Firenze, l'attività dello spazio prevede mostre bimestrali, dove gli artisti sono invitati a produrre un progetto “site specific”.

Ufficio Stampa Manifattura Tabacchi - Noesis
Elisa Puletto: elisa.puletto@noesis.net; tel. 327.0736315
Giulia Ceriani: giulia.ceriani@noesis.net ; tel. 389.4279419
Chiara Sestili: chiara.sestili@noesis.net
Carolina Natoli: carolina.natoli-ext@noesis.net ; tel. 349.7634418

Benyamin Zolfaghari | The wander


Da Curva Pura è in corso la prima personale dell’artista iraniano Benyamin Zolfaghari (Teheran 1986, vive e lavora a Roma) a cura di Gaia Bobò.

La mostra raccoglie una selezione di opere pittoriche di piccole dimensioni che offrono uno spaccato sul linguaggio pittorico dell’artista, segnato dalla velocità di esecuzione e dalla volontà di improvvisazione, che vira verso tinte astratte mantenendo in profondità un solido sguardo sulla figurazione, in particolare verso il paesaggio e il corpo umano. Un’indagine che mette in gioco la dimensione del segno come attrattore magnetico di suggestioni provenienti da diversi ambiti disciplinari, dalla letteratura alla storia, dall’architettura alle arti decorative, in un terreno interculturale di contaminazioni.

Sviluppata in dialogo con la curatrice Gaia Bobò (1995), la mostra sarà visitabile fino al 14 gennaio 2022.

Benyamin Zolfaghari (1986) vive e lavora a Roma. Da sempre interessato alle pratiche artistiche della fotografia e della scultura, che ha approfondito nei suoi studi tra Roma e Teheran, si avvicina alla pittura come autodidatta. La sua ricerca più recente, che indaga la scrittura, la figura umana e il paesaggio, è caratterizzata da un linguaggio pittorico astratto, segnato dalla prassi dell’improvvisazione.


Benyamin Zolfaghari | The wander
a cura di Gaia Bobò
fino al 14 gennaio 2022

Curva Pura
Via Giuseppe Acerbi, 1, 00154 Roma 




lunedì 27 dicembre 2021

Davide Balliano

Davide Balliano UNTITLED_0215, 2021. Courtesy of the artist and Cardi Gallery, Milan-London


Nella sua sede milanese di Corso di Porta Nuova 38, dal 19 gennaio al 26 marzo 2022 Cardi Gallery presenta la prima mostra personale dell'artista italiano Davide Balliano con la galleria. 

Attraverso un importante corpus di opere inedite prodotte nel 2021, la mostra offre un’occasione unica per scoprire il linguaggio visivo dell’artista e approfondirne l’indagine sulle problematiche formali, in equilibrio tra il rigore della geometria e il calore e il peso dell’esperienza umana. 

Lo studio metodico sul movimento – inteso come moto imperioso della natura e ritmo ineludibile della storia porta Balliano alla creazione del ciclo Untitled, lavori in bianco e nero su tele di lino. In queste opere Balliano passa dalla lavorazione su tavola di legno alla tela di lino, materiale leggero che permette alla texture della materia pittorica di emergere come elemento primario e, parallelamente, garantisce all’artista la possibilità di lavorare in modo più libero rispetto alle costrizioni imposte dal supporto ligneo. 

L'intensa interazione del bianco e del nero sono elemento fondamentale dell'estetica di Balliano, che non rifiuta il colore, ma piuttosto ne è in continua contemplazione. A un primo sguardo le sue opere appaiono precise, ordinate e metodiche, ma a un esame più attento la stesura del nero si anima di graffi e abrasioni che trasformano la superficie austera in un’opera altamente materica, con esiti scultorei, evidenziando come il continuo sconfinamento tra pittura e scultura sia un elemento fondamentale nella sua ricerca. 

Davide Balliano 
Davide Balliano (Torino, 1983) è un artista la cui ricerca opera sulla sottile linea di demarcazione tra pittura e scultura. Utilizzando un linguaggio austero e minimale di geometrie astratte in forte dialogo con l'architettura, il suo lavoro indaga temi esistenziali come l'identità dell'uomo nell'era della tecnologia e il suo rapporto con il sublime. Attraverso una pratica, definita da lui stesso monastica, austera e concreta, i dipinti meticolosi di Balliano appaiono, a prima vista, metodici e precisi. Tuttavia, un'ispezione più attenta svela dei graffi e abrasioni che rivelano la superficie in legno organico come fosse la decadente di intenzioni moderniste. Oltre alla pittura, Davide Balliano è noto anche per il suo lavoro scultoreo, che traduce il suo linguaggio visivo dei suoi dipinti in oggetti solidi, spesso in acciaio inossidabile o ceramica. Originariamente di formazione fotografica, Balliano si avvicina alla pratica pittorica e scultorea nel 2006 durante il suo trasferimento a New York, dove attualmente vive e lavora. Le sue recenti mostre personali includono: Tina Kim Gallery, New York (2021, 2019, 2017), Museo Novecento, Firenze (2019) Dirimart Gallery, Istanbul (2019), Marca Museum, Catanzaro (2018), 39 Great Jones, New York (2018), Luce Gallery, Torino (2017 e 2015), Timothy Taylor Gallery, Londra (2015), Room East, New York (2014), Rolando Anselmi Galerie, Berlino (2014 e 2012), Galerie Michael Rein, Parigi (2013), Location One, New York (2011), Lo spazio degli artisti, New York (2009).  Il suo lavoro è stato incluso in numerose mostre collettive, tra cui Magazzino Italian Art, ColdspingNY (2020), Tina Kim Gallery, New York (2019), David Zwirner Gallery, New York (2015), Sean Kelly Gallery, New York (2014 e 2010), Museo Madre, Napoli (2012), The Watermill Center, New York (2011 e 2009), MoMA PS1, New York (2010), Espace d'Art Contemporain de Castello, Castellon, Spagna (2010). 

Cardi Gallery | Milano 
Corso di Porta Nuova 38 20121 Milano Italy 
t. (+39) 02.45478189 mail@cardigallery.com www.cardigallery.com 

SOCIAL NETWORKS: 
@cardigallery 

INFO: 
Dal 22 febbraio al 30 aprile 2021 
Orari: da lunedì a sabato dalle 10 alle 18.30 

PRESS: 
pressIT@cardigallery.com

Lorenzo Ostuni. Viaggio in un mondo spirituale tra specchio e pietra


Nella Cappella dei Celestini di Potenza è in corso la mostra Lorenzo Ostuni. Viaggio in un mondo spirituale tra specchio e pietra, patrocinata dal Comune di Potenza, in collaborazione con la Fondazione Laurini – Istituto del Simbolo “Lorenzo Ostuni”, il Comune di Tito e il Comune di Laurenzana, organizzata dalla Rebis Arte srls e curata da Fiorella Fiore. “In linea con la mission del Piano Triennale della Cultura del Comune di Potenza” - dichiara l’assessore alla cultura del Comune di Potenza Stefania d’Ottavio - “l’intento è quello di esaltare un patrimonio della provincia ancora poco conosciuto: in primo luogo, quello della Fondazione Laurini – Istituto del Simbolo “Lorenzo Ostuni”, nel suo insieme di prezioso contenitore (da villa nobiliare settecentesca “nascosta” del centro storico del Comune di Tito) e contenuto, con la sua collezione di specchi incisi da Lorenzo Ostuni, in mostra anche a Potenza dopo le dopo le importanti rassegne tenutasi a Roma, a Villa Torlonia, nel 2017 e a Tito, nel palazzo della Fondazione Laurini – Istituto del Simbolo “Lorenzo Ostuni” nel 2020”.

La mostra vuole mettere in evidenza anche un patrimonio immateriale, ma che si manifesta nel prodotto materiale, delle pietre che i giovanissimi allievi di Ostuni incisero nel 1963, quando Ostuni accettò l’incarico di insegnare materie letterarie presso la scuola media di Laurenzana (PZ), arricchendo il loro percorso con la poesia, il ricamo, il teatro, il bassorilievo e la scultura su pietra, recuperando una tradizione ottocentesca del loro paese. Un corpus di opere che è, oggi, testimonianza di un incredibile, seppur breve, laboratorio di idee. A unire tutto questo, la straordinaria figura di Lorenzo Ostuni, filosofo, psicologo, studioso del simbolo, autore e regista di origini lucane vissuto e morto a Roma nel 2013, il cui universo di saperi, scritti e opere, inizia ad essere ora studiato e portato all’attenzione del pubblico, grazie agli sforzi della famiglia, della Fondazione a lui dedicata, e delle istituzioni che, insieme ne hanno compreso l’importanza del pensiero. A latere della mostra il workshop di incisione su specchio a cura dell’allieva di Lorenzo Ostuni, Elena Morizio, che coinvolgerà gli allievi di alcuni istituti di scuola secondaria di Potenza. 

Sarà possibile visitare la mostra fino al 22 gennaio 2021 nei seguenti orari: lun-ven 17-20, sab-dom 10-13/17-20; 24 e 31 dicembre: 16-19; 25,26 dicembre, 1° e 6 gennaio chiuso. Ingresso gratuito.

Ingresso contingentato e consentito ai possessori di Green Pass, nel rispetto del protocollo Anti-Covid


Cappella dei Celestini, Largo Duomo, Potenza
Lorenzo Ostuni. Viaggio in un mondo spirituale tra specchio e pietra
a cura di Fiorella Fiore
fino al 22 gennaio 2022
www.rebisarte.it info@rebisarte.it 







giovedì 23 dicembre 2021

Paolo Grassino - Sulla Linea


Alla Galleria Basile Contemporary di Roma è in corso la personale di Paolo Grassino dal titolo Sulla linea a cura di Alberto Dambruoso fino al 18 gennaio 2022.

In mostra saranno presentate alcune opere di una nuova e recente fase di ricerca dell’artista torinese: un’installazione ambientale posta al centro dello spazio espositivo, due sculture e tre disegni posizionati invece a parete.

Sono opere potenti che catturano immediatamente lo sguardo dell’osservatore. Sono sculture che portano lo spettatore a riflettere sulla fragilità della condizione umana e contemporaneamente sulle derive sociopolitiche della società. Dei piumini, solo all’apparenza leggeri, riescono a tenere in piedi, andando contro le leggi della fisica, delle pesanti lastre di vetro. Questi piumini racchiudono dei corpi invisibili di cui si possono riconoscere solamente delle masse inermi. Corpi come se ne vedono tanti buttati a terra nelle strade di tante, troppe, città del mondo. Gente abbandonata, specchio di una società alla deriva. Ma è questa visione sospesa, seppur all’interno di una condizione di grande crudezza, che li rende leggeri. Scrive a tal proposito l’artista: “Tutto appare come una scena vista da lontano, un'allucinazione tangibile, sensuale, immediata o meglio alienata. Queste figure, sebbene mai viste prima, emergono in modo potente, come realtà ben note, familiari e concrete, come improbabilità presenti fisicamente e materialmente possibili”. Da sempre Grassino opera sugli opposti e così ciò che può essere in natura leggero egli lo trasforma in pesante, mentre il pensiero subisce spesso il processo opposto e da una dimensione di cupezza egli riesce a trasformala in una visione poetica, leggera. Di fatto il piumino è tutt’altro che leggero in quanto è composto totalmente da cemento. Ma è proprio qui che agisce l’artista: in questa falsa apparenza capace di generare degli interrogativi come quello che porta a chiedersi come facciano a stare in equilibrio delle lastre di vetro. Il vetro ritorna anche come materiale costitutivo delle due sculture poste a parete, ma a differenza dell’installazione posta al centro della galleria, i vetri qui sono stati frantumanti e alcune schegge sono finite sulla schiena di due corpi umani. La visione qui è altamente poetica anche perché è proprio da un verso di una nota poesia di Montale che proviene: “Meriggiare pallido e assorto” “E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”. Grassino è riuscito con queste opere a rendere visibile una delle cose più ineffabili che vi possano essere quale può essere un verso poetico, evidenziando ancora una volta la sua grande sensibilità e allo stesso tempo la sua grande forza immaginifica. Alberto Dambruoso

Paolo Grassino – Sulla linea
a cura di Alberto Dambruoso
Dal 18 dicembre 2021 al 18 gennaio 2022

Basile Contemporary
Roma, Via di Parione, 10, (RM)

Al PAN di Napoli GARAGE STILLS di Jacquie Maria Wessels

exhibition view, Garage Stills by Jacquie Maria Wessels ©Danilo Donzelli Photography


Al PAN Palazzo delle Arti di Napoli è in corso fino al 13 gennaio 2022 la mostra fotografica Garage Stills di Jacquie Maria Wessels a cura di Marina Guida e promosso promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli. Per la prima volta a Napoli, la mostra documenta una realtà che sta lentamente scomparendo, poiché - come si legge nel testo della presentazione - la tecnologia computerizzata, nei luoghi di lavoro, sta prendendo il sopravvento”.

Garage Stills è un’operazione fotografica, che va ben al di là dalla documentazione da puro reportage, che contrae in poco più di 30 scatti, i “non-luoghi” delle officine, uno spazio in via d’estinzione, “residuato” di un mondo del lavoro in dissolvenza che l’artista tenta, riuscendoci, di salvare per tempo.

Le foto, gli “still”, garantiti attraverso l’uso dell’analogica, dell’artista Jacquie Maria Wessels mettono a fuoco la storia, il tono e l’importanza di questa realtà ormai rarissima dove si concentra assieme all’ingegno manuale anche la capacità tecnica degli addetti ai lavori. Una specificità che si perde, una memoria di una industriosità umana che ha ceduto il passo al sopravanzare della tecnologia. 

Non solo, come indica la curatrice Marina Guida “Addentrarsi nell’universo fotografico di Jacquie Maria Wessels, è come entrare in una macchina del tempo, è come utilizzare un traduttore universale di codici che altrimenti avremmo perso”.

Questa è dunque la cifra poetica della Wessels, mettere in salvo una specie professionale e umana. Operazione non banale, di cura e osservazione affine all’indagine antropologica che si traduce in rivelazione fenomenica, epifanica. 

Dal punto di vista tecnico, le sue fotografie fanno un ulteriore balzo in avanti, e ricucendo la distanza tra le arti espressive: “Si equiparano a quadri astratti, a metà tra mondo reale ed immaginario, un felice connubio tra realtà ed astrazione, momento presente e memoria; a cavallo tra il particolare dell’oggetto e l’universale della storia”. Le pause d’attenzione della Wessels sono dunque precise e poetiche assieme, reimmettono nella realtà della visione, con la forza meticolosa della sua indagine, una nuova visione che sembrava quasi perduta.

di Redazione


Garage Stills by Jacquie Maria Wessels

Titolo Garage Stills 
Autore Jacquie Maria Wessels 
Curatore Marina Guida 
Coordinamento Charusheela Pulito 
Promosso da Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli 
18 dicembre 2021– 13 gennaio 2022 

PAN – Palazzo delle Arti di Napoli 
Via dei Mille, 60 

Orari 
Dal 18 dicembre 2021 al 13 gennaio 2022 
Tutti i giorni festività incluse: dalle ore 9:30 alle ore 19.30 

Contatti 

Ufficio stampa e Comunicazione 
Artpressagency di Anna de Fazio Siciliano 
Contatti: E. annasicilianodefazio@gmail.com - M. 349/15.05.237 www.artpressagency.it

martedì 21 dicembre 2021

Materia Nova. Roma nuove generazioni a confronto

Materia Nova, exhibition view, Galleria d'Arte Moderna Roma



Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale 
MATERIA NOVA. ROMA NUOVE GENERAZIONI A CONFRONTO

Dal 17 dicembre in mostra le nuove realtà dell’arte di domani dai quartieri periferici della città Materia Nova. Roma nuove generazioni a confronto è un progetto espositivo sperimentale curato da Massimo Mininni e composto da un’indagine critica sull’artecontemporanea a Roma, ospitato alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale dal 16 dicembre 2021 al 13 marzo 2022, promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.

L’obiettivo è quello di valorizzare le componenti creative locali del XXI secolo mediante una selezione accurata e identitaria della nuova arte della Capitale. Una prima rassegna nel contesto capitolino, quindi, focalizzata su artisti, per lo più giovani, operanti in gruppoall’interno di spazi d’arte e studi collettivi dislocati nella periferia romana, ma non solo. Le nuove realtà dell’arte di domani.

La mostra riconosce, analizza e mette in luce le ricerche, le qualità, le peculiarità dei diversi linguaggi e gli interessi che contraddistinguono gli artisti romani dell’ultima generazione, per individuarne le singole personalità e le diverse potenzialità creative che si offrono alla capitale come elementi di importante novità, rendendola centro di attrazione e luogo di riferimento nell’ambito della cultura italiana contemporanea.

L’esposizione si sofferma in particolare sulle differenti realtà nate nei diversi quartieri della città, nei quali alcuni artisti hanno creato i loro atelier all’interno di ex aree industriali, difabbricati e di officine dismesse, che si sono trasformate così in nuovi centri produttivi, propulsori di idee e fulcro di proposte che hanno riportato la capitale al centro della scena culturale nazionale.

Il percorso della mostra si articola in un primo momento dedicato alla collettiva dei lavori creati dagli artisti nei loro studi e una seconda parte di creazione di un “open studio” che consenta al pubblico di entrare nel vivo della produzione artistica e, nello stesso tempo, di riflettere sul tema dell’ambiente di lavoro dell’artista, inteso come spazio di auto- rappresentazione e, nello stesso tempo, luogo di incontro, di progettualità, di impegno e di coinvolgimento anche fisico.

Una sezione espositiva è inoltre dedicata a una selezione di immagini tratte dal libro fotografico Vera - progettato da Damiana Leoni e pubblicato dalla casa editrice Quodlibet - che documenta tutte le realtà artistiche in mostra attraverso gli scatti realizzati da quattro giovani fotografi: Eleonora Cerri Pecorella, Salvatore Nuzzi, Marta Scotti e Mohamed Keita.

Dal mese di gennaio 2022 sarà realizzata una serie di incontri culturali e appuntamenti con gli artisti presenti nelle varie realtà indipendenti in mostra.

Gli spazi in mostra:
POST EX (Centocelle). Vecchia carrozzeria tramutata in artist run space il 20 luglio del 2020; sei gli artisti fondatori – Eleonora Cerri Pecorella, Francesco D’Aliesio, Luca Grimaldi, Gian Maria Marcaccini, Lulù Nuti e Gabriele Silli – ai quali si sono aggiunti successivamente Federika Fumarola, Guglielmo Maggini, Alberto Montorfano, Azzedine Saleck e LU.PA; di volta in volta sono invitati a lavorarvi dei guest artist tra cui Cristiano Carotti, Malù dallaPiccola, Fabio Giorgi Alberti, Jacopo Natoli. L’esigenza comune è quella di unire le proprie capacità per creare un luogo di crescita personale e di sviluppo di un’intelligenza collettiva.

CityLab 971. Un’ex cartiera sulla via Salaria che dall’autunno del 2020 ospita SPAZIOMENSA. Affascinanti le possibilità espositive offerte da questo luogo e già molteplici le iniziative realizzate, dalla mostra che ha accompagnato il lancio del progetto ROMA NUDA, alla nascita di due format curatoriali: “Magnete”, dedicato all’editoria, e “Tuorlo”.

Di SPAZIOMENSA fanno parte due teorici, Giuseppe Armogida e Gaia Bobò, e cinque artisti: Sebastiano Bottaro, Dario Carratta, Marco Eusepi, Alessandro Giannì, Andrea Polichetti.

OFF1C1NA è nato nel 2012 nel quartiere Quadraro. Attualmente vi lavorano Paolo Assenza, Fabrizio Cicero, Katia Pugach, Germano Serafini. Dal 2020 ospita anche la sede di Spazio Y, altro ritrovo del contemporaneo, presente nel quartiere già dal 2014.

OMBRELLONI, artist run space a San Lorenzo, negli spazi di una vecchia azienda cheproduceva ombrelloni e che ora accoglie vari studi d’artista, tra cui quelli di AlessandroCalizza, Eeleye Production, Krizia Galfo, Greg Jager, Alessandro “Scarful” Maida, Luca Mamone, Jennifer MC Laren, Cristallo Odescalchi, WOW – Incendi spontanei.

PAESE FORTUNA, situato lungo il fiume Aniene nel quartiere di Pietralata, è uno spazio nato nel 2014 e condiviso da José Angelino, Alessandro Dandini de Sylva, Marco Emmanuele, Luca Grechi e Diego Miguel Mirabella.

CONDOTTO48 è un Artist Run Space nato nel 2021 a Torre Angela, all’interno di una excarrozzeria, fondato dagli artisti Verdiana Bove, Francesca Romana Cicia, Luca Di Terlizzi, Emanuele Fasciani e Caterina Sammartino e dal curatore Riccardo Paris.

SPAZIO IN SITU, fondato nel 2016 a Tor Bella Monaca, ha un doppio statuto. Il primo è quello degli studi in cui lavorano e collaborano 11 artisti. Attualmente il gruppo è composto da Sveva Angeletti, Alessandra Cecchini, Christophe Constantin, Francesca Cornacchini, Marco De Rosa, Federica Di Pietrantonio, Chiara Fantaccione, Roberta Folliero, Andrea Frosolini, Daniele Sciacca e Guendalina Urbani. Il secondo statuto è quello di spazio espositivo, coordinato da Porter Ducrist, nel quale vengono proposte mostre collettive che fanno dialogare opere e azioni di artisti italiani e stranieri, offrendo al pubblico una visione attuale delle pratiche contemporanee.

CASTRO (Contemporary Art STudios ROma), a Trastevere, è un progetto formativo che nasce dalla volontà di Gaia Di Lorenzo per sostenere artisti, curatori e ricercatori innanzi tutto italiani ma anche stranieri. Lo fa offrendo uno spazio di lavoro e promuovendo il legame tra i partecipanti, le istituzioni e soprattutto il pubblico. CASTRO applica un modello di apprendimento sperimentale e altamente collaborativo.




MATERIA NOVA. ROMA NUOVE GENERAZIONI A CONFRONTO
17 dicembre 2021 - 13 marzo 2022

Galleria d’Arte Moderna
Roma, Via Francesco Crispi, 24

Dal martedì alla domenica ore 10.00-18.30
24 e 31 dicembre ore 10.00-14.00
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura: lunedì,1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre

Intero € 7,50 Ridotto € 6,50
Per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza): intero € 6,50; ridotto € 5,50

Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali Massimo Mininni
Zètema Progetto Cultura

In ottemperanza a quanto stabilito dal Decreto Legge del 23 luglio2021, n. 105, l’ingresso al Museo sarà consentito esclusivamente aisoggetti muniti di Green Pass.
Attesa del proprio turno a distanza di sicurezza (almeno 1 mt). Misurazione temperatura con termoscanner (non è possibile accedere con temperatura uguale o superiore a 37.5).

All’interno del Museo è obbligatorio l’uso della mascherina. Vietati gliassembramenti

Tel. 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00

mercoledì 15 dicembre 2021

Biennale Gherdëina / Persones Persons

identità visiva realizzata da Giles Round in collaborazione con Studio Hund


Biennale Gherdëina ∞ curata da Lucia Pietroiusti e Filipa Ramos annuncia gli artisti e le artiste, le collaborazioni e i primi dettagli dell'edizione 2022

L'ottava Biennale Gherdëina, situata nel cuore del Patrimonio Mondiale Unesco delle Dolomiti, è curata da Lucia Pietroiusti e Filipa Ramos. Oggi vengono annunciate le artiste e gli artisti coinvolti con alcuni dettagli del programma e un Save the Date per il weekend di apertura a maggio 2022.

L'ottava edizione della biennale avrà luogo dal 20 maggio al 25 settembre 2022, a Ortisei/Urtijëi/St. Ulrich e nel paesaggio circostante della Val Gardena/Gherdëina/Gröden, in Alto Adige. 

Giovedì 19 maggio si terrà un tour per la stampa, invitata a partecipare agli eventi, agli spettacoli e alle visite guidate della settimana di apertura dal 20 al 22 maggio 2022. 

Dedicata in gran parte alla commissione e all'esposizione di nuove opere d'arte, Biennale Gherdëina presenterà una serie di nuove installazioni, sculture, brani sonori, performance, opere tessili ed esperienze partecipative accanto a opere esistenti e storiche, in dialogo con il paesaggio unico della Val Gardena e delle Dolomiti.

La Biennale collabora anche con Museion – Museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano, attraverso la presentazione di una mostra di opere della collezione del museo che riecheggiano i temi e le linee di ricerca del festival. Parallelamente, Sarah Solderer e Mara Vöcking cureranno una mostra al Centro Culturale di Tublà da Nives a Selva di Val Gardena, che guarda all'intreccio tra ecologia, turismo e occupazione del paesaggio, mappando la pratica di un'intera generazione di giovani artisti/e della regione. 

"Persones Persons si muoverà lungo due linee. La prima prende in considerazione le forme di personalità, giuridiche e non, della natura e del paesaggio, chiedendosi in che modo le espressioni artistiche possano contribuire al riconoscimento dei diritti della Terra e alla riduzione delle barriere. L'altra si occupa delle memorie antiche e future dei percorsi delle persone, degli animali, delle piante e dei materiali attraverso sistemi di migrazione, spostamento stagionale e transumanza nella regione e nei suoi paesaggi. A come si formano e si costituiscono reciprocamente in un processo continuo di influenza e sintonia." Lucia Pietroiusti e Filipa Ramos

Le artiste e gli artisti coinvolti sono:
Etel Adnan
Chiara Camoni
Alex Cecchetti
Gabriele Chaile
Revital Cohen e Tuur van Balen
Jimmie Durham
Simone Fattal
Barbara Gamper
Kyriaki Goni
Ignota Books
Karrabing Film Collective
Britta Marakatt-Labba
Lina Lapelytė
Eduardo Navarro
Angelo Plessas
Tabita Rezaire
Sergio Rojas
Giles Round
Thaddäus Salcher
Martina Steckholzer
Himali Singh Soin e David Soin Tappeser
Ana Vaz e Nuno da Luz
Bruno Walpoth
Zadie Xa e Benito Mayor Vallejo

La direttrice di Biennale Gherdëina, Doris Ghetta, ha commentato: "Fin dalla sua prima edizione, Biennale Gherdëina è stata caratterizzata dallo scambio e dalle relazioni tra persone, storie, leggende, lingue e tradizioni, perché crediamo fortemente che condividere idee, visioni e sentimenti diversi sia un elemento chiave per il benessere sociale e lo sviluppo della comunità. Qui in Val Gardena, nel paesaggio unico delle Dolomiti, la natura e la cultura locale incontrano la comunità artistica internazionale e insieme immaginano un modo più sostenibile e trasparente di vivere e fare arte."

APPENDICE
Informazioni sulle curatrici 
Lucia Pietroiusti è una curatrice che lavora attraverso le discipline all'intersezione tra arte e ecologia, soprattutto al di fuori del formato espositivo. Pietroiusti è stata la fondatrice del progetto General Ecology alla Serpentine di Londra, che attualmente sta sviluppando in una propria organizzazione. Alla Serpentine Pietroiusti è stata curatrice di General Ecology e ora è consulente strategica per l'ecologia, e co-cura il programma a lungo termine Back to Earth. Pietroiusti è la curatrice dell'opera vincitrice del Leone d'oro Sun & Sea (Marina)di Rugilė Barzdžiukaitė, Vaiva Grainytė e Lina Lapelytė, il padiglione lituano alla 58a Biennale di Venezia e il suo tour internazionale pluriennale. È la curatrice di POWER NIGHT: Being Mothers all'E-Werk Luckenwalde (2021-2022) e la co-curatrice, con Filipa Ramos, del progetto di ricerca a lungo termine e della serie di festival the Shape of a Circle in the Mind of a Fish(2018-in corso). Le sue pubblicazioni includono More-than-Human(con Andrés Jaque e Marina Otero Verzier, 2020) e Microhabitable(con Fernando García-Dory, 2021). 

Filipa Ramos, nata a Lisbona, è scrittrice e curatrice. La sua ricerca si concentra su come la cultura guarda all'ecologia e su come l'arte contemporanea promuove le relazioni natura-cultura tra gli uomini e gli altri animali. Ramos è curatrice di Art Basel Film e curatrice fondatrice del cinema d'artista online Vdrome. Tiene numerose conferenze nel campo dell'arte contemporanea e dell'ecologia. È docente al Master dell'Istituto delle Arti della Fachhochschule Nordwestschweiz di Basilea, dove conduce i seminari Arte e Natura. I progetti in corso e futuri includono il festival di arti, scienze umane e scienza The Shape of a Circle in the Mind of a Fish(con Lucia Pietroiusti dal 2018). Nel 2021, ha co-curato "Bodies of Water", la 13a Biennale di Shanghai (con Andrés Jaque, Lucia Pietroiusti, Marina Otero Verzier e Mi You), e ha co-curato la mostra collettiva "Feet of Clay" alla City Gallery di Porto (con Chus Martinez). In precedenza, ha curato il grande progetto espositivo "Animalesque" presso Bildmuseet Umeå, Svezia (estate 2019) e BALTIC Gateshead (inverno 2020). Ramos è stata caporedattrice di art-agenda (2013-20), Associate Editor di Manifesta Journal (2009-11) e ha contribuito per Documenta 13 (2012) e 14 (2017). Il suo prossimo libro, The Artist as Ecologist, sarà pubblicato da Lund Humphries nel 2023.

Informazioni sulla Biennale Gherdëina
Zënza Sëida VFG è un'organizzazione senza scopo di lucro impegnata nella diffusione della cultura contemporanea e volta a valorizzare, promulgare e produrre arte contemporanea come strumento fondamentale di crescita e sviluppo in Alto Adige. Una delle sue attività principali è la Biennale Gherdëina. 

Fondata da Doris Ghetta nel 2008 e situata nella cornice unica del Patrimonio Mondiale Unesco delle Dolomiti, la Biennale Gherdëina commissiona e produce opere d'arte contemporanea, esposte a Ortisei e nel territorio circostante. La Biennale Gherdëina favorisce il dialogo tra l'innovazione e la rinomata tradizione della scultura in legno della valle, che ha rappresentato il punto di partenza della manifestazione. Edizione dopo edizione, il dialogo con altre tradizioni artistiche e geografiche si è ampliato e oggi Biennale Gherdëina è un'importante istituzione radicata in Alto Adige, che ospita artisti, pensatori e pubblico locali, nazionali e internazionali che si confrontano con le affascinanti tradizioni della Val Gardena. 

La Biennale Gherdëina ha avuto la possibilità di lavorare con curatori come Adam Budak (trilogia), Luca Beatrice, Günther Oberhollenzer, e ha prodotto o esposto opere di artisti tra cui: Alicja Kwade, Marzia Migliora, Anna Hulačová, Claudia Comte, Sonia Leimer, Nicola Samorì, Franz Kapfer, Christian Kosmas Mayer, Stefan Papčo, Mathilde Rosier, Egill Sæbjörnsson, Jiří Příhoda, Alessandro de Francesco, Velasco Vitali, Bruno Walpoth, Marinella Senatore, Paloma Varga Weisz, Kris Lemsalu e Nicholas Party.



Biennale Gherdëina
Pontives 8
39046 Ortisei (BZ)
Italy

info@biennalegherdeina.it
biennalegherdeina.org


pubblica: 

On the Wall

Rafael Megall, Are there Mangy Cats, 2020, olio su tela, 250x480 cm


BUILDING presenta, da giovedì 20 gennaio a sabato 19 marzo 2022, On the Wall, mostra a cura di Demetrio Paparoni con opere di Paola Angelini, Rafael Megall, Justin Mortimer, Nicola Samorì, Vibeke Slyngstad e Ruprecht von Kaufmann.

Il progetto espositivo, che include più di quaranta opere di artisti contemporanei che utilizzano la pittura figurativa in modo profondamente diverso tra loro, è stato appositamente studiato per i quattro piani di BUILDING. Le opere, realizzate per questa mostra o mai esposte prima in Italia, sono in buona parte di grande formato.

Il titolo della mostra apre a diversi significati. Se da una parte lascia prevedere che si tratti di una mostra di dipinti, dall’altra richiama il concetto di muro come elemento di divisione tra due spazi adiacenti o come limite da superare. Rifacendosi al concetto rinascimentale che vede nel quadro una finestra aperta sul mondo esterno, il curatore identifica in esso un detonatore poetico capace di aprire varchi verso il mondo esterno, ma anche verso una dimensione intima o virtuale. Se di porta di accesso o di fuga si tratta, a consentire il suo attraversamento è la capacità di rapportarsi al significato incarnato dall’opera. Nella concezione di Demetrio Paparoni, una mostra è il tentativo di dare ordine al caos dei linguaggi contemporanei , un tentativo reso vano dalla molteplicità dei fenomeni artistici. Governare il caos, spiega il critico commentando le scelte che accompagnano questa mostra, è uno degli obiettivi della scienza per comprendere in anticipo qualcosa che non è ancora accaduto. Essendo il caos frutto di casualità determinate da forze estranee al nostro controllo, esso risulterà comunque ingovernabile. Estendendo questa riflessione all’ambito dei linguaggi artistici, il modo in cui essi nascono, si sviluppano e interagiscono crea una condizione fluida che rende soggettivo ogni tentativo di mettere a fuoco la complessità dei diversi fenomeni. Sebbene ogni mostra nasca dal tentativo di orientarsi nel pluralismo dei linguaggi, di fornire una bussola che consenta di trovare una via d’uscita dal labirinto, anche nelle sue forme meglio studiate, essa risulterà comunque la messa in scena di un fallimento. Infatti, secondo Paparoni, la prospettiva del curatore non può dare vita a una lettura univoca di un fenomeno fluido qual è quello dell’arte . Questa difficoltà si può riscontrare tanto nel mettere insieme opere di autori diversi tra loro all’interno della stessa mostra, come avviene nel caso di On the Wall presso BUILDING, quanto nell’affrontare il lavoro di un singolo artista nelle sue imprevedibili variazioni formali, linguistiche e concettuali. Per quanto allora il medium utilizzato dagli artisti in questa collettiva sia la pittura, On the Wall rende evidente una forte diversificazione dei linguaggi e degli intenti degli artisti in mostra. 

In On the Wall Paparoni ha circoscritto la propria scelta esclusivamente all’ambito della pittura figurativa, diversamente dalla mostra Contemporary Chaos , curata nel 2018 al Vestfossen Kunstmuseum (Norvegia), o ancora in altre esposizioni, in cui il critico aveva dato una rappresentazione plastica del caos dei linguaggi contemporanei, mettendo in dialogo artisti che utilizzano mezzi espressivi diversi. Il progetto presso BUILDING si propone inoltre come un proseguimento della riflessione iniziata con la mostra Le Nuove Frontiere della Pittura (2018), e continuata con L’Ultima Cena dopo Leonardo (2019), nell’ambito delle celebrazioni del centenario della morte di Leonardo, tenutesi entrambe alla Fondazione Stelline di Milano.

Cenni biografici
Paola Angelini (San Benedetto del Tronto, 1983). A caratterizzare la sua poetica sono il legame tra concretezza e visione, le influenze delle memorie personali e della storia della pittura, il ruolo della discontinuità e del dialogo con i maestri. Nel 2014 e nel 2016 ha partecipato ai programmi di residenza d’artista presso Nordic Artists’ Centre Dale (NKD) in Norvegia e Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia e nel 2017 ha ottenuto il Master in Belle Arti presso KASK & Conservatorium, School of Art a Gent. Nel 2011 ha esposto nel Padiglione Norvegese della 54esima Biennale di Venezia, nella mostra intitolata Baton Sinister. Tra le sedi espositive dove ha esposto le sue opere si ricordano: Marsélleria (Milano, 2016); Museo Palazzo Pretorio (Prato, 2017); Spazio K, Galleria Nazionale delle Marche (Urbino, 2017); Brandstrup Galleri (Oslo, 2018); BGE Gallery (Stavanger, 2019).

Rafael Megall (Rafael Melikyan, Yerevan, 1983). Al centro delle opere di Megall c'è la raffigurazione della natura, la quale viene però stilizzata e trasformata in pattern ornamentale. I suoi principali soggetti sono pantere, tigri e giaguari, ma anche porcellane frantumate, personaggi dei cartoon, figure iconiche, esseri mostruosi e ibridi, spesso raffigurati su uno sfondo fitomorfo. La natura viene rappresentata in modo appiattito e stilizzato con colori brillanti, saturi ed elettrici più vicini alle immagini digitali che a quelle reali. L'assenza di prospettiva, di profondità, la geometria fitta dei segni grafici, la loro ripetizione e i loro intrecci creano un horror vacui che ricorda la tradizione della antica miniatura armena e dei bassorilievi che ornano i luoghi di culto e i palazzi. Per realizzare i suoi dipinti Megall utilizza colori a olio e stencil, frutto di un'elaborazione digitale. Molti degli elementi utilizzati nelle sue opere hanno un valore simbolico e religioso. Nel 2017 ha rappresentato la Repubblica d'Armenia alla 57a Biennale di Venezia. Mostre personali gli sono state dedicate dalla National Gallery of Armenia, a Yerevan, e dal MoCA di Mosca. Ha partecipato alla mostra Le Nuove Frontiere della Pittura presso la Fondazione Stelline (Milano, 2018).

Justin Mortimer (Cosford, 1970). Le sue opere combinano immagini provenienti da Internet con materiale d'archivio di vecchi libri e riviste per visualizzare un mondo in cui nulla è stabile o certo, facendo eco nelle crepe tettoniche che appaiono nel vecchio ordine mondiale. Mortimer ha ricevuto prestigiosi premi tra cui l'EAST Award (2004), il NatWest Art Prize (1996) e il BP National Portrait Award (1991). Il suo lavoro è stato incluso in diverse rassegne e pubblicazioni sulla pittura contemporanea, tra cui Landscape Painting Now (2019), The Anomie Review of Contemporary British Painting (2018), A Brush With The Real: Figurative Painting Today (2014) e Vitamin P2: Nuove prospettive nella pittura (2011). Tra le recenti mostre personali ricordiamo Tomorrow, Space K, Gwacheon, Korea (2020), Djanogly Art Gallery, University di Nottingham (2015), Future Perfect, Singapore (2015) e Haunch of Venison, Londra (2012).

Nicola Samori (Forlì, 1977). Partendo da copie minuziosamente realizzate di opere di grandi maestri, in particolar modo del Cinquecento e del Seicento, nelle quali domina lo scontro tra luce e ombra, Samorì le trasforma e reinterpreta con lo spirito turbato del nostro secolo. Fora, gratta, spella letteralmente la pittura attraverso un gesto repentino o meticoloso, dando vita a nuove opere che affondano le loro radici nella tradizione della storia dell’arte, per poi arrivare all’espressione del tormento con un linguaggio contemporaneo. Oltre che su tavola o tela, l’artista romagnolo dipinge anche su superfici come rame e pietre dure, integrando le loro peculiarità materiche nelle proprie opere. Anche l’affresco e la scultura sono tecniche da lui utilizzate. Samorì ha all’attivo due partecipazioni alla Biennale di Venezia (2015 e 2011). Negli ultimi anni sue mostre personali sono state ospitate a Palazzo Fava, Bologna (2021); al Mart di Trento e Rovereto (2020-21); alla Fondazione Made in Cloister e al MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli (2020). A queste si aggiungono ulteriori mostre personali all’estero in spazi istituzionali come lo Yu-Hsiu Museum of Art di Taiwan, la Neue Galerie di Gladbeck, il Center for Contemporary Art di Szczecin e la Kunsthalle di Tübingen. Ha partecipato a Le Nuove Frontiere della Pittura (2018) e L’Ultima Cena dopo Leonardo, (2019), entrambe presso la Fondazione Stelline.

Vibeke Slyngstad (Oslo, 1968). Partecipa a mostre internazionali a partire dagli anni '90. La sua pratica pittorica, radicata nel Romanticismo, affronta nello stesso tempo un’analisi critica ai limiti della fotografia, di cui riprende nei suoi paesaggi anche i difetti dovuti alle macchie di luce. Nel 2009 ha partecipato alla 53° Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia esponendo nel Padiglione nordico nella mostra The Collectors , a cura di Elmgren e Dragset. Tra le sue mostre si ricordano Contemporary Chaos, Vestfossen Kunstlaboratorium (2018), Le Nuove Frontiere della Pittura, Fondazione Stelline (2017), Inside Outside Architecture, National Museum of Art, Architecture and Design, Oslo (2013).

Ruprecht von Kaufmann (Monaco, 1974) I suoi dipinti, forti ed emotivi, sono intenzionalmente inquietanti. A tratti legati a situazioni oniriche, nelle sue raffigurazioni, nelle quali l’artista pone enfasi sulla narrazione, si avverte sovente l’eco di situazioni al limite, dove non è prevedibile cosa accadrà. Nel suo lavoro si riscontrano inoltre elementi che lasciano avvertire un umorismo oscuro e una densa malinconia. Von Kaufmann ha un’ampia attività espositiva, che lo ha portato a mostrare i suoi dipinti alla Kunsthalle Erfurt, alla sede delle Nazioni Unite a New York, al Museem Böttcherstrasse a Brema e al Georg Kolbe Museum di Berlino, al Kunstlaboratorium di Vestfossen, in Norvegia. In Italia ha partecipato tra l’altro alla mostra Le Nuove Frontiere della Pittura presso la Fondazione Stelline (Milano, 2018).

Demetrio Paparoni (1954), vive a Milano. Critico d'arte e curatore, ha fondato nel 1983 la rivista d'arte contemporanea Tema Celeste e l'omonima casa editrice, che ha diretto fino al 2000. Dal 1996 al 2008 ha insegnato Storia dell'Arte Moderna e Contemporanea presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Catania. Il suo recente libro Arte e Poststoria, Conversazione sulla fine dell’estetica e altro, insieme ad Arthur C. Danto (Neri Pozza, 2019), è di prossima uscita negli Stati Uniti, pubblicato dalla Columbia University Press. È responsabile della sezione arte del quotidiano Domani.

INFORMAZIONI
On the Wall
a cura di Demetrio Paparoni
20 gennaio - 19 marzo 2022
preview stampa: mercoledì 19 gennaio 2022, ore 11
apertura al pubblico: giovedì 20 gennaio, 10 - 19

BUILDING
via Monte di Pietà 23, Milano
mar – sab, 10 – 19


Ufficio stampa
ddlArts
Alessandra de Antonellis | E-mail: alessandra.deantonellis@ddlstudio.net | T +39 339 3637.388

martedì 14 dicembre 2021

ABITARE L’ARCHIVIO - Dalla stupidità allo stupore


Il 15 dicembre alle ore 18.00 l’Archivio Luciano Caruso e TAB | Take Away Bibliographies propongono un webinar di presentazione di percorsi esplorativi e interpretativi delle fonti digitali e fisiche dell’archivio rivolto a educator*, archivist*, artist* e curios*

Negli spazi dell’Archivio Luciano Caruso nel centro storico di Firenze un piccolo gruppo di persone ha partecipato ad un esperimento. L’attività è la prima proposta al pubblico del progetto ABITARE L’ARCHIVIO, esito della collaborazione tra l’associazione Archivio Luciano Caruso, che promuove e valorizza dal 2013 l’opera poetica, verbo-visiva e critica del poeta visivo e artista Luciano Caruso, e TAB | Take Away Bibliographies, un giovane progetto di editoria indipendente e ricerca dedicato alla creazione, raccolta e condivisione di bibliografie multimediali in formato fanzine. 

Con ABITARE L’ARCHIVIO i metodi adottati da TAB per promuovere la ricerca bibliografica in contesti di apprendimento informale entrano nello spazio fisico e digitale dell’Archivio Luciano Caruso: documenti, opere, libri e cartografie dei principali nuclei e raccolte dell’archivio possono essere osservate, maneggiate, lette, vissute da coloro che prendono parte alle attività. I laboratori e workshop ideati per ABITARE L’ARCHIVIO sono stati progettati ed ispirati in particolare dall’opera di Luciano Caruso Continuum n.4 / Stupiditàdel 1970 e dall’etimologia del termine stupidità, che trova radice nel verbo latino stupēre, teso ad indicare una condizione indotta da stupore: un’emozione positiva che dopo un primo stordimento prepara il terreno alla conoscenza. 


L’esperimento - Stupor
Guidati da una fanzine e un archivista, il 10 dicembre i partecipanti all’esperimento sono stati coinvolti nella scoperta e nell'esplorazione degli spazi e delle fonti digitali e non dell’Archivio Luciano Caruso. A partire dalle libere associazioni tra lo stimolo iniziale fornito dalla fanzine attorno all’opera Continuum n.4 / Stupidità e le risonanze con lo spazio e le fonti, ogni partecipante ha scelto, maneggiato, letto ed osservato alcuni artefatti mettendo in atto una strategia di conoscenza spaziale, aptica e cognitiva dell’Archivio. 


ABITARE L'ARCHIVIO - Webinar
L’attività del 10 dicembre, Stupor, è stato un primo test di una delle tre differenti tipologie di attività, ideate per altrettante tipologie di pubblico. Il 15 dicembre alle ore 18.00 alle ore 19.00 l’Archivio Luciano Caruso e TAB propongono infatti un webinar di presentazione dei tre percorsi esplorativi e interpretativi delle fonti digitali e fisiche dell’archivio co-progettate insieme per il progetto ABITARE L’ARCHIVIO pensati rispettivamente per un pubblico scolastico, in particolare per la scuola primaria; quello universitario e di alta formazione in ambito artistico e creativo; infine quello per persone dai 16 anni in su. Gli esiti dell’esperimento di questa ultima tipologia di attività - quello che si è tenuto il 10 dicembre - saranno presentati durante il webinar. 

Educator*, archivist*, artist*, curios* e interessat* sono invitat* a partecipare per scoprire le prospettive di coinvolgimento di ricercatori e ricercatrici non professionist* nella fruizione sperimentale di patrimonio archivistico. 
Per l’occasione sarà presentato anche il nuovo sito dell’Archivio Luciano Caruso archiviolucianocaruso.org, con l’obiettivo di far conoscere questo nuovo spazio digitale di catalogazione e inventariazione digitale.

Il progetto è stato reso possibile grazie al Bando della Regione Toscana Toscanaincontemporanea21.

L’associazione Archivio Luciano Caruso Onlus promuove e valorizza dal 2013 l’opera poetica, verbo-visiva e critica di L. Caruso (1944-2002) e di coloro che ne hanno condiviso le ricerche. Tra i nuclei più importanti la biblioteca d’autore di Luciano Caruso vanta testi su avanguardie storiche e neoavanguardie in particolare futurismo, lettrismo, situazionismo, sperimentazione verbo visiva, libri d’artista. L’Archivio promuove la fruizione del suo patrimonio con la catalogazione e l’inventariazione digitale. Progetta, anche in sinergia con altre istituzioni, convegni, mostre, borse di ricerca e laboratori didattici. 

Attraverso la realizzazione di workshop e fanzine, TAB mira a diffondere, promuovere e favorire le pratiche di ricerca, a partire da quella bibliografica, per rivalutare la capacità di agire, individuale e collettiva, nei processi di apprendimento informale fuori dall'accademia. Le bibliografie sono spesso utilizzate in ambito accademico come giustificazioni scientifiche a sostegno della tesi sostenuta, la risemantizzazione di una delle attività di ricerca più comuni diviene strumento per stimolare riflessione e dibattito. TAB ha collaborato e collabora con artiste e artisti, ricercatrici e ricercatori, attiviste ed attivisti, istituzioni culturali ed enti del terzo settore.

Per informazioni e prenotazioni visita takeawaybibliographies.org/Abitare-l-archivio

contatti
TAB 
IG e FB: @tab_zine
takeawaybibliographies@gmail.com

Archivio Luciano Caruso
IG e FB @archivio_luciano_caruso
archiviolucianocaruso@gmail.com


Altre info su TAB
I passaggi necessari alla realizzazione di una TAB zine possono essere sviluppati, ogni volta, come una pratica a sé stante: il processo decisionale può variare secondo il contesto, il numero di persone e lo specifico pubblico con cui stiamo lavorando, con l’obiettivo di rendere TAB una piattaforma di creazione e condivisione di conoscenza e informazioni quanto più aperto e inclusivo. Questo approccio, ha aperto la strada alla realizzazione di vere e proprie attività laboratoriali di lavoro sulle fonti, come la pratica proposta all’archivio Primo Moroni (Cox 18, Milano - 2019) “Cos’ho in tasca” nel contesto di Nobody’s Business - una piattaforma di ricerca aperta ad artisti, teorici, curatori e organizzatori locali e internazionali, per lo scambio di pratiche nell’ambito della performing art - al laboratorio di (co)decostruzione Facilities co-prodotto con Codesign Toscana per la Scuola Popolare di Villa Romana (Firenze - 2020) e la pubblicazione per il festival di confronto tra arte e scienza CLEPTOCRAZIA, Villa Romana (Firenze - 2021)

A settembre 2021 (dal 13 al 18), TAB è stato parte di CLEPTOCRAZIA, un festival di confronto tra arte e scienza svoltosi a Villa Romana curato da Valeria D’Ambrosio. Attraverso un ciclo di proiezioni e incontri tra artisti/e internazionali e scienziati/e il festival ha approfondito le radici dell’attuale crisi ambientale dovuta a una forma di gestione socio-economica del pianeta di stampo capitalistica, patriarcale e colonialistica. TAB Take Away Bibliographies ha realizzato, collaborando con gli ospiti, artisti/artiste e scienziati/scienziate del festival in veste di contributor, un prodotto editoriale di approfondimento comprendente sei zines, una per ciascuna dei sei temi delle serate (Cambiamento Climatico, Decrescita e Green Economy, Energia nucleare e impatto della radioattività sulla natura, Estrattivismo e sovrasfruttamento delle risorse terrestri, Inquinamento e sfruttamento degli oceani, Epidemie e pandemie). + raccoglitore.

L’Archivio Luciano Caruso– fondato nel 2013 con lo scopo di conservare, ordinare, valorizzare e rendere disponibile on line il proprio patrimonio – ha dato vita, negli anni, a numerose iniziative, anche in collaborazione con altri organismi culturali, divenendo in poco tempo una realtà di spicco nel tessuto culturale fiorentino. I suoi fondi sono entrati a far parte di reti documentarie importanti: la biblioteca è registrata nell’Anagrafe nazionale delle Biblioteche Italiane e, con la mediazione del Sistema Documentario Integrato dell’Area Fiorentina, partecipa all’implementazione del Servizio Bibliotecario Nazionale promosso dal MiBACT. Dal 2015 L’Archivio collabora alla formazione degli allievi della Scuola di Archivistica e diplomatica dell’Archivio di Stato di Firenze con seminari biennali. È stato coinvolto nel Censimento degli archivi d’arte contemporanea in Toscana promosso dalla Regione e dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana in partnership con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e con la collaborazione di Senzacornice; ha partecipato a Verba Picta, mettendo a disposizione la propria esperienza e il materiale conservato. Da questa sinergia si sono originati poi altri studi, come l’edizione, da parte del Mart di Rovereto, del carteggio tra Caruso e Stelio Maria Martini. Rilevante infine il contributo della società SCAFI che ha finanziato una borsa di ricerca su Caruso e l’avanguardia napoletana del secondo Novecento. 

Nel 2019 l’archivio ha organizzato in collaborazione con il Centro Pecci una giornata di studi e ha in programma con il Museo Novecento di Firenze un secondo progetto espositivo dedicato a Caruso. La valorizzazione del patrimonio culturale conservato nell’Archivio Caruso è legata anche alla creazione di un nuovo sito web e di un programma per navigare e ricercare on line tra i materiali dell’archivio grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio.

Tra i progetti svolti in collaborazione con altre istituzioni si segnala la serata di poesia sonora a cura dell’Archivio presso Villa Romana nell’ambito del progetto Scuola Popolare, con l’ascolto di testi tratti dall’Archivio, in parte registrati e in parte declamati da Antonio Petrocelli (Firenze, 9 settembre 2020). L’Archivio inoltre è partner del progetto regionale del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte, Spettacolo dell’Università degli Studi di Firenze, in collaborazione con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, per il censimento, la descrizione e la digitalizzazione dei materiali relativi ai più significativi eventi, opere, artisti e luoghi dell’arte contemporanea in Toscana dal 1980 al 2000. 

Ha collaborato con il Museo MACRO di Roma nelle ricerche per la mostra Diaconia. La scrittura e l’arte.

Mostra a cura di Lisa Andreani, in collaborazione con la Collezione Maramotti. (Roma 15 luglio – 24 ottobre 2021).

Infine con l’istituto Italiano di Cultura ad Amsterdam, l’Archivio Luciano Caruso sta realizzato Declamazione Futurista, testi futuristi scelti e interpretati da Antonio Petrocelli.

 

Z/000 GENERATION - Presentazione catalogo


Si svolgerà il 17 dicembre 2021 alle ore 18 presso il Teatro Kursaal Santalucia di Bari la presentazione del catalogo Z/000 GENERATION, Artisti pugliesi 2000>2020, restituzione della mostra omonima inaugurata ad ottobre 2020, Bari, promossa da Regione Puglia, Pugliapromozione, Teatro Pubblico Pugliese e Comune di Bari nell’ambito di Festa del Mare 2020, con il patrocinio della Fondazione Museo Pino Pascali. 

Ingresso libero nel rispetto delle normative vigenti fino a esaurimento. Si consiglia la prenotazione su Eventbrite (link in basso). Interverranno Ines Pierucci, Assessore alla Cultura del Comune di Bari, e Aldo Patruno, Direttore Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio Regione Puglia, Giuseppe Teofilo, presidente della Fondazione Pino Pascali, Christian Caliandro, curatore della mostra, Antonella Marino, giornalista e critico d’arte, le artiste e gli artisti della Z/000 generation.

La mostra svoltasi presso il Teatro Polifunzionale AncheCinema, fotografava il momento storico tra la fine anni Novanta e inizio degli anni Zero e ritrae la generazione di artisti pugliesi (provenienti dalle province di Bari, Lecce, Taranto, BAT) cresciuta, in quel tempo e in quello spazio, attorno e insieme alla figura carismatica – purtroppo scomparsa prematuramente – del tarantino Cristiano De Gaetano(1975-2013): Carlo Michele Schirinzi, Pierluca Cetera, Nicola Vinci, Nicola Curri, Patrizia Piarulli, Natascia Abbattista, Stefania Pellegrini, Giuseppe Teofilo, Raffaele Fiorella, Mariantonietta Bagliato. 

L'accesso per i partecipanti che avranno effettuato la registrazione all'evento sarà possibile dalle ore 17:30 in modo tale da velocizzare le procedure di regolarizzazione previste nel rispetto delle misure di tracciabilità dovute al Covid-19. 

Accesso con mascherina e Super Greenpass, nel rispetto delle normative vigenti.

Data e ora
ven 17 dicembre 2021
18:00 – 20:00 CET

Kursaal Santalucia
5 Largo Adua 
70121 Bari 

Prenotazioni  https://www.eventbrite.it/e/biglietti-z000-generation-presentazione-catalogo-221841904107?aff=ebdssbdestsearch&keep_tld=1&fbclid=IwAR3bVv7gaz9HxVtlrjH2gBLRe0reYfq-5mk2TWj_dcyl_fyYuKi5GGuLc5k