martedì 31 agosto 2021

Contro il consumo di suolo indiscriminato l’arma più potente è la cultura. A Galatina il progetto “Di Terra di Mare di Cielo”

 


Comunicato stampa

Contro il consumo di suolo indiscriminato
l’arma più potente è la cultura.

A Galatina il progetto “Di Terra di Mare di Cielo”
Venerdì 3 settembre 2021 – ore 19.30
ex Monastero delle Clarisse di Santa Chiara - Piazzetta Galluccio, Galatina (LE)

Secondo il rapporto sul “Consumo di suolo in Italia”, presentato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, nel 2020 le colate di cemento nel nostro Paese non si sono mai fermate nonostante il periodo di blocco del lockdown. Per ogni italiano ci sono 360 mq di cemento e la crescita negli anni è stata costante e irrefrenabile. Si pensi solo che negli anni ’50 i mq di cemento a disposizione di ogni italiano erano 160. L’incremento maggiore, secondo il rapporto, si è avuto in Lombardia, con 765 ettari in più in 12 mesi. La Puglia si attesta al terzo posto, dopo il Veneto, con un incremento di 493 ettari a testa.

Per quanto riguarda i Comuni, è Roma il Comune italiano che più ha trasformato il suo territorio in quest’ultimo anno con un incremento di superficie artificiale di 123 ettari. Al secondo posto, c’è Troia, nel Foggiano, con 66 ettari di incremento. Nell’elenco, ma più in fondo, anche Brindisi, Foggia e Bari.

 

Di Consumo del suolo parleremo venerdì 3 settembre 2021, a partire dalle 19.30, nell’ex Monastero delle Clarisse di Santa Chiara, in Piazzetta Galluccio a Galatina (LE) in una nuova tappa del progetto “Di Terra di Mare di Cielo”nato da un’idea della storica dell’arte Lia De Venere, realizzato dall’Associazione Culturale ETRA E.T.S. e promosso dalla “Teca del Mediterraneo”, la Biblioteca multimediale del Consiglio Regionale della Puglia.

 

Il progetto torna ad illuminare le più belle e attive biblioteche della regione con temi che raccontano di presente e di futuro.

 

<<Il progetto "Di terra di Mare di Cielo" ha subìto una lunga interruzione a causa della crisi pandemica, ma il successo registrato nelle prime tre tappe del nostro viaggio a Trani, Martina Franca e Monopoli – ha affermato la storica dell’arte e direttrice artistica del progettoLia De Venere - ci ha convinti della necessità di completare il percorso delineato nel 2019 per riflettere attraverso parole e immagini, libri e opere d'arte, sul futuro del nostro pianeta. Di grande rilievo e pressante attualità i temi proposti nelle diverse tappe, dai rischi naturali all’agricoltura sostenibile, dal problema dei rifiuti alle energie rinnovabili sino ai cambiamenti climatici. La tappa di Galatina sarà dedicata a un problema cruciale, quello dell'indiscriminato consumo di suolo, che nasce spesso da interessi speculativi e non da reali necessità e che contribuisce al verificarsi di gravi dissesti idrogeologici >>.

 

Alla serata, organizzata in collaborazione con l’amministrazione comunale, interverranno il sindaco Marcello Amante, l’assessore al Polo Bibliomuseale e all’Ambiente Cristina Dettù e la Presidente del consiglio regionale pugliese Loredana Capone. Sarà quest’ultima a consegnare alla Biblioteca oltre 30 volumi scelti per approfondire i problemi ambientali.

<<Sono felice che questa bellissima iniziativa possa tornare finalmente ad animare, con la bellezza dell’arte e il fascino dei temi trattati, le biblioteche di Puglia – ha dichiarato la presidente Loredana Capone - Riprendiamo da uno dei centri più belli della nostra regione, Galatina, e al centro della discussione un tema cruciale per il nostro presente e il nostro futuro: il consumo del suolo. L’attenzione all’ambiente, la sua salvaguardia e promozione, sono la sfida principale che le classi dirigenti del pianeta devono saper cogliere e vincere. Il tempo stringe e non possiamo trovarci impreparati. Lasciatemi esprimere un’ulteriore soddisfazione per l’aver scelto le biblioteche comunali come luogo naturale nel quale accogliere serate come questa. Ho sempre pensato che questi contenitori siano la spina dorsale dello studio, del fermento e della crescita di una comunità>>.

 

<<La nostra biblioteca "P. Siciliani" – ha dichiarato il sindaco di GalatinaMarcello Amante – è tra le 6 scelte, in tutta la Puglia, per la realizzazione di questo progetto. Si parla tanto di cambiamenti climatici, dello sfruttamento della natura da parte dell’uomo, con evidenti conseguenze negative sul pianeta intero. Tuttavia, non possiamo dimenticare che l'uomo stesso ha bisogno di tutti quegli elementi, la terra, il mare, il cielo, che oggi più che mai avanzano richieste di aiuto. Sono onorato come Sindaco della Città di Galatina di ospitare l'iniziativa promossa dalla Biblioteca del Consiglio regionale della Puglia "Teca del Mediterraneo", a voler suggellare un rapporto profondo che ci lega alla nostra Regione anche in un'ottica di sviluppo culturale e sociale>>.

 

<<L'educazione ambientale, il rispetto verso la natura e l'attenzione per il mondo che ci circonda sono parte integrante della cultura, del sapere e della conoscenza di un popolo – ha detto Cristina Dettùassessore al Polo Bibliomuseale e all'ambiente di Galatina - Tutto il settore ambientale, oggi, chiede di intervenire in via d'urgenza, senza aspettare altro tempo. E per fare ciò è necessario partire, sin da subito, alimentando la cultura del bene comune, del rispetto verso la natura che è casa di tutti. L’uomo ha il dovere di consegnare alle generazioni future un mondo migliore. Il progetto della Teca del Mediterraneo ci aiuta in questo obiettivo e lo fa attraverso la voce di esperti e le opere di artisti perché parlare di ambiente è prima di tutto una questione culturale>>.



 

Ai saluti istituzionali, seguirà la presentazione, da parte della storica dell’arte Lia De Venere, di Jasmine Pignatelli.

L’artista, che vive e lavora tra Bari e Roma, è impegnata in un personale percorso nella scultura e le sue opere ben rappresentano ciò che pensa sulle tensioni dinamiche dello spazio e su tematiche di rilevanza sociale. Nel 2019 presenta a Bari (e nel 2021 sul lungomare Taulantia a Durazzo) l’opera pubblica Sono persone, in ricordo dell’arrivo della nave Vlora (8 agosto 1991) e tiene al MUSMA di Matera la mostra Heimat. Vince il Premio Memorie del Trust Floridi Doria Pamphilj (2018), mentre è del 2017 l’opera pubblica permanente Locating Laterza, Segnali d’Arte, realizzata nell’ambito di un progetto del Segretariato Regionale MiBACT.

A Galatina presenterà l’installazione intitolata Landless: tre figure geometriche – quadrato, triangolo, cerchio – sulla cui superficie si intravedono sezioni di antiche mappe geografiche. La loro presenza si fa metafora di una visione del mondo che privilegia il presidio dei confini fisici e l’isolamento dei popoli. Per Jasmine Pignatelli perdere la terra non è solo una questione di ordine materiale, ma anche una grave sconfitta dal punto di vista culturale.

 

Ad approfondire il problema del consumo del suolo, sarà Paolo Pileri autore di “100 parole per salvare il suolo. Piccolo dizionario urbanistico-italiano” (Altrɘconomia, Milano 2018).

Pileri è docente ordinario di Pianificazione e progettazione urbanistica al Politecnico di Milano. È membro di gruppi di ricerca nazionali e internazionali e consulente scientifico di ministeri, enti pubblici e amministrazioni locali. Si occupa di suolo, consumo di suolo ed effetti ambientali, e di progettazione di infrastrutture cicloturistiche in chiave antifragile. Ideatore e responsabile scientifico del progetto VENTO, il percorso cicloturistico che sarà realizzato lungo il fiume Po. Tiene la rubrica «Piano Terra» sulla rivista Altreconomia. È stato finalista al Premio Alessandro Leogrande 2021 con il libro “Progettare la lentezza” (ed. People). Nel suo libro svela il significato di oltre 100 parole dell'urbanistica, per insegnare ai lettori a "tradurre" in italiano e interpretare la legge della propria Regione, il piano del Comune o una sentenza del Tar, e denunciarne le incongruenze.

Dialogherà con l’autore, Maria Antonietta Aiello, docente di Tecnica delle Costruzioni, delegata all’edilizia e alla sicurezza dell’Università del Salento.

 

L’ingresso è libero, sino ad esaurimento posti, previa presentazione del Green pass.  

 

Ufficio Stampa “Di Terra di Mare di Cielo”:

 

lunedì 30 agosto 2021

Dario Picariello - L’acqua le bagna come il vento le calpesta

Dario Picariello, Non mi mandà più baci pe la strada, 2021
Stampa fotografica a contatto su organza, ventilatori, stativi fotografici, carta blueback, 460x100x50 cm. ca

Sabato 11 settembre, LABS Contemporary art è lieta di presentare L’acqua le bagna come il vento le calpesta, personale dell’artista Dario Picariello. In mostra verranno presentate tre grandi installazioni inedite della serie Cicli, produzione avviata nel 2020 che prende spunto dalle tradizioni dei canti popolari meridionali. Il percorso della mostra è accompagnato da un testo critico di Eugenio Viola, Capo-curatore del Museo de Arte Moderno de Bogotá – MAMBO, Colombia e prossimo curatore del Padiglione Italiano alla Biennale d'Arte del 2022.

Gli interventi installativi, realizzati con diversi materiali e tecniche, sono messi in mostra grazie all’impiego di attrezzatura del backstage fotografico, come ombrelli o stativi. L’attenzione è rivolta al medium fotografico, ponte di unione tra il passato e presente: le immagini fotografiche vengono modificate digitalmente, trasferite con acidi su tessuti oppure stampate su carta blueback fatta a striscioline, per essere poi utilizzata per ricamare parole, secondo pattern decorativi di abiti cerimoniali o immagini naturali.

I canti selezionati per questa occasione hanno origini e periodi differenti; a intrecciarli il tema comune della violenza, sia essa fisica, verbale o psicologica. Ogni opera racconta una difficile problematica, presentata attraverso brevi versi intrecciati su tessuti.

Il primo lavoro, Cinquantaquattro, riprende un canto tradizionale orale nell’Alto Jonio Cosentino per mostrare le difficili condizioni di lavoro dei braccianti nei campi. Il lavoratore, disposto a sottoporsi a dure fatiche, pur di non perdere la propria occupazione, unica fonte di sostentamento per tutta la sua famiglia, crea un rapporto di “dipendenza” con il proprietario terriero. Fenomeno tutt’oggi riscontrabile e di cui spesso sono protagoniste le classi subalterne, costrette ad accettare ogni sorta di sopruso pur di non perdere il proprio lavoro o incorrere nella pubblica umiliazione.

L’opera intitolata Le buone misure riprende i versi di A Partannisa, canto di ragazze nella raccolta delle olive, antichissima canzone popolare siciliana. Un appello di una ragazza che prega la mamma di non mandarla al mulino per non sottostare agli abusi del mugnaio.

La terza installazione, infine, mette in scena una relazione amorosa mai consumata e giunta a un capolinea. Echeggiano nell’aria i versi di Strambellate, stornello cantato in prima persona:


“non mi mandà più baci per la posta
che per la strada perdono il sapore
se tu me li voi dare dammegli in bocca
così si proverà cos’è l’amore [...]”

La mostra si conclude con l’esposizione di due fotografie esposte come una sorta di polittico. Le immagini presentate sono il risultato di un procedimento digitale: la fotografia viene letta da un software non adatto a codificarne il formato digitale originale, producendo un errore, o glitch. L’immagine ottenuta viene stampata a contatto su carta, restituendoci apparizioni che si collocano in una spazialità indefinita e vibrante.

Dario Picariello è nato ad Avellino nel 1991. Vive e lavora a Milano.
Ha conseguito la laurea in Arti Visive presso l'Accademia di Belle Art di Urbino e il Master in Photography and Visual Design presso la Nuova Accademia delle Belle Arti di Milano – NABA.
La sua ricerca si avvale di differenti mezzi espressivi per dare vita a opere che restituiscono una narrazione tra passato e presente, spesso esposte grazie all’impiego di attrezzatura del backstage fotografico come ombrelli o stativi. Ciò che interessa l’artista è la possibilità, attraverso uno studio scientifico, antropologico e folkloristico di poter fare rivivere un luogo con la sua storia presentando al pubblico una più ampia narrazione vicina ai temi dell’esistenza umana.

Mostre personali:
2018 A fuoco continuo, a cura di Stefano Volpato, TRA, Trevisoricercaarte, Treviso
2017 Officine dell’Umbria, a cura di Maurizio Coccia e Mara Predicatori, Palazzo Lucarini, Trevi
2016 Mascarata, testo critico di Eugenio Viola, Casa Raffaello, Urbino

Mostre collettive (selezione):
2021 E dice che nemmeno la vita è mia, a cura di Stefano Volpato, Emporio Centrale02, FormeUniche, Milano
2021 Innesti21, a cura di Luigi Codemo, Villa Clerici, GASC, Milano
2021 Finalista del Premio Etherea, Etherea Art Gallery, Palazzo Ducale, Genova
2021 Finalista del Premio Francesco Fabbri, Villa Brandolini, Pieve di Solingo
2020 Sum Art, Mucciaccia Contemporary, Roma
2019 12 ARTISTS OF TOMORROW, Mucciaccia Contemporary, Roma
2019 Scusate il disturbo, PAC, Padiglione di Arte Contemporanea, Milano
2018 We all punk, Mare Culturale Urbano, Milano
2018 La città del sole, Bocs Art, Cosenza
2018 You Can Do It and You Must Do It, Villa delle Rose, Bologna
2018 Here3, Cavallerizza Reale, Torino
2017 Finalista del Premio Cramum, Museo del Duomo di Milano, Milano

Pubblicazioni:
Scusate il disturbo, in collaborazione con PAC, Sotheby’s, il Volo, Milano, 2019
A fuoco continuo, a cura di Stefano Volpato, TRA, Multiplo, Treviso, 2018
Palazzo d’Avalos e l’ex carcere di Procida. Il complesso monumentale rinascimentale tra passato,
presente e futuro, a cura di Rosalba Iodice, Nutrimenti, Roma, 2017
Mascarata, a cura di Eugenio Viola, Baskerville, Bologna, 2016
Nutrimentum, a cura di Umberto Palestini e Chiara Pozzi, Baskerville, Bologna, 2015
La Muta del III Millennio, a cura di Umberto Palestini, Baskerville, Bologna, 2015
Nuove Identità̀, a cura di Ludovico Pratesi, Sat, Urbino, 2015
Premio Internazionale Lìmen Arte, a cura di Lara Caccia, Vibo Valentia, 2015



Dario Picariello, Cinquantaquattro, 2021
Stampa fotografica a contatto su seta, carta blueback, ombrello da studio fotografico in seta, Ø200 x 75 cm ca



Dario Picariello
L’ACQUA LE BAGNA COME IL VENTO LE CALPESTA
Opening 11 settembre 2021, ore 16-21
14 settembre – 13 novembre 2021

Labs Contemporary Art
Via Santo Stefano 38, Bologna

Orari
Martedì-sabato: 10-13 e 15-19 o su appuntamento

Informazioni
Tel. +39 348 9325473 | 051 3512448
#labscontemporaryart



mercoledì 25 agosto 2021

Rudy Pulcinelli. Riflettere

Pulcinelli Rudy, RISVEGLI 2, 2021, legno combusto, filo di ferro cotto e acciaio, 42x34x26 cm_2


Il celebre Artista toscano RUDY PULCINELLI apre la nuova stagione da PUNTO SULL’ARTE, a Varese con una mostra personale in cui presenterà in anteprima la grande installazione Risvegli e nove opere inedite di varie dimensioni. In esposizione ci saranno un totale di 29 opere, spaziando da piccoli formati a grandi opere di carattere installativo. 

La mostra di PULCINELLI – che oramai da tempo trascorre diversi mesi all’anno in Cina – è un invito al dialogo e alla condivisione, tutto giocato su un elegantissimo contrappunto di contrasti: tra il caos e l’ordine geometrico, i pieni e i vuoti, il bianco abbagliante e scuri toni terrosi. Protagoniste del suo lavoro sono le lettere di sette diversi alfabeti, i più diffusi al mondo (greco, cirillico, ebraico, arabo, cinese, latino e giapponese), che l’artista sceglie da un lato per il loro valore simbolico, dall’altro per la purezza delle forme, che nelle sue opere si incastrano l’una nell’altra sempre – e tassativamente – seguendo una logica estetica. È questo uno dei maggiori punti di fascino del suo lavoro: la capacità di muoversi in perfetto equilibrio tra un concettuale intriso di significati stratificati da un lato e una pulizia estetica impeccabile dall’altro.

Mescolare i linguaggi significa dunque per l’artista ritrovare un’unità perduta, riallacciare dialoghi che paradossalmente sembrano farsi sempre più complessi in un mondo in cui siamo tutti vicini e interconnessi. L’artista evita accuratamente che nei grappoli di lettere, negli incastri, nelle fioriture sia possibile una lettura, una decrittazione, proprio perché lo spettatore non sia distratto dal particolare e cominci a guardare quei mucchi di forme come l’universale che rappresentano, sentendosi anche lui – come individuo – un’unità capace, insieme agli altri, di ridare vita alla comunicazione tra i popoli.

Dal ferro laccato bianco all’acciaio Corten, dal legno combusto, alla carta, al cemento, i materiali servono a Pulcinelli per rafforzare il messaggio. Così, nell’installazione Risvegli, è da legni combusti – e dunque apparentemente esausti – che sgorgano le lettere della rinascita; mentre nella grande opera museale È un tuo diritto la cultura viene proposta come un nutrimento indispensabile attraverso lettere di carta cotone contenute in ciotole generalmente destinate al cibo.

Il vernissage della mostra dal titolo RIFLETTERE si terrà DOMENICA 12 SETTEMBRE dalle 14 alle 18 presso la sede di Viale Sant’Antonio 59/61e l’Artista sarà presente in galleria.L'evento è realizzato nel rispetto delle norme di sicurezza e l'ingresso alla galleria sarà contingentato. È consigliabile prenotare un appuntamento per assicurarsi una visita nell'orario desiderato. Nel corso dell’inaugurazione saranno individuati due o tre momenti in cui la curatrice presenterà brevemente al pubblico l’essenza della mostra.

Un CATALOGO BILINGUE, con la riproduzione delle opere esposte e il testo di Alessandra Redaelli sarà realizzato da PUNTO SULL’ARTE. 

Per una visita più completa i visitatori sono inoltre invitati a portare un paio di auricolari e lo smartphone in modo da poter accedere al materiale audiovisivo creato per la mostra tramite QR code.

RUDY PULCINELLI - Nasce a Prato nel 1970. Frequenta l’Istituto d’Arte Petrocchi di Pistoia e successivamente la facoltà di Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze. Nel 1997 espone per la prima volta all’estero negli Stati Uniti. Da quel momento intraprende un percorso internazionale che lo porta a esporre il suo lavoro in gallerie private e spazi pubblici in Arkansas, Louisiana, Virginia, Emirati Arabi, Francia, Spagna, Olanda, Germania, Austria, Uruguay, Thailandia, Cina, Marocco e Argentina. Nel corso della sua carriera riceve numerosi riconoscimenti e premi tra cui: il Premio The Next Generation(1999), il Fiorino d’Orodel Premio Firenzenella sezione scultura (2000) e l’Europol International Art Prize(2011 – L’opera premiata è stata installata in modo permanente all’interno della sede dell’Europol – The European Police Office a l’Aia, nei Paesi Bassi)Le sue opere sono entrate a far parte di importanti collezioni pubbliche e private tra cui: la collezione permanente del City Hall di Charlottesville in Virginia (U.S.A.), Museo Paolo VI Arte Moderna e Contemporanea di Brescia, Pinacoteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Lucca Center of Contemporary Art, Fundacion Pablo Atchugarry Museo di Arte Contemporanea in Uruguay, Europol HQ, Aia nei Paesi Bassi, Silpakorn Art Center, Bangkok. Nel 2013 ha realizzato l’installazione permanente site specific White Connectionspresso il Museo Baimamedo Tibetan Art Center, 798 Art Zone di Pechino in Cina e, nello stesso anno, viene selezionato per il progetto Residence d’Artistespresso il Centre d’Art Contemporain Essaouira in Marocco. Nel 2014 viene invitato a far parte della giuria del 798 ICAF, International Children Art Festival a Pechino, eseguendo anche una serie di workshop creativi durante la manifestazione. Nello stesso anno partecipa alla II Biennale d’Arte Contemporanea di Casablanca in Marocco con l’opera Le Repas Quoditien. Nel 2015, durante la Festa della Repubblica Cinese, crea un’installazione site specific in una delle vie principali del 798 Art Zone di Pechino. Nei mesi successivi la stessa installazione viene esposta in altri due spazi della capitale: al Tian Qiao Center for Performing Art e nella Beijing News Publishing House. Nel 2018 crea Dialogue, scultura in ceramica smaltata, realizzando una tiratura esclusiva per il progetto Legame, commissionato da Unicoop Firenze e realizza l’installazione site specific Dialoghiin Piazza Bruno Buoni a Brescia. Nel 2019, durante il Fuorisalone di Milano, presenta una scultura monumentale all’interno del Romana Design District. Muovendosi dalla scultura sempre più verso l’installazione, Rudy Pulcinelli sviluppa una ricerca raffinata e intellettuale incentrata sul tema del dialogo e dell’individuo come unità di misura del valore potenziale del genere umano: nella babele contemporanea di popoli ed etnie drammaticamente consumati da lotte intestine, dove la considerazione di una vita umana diviene talvolta tristemente esigua, Pulcinelli, utilizzando il simbolismo delle forme e delle sagome di lettere tratte dai 7 alfabeti più diffusi al mondo, cerca di legare il concetto di comunicazione a quello di memoria. Concetti che insieme rivestono un ruolo importante per costruire le basi del suo linguaggio scultoreo-installativo estremamente contemporaneo, mediatico ed emotivo. Una sorta di codice di comunicazione artistico teso a sottolineare la necessità di investire sull’individuo, sulla sua storia e sul suo futuro, all’insegna della tolleranza e della valorizzazione delle particolarità di ciascuno, siano essi etniche, linguistiche o culturali, perché possano essere percepite non come ostacoli, ma come opportunità. Le lettere forgiate nella materia scultorea, in acciaio corten o polistirolo, oppure suggestivamente e sapientemente evocate attraverso l’utilizzo di luci e ombre, riflettono microcosmi (individui) in dialogo tra loro all’interno di macrocosmi (collettività), a loro volta comunicanti. In tal modo Pulcinelli giunge a sottolineare il valore intrinseco dell’essere umano, da coltivare attraverso l’educazione e l’istruzione come diritto inalienabile e come chiave di volta per rispondere al bisogno di comunicazione che è necessità primaria e cibo spirituale di ogni essere umano. Dal 1997 espone regolarmente in gallerie private e luoghi pubblici in Italia e all’estero e partecipa alle più importanti Fiere di settore. Le sue opere fanno parte di collezioni private in tutto il mondo. Vive e lavora tra Prato e Beijing.



RUDY PULCINELLI
Riflettere
a cura di Alessandra Redaelli

Vernissage: DOMENICA 12 SETTEMBRE,dalle 14 alle 18
Periodo: 12 Settembre – 16 Ottobre 2021
Luogo: PUNTO SULL’ARTE, Viale Sant’Antonio 59/61, Varese
0332 320990 I info@puntosullarte.it 
Orari: Martedì - Sabato: 9.30-17.
Catalogo: Testo critico di Alessandra Redaelli

TRULLO 227_Le Origini

Sabino de Nichilo, Revenant, gres, smalti, lustro oro, legno, canapa, 2020


Un doppio opening, il 4 e il 5 settembre per la quinta edizione del Trullo 227, arte contemporanea e land art dentro e intorno al Trullo Nicolò a Martina Franca. L’evento di quest’anno si trasforma e si sviluppa per diventare un progetto a lungo termine. Il programma è partito nel 2020 con la realizzazione di un blog, https://trullo227.wordpress.com/racconti/ contenitore di ricordi, voci e video su Le Origini (tematica di questa quinta edizione) accompagnato dalle foto di Vincenzo Mattei che registrano visivamente le testimonianze raccolte e pubblicate online. Proprio l’insieme delle storie e delle riflessioni presenti nella “banca dati” digitale hanno ispirato i dieci artisti (Damiano Azzizia, Gianfranco Basso, Giovanni Battimiello, Pierluca Cetera, Sabino De Nichilo, Alessia Lastella, Ezia Mitolo, Pantaleo Musarò, Massimo Ruiu, Raffaele Vitto) invitati quest’anno alla mostra TRULLO 227_Le Origini, a cura di Graziella Melania Geraci. L’evento pop-up vedrà per due giorni (4-5 settembre) l’arte contemporanea invadere gli spazi interni del Trullo Nicolò ribaltandone l’estetica, mentre le installazioni e le opere di land art rimarranno nella campagna circostante fino al 4 ottobre. 

Le opere presentate apriranno differenti scenari che declinano personali interpretazioni e linguaggi. Se Sabino de Nichilo accompagna e avvolge con una lucidissima e colorata ceramica i tronchi spiaggiati, testimonianza di relazioni e comuni origini culturali, Massimo Ruiucita iconografie antiche con accezioni contemporanee, gioca con slogan quanto mai attuali e trasforma con le sue chiocciole i coni dei trulli. Le piccole e solitarie opere di Damiano Azizzia parlano di angoli di quotidianità arcaiche, identiche ed eterne, fisse nel tempo delle origini. Lo spettatore è chiamato a relazionarsi con le figure dipinte su due sfere da Pierluca Cetera, rappresentanti l’universo maschile e quello femminile, mentre il gesto antico del ricamo di Gianfranco Basso assurge a conduttore di memorie ataviche. I cervelli di Ezia Mitolo prendono vita dalle pietre della Valle d’Itria e grazie all’azione del sole ritornano alle origini, il pane di Raffaele Vitto, plasmato con la terra di Martina Franca, viene pesato e venduto al prezzo del pane vero. L’installazione di Giovanni Battimiello conduce attraverso la luce al percorso uditivo dei racconti distorti che parlano del passato e del presente. Le erbe intrecciate da Alessia Lastella si svincolano dal terreno dando inizio alla ricerca di un nuovo percorso da seguire fino quasi a voler sfiorare il cielo mentre lo spazio costruito da Pantaleo Musarò riporta al centro l’uomo e le relazioni attraverso il tronco di un ulivo colpito dalla xylella che diventa nell’area circolare il simbolo di un’umanità consumata. 

                               

In occasione dell’opening del 4 e del 5 settembre dalle 19.00 Barbara Gortan leggerà le sue poesie entrando in relazione con una delle installazioni poste nel terreno adiacente il trullo mentre Enzo Ferrari sussurra con le sue immagini momenti di vita quotidiana, riscoperta di origini chiuse in oggetti e luci che ci appartengono ora come in passato.

"Mi piacerebbe che l’arte contemporanea raccontasse le origini a cui eravamo abituati a pensare prima del Covid, quelle che sono rimaste invariate e quelle cambiate, ma anche quelle personali, l’origine di una evoluzione o di una rivoluzione interiore o di un pensiero, l'origine come storia di un luogo e delle persone che lo hanno vissuto. Vorrei che il blog diventasse un documento utile per la ricostruzione di un ricordo collettivo”. Così definisce la propria scelta Graziella Melania Geraci che ha raccolto nel blog i racconti dei contadini della Valle d’Itria che ancora lavorano la terra con passione, degli industriali e degli stranieri che vivono in zona, degli avvocati, dei politici e dei poeti in una finestra online che rimarrà aperta per nuovi contributi futuri.

L’apertura dell’evento si terrà il 4 settembre dalle ore 17.00 presso il Trullo Nicolò in via Ostuni 227 M, Martina Franca (TA)



TRULLO 227_Le Origini
A cura di Graziella Melania Geraci 
4 | 5 Settembre 2021 dalle ore 17.00

Reading dalle h. 19.00
Presso: Trullo Nicolo’, Via Ostuni 227 zona M, Martina Franca (TA) (digitare su google map Trullo Nicolò)

Damiano Azzizia | Gianfranco Basso | Giovanni Battimiello | Pierluca Cetera | Sabino De Nichilo | Alessia Lastella | Ezia Mitolo | Pantaleo Musarò | Massimo Ruiu | Raffaele Vitto. 


INFO +393475999666 -
Trullo Nicolo’, Via Ostuni 227 zona M, Martina Franca (TA), +39 475999666 grazie.geraci@gmail.com

mercoledì 11 agosto 2021

Avvistamenti (non) è un Festival - XIX edizione

Paolo Gioli, Volto in-cera, 1987 Polaroid 1065x1280 


Il Cineclub Canudo organizza, dal 18 al 20 agosto 2021nell'atrio del Castello Svevo Angioino di Bisceglie, gestito da Zona Effe Aps, la diciannovesima edizione di Avvistamenti (non) è un Festival, con la direzione artistica di Antonio Musci e Daniela Di Niso. 

Questo progetto è realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (VIII edizione, 2020), programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo, della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, dell’Assessorato alla Cultura, Tutela e Sviluppo delle imprese culturali e del Turismo della Regione Puglia, di Apulia Film Commission e della Città di Bisceglie.

Si parte mercoledì 18 agosto alle ore 20.30 con la proiezione del documentario Laboratorio Gioli, un'intervista al maestro realizzata nel 2006 da Bruno Di Marino, studioso di immagini in movimento. Alle ore 21, sarà proiettato il documentario “Paolo Gioli: Antologica/Analogica”, con la regia di Lorenzo Scaraggi, a testimonianza delle omonime mostre di Lecce e Bisceglie. Alle 21.30ci sarà il primo omaggio a Paolo Gioli, con la sonorizzazione dal vivo, intitolata Listen to Gioli's eye (on Talbot/Duchamp/Rothko),che Walter Forestiereeseguirà in anteprima dei tre film, Finestra davanti a un albero(1989), Immagini travolte dalla ruota di Duchamp(1994) e Rothkofilm(2008), che sono a loro volta, altrettanti omaggi che Gioli dedica rispettivamente a Talbot, Duchamp e Rothko. A seguire, per la sezione Made in Italy, Francesco Giannico ci condurrà in un viaggio tra paesaggi sonori privi di connotazione geografica con la performance audiovisiva inedita intitolata The Path.

Il 19 agosto alle ore 20 si prosegue con la presentazione del libro Nel centro del quadro. Per una teoria dell'arte immersiva dal mito della caverna alla VR (Aesthetica Edizioni), di Bruno Di Marino, che dialogherà con Lia De Venere,storica e critica d'arte, già docente di Storia dell'arte contemporanea all'Accademia di belle arti di Bari. Alle 21.30ci sarà il secondo omaggio a Gioli, intitolato Play Gioli, che prevede le sonorizzazioni di Piccolo film decomposto(1986) e Metamorfoso(1991), eseguite dal vivo dal compositore Gabriele Panico. A seguire, per la sezione Made in Italy, la live performance inedita di Warshadfilm(Samira Guadagnuolo e Tiziano Doria)intitolata Selce, che sonorizza – con voce e suoni elettronici – una proiezione cinematografica di film originali, effettuata con 4 proiettori in pellicola 16mm.

Il 20 agosto, alle ore 20, si terrà una tavola rotonda su un tema di grande interesse: Arte contemporanea in Puglia: progetti e visioni, con la partecipazione di Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia, diLorenzo Madaro, curatore e docente di storia dell’arte all'Accademia di belle arti di Catania e di Santa Nastro, caporedattore Artribune e responsabile comunicazione Fondazione Pascali.

Si prosegue alle ore 21,30la sezione Made in Italysi apre con la performance inedita Sounds from a timeless dimension, frutto della più recente collaborazione tra il video artista Davide Pepe e il musicista norvegese Edvard Doling che musicherà alcuni dei suoi ultimi lavori sull'osservazione della realtà in assenza di tempo. In conclusione Loredana Antonelli e Ludovica Manzodaranno vita alla performance multimediale Serpentine, un flusso continuo in cui texturedi suoni elettronici, brani originali e l'esplorazione timbrica della voce nuda di Ludovica Manzo sono immersi nei potenti live visualcreati dall'artista multimediale, regista e performer Loredana Antonelli.

Nelle tre serate del festival saranno esposti in mostra i 12 lavori selezionati dal collettivo Zeugma attraverso la call Landscape2021, il cui scopo è realizzare un'antologia del paesaggio, frutto della collaborazione tra soundartist e videoartisti. I titoli selezionati sono: 

A Journey To Romagna(Paolo Monti, Roberto Beani), Finfinne/Filwoha(Cristina Picchi, Diego Schiavo), Interferenze Diafane(A. Ragazzo, M. Martignoni), ènosi(Athanasios Aléxo, Claudia Ferretti Isonde), vico pace numero zero - sera(David Power, Valentina Ciniglio, Giuseppe Pisano),Aparein(C. Angeloro, L. D'Elia, G. Siniscalchi, J. Moscaritolo, M. Ciuca, G. Seveso), Dear Future(Francis Sosta), Jupiter (1)(Francesco Russo, Michele Forte e Michele Cornacchia), Abbiamo perso sul fronte di Milano(Alessio Alonne, Sei Iturriaga Sauco), Mille e uno sul livello del mare(Andrea Nevi , Eleonora Beddini), Jupiter(Giovanni Rossino, Luigi Mastandrea), 净 ZIN(Rui Jiapeng, Wang Jingyun, Wang Jingyun, Rui Jiapeng).

Avvistamenti è un progetto apolide e intermediale che esplora la cinematografia sperimentale nel suo complesso rapporto con le altre arti. Dal 2002 promuove un approccio innovativo al video d’autore, collocandolo nell’ambito delle arti performative. Avvistare vuol dire “guardare lontano”, ma anche “vedere in anticipo” e orientare la rotta verso nuovi linguaggi da esplorare.

Esattamente un anno fa, ad agosto 2020, con la diciottesima edizione di Avvistamenti, svoltasi nel Castello di Barletta, inauguravamo un corposo programma di attività dedicate a Paolo Gioli, un vero e proprio “anno gioliano”, che ha visto la realizzazione di mostre, proiezioni, performance, sonorizzazioni, workshop e seminari ispirati alla figura del maestro. Pittore, fotografo e cineasta, Paolo Gioliè uno degli artisti italiani più significativi degli ultimi decenni, soprattutto per la sua capacità di sperimentare in più campi, anche attraverso l’innovazione e la rielaborazione di dispositivi. Le copie in pellicola di alcuni suoi film e le sue opere pittoriche e fotografiche sono presenti nelle collezioni di musei internazionali, tra cui l’Art Institute of Chicago, il Museum of Modern Art di New York, il Centre Georges Pompidou e il MEP (Musée Européen de la Photographie) di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e L’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma. 

Seppur funestati dalle ripetute chiusure seguite al diffondersi della pandemia nello scorso autunno, questi eventi hanno suscitato un enorme interesse non solo tra gli addetti ai lavori, che hanno potuto apprezzare le quasi duecento opere - tutte provenienti da un fondo che fa capo a Paolo Vampa, suo principale collezionista - tra film, fotografie, polaroid, litografie e tele serigrafate esposte al Palazzo Tupputi di Biscegliee al Museo Castromediano di Lecce, divenuto hub vaccinale per una felice intuizione del direttore Luigi De Luca, rendendo accessibile la mostra a diverse migliaia di visitatori: un risultato sorprendente, oltre che per il numero di visitatori, anche per l'entusiasmo con cui la mostra è stata accolta da un pubblico estremamente eterogeneo. 

Dopo aver fatto tappa in Italia da marzo a maggio 2021, la mostra “Paolo Gioli: Antologica/Analogica”, curata da Bruno Di Marino, con la collaborazione di Rosario Scarpato, il 26 giugno scorso è approdata in Cina, al Three Shadows Photography Art Centre di Pechino, dove la mostra resterà fino al 29 agosto, registrando anche in questo caso un'accoglienza straordinaria. Alla cerimonia di inaugurazione della mostra hanno partecipato importanti rappresentanti delle istituzioni italiane e cinesi, tra cui il direttore dell'Istituto Italiano di Cultura a Pechino, Franco Amadei, i direttori del Three Shadows, gli artisti Rong Ronge Qi Yan, mentre nei giorni seguenti hanno fatto visita alla mostra altre importanti personalità istituzionali asiatiche, tra cui l'ambasciatore giapponese in Cina, Tarumi Hideo, oltre ovviamente a un folto pubblico, estremamente curioso e interessato a conoscere e approfondire la complessità e unicità dell'opera di Gioli, anche grazie al prezioso catalogo pubblicato in tre lingue, italiano, inglese e cinese, da Silvana editoriale.

Dopo Barletta Avvistamentiha fatto tappa per ben due volte a Lecce, prima al Museo Castromedianoe poi alla Biblioteca Bernardini, dove lo scorso luglio si è svolta una retrospettiva sul cinema di Paolo Gioli e la rassegna Made in Italy, dedicata agli artisti italiani che operano nell'ambito delle immagini in movimento e del rapporto tra suoni e immagini. 

Tra questi un'attenzione particolare è stata dedicata a Michele Sambin, pioniere della videoarte, ideatore di performance, spettacoli teatrali, opere pittoriche e partiture sonore. A lui è dedicato il progetto Michele Sambin: Arché/Téchne, vincitore della nona edizione dell'Italian Council, che vedrà il Museo Castromedianoacquisire una sua importante opera del 1978, Il tempo consuma. Un’opera estremamente significativa nella storia della performing art, proprio per l’innovazione apportata da Sambin al linguaggio artistico della performance, per effetto del suo sapiente utilizzo creativo delle nuove tecnologie. L'opera sarà al centro di un progetto espositivo che dopo il Castromediano approderà a Marsiglia, in occasione della 34 edizione del Festival Instants Vidéo. 

In ottemperanza alle disposizioni Covid-19, gli eventi si svolgono nel rispetto di alcune semplici regole: 

1) si accede gratuitamente con prenotazione obbligatoria, mantenendo la distanza di sicurezza e rispettando le prescrizioni normative in materia di contrasto al Covid-19;

2) l'accesso ai luoghi di pubblico spettacolo sarà consentito a coloro che potranno attestare il possesso della Certificazione verde Covid-19, come da recenti disposizioni governative; 

3) l’ingresso sarà contingentato, dando precedenza a chi avrà effettuato la prenotazione al seguente indirizzo email: sonimage@avvistamenti.it

Cineclub Canudo
Tel.340 2215793
Tel.340 6131760
info@avvistamenti.it 

Prenotazioni
sonimage@avvistamenti.it

Il Cineclub Canudo si costituisce nel 2001 per promuovere i nuovi linguaggi della sperimentazione audiovisiva attraverso importanti iniziative, tra cui mostre, workshop, festival e rassegne che ospitano artisti di fama internazionale. Da 20 anni promuove progetti di alfabetizzazione cinematografic anelle scuole e dal 2015 gestisce il Laboratorio Urbano, un laboratorio di ricerca e formazione artistica che ha sede nel rinascimentale Palazzo Tupputi a Bisceglie. Nel 2020 si aggiudica l’VIII e la IX edizione dell’Italian Council, il più importante bando per l’arte contemporanea in Italia, con un progetto espositivo sull’artista Paolo Gioli in Italia e in Cina e uno sull’artista Michele Sambin in Italia e in Francia.

Il Cineclub è intitolato a Ricciotto Canudo, considerato il primo teorico della “settima arte” (espressione da lui coniata) e appassionato sostenitore delle avanguardie artistiche e cinematografiche di inizio novecento. 




Paolo Gioli nasce a Sarzano (Rovigo) il 12 ottobre 1942. Nel 1960 si stabilisce per qualche anno a Venezia dove frequenta la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1967 è a New York dove resterà solo un anno, ottiene una borsa di studio dalla John Cabot Foundation di Boston ed entra in contatto con i galleristi Leo Castelli e Martha Jackson. In America scopre il New American Cinema. Rientrato in Italia alla scadenza del visto di soggiorno (che non gli viene rinnovato per l’atteggiamento più severo dell’US Immigration Office a seguito dell’uccisione di Luther King e di Bob Kennedy), nel 1970 si stabilisce a Roma dove entra in rapporto con la Cooperativa Cinema Indipendente. È tra Rovigo e Roma che produce i suoi primi film che sviluppa da se stesso usando la cinecamera come un laboratorio sulle orme dei Lumière. Nel ’76 si trasferisce a Milano dove, oltre al cinema, si dedica con continuità alla fotografia. Ma è nel polaroid che Gioli troverà un mezzo sorprendentemente duttile con cui portare avanti la sua ricerca, anche travasando la materia su supporti diversi dalla pellicola, come la carta e la tela, apparentando così il polaroid alle arti belle. Ed è sin dai primi anni ’80 che Gioli riceve per la fotografia i primi riconoscimenti importanti con una personale all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (1981), al MNAM Centre Pompidou di Parigi (1983), ai Rencontres Internationales de la Photographiedi Arles dove sarà ospite più volte con una personale anche al Museo Réattu (1987) e l’onore della copertina del catalogo 1984 della fiera annuale di AIPAD l’Association of International Photography Art Dealers. Nel 2006 l’italiana RaroVideo ha pubblicato un doppio dvd con una selezione di quattordici suoi film. Nello stesso anno i film di Gioli vengono presentati per la prima volta a Views From The Avant-Garde, una sezione speciale del New York Film Festival dove Gioli è ormai una presenza costante. L’anno seguente Gioli è invitato come artist on focusalla 44 edizione dell’Hong Kong International Film Festival dove verrà poi chiamato ogni anno a presentare la sua ultima produzione. Nel 2008 una selezione di suoi film è presentata all’Ontario Cinémathèque a Toronto e, successivamente, a Wavelenght, la sezione speciale del Toronto International Film Festival dedicata all’avanguardia. A giugno 2009 il Festival di Pesaro gli tributa un omaggio con una rassegna completa dei suoi film mentre a dicembre dello stesso anno esce un volume monografico edito dal CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma sul suo lavoro di film-maker. A Parigi, nell’Estate del 2010 la Cinémathèque francese presenta una vasta rassegna delle sue opere e viene pubblicato un triplice dvd con l’opera filmica completa (sia in Italia che negli Stati Uniti) sempre da Rarovideo. Nell’estate 2014 la rivista americana «Artforum» gli dedica un lungo articolo illustrato. Nel 2015 Gioli partecipa con una selezione di opere al Padiglione Italia della 56° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Tra le personali degli ultimi tre anni: Paolo Gioli. Cuerpos evocados por la noche a cura di Giuliano Sergio, Istituto Italiano di Cultura, Madrid, Febbraio 2017; Paolo Gioli, Anthropolaroid,a cura di Peter Benson Miller, American Academy, Rome, Ottobre 2018; Dialoghi - Joan Fontcuberta/Paolo Gioli, a cura di Joan Fontcuberta, Galleria del Cembalo, Roma, Ottobre 2019; Cronologie di Giacomo Daniele Fragapane, per le edizioni di Johan & Levi, 2020, un lungo saggio monografico sull’autore; Impressions sauvagesa cura di Philippe Dubois e Antonio Somaini, edito nel 2020 da Les presses du réel, contiene numerosi saggi di studiosi sui vari aspetti del lavoro di Gioli, alcuni suoi testi e le schede di tutte le sue opere, oltre ad un apparato iconografico ricchissimo. L’artista vive e lavora a Lendinara (RO). 


AVVISTAMENTI (NON) È UN FESTIVAL - XIX Edizione
18-19-20 agosto 2021
Castello Svevo Angioino (Piazza Castello, Bisceglie)
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria


lunedì 9 agosto 2021

A Milano "supersalone"


Si aprirà nel segno della sicurezza, della trasversalità progettuale e dell’impegno green “il supersalone”. Lo animeranno 423 brand e 50 designer indipendenti, 170 progetti provenienti da 48 scuole internazionali di design, 20 tra le personalità più influenti del panorama creativo odierno, 110 sedute premiate dal Compasso d’Oro, 6 grandi chef, 5 opere cinematografiche, 200 alberi di Forestami.

Proseguono senza sosta i lavori per il “supersalone”, affrontati dal curatore Stefano Boeri, dal team internazionale di co-progettisti – Andrea Caputo, Maria Cristina Didero, Anniina Koivu, Lukas Wegwerth, Marco Ferrari ed Elisa Pasqual di Studio Folder insieme a Giorgio Donà, co-founder e direttore di Stefano Boeri Interiors – e da tutto lo staff del Salone del Mobile.Milano con grande impegno, coraggio e, soprattutto, senso di responsabilità.

“Ci stiamo impegnando a organizzare questo “supersalone” perché crediamo che sia fondamentale tornare a incontrarsi, dialogare e scoprire dal vero i prodotti che le nostre aziende hanno continuato a creare in questi 18 mesi di pandemia. Mai come nel 2020 è mancata la possibilità di avere una visione d’insieme sulla direzione dell’intero settore e questo evento consentirà di scoprire le novità e le prospettive future”, commenta Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano. “Abbiamo accettato una sfida difficile con grande senso di responsabilità. È centrale il tema della sicurezza e per questo stiamo lavorando con tutte le Istituzioni del territorio e le realtà coinvolte per far sì che i nostri espositori e visitatori vivano un’esperienza in piena sicurezza a partire dal green pass. Grazie alla nuova piattaforma digitale del Salone del Mobile.Milano con un palinsesto di eventi, dirette streaming e contenuti dedicati riusciremo a coinvolgere anche quella parte della design community che non riuscirà a viaggiare a causa delle restrizioni”.

Sono oltre 423 brand di ogni categoria merceologica, distribuiti in quattro padiglioni, che hanno risposto con convinzione all’appello del Salone del Mobile.Milano e del curatore Stefano Boeri, convinti che il “supersalone” possa diventare simbolo di un nuovo Rinascimento. Protagonista, sarà, un prodotto sempre più innovativo, capace di rispondere adeguatamente alle trasformazioni della struttura sociale contemporanea, al conseguente rapido cambiamento del mercato dell’arredo e alle singole esigenze di ogni cliente. Il riconoscimento dell’importanza e del valore simbolico di questo “supersalone” sarà confermato anche dalla presenza di alte autorità governative e istituzionali – prima fra tutte il Presidente della Repubblica Sergio Mattarellail giorno dell’inaugurazione – che, da sempre, testimoniano quanto il Salone rappresenti uno dei motori dell’economia italiana, grazie al fertile rapporto che riesce a creare tra impresa, città e territori.

“Il “supersalone” sarà il primo grande evento fieristico italiano dopo l’esplosione della pandemia. Super perché imperdibile. Imperdibile perché vedrà per la prima volta insieme i grandi brand del design, i giovani makers, le scuole internazionali, le grandi icone del design, i più grandi chef italiani e molti protagonisti della scena dell’arte e dell’architettura. Imperdibile perché tutti potranno confrontare – vedendoli dal vivo – i migliori prodotti delle migliori aziende e comprarli o prenotarli dalla piattaforma web del Salone del Mobile. Imperdibile perché tutti gli allestimenti sono stati progettati per essere riusati o riciclati. Imperdibile perché in un momento difficile della nostra storia, abbiamo raccolto il coraggio, la passione e la generosità della parte migliore dell’imprenditoria e della creatività italiana. “supersalone” è la risposta solare di una SuperItalia alla lunga notte della pandemia”, afferma l’architetto Stefano Boeri, curatore dell’evento.

Innovazione, attenzione all’impatto ambientale, creatività tout court, scambio culturale, esperienze digitali rappresenteranno il lessico di “supersalone”: un evento che attingerà alla forza dell’immaginario progettuale per farsi laboratorio di sperimentazione e contaminazione, luogo di incontro e di nuove opportunità per riflettere sul mondo del design e per conoscerne i suoi protagonisti – dal sistema produttivo dell’arredo alle scuole che formano nuove leve di designer, dai maker indipendenti alle personalità oggi più influenti in ogni campo della progettualità, dai registi cinematografici che iconizzano la capacità propria del design di plasmare mondi e raccontare storie a chi la creatività la supporta e la promuove.

In ottica di circolarità e sostenibilità, tutti i materiali e le componenti dell’allestimento ideato da Andrea Caputo – lunghi setti paralleli, studiati per le specifiche categorie merceologiche – e da Stefano Boeri Interiors – le aree comuni quali food court, arene, lounge – sono stati pensati, in collaborazione con Lukas Wegwerth, per poter essere smontati e successivamente riutilizzati: i sistemi di allestimento, che non hanno nessun componente sfuso e utilizzano ridotte quantità di materiale, verranno completamente recuperati; i pannelli di truciolare sono creati con legno riciclato al 100% e saranno rimessi all’interno del ciclo di produzione in un’ottica circolare, con un beneficio complessivo in termini di mancata emissione di CO2 derivante dall’utilizzo del legno di recupero post-consumo di 1.125.000kg CO2eq; lo stesso vale per i mattoni dell’allestimento di The Lost Graduation Show che sono tutti riutilizzabili; tutte le arene, panche e sedute saranno montate “a secco” e quindi smontabili e anch’esse usufruibili nuovamente in momenti e contesti differenti.

A rinforzare l’intento green di “supersalone” anche gli alberi di Forestami con un progetto ad hocche consisterà nell’allestimento di un “bosco” di circa 100 alberi attraverso il quale i visitatori potranno giungere ai tornelli d’ingresso di Porta Est. Altri 100 alberi ad alto fusto accompagneranno poi i visitatori all’interno delle varie aree espositive e in zone living dedicate al relax. Le essenze utilizzate – tigli, frassini, querce, prugni da fiore – saranno poi piantate nelle aree di Città Metropolitana di Milano.

Una delle mostre speciali di “supersalone”, sarà The Lost Graduation Show, a cura Anniina Koivu, che metterà in scena 170 progetti di studenti diplomatisi tra il 2020 e il 2021, provenienti da 48 scuole di design di 22 Paesi sparsi nei cinque continenti. Un unicum nella storia del Salone che vedrà coinvolti tutti i settori del furniture design, ma non solo. Incursioni nel mondo della mobilità, del design inclusivo, medico e sportivo, della ricerca sui materiali e sulla sostenibilità del progetto racconteranno lo stato dell’arte di un intero settore. È così che il Salone del Mobile.Milano si fa supporter delle scuole di design nella loro opera di promozione della nuova generazione di progettisti, narrandone entusiasmi, coraggio e fatiche in un momento di profonda transizione della professione.

Altra importante esposizione sarà Take Your Seat / Prendi posizione – Solitude and Conviviality of the Chair / Solitudine e convivialità della sedia, a cura di Nina Bassoli, in collaborazione con ADI / Premio del Compasso d’Oro. Con 30 sedie insignite del Premio Compasso d’Oro e più di 80 menzioni d’onore, distribuite nei quattro padiglioni di “supersalone”, la mostra sarà il racconto dell’oggetto più iconico del design, la sedia appunto, in grado di sintetizzare più di qualunque altro manufatto il valore di una buona progettualità. Divisa in quattro sezioni tematiche, con l’aggiunta di una sezione “extra” all’interno dell’ADI Design Museum, conclusione – o inizio – ideale del percorso, metterà in scena in che modo il design abbia veicolato linguaggi e contenuti attraverso i grandi cambiamenti della società e come sia stato in grado di reagire ai nuovi paradigmi culturali attraverso nuove invenzioni.

A cura di Maria Cristina Didero, il programma di “supersalone” sarà ricco di conversazioni, talk, lecture di designer, architetti, artisti, studiosi e manager provenienti da tutto il mondo. I protagonisti cercheranno di rispondere a varie questioni riguardati il design, l’arte, l’architettura, l’educazione, l’economia circolare, l’impatto ambientale, il rapporto tra progetto e curatela e molto altro ancora in una serie di dialoghi o di appuntamenti one man show. Molti i nomi illustri: da Humberto Campana a Bjarke Ingels, da Carsten Höller a Paola Pivi, da Beatriz Colomina a Cecilia Alemani, dai Formafantasma a Philippe Malouin. Tre gli appuntamenti fissi di ogni giornata: le tavole rotonde alle 12.00, i talk alle 15.00, le lecture alle 17.00. A latere, in collaborazione con il Milano Design Film Festival, tutti i giorni alle 16.00, si potrà assistere a inchieste, biopic, docufilm per un approfondimento trasversale su design, architettura e le attuali implicazioni sociali e sostenibili. In programma: Newmuseum(s). Stories of company archives and museums di Francesca Molteni; Tokyo Ride di Ila Bêka e Louise Lemoine;Paradigma Olivetti di Davide Maffei; Precise Poetry. Lina Bo Bardi’s Architecture di Belinda Rukschcio; Honeyland di Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov.

Ma il “supersalone” si apre anche e soprattutto alla contaminazione tra ambiti e linguaggi differenti, coinvolgendo nell’esposizione Identità Golose Milano – Hub Internazionale della Gastronomia: perché il cibo è un prodotto pari ad altri, che da sempre si evolve in base alla creatività e alle necessità umane. Richiede una progettazione attenta, insieme allo studio dei processi artigianali e industriali, fra tradizione e innovazione. E anche a una buona dose di curiosità e apertura. Identità Golose Food Court è il nuovo concept tailor madeper “supersalone”, ideato per essere parte integrante dell’esperienza che i visitatori potranno vivere e l’occasione per gustare le ricette originali di alcuni fra i più grandi chef e artigiani italiani tra cui Carlo Cracco con il pasticcere Marco Pedron, Massimo Bottura con il laboratorio Il Tortellante, gli chef stellati Cristina Bowerman e Matias Perdomo, Eugenio Boer chef italo-olandese apprezzato per la sua cucina ricca di contaminazioni internazionali e poi ancora Renato Bosco considerato fra i più autorevoli maestri della pizza, il grande gelatiere Paolo Brunelli e Andrea Besuschio da anni nella top 10 dei migliori pasticceri d’Italia. Ognuno proporrà un piatto iconico – dolce o salato – che si potrà acquistare componendo il proprio menù ideale, da gustare all’interno di un ambiente informale e inclusivo.

Come da tradizione consolidata, anche in occasione di questo evento speciale settembrino, il Salone del Mobile uscirà dai confini della Fiera di Rho per sottolineare e valorizzare il profondo legame con Milano e, nello spirito di una sempre maggiore apertura allo scambio e alla circolazione di idee, cultura e creatività, rinnoverà il dialogo con Triennale Milano, hub cittadino del “supersalone”. Triennale per l’occasione presenterà il Salone / la Città, un progetto espositivo ideato dal Museo del Design Italiano di Triennale per il Salone del Mobile.Milano e curato da Mario Piazza. La mostra racconterà le produzioni culturali del Salone in città che, nel corso degli anni, hanno comunicato il design al pubblico degli appassionati. Un’esposizione spettacolare che si svilupperà a partire dagli archivi di Triennale Milano e del Salone del Mobile.Milano.

In questo scenario, il mix tra digitale e presenza fisica garantirà un’esperienza altamente coinvolgente e permetterà a chi non potrà essere in presenza di visionare i prodotti esposti, visitare virtualmente le mostre, assistere ai talk e alle lezioni.

La piattaforma del Salone del Mobile.Milano valorizzerà, quindi, attraverso contenuti originali e linguaggi specifici del mezzo, il design in mostra e porrà l’utente al centro dell’evento prima, durante e dopo la visita. Gli spazi espositivi e i percorsi tematici dialogheranno in maniera inedita con essa e i prodotti potranno essere visionati e prenotati per l’acquisto. In sintesi, un crocevia digitale che creerà nuove forme di integrazione e interconnessione fra differenti mondi, utenti e mercati.

Questo e molto altro ancora sarà “supersalone”: un progetto speciale grazie a cui il Salone del Mobile.Milano vuole farsi promotore e catalizzatore di azioni, pensieri, sentimenti che consentano all’intero settore e a tutta la filiera di ripartire con ottimismo, dando vita a un nuovo Rinascimento.

“supersalone”
Dal 5 al 10 settembre 
Fiera Milano, Rho 
Dalle 10.00 alle 19.00 (venerdì: 10.00 – 16.00) 
Apertura al pubblico: tutti i giorni

I biglietti potranno essere acquistati solo on line, in prevendita al costo di 15 euro