lunedì 31 maggio 2021

Monica De Mitri - Senzatitolo


I labirinti cartacei di Monica De Mitri si dipanano con eleganza e leggerezza, quasi seguissero una melodia interiore, riaffiorante dalle pieghe della memoria. Le sue onde di carta si flettono e si contorcono per poi distendersi a simulare grafismi, scritture reinventate; oppure si intrecciano in un groviglio di trame e orditi; o, ancora, mutano in vere e proprie estroflessioni tridimensionali, che avvicinano l'artista alla scultura. Di fatto è proprio questa incerta, se non impossibile, definizione della sua arte a renderla cosÏ avvincente, prestandosi a infinite chiavi di lettura. Chi scorge nelle sue opere onde, fiori, colline, decorazioni etniche, chi invece richiami a ricerche astratte, alle colonne senza fine Brancusiane, piuttosto che alle rotondità universali di Moore. Ma ciò che costituisce la cifra più personale e originale di Monica è la sua ricerca sull'ombra, come risultato di sovrapposizioni e stratificazioni cartacee intese ad intrappolare la luce in sinuosi meandri, capaci di farsi segno o addirittura forma, per poi liberarla con proiezioni sdoppianti e sfumate.

Queste opere aperte si schiudono dunque alla sensibilità dei fruitori, interrogando e interrogandosi sul significato stesso dell'Arte. Nessuna indicazione, nessuna traccia, nessuna scorciatoia di lettura... neppure la presenza tranquillizzante di un titolo a far luce sulle opere di Monica. L'artista ci abbandona al cospetto delle sue creazioni cartacee, chiedendoci lo sforzo di sciogliere le briglie della fantasia, aggiungendo cosÏ a questi lavori nuovi valori, nuovi contenuti, nuove accezioni. Un invito a entrare nel labirinto della ricerca, della conoscenza, senza l'ausilio del filo della razionalità, consapevoli che il mostruoso Minotauro altro non è che la proiezione delle nostre ombre interiori. (Carlo Micheli)

Monica De Mitri nasce a Milano nel 1965. Si diploma allíIstituto Statale díArte di Mantova nel 1984. Vive e lavora a Mantova dove, negli anni 90, inizia il suo percorso creativo. Della sua arte dice: Penso che le cose abbiano un'anima. Io sono solo lo strumento che la fa emergere. Fra le principali esposizioni le personali alliArt Gallery Lubiam a Milano nel 2013 e alla Art Gallery Cubo Studio a Mantova nel 2017. Nel 2019 è vincitrice del concorso Collective 18 della No Name Collective Art Gallery di Londra, guadagnandosi, nel Gennaio 2021, la Copertina sul No NaMe Collective Art Magazine. 

Nel dicembre 2019, selezionata dal curatore Carlo Micheli, partecipa all'esposizione al Museo Marino Marini di Firenze EXVOTO per arte ricevuta, evento a cura di Angelo Crespi, promosso dalla Fondazione Maimeri, con catalogo edito da Mondadori. 

Le sue opere sono pubblicate su numerose riviste di arte nazionali e internazionali. 

ARTISTA: Monica De Mitri
TITOLO: Senzatitolo
INAUGURAZIONE: sabato 5 giugno ore 18.00
DURATA: dal 5 giugno al 7 luglio 2021
ORARI: tutti i giorni 9.00|18.00
LUOGO: Casa di Rigoletto
INDIRIZZO: Mantova in P.za Sordello 23
CURATORE: Carlo Micheli 
ENTE PROMOTORE: Comune di Mantova
INFO: info@infopointmantova.it - tel. 0376288208




SEGNI UNICI - Un’installazione di Franco Cenci e Matilde Cenci



Il 7 giugno 2021, dalle ore 16.30 alle ore 20.00, presso SPAZIO HANGAR, Nuovo Laboratorio Sperimentale d’Arte, si inaugurerà Segni Unici un’installazione di Franco Cenci e Matilde Cenci, all’interno dell’ex-Cartiera Salaria di Roma, un luogo costellato di tracce della dismessa attività industriale, cartelli e divieti abbandonati che ne disciplinavano vite e comportamenti.

Segni unici, lasciati dal tempo che nella testimonianza fotografica di Matilde Cenci e nei disegni di Franco Cenci rimandano a quelli scritti sulla pelle. Ai tatuaggi che reimpaginano sul corpoumano tutta la storia dell’arte: dai medievali cristi pantocratori, ai rosoni gotici passando per gliincubi surrealisti e la calligrafia orientale.

Matilde Cenci, attraverso gli scatti della sua polaroid, afferra i segni impressi sulle pareti delle sale abbandonate e sui corpi tatuati di amici e astanti. Franco Cenci li reinterpreta sulla carta e chiede ai visitatori di collaborare lasciando su un foglio affisso, un proprio segno identificativo, dipingendolo con una tinta o tracciandolo con un pennarello. Si crea così una costellazione chevuole esorcizzare l’amarezza, l’anonimato e i disagi di questo momento storico in un contestosperimentale e ricco di simboli iconoclasti e non.

SUONI UNICI, con Mario Amici, live music dalle ore 18.00, chitarra acustica, elettrica e mix.

SPAZIO HANGAR
Franco Cenci e Matilde Cenci ospiti a Spazio Hangar 
dal 7 giugno al 1 4 giugno 2021 
CityLab971, Via Salaria, 971 - Roma

mercoledì 26 maggio 2021

CENTRALE FESTIVAL 2021

Nata nel 2009 con l’obiettivo di diffondere la fotografia e l’arte contemporanea, "Centrale" giunge quest’anno alla sua dodicesima edizione. Nel corso dei suoi primi dieci anni la rassegna ha accolto diversi artisti italiani già affermati all’interno del panorama artistico e li ha presentati al pubblico attraverso un intenso programma di dibattiti, conferenze e visite guidate. I luoghi delle mostre allestite via via hanno fortemente caratterizzato la programmazione espositiva, interessando in particolare alcuni spazi storici di Fano come la Rocca Malatestiana, diventata uno dei luoghi simbolo della manifestazione. Dalla undicesima edizione, la formula si è rinnovata a partire dal nome, che ha acquisito il denominativo di Festival. Inoltre, a partire dal 2019, Centrale Festival si rivolge a giovani artisti internazionali selezionati tramite open call, sottolineando in questo modo la volontà degli organizzatori di ampliare il radar di interesse e di portare avanti ricerche emergenti in stretto legame con la contemporaneità.


Presidente “Associazione Centrale Fotografia”
Marcello Sparaventi

Direttore artistico “Centrale Festival”
Luca Panaro

Patrocinio
Regione Marche

In collaborazione con
Comune di Fano / Assessorato alla Cultura e Turismo

Partner
Associazione Centrale Fotografia
Fano Rocca Malatestiana RTI
Memo Mediateca Montanari
Caffè Centrale
Hotel De La Ville
Ristorante La Liscia da Ori

Media partner
Phroom Magazine

Graphic Media partner
Omnia Comunicazione



CENTRALE FESTIVAL
11-12-13 giugno 2021
Rocca Malatestiana di Fano

lunedì 24 maggio 2021

Un Metro Sotto la Metro - Mostra diffusa di Arte Interattiva Metropolitana

Retrospective di Motorefisico


1M sotto la metro è una mostra diffusa di arte interattiva metropolitana, curata da Arianna Forte e organizzata da Fusolab 2.0 in collaborazione con Flyer e ATAC.

Cinque opere interattive e di new media art esposte in cinque stazioni della Metro C di Roma per tre giorni, dal 26 al 28 maggio 2021, dalle 15 alle 21. Questi i numeri della prima edizione, locomotiva di un progetto triennale che coinvolgerà in tutto 15 artisti e 15 “fermate” della terza metropolitana della capitale. Il progetto, promosso da Roma Culture, è vincitore dell'Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022, curato dal Dipartimento Attività Culturali. 

Una delle installazioni è stata selezionata tramite una CALL FOR PROJECTS a partecipazione gratuita, vinta dai giovani designer/architetti romani Motorefisico con la proposta di luci e geometrie stratificate Retrospective. L'opera vincitrice verrà esposta nella stazione Teano, preziosa cornice anche dell’installazione interattiva Distances, una riflessione sulla pandemia del duo francese Scenocosme, da più di vent'anni protagonista della digital art. Le altre fermate della Metro C interessate dalla manifestazione sono: Pigneto, con il mesmerico muro interattivo Bloom del rinomato new media artist Maotik; Malatesta, dove si potrà ascoltare il sound design delle Calembour nel loro giardino interattivo Algor Rhythm; Gardenie, dove andrà in scena l’Eternal Dream di Simon Weckert, artista tra i vincitori del Prix Ars Electronica 2020; Torre Maura, con la GUEST installation - Do ut das - Distributore Automatico Storie del misterioso progetto Tamara Ceddi, in collaborazione con I Poeti der Trullo e il loro Metroromanticismo, il movimento poetico che parte dal quartiere e dalla vita di tutti i giorni. Quest’ultima installazione, pensata ad hoc per Atac, verrà presto riproposta anche in altre stazioni della metropolitana romana. 

1M sotto la metro è un’esperienza immersiva, pensata per coinvolgere il pubblico “di passaggio”, che diventa finalmente protagonista di uno spazio attraversato distrattamente tutti i giorni senza mai essere veramente vissuto. Le stazioni della Metro C diventano così porte dimensionali e le opere in mostra sono passaggi che conducono a nuovi punti di vista sul mondo e a nuove fermate dell’immaginario. 

*Le date della manifestazione sono state aggiornate a causa di alcuni problemi tecnici che hanno reso necessario ridurre il numero dei giorni ma aumentare il numero delle ore dell’esposizione. 


Prossima fermata? 1M sotto la metro 

- Scopri il progetto su: https://1msottolametro.it/.

- Consulta il programma completo qui: http://bit.ly/1MSM_programma 

Un Metro Sotto la Metro 
Mostra diffusa di Arte Interattiva Metropolitana 
26 – 28 Maggio 2021 / Metro C


Ak2deru - li molti e molti


Dipingere, suonare, comporre sono le pratiche rituali di Ak2deru: l’iterazione e la variazione i pilastri fondamentali del suo operare. In un processo di creazione e distruzione continua e di oscillazione fra gli opposti, indaga i rapporti fra l’uno e la molteplicità. Una ricerca di varietà all’interno dell’unità, che riguarda tutti gli aspetti del suo lavoro: dalla morfologia delle opere alle loro dimensioni, dalle tecniche ai vari materiali e supporti utilizzati. 

I legami fra musica e pittura, data la sua duplice attività di operatore visivo e sonoro, sono intrinseci in tutte le sue opere e in ogni loro declinazione, performance e installazioni incluse. 

Definisce la sua pittura ‘pittura monosemica’ (dal greco mónos “uno solo” e sèma “segno”), in riferimento al ‘segno unico’ sul quale essa si fonda: il segmento di una porzione d’infinito, un archetipo, che riverbera e satura l’intera superficie.

il temperamento di Ak2deru appare tanto preso quanto influenzato da una visione drammatica, tragica (…) della vita e del suo decadimento (…) Inerente al lavoro, una incredibile onestà unita ad una “luce” infinita: qualcosa che è fondamentale per l’arte tanto quanto lo è per la vita.

L’attenzione al ‘movimento’ assume un ruolo sia mentale-interiore che fisico-corporale, che comunica di una sensibilità mirata al raggiungimento di un risultato di estrema qualità ed equilibrio: una “aura che si irradia dai suoi quadri come una sorta di incarnazione della luce naturale. Con le sue invenzioni Ak2deru parla di situazioni e circostanze, quelle dell’esperienza, in cui proprio grazie alla luce noi possiamo avere un registro della vita.” 

In mostra Ak2deru espone:
Monosema – (021120) – 192 x 103 cm – combustione, pirografia, olio di lino su tavola sagomata, granito nero assoluto. 2020-21
Monosema – (125011) – pittura murale – misure ambiente – carbone, carbon black e cera su parete. 2021
Monosema – (123081) – trittico – 140 x 250 x 16 cm – argilla, terra, cenere, polveri metalliche e resina su tela sagomata applicata su poliuretano e tavola. 2020
Monosema – (022192) – 233 x 153 x 13 cm – argilla, terra, cenere su tela sagomata. 2018
Monosema – (123092) – ellisse – 46,5 x 75 cm – pirografia su carta applicata su plexiglas. 2019
Monosemi – serie di miniature di varie dimensioni (8 x 5 cm ca.) – pirografia su cuoio riciclato e pirografia e combustione su tavola. 2019-21
Codex 025921 – installazione sonora – voce amplificata e percussioni (Ak2deru, Kicco Careddu). 1995-2020

Ak2deru – Tempio Pausania, 1975. Vive e lavora a Roma. Dopo il Liceo Artistico di Tempio, dal 1998 al 2008 segue studi di composizione musicale con i maestri Gian Paolo Chiti e Alvin Curran. Dal 2008 al 2015 è assistente compositore di Alvin Curran. Fondatore dell’associazione culturale Dal Suono Sommerso, attiva dal 2007 al 2012 nell’ambito della musica contemporanea. Si sono occupati del suo lavoro : Ruggero Barberi, Francesca Bertuglia, Paolo Bielli, Lucilla Catania, Chiara Castria, Carmelo Cipriani, Silvano Costanzo, Alberto Dambruoso, Mario de Candia, Matteo Di Marco, Annalisa Ferraro, Lea Ficca, Roberto Gramiccia, Giovanni Lauricella, Claudio Libero Pisano, Giulia Lopalco, Nicus Lucà, Simonetta Lux, Pier Luigi Manieri, Vincenzo Mazzarella, Roberta Melasecca, Fabio Milani, Susan Moore, Mario Nalli, Piero Pala, Franz Paludetto, Simona Pandolfi, Daniela Perego, Giuseppe Pulina, Paola Quaquarelli, Claudia Quintieri, Umberto Scrocca, Saverio Todaro, Manuela Vanozzi, Isabella Vitale | | Enrico Maria Antonelli, Marco Ariano, Vilma Campitelli, Stefano Cardi, Kicco Careddu, Franco Capri, Massimo Ceccarelli, Chamaleon Arts Ensemble, Renato Ciunfrini, Stefano Cogolo, Ensemble Intondo, Freon Ensemble, Image Flute Quartet, I Flauti di Toscanini, Maurizio Paciariello, Giuseppe Pelura, Monica Sposato, Luca Venitucci. Esposizioni. 2021: Li molti e molti – HyunnArt Studio, Roma, a cura di Mario de Candia [mostra personale] | Le altre Opere – (collezione Sandro Sanna) Museo Napoleonico, Roma | Le altre Opere – (collezione Daniela Perego) Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale, Roma | 2020: Hay Que Caminar… – Apocryphal Gallery, a cura di Mario Nalli [mostra personale] | Labirinti – Bat Gallery, Roma | We As Nature – Hotel Ripa, Roma | Abrasioni – Spazio Urano, Roma | Le altre Opere – Museo Carlo Bilotti, Roma | 2019: Ashes To Funky – SpazioArte Foyer Sala Umberto, Roma, a cura di Paola Quaquarelli e Chiara Castria, testo di Ruggero Barberi [mostra personale] | L’Infinito, più vicini all’universo dove annega il pensiero – Complesso Monticello, Roma | RAW – Rome Art Week IV – Open Studio, Roma | Pixel 11×11 – Studio Sotterraneo, Roma | 2018: Pesanti come coriandoli – Castello dei Conti, Ceccano | Beyond The Book – LM Gallery Arte Contemporanea, Latina | So Far So Good – LM Gallery Arte Contemporanea, Latina | Setup Contemporary Art Fair – Bologna | 2017: Cenere – Spazio Y, Roma, a cura di Claudio Libero Pisano [mostra personale] | Bocs Art Residency – Cosenza | Quasi Monocromi – Università e-Campus, Roma | Natura Bianca, Interno 14, Roma | 2016: Del Diabolico Perseverare – Party, l’arte da ricevere, Roma, a cura di Francesca Bertuglia [mostra personale] | Impossibile – Galleria Spazio Bianco, Torino | Equinozio d’Autunno_Asyndeton, Castello di Rivara – Centro per l’Arte Contemporanea | RAW Rome Art Week – Open Studio, Roma | Tiny Biennale: Mithology, Temple Univertity, Roma | 2015: Monosemi: cerimonie di sensazioni e altri procedimenti, Interno 14, Roma, a cura di Piero Pala [mostra personale] | Arte e artisti contemporanei nel sud-est di Roma. XI edizione della Giornata del Contemporaneo. AMACI, Roma | In-augur-azione Portafortuna, Spazio V AR CO, L’Aquila | Selinunte Summer School – Mash Up, Castelvetrano | Storia di un anno – Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone, Roma, a cura di Vincenzo Mazzarella e Paolo Bielli [mostra personale] | 2014: Portafortuna, Spazio Y, Roma | Electronic Art Café – Special Nam June Paik, Camponeschi, Roma | 2012: Lo sguardo nel giorno dell’Immacolata Concezione, Galleria Monserrato Arte 900, Roma. Esecuzioni. 2018: TRA – Blutopia & Satellite, Roma 2017: Flute Solo Concert – Blutopia & Satellite, Roma | Recitar Suonando – Party_l’Arte da Ricevere, Roma | The Bass In My Life – Auditorium Parco della Musica, Roma | 2012: IceMoney _ Tipping Point, omaggio a Silvio Gesell – e-theatre, Colosseo Nuovo Teatro, Roma | 2011: Virus Musiche #2 csoa Corto Circuito, Roma | 2010: Basso Voltaggio, In Media(l) res – festival per le arti multimediali, Abbadia San Salvatore, Siena | Atlante Sonoro XXI _ Battito – Sala Concerti Ex Mattatoio, Roma | 2009: Atlante Sonoro XXI _ Battito – Sala Concerti Ex Mattatoio, Roma | Solo Per Duo – Museum Center, Palazzo Pes di Villamarina, Tempio Pausania | Sconcerti 2 _ Ricerche Antimoderne – E-theatre Colosseo Nuovo Teatro, Roma | Festival P.P.P. Progetto Passato Prossimo – Auditorium della Biblioteca Comunale, Avezzano | Note Non Note – Biblioteca Nazionale Centrale, Roma | Shake Your Mind – Sala Baldini, Roma | Tarantella two-step – Edith Cove Fine Arts Center, ENC, Quincy (USA) | 2008: Concerto per cinque flauti, chitarra e violoncello – Salone Borromini, Biblioteca Vallicelliana, Roma | Concerto per flauto e pianoforte, Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia, Roma | 2007: Dal Suono Sommerso, concerto per flauto e chitarra – Circolo culturale Il Cantiere, Roma

HyunnArt Studio: viale Manzoni 85/87 00185 Roma
orario settimanale: dal martedì al sabato 16:00 – 20:00
per appuntamento 335.5477120 pdicapua57@gmail.com
392.0211975 ak2deru@gmail.com

AVVISO IMPORTANTE: in base alle normative relative all’emergenza Covid-19, l’accesso agli spazi dell’esposizione verrà limitato ad un numero contingentato di persone per volta. Sarà obbligatorio indossare i dispositivi di protezione individuale e mantenere la distanza di sicurezza. All’ingresso del locale verrà rilevata la temperatura corporea e verrà richiesta la compilazione del modulo per il tracciamento. Grazie in anticipo per la vostra collaborazione. Al fine di agevolare la gestione degli ingressi contingentati agli spazi espositivi, nel rispetto rigoroso di tutte le normative di sicurezza anti-covid, è gradita la comunicazione dell’orario di visita.

SASSO CARTA FORBICE


21è lieta di presentare la mostra Sasso Carta Forbice, a cura di Chiara Cardini, che vuole offrire un segnale positivo in una stagione difficile per il comparto culturale e per noi tutti.

Il titolo si riferisce all’antico gioco cinese della morra e il percorso espositivo ha come filo conduttoreiltema del gioco, inteso come la capacità di avere uno sguardo libero e creativo nei confronti del mondo, rivelando come ironia e fantasiapossono essere altre chiavi di lettura per affrontare il presente. La mostra propone 12 artistiche, dalle ricerche concettuali sulla parola a quelle sui materiali e sulla tecnica, da escursioni in mondi fantastici alla costruzione di macchinari futuribili, trasformano lo spazio di 21in una giocosa narrazione visiva. Il percorso però non si esaurisce nel concetto di “tornare bambini”, ma invita il pubblico a fare propria la possibilità di scegliere quale sguardo avere nei confronti della realtà, anche in presenza di una sopraffazione.

Tomaso Binga, alter ego di Bianca Pucciarelli, dagli anni ‘70 sceglie di avere un nome maschile per evidenziare il privilegio che ha l’uomo in rapporto alla donna anche nel campo dell’arte. La sua ricerca graffiante fondata sulla “scrittura verbo visiva” e sulle performance è esplicitamente legata al femminismo. L’intreccio tra parola, poesia e arti visive caratterizza altresì la ricerca di William Xerra. Nel 1972 con il poeta Corrado Costa dà vita a Tre poemi flippersin cui l’arte è intesa come un gioco disinteressato del pensiero. Nanni Balestrini e Gianfranco Baruchello amici nella vita e orbitanti nel Gruppo 63 come Xerra, perseguono un’attività tra pittura, scultura, immagine elettronica, scrittura e tra happening/azione politica. Baruchello attraverso piccoli disegni stilizzati ironizza sulla morte, mentre Balestrini nel 1961 genera la prima spaesante poesia per computer. Per Luca Armigero il rapporto con la tecnologia avviene nell'incontro tra la crypto art e l’arte che definiamo corporea, esplorando quel terra. Gli specchi trasformano e non sempre riflettono chiaramente ciò che è posto di fronte a loro, Carla Sanguineti lo sottolinea e ci pone di fronte alle figure degli archetipi. Filippo la Vaccara, tramite le sue sculture in cartapesta a mezz’aria, rivela invece il transito nella coscienza dell’osservazione del reale. La carta è il materiale principe nella produzione di Marco Cordero, artista che trasforma libri e mappe geografiche per generare nuovi territori nati dall’incontro tra un passato mitico e un presente immaginato. Un accumulo di forme in pietra e piombo è elaborato dalla scultrice Daniela Novello che attraverso uno sguardo disincantato racconta di ciò che lasciamo dietro di noi, sia esso un ricordo o un oggetto tangibile. Una grande mano in ferro ossidato e tante piccole allegre ceramiche colorate: ecco i “per grazia ricevuta” di Guido Scarabottolo e Luigi Belli, che comprendono la tradizione popolare dell’ex voto rinnovandone il linguaggio. Sappiamo che chiunque voglia stare al gioco deve conoscerne le regole, malgrado ciò prendere spunto da una situazione e ribaltarne il senso con un equipaggiamento fatto di immaginazione, ironia, permette di scorgere gli aspetti trasversali delle cose: eccezionali campi di azione.Allora, per intraprendere il percorso della mostra occorre avere la curiosità di scostare un velo, verde come l’erba, e attraversare il campo da gioco di Alessio Barchitta che domanda furbescamente: Kick me?

L’iniziativa prevede la collaborazione degli studenti del Liceo Artistico Callisto Piazzanella realizzazione del catalogo.




SASSO CARTA FORBICE
A cura di Chiara Cardini

Luca Armigero, Nanni Balestrini, Alessio Barchitta, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Marco Cordero, Daniela Novello, Filippo La Vaccara, Carla Sanguineti, Guido Scarabottolo - Luigi Belli, William Xerra


Ringraziamenti
Andrea Cuomo
Rosa Galantino
Adriano Gentilucci
Galleria dell'Incisione, Brescia
Fondazione Mudima, Milano
Cristina Piccioli
Galleria Michela Rizzo, Venezia
Gionata Xerra


ASSOCIAZIONE 21
Via San Fereolo 24, 26900 Lodi


fino al 20 giugno 2021
Orari: giovedì/domenica 15,00 – 19,00 e su appuntamento
Ingresso libero con sottoscrizione della tessera associativa

Mostra realizzata sotto l’insegna di Gerundo Contemporaneo


www.associazione21.it
associazione21@gmail.com
3336862602 – 3391688660

giovedì 20 maggio 2021

Guido Guidi. Lunario

Guido Guidi, Cesena, 1968


Nell'ambito di Fotografia Europea 2021
Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea
riaprono le mostre:

Guido Guidi. Lunario
A cura di Andrea Simi

Luca Nostri. Quattro cortili 
Project room

L’Ospitale, Rubiera (Reggio Emilia)
22 maggio - 4 luglio 2021

Lunario di Guido Guidi è un viaggio fotografico lungo trent'anni sul tema della Luna, con il suo carico di significati filosofici, letterari e mitologici. Presso l’Ospitale di Rubiera (RE), Linea di Confine presenta, arricchita da materiali inediti, la serie fotografica che compone il volume Guido Guidi. Lunario 1968-1999 (Mack, Londra 2019), una delle edizioni più recenti della sistematica opera di pubblicazione dell'archivio che il fotografo porta avanti da da anni. Guidi veste i panni dello scienziato, richiamando alla mente i procedimenti descritti nel Sidereus Nuncius da Galileo Galilei. Registra così questa serie di apparizioni lunari misurandosi con gli aspetti tecnologici del mezzo fotografico, con la sua natura meccanica e la sua vocazione all'indagine dei fenomeni ottici, fisici e naturali. È la ricerca di un rapporto diretto con la fotografia degli albori, con la sua attitudine alla verifica anche autoriflessiva, meta-fotografica: una costante in tutto il suo lavoro.

Il catalogo Guidi Guidi. Lunario 1968-1999, con testo di G. Guidi in conversazione con A. Frongia, Mack edizioni, 2019, è disponibile in mostra. 

Luca Nostri. Quattro cortili
Ingresso sala bachi. 1°piano

Negli ultimi anni Luca Nostri ha indagato alcuni fondi fotografici locali, nell'ambito di un progetto di dottorato presso la Plymouth University. La serie Anselmo, di recente pubblicata nelle edizioni Linea di Confine, è parte di una più ampia ricerca di Nostri nel territorio della Bassa Romagna, che il fotografo ha esplorato nel tempo con diversi progetti, sia artistici che curatoriali. Per rendere conto della ricerca nel suo insieme, verrà allestita in una project room la mostra Quattro cortili, che presenta quattro serie fotografiche (due curatoriali, e due autoriali) che si sviluppano a partire da alcuni cortili nel territorio di Lugo e nella campagna circostante, in diverse epoche storiche.

Il catalogo Luca Nostri. Anselmo, con testi di D. Chandler e W. Guerrieri, Linea di Confine edizioni, 2020, è disponibile in mostra. 


Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea
L’Ospitale, Rubiera, Reggio Emilia
Via Fontana 2
Rubiera (Reggio Emilia)

Date
22 maggio - 4 luglio 2021

Orari
Sabato e domenica: 10-13 / 16-19
Gli altri giorni su appuntamento

Apertura straordinaria
Mercoledì 2 Giugno 2021: 10-13 / 16-19

Ingresso 
Libero

A causa delle disposizioni anti-Covid la visita delle mostre avverrà in modalità contingentata.

Informazioni



In collaborazione con
Comune di Rubiera e Fotografia Europea






mercoledì 19 maggio 2021

Diego Miguel Mirabella - DECORATO DECOROSO DISTRATTO


Studio Sales di Norberto Ruggeri è lieto di presentare una selezione di nuove opere di Diego Miguel Mirabella

I lavori si inscrivono nel progetto di ricerca sul mosaico marocchino che l’artista porta avanti dal 2017 in stretta collaborazione con gli artigiani di Fez. Il mosaico tradizionale marocchino (Zellij) presenta pattern geometrici uniformi, rigorosamente aniconici, regola ferrea che nei lavori dell’artista è violata con l’inserimento di disegni, forme e frasi, pensieri, suggestioni che il più delle volte si perdono nelle trame stesse dello schema geometrico, confondendosi con esso.

La mostra e le opere - che non sono state pensate come un unico corpo espositivo ma come singoli frammenti narrativi - lasciano intravedere i caratteri di un racconto, la caratterizzazione di personaggi (Mi arrocco), stati d'animo (una segreta felicità), un'immaginaria presenza su un palco (davanti le luci le dita) e decorato decoroso distratto opera bronzea che si mostra come due gambe distese e accavallate, come a riposo, su di un piedistallo in vimini. Particolarità della scultura le suole delle scarpe, lucidate a specchio, che fungono da osservatore inoperoso alla scena della mostra.

Decorato decoroso distratto è un vero e proprio manifesto dell'artista che suggerisce tre condizioni al suo lavoro e propone una diversa riflessione - esposta nelle lucide suole consunte da un lungo camminare o, all'inverso, di un incorrotto immobilismo che si presenta sotto forma di un primo paesaggio che antecede il pensiero e distrae ogni possibile, certa, trama.



Studio SALES di Norberto Ruggeri
Piazza Dante 2 00185 Rome
telephone: +39 06 77 59 11 22
email: info@studiosales.it
Mon – Fri: from 15.00 to 19.00 and by appointment
Lun – Ven: dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e su appuntamento

DECORATO DECOROSO DISTRATTO
sarà aperta al pubblico
da Giovedì 20 Maggio a Venerdì 16 Luglio 2021
dalle 15:00 alle 19:00 e su appuntamento



Neda Shafiee Moghaddam - Alla ricerca degli spazi perduti

Alla ricerca degli spazi perduti *

“Finché ricordo, ho vissuto negli spazi staccati, spazi dove non era possibile che la forma e il contenuto divenissero un corpo unico. Nulla era al suo posto. Spazi di epoche diverse erano uno accanto all’altro, come tessere malfatte messe insieme in modo casuale. Tanto che ho sempre pensato di vivere in un mondo arido. Solo il panorama magico delle montagne e l’attrazione alle relazioni umane mi tratteneva nella vita reale “. 
Daryush Shayegan (1935- 2018) filosofo, scrittore iraniano 


Neda Shafiee Moghaddam è nata in Iran e da molti anni vive in Italia. In entrambi i paesi ha studiato scultura ma frequenta anche altre forme espressive. Spesso medita sulla poesia della metamorfosi delle forme. Proietta la trasformazione del corpo e l’esperienza vissuta negli oggetti quotidiani. In tutte le sue opere è presente una cifra autobiografica. 

Il titolo di questa mostra è ispirato dall’omonimo testo di Shayegan e appartiene ai suoi scritti sull’arte visiva e le sue peculiarità tra occidente e oriente. All’entrata si percepisce un riflesso umido sulla carta ondeggiante, un blu scuro, ogni tanto un alone più chiaro, poi una macchia gialla o un viola che sprofonda, 

Ora siamo nella stanza, 
Si sente il gorgoglio dell’acqua
Una parete blu e un disegno sopra una poltrona,
I corpi galleggiano sotto strati di plastica,
L’acqua scorre sotto una bassa luce celeste,
Lo sguardo è sottilmente capovolto.

Neda, ama disegnare e sfida dolcemente la bidimensionalità del mezzo pittorico aggiungendo volumi invisibili; qui il suono immateriale e le plastiche trasparenti. Questi disegni dal titolo “Rinascita” fanno parte delle opere realizzate durante la chiusura per l’emergenza covid-19. È in questo periodo che l’artista sente l’esigenza di aggiungere colori ai suoi disegni che erano spesso nero e ocra. Disegni che ci portano dentro un sogno di limpide acque blu dove galleggiano corpi sottili.

“Metto il colore e lo guardo spandersi in macchie, non controllo le forme, poi posiziono liberamente i corpi”, racconta l’artista. Questi momenti vivaci, in parte casuali, vengono messi sotto vacuum in buste trasparenti, come se si potesse fermare lo scorrere del tempo. Il contrasto tra il suono dell’acqua che gorgoglia e il materiale immobile tra le pieghe delle buste, crea una dicotomia tra il fluire temporale e la fissità materiale, come spesso accade nei sogni. La serie “Rinascita” racconta un tempo compresso e sospeso dai momenti incerti della pandemia, in una forma caotica-casuale, sfumata di ottimismo. Le buste vacuum, che ritroviamo in precedenti opere dell’artista, simboleggiano lo spazio-tempo. In un’altra mostra, dentro queste buste di plastica erano compressi oggetti simbolo della sua storia, della sua vita archiviata. Aveva diviso immagini e documenti personali, le sue memorie, in queste buste solitamente usate per ridurre l’ingombro delle cose ma anche per preservarle dai danni naturali. Nel ridurre lo spazio fisico, l’artista, sottolinea lo spazio psichico. Uno spazio dove i ricordi vengono condensati in frammenti. Lo spazio psichico è dominio della memoria dove il presente è fuso con il passato e il futuro sconosciuto. Tutti contenitori in questa mostra, raccontano esperienze del corpo, possono rappresentarsi in forme cubiche con messaggi concettuali, oppure avere forme organiche e sperimentali. 

Nella sala ci sono due tipi di contenitori; buste color ocra di carta della serie Autoritratti (dal 2019- in corso) e Cubi di Cemento (dal 2020- in corso). Qui, il contrasto è tra la leggerezza e la precarietà della carta e la pesantezza e la staticità del cemento. Su ogni busta troviamo, rappresentato con un selfie, il volto dell’artista e una parte del suo corpo. Sopra le buste appaiono anche le immagini di oggetti quotidiani. Immagini che Neda aveva salvato negli anni e che in modo spontaneo mette sulle buste. Come afferma, queste immagini sono evocazioni che lo spettatore può decodificare di volta in volta a sua interpretazione. L’artista ci invita a trovare il filo di storie e racconti immaginari. Per leggere le buste, dobbiamo relazionarci con un altro linguaggio. La gestualità delle mani, storie personali e l’immagine degli oggetti quotidiani, ne sono indice. Tre buste all’entrata sono aperte, leggere, quasi volanti. Altre appaiono pesanti, sono sparse per terra, rigonfie di contenuti invisibili. Dalle forme esterne e le immagini/parole che scorrono sulla superfice delle stesse, possiamo fantasticare sul loro contenuto e ciò che raccontano. Dietro le buste, sulla parete, scorre il video del panorama visto dal finestrino del treno nel deserto dell’Iran. Le buste di carta vengono usate per portar via le macerie nella ristrutturazione delle case. E i cubi in cemento, comunemente chiamati “pozzetti”, vengono normalmente usati per il deflusso delle acque nella costruzione delle case. Sono moduli prefabbricati. Diventano la struttura del palcoscenico nelle storie che ci racconta l’artista.

Come dice Shayegan, tra la dimora, vale a dire lo spazio costruito, e lo spazio della mente e il cuore, ci sono tanti inevitabili similitudini; tanto che per modificare l’uno, bisogna cambiare anche l’altro. I contenitori in cemento rappresentano il cubo esistenziale. Ci invitano a contenere la vita all’interno del loro spazio, aperto ma confinato. Nella prima opera, il cubo è visto dall’artista come simbolo di perfezione e viene amorevolmente appoggiato su di un cuscino, anch’esso di cemento. Le sue giunture e i suoi difetti vengono impreziositi/valorizzati con oro come nella pratica giapponese kintsugi. Nell’altra, un albero senza radici è diventato di ferro per potersi innalzare e cresce sopra il cemento. Non tocca nulla all’interno del cubo ma di rado sulle punte dei rami riconosciamo piccoli frutti del colore della terra rossastra all’interno. Questi contenitori non occupano solamente uno spazio ma riflettono soprattutto il tempo. Nel capolavoro di Proust, Alla ricerca del tempo perduto, il tempo scorre nel raccontare ogni dettaglio dei luoghi e “degli spazi” che l’autore ricorda e cerca di riportare qui e ora. Altrettanto, con questa mostra Neda Shafiee Moghaddam è alla ricerca dello spazio perduto e reinventa gli spazi provvisori per raccontare le forme dell’epoca del nomadismo. Con oggetti quotidiani, crea poesie visive e tramite l’instabilità delle forme racconta lo stato transitorio del contemporaneo. Come il treno che percorre, in loop sul fondo, in un viaggio senza fine. 
Helia Hamedani, Roma, marzo 2021

*Il titolo della mostra è ispirato da un omonimo articolo di Shayegan, la prima volta pubblicato in francese sulla rivista Lumiere de la ville, n.2, giugno 1990 e successivamente tradotto in Farsi nel 2013.

NEDA SHAFIEE MOGHADDAM
ALLA RICERCA DEGLI SPAZI PERDUTI
A cura di Helia Hamedani
fino al 30 Luglio 2021

EMMEOTTO ARTE Emmeotto Arte Srl a s.u.
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martedì 18 maggio 2021

Franco Tripodi, In forma di scrittura


Lo Studio Masiero ospita nei propri spazi la personale di Franco Tripodi, In forma di scrittura, a cura di Luca Pietro Nicoletti. Seconda mostra presso la galleria per questo autore, che approccia le arti visive con materiali diversi, spaziando dalla pittura al disegno, dal collage alla scultura mantenendo sempre la stessa cifra stilistica.

Nella mostra Estensioni e mutamenti del 2017 sono state esposte tele e sculture dove la dimensione cromatica e l’equilibrio geometrico rappresentavano il fulcro dell’indagine artistica. In questa nuova personale viene presentata una ricerca, alla quale Tripodi lavora dal 1995, che si concentra sulla creazione e sull’utilizzo di un alfabeto inventato. Lettere e numeri sono lo strumento attraverso cui, di nuovo, lavorare con il colore e la geometria. Come descritto nel testo critico di Luca Pietro Nicoletti, “l’eleganza formale del puro segno prevale sul contenuto fonetico, ed è pronta a unirsi alla ricerca tonale delle scacchiere di Tripodi, al suo calibrato studio di accostamenti e trasparenze.”

Quindici opere di cui una ideata e creata appositamente per questo evento dove la traduzione in caratteri a noi consueti indica quasi il colophon della mostra.

In questa occasione verrà inoltre presentato il volume In forma di scrittura, con testi di Luca Pietro Nicoletti, Francesco Tedeschi, Giorgio Zanchetti e Franco Tripodi.

Le opere pubblicate nel libro fanno parte della mostra del 2014 presso la galleria Dieci2! integrate dall’ultimo corpo di lavori dipinti fra il 2019 e 2020, dove si evidenzia l’elaborazione mai finita di un tema profondamente sentito e studiato. Le testimonianze critiche e lo sviluppo della ricerca vengono così sintetizzate in un nuovo e interessante percorso dialettico, fra opere così distanti negli anni.

Franco Tripodi
Nato a Vibo Valentia, si trasferisce a Milano e frequenta l'accademia di Brera, dove consegue il diploma di pittura. Ha insegnato discipline pittoriche in diversi licei di Milano fino al 2015 alternando l'attività di insegnante con l'attività di ricerca nell'ambito delle arti visive. Usa prevalentemente il linguaggio della pittura ma sconfina a volte in ambiti spaziali reali realizzando opere tridimensionali, utilizzando il legno e il ferro. La forza e la luminosità del pensiero attraverso il segno, la scrittura e il colore, a volte evocano la dimensione poetica dei personaggi storici considerati come riferimento, il colore nelle opere e nella vita di Raffaello Sanzio, Giorgio de Chirico, Niccolò Machiavelli e altri. Come anche gli anagrammi degli stessi personaggi nella mostra Sette piccoli giganti. La pittura come mezzo per realizzare un palinsesto considerato nel corretto significato originario: stratificazioni di azioni in un arco temporale e mentale ampio, lontano e infine a conclusione dell'opera, definitivo.

Mostre personali
2021 In forma di scrittura, a cura di Luca Pietro Nicoletti, catalogo con testi di Francesco Tedeschi, Giorgio Zanchetti, Luca Pietro Nicoletti, Studio Masiero, Milano
2019 Ailleurs Galerie Christophe Gratadou, Paris
2017 Estensioni e mutamenti, a cura di Claudio Cerritelli, Studio Masiero, Milano
2014 In forma di scrittura, a cura di Mariarosa Pividori, Galleria Dieci.2! Milano
2012 Misura dell'ordine, con testi di Anna Comino e Piero Cavellini, Galleria Spaziotemporaneo, Milano 2008 Scontenitore, Studio Luca G. Righini, Milano
2006 Trittico della buona sorte, A+M Bookstore, Milano
2003 Spazio minimo, a cura di Francesco Tedeschi, Villa Pomini, Castellanza
2002 Soqquadri, a cura di Roberto Borghi, Spazio Cesare da Sesto, Sesto Calende
2001 Ritratti d'Italia, Archivio storico di Lodi, Lodi
2000 Salto di fine stagione, Studioventicinque, Milano
1998 Partitura per filo e per segno, Sala consiliare del comune di Vittuone
1995 Dantesca, Studio Venticinque, Milano; Sette piccoli giganti, Galleria Omphalos, Terlizzi
1991 3 Stanze 3 Artisti 3 grandi quadri 3 Disegni, Galleria Piero Cavellini, Brescia
1990 Attraverso lo specchio, a cura di Giulio Ciavoliello e Gian Piero Fiorillo Galleria Maria Cilena, Milano; Piccolo artefatto, Galleria porta ticinese, Milano
1988 Galleria Piero Cavellini, Brescia; Galleria Il sole, Bolzano
1986 Mediterranea, Galleria Piero Cavellini Milano

Mostre collettive
2019 YAC art fair stand Galerie Christophe Gratadou Paris; Foire d’art de Strasbourg stand Galerie Gratadou
2018 Linea continua, a cura di Roberto Borghi, Villa Borletti, Origgio
2017 Milanoscultura, Stand Studio Masiero, Fabbrica del Vapore Milano
2014 Quasi aperto, 89/A Associazione culturale, Milano
2013 Post-it friends, Piero Cavellini Home Gallery, Milano; Luci e ombre Omaggio a Mattia Preti, Museo delle arti, Cosenza-, in collaborazione con Galleria Dieci.2! Milano
2011 Artista di libro a cura di M. R. Pividori, Galleria Dieci.2! Milano; Differenze superficiali, Galleria Quintocortile, Milano
2010 La scrittura dell'arte, Biblioteca Gallaratese, Milano
2009 Alterne visualità, Studio Luca G. Righini, Milano
2008 Leggere non leggere, Galleria Derbilius, Milano; Astrattamente, Studio Luca G. Righini, Milano 2007 Oltre le parole, Corte Valenti, Garbagnate Milanese; 20-30 a cura di Roberto Borghi, Tessitura Mantero, Como
2006 Arte e pensiero 100 artisti per il centenario della CGIL, Palazzo Te, Mantova; Differenze superficiali, Palazzo del comune di Fortunago PV
2004 Lavorarte, Palazzo del comune di Corsico
2003 Figure del testo Galleria Venticorrenti, Milano; Un lavoro a regola d'arte, Società Umanitaria, Milano 2001 Un lavoro a regola d'arte, Società Umanitaria, Milano
2000 Compagni di scuola, Palazzo Municipale, Fortunago; Daegu-Milano Arts Exhibition Associazione coreana de
1997 Fotostudioventicinque, Studioventicinque, Milano
1995 La carta dell'artista, Galleria Omphalos, Belgioioso; Oltre il disegno, Galleria M. Cilena, Milano; 3 Dimensioni del segno, catalogo a cure di P. Cavellini, Galleria Arcadia nuova, Milano; ArteFiera, stand galleria Arcadia nuova,Bologna
1994 Artefiera, stand Galleria Omphalos, Bologna; ArteFiera, stand Galleria Omphalos, Bari; La materia tradita: terrecotte e ceramiche d'artista, a cura di C. Guidi, Galleria M. Cilena, Milano; Nel di.segno, Galleria Pomerio Ducale, Massa; Invito a casa, Galleria Omphalos, Terlizzi BA
1993 Pagine libri, a cura di P. Cavellini, Maderno; Internazionale, Galleria D'Ars, Milano; Arte fittile e pittura vascolare a cura di C. Guidi Galleria Pomerio Ducale, Massa
1992 Museo delle forme inconsapevoli, Genova
1990 Anteprima '90, Galleria Maria Cilena, Milano 1989 Pagine libri, Galleria Piero Cavellini, Brescia 1987 Kunstmesse, stand Galleria Piero Cavellini, Basel 1986 Kunstmesse, stand Galleria Piero Cavellini, Basel 1984 Portofranco, Studio Veder

Franco Tripodi, In forma di scrittura
a cura di Luca Pietro Nicoletti
fino al 11 giugno 2021



Studio Masiero, Milano
Via E. Villoresi, 28 – secondo cortile 20143 Milano
info@monicamasiero.it +39 335 8455470 martedì – venerdì 15.00 – 19.00
per altri giorni e orari su appuntamento


lunedì 17 maggio 2021

Lègami& Legàmi

Giuseppe Ciracì "Tra le mani custodiva le stelle" tecnica mista su tela - cm 50 x 40


Sabato 22 Maggio dalle ore 16:00 alle 21:00 a Pietrasanta ( Lu) Kyro Art Gallery presenta la mostra collettiva “Lègami&Legàmi” 

La galleria apre la stagione estiva con le opere di 5 artisti: Daniele Accossato, Giuseppe Ciracì, Luca Gil- li, Rudy Pulcinelli e Anila Rubiku. Il filo conduttore della mostra è il !legame”, inteso come mezzo di unione, congiunzione tra le persone e le cose, tra il visibile e l"invisibile, tra la natura e l"arte. 

“I legami umani” sono stati sostituiti dalle !connessioni” . Mentre i legami richiedono impegno, !connet- tere e disconnettere” è un gioco da bambini ( Zygmunt Bauman). 

Daniele Accossato, con le sue sculture ispirate ai grandi capolavori del passato, dal valore inestimabi- le, presenta figure rapite, legate, imbavagliate e rinchiuse in contenitori angusti pronte per essere stoccate e poi spedite. La chiave di lettura risiede non tanto nel soggetto scultoreo (che si riduce ad archetipo), quanto nella sua “cornice”, il contenitore.  Le sculture vengono esposte nei loro contenitori da trasporto, casse o gabbie in legno che sono allo stesso tempo prigione e protezione. Le casse, le gabbie, gli imballaggi fanno dell"opera una merce. Qualcosa che verrà spedito, trasportato, venduto e poi rivenduto e ritrasportato. 

Intrisa di legami con la natura è la pittura di Giuseppe Ciracì. Nelle sue pagine consumate dal tempo, che riproducono capolavori della storia dell"arte dai colori completamente alterati dagli agenti atmosfe- rici, l"artista indaga l"irrisolvibile legame tra arte e natura, spazio e tempo, passato e presente. Immagini che la natura colora di azzurro come nell"opera in mostra “ Tra le mani custodiva le stelle”, un omaggio a Raffaello attraverso uno dei suoi dipinti più celebri, che testimonia proprio il legame tra l"artista urbinate e la sua amata (La Fornarina) un amore senza tempo ricordato nell"arte e nella lettera- tura per l"eternità . 

Nelle opere fotografiche di Luca Gilli, sono presenti spazi interni in costruzione, abitazioni, spazi stan- dardizzati, e uffici contemporanei in fase di ristrutturazione. Spesso questi luoghi, presentano un"architettura semplice, con un"identità incerta, coniugata all"assenza di coinvolgimento affettivo, che rende questi ambienti unici e affascinanti. Nella seconda opera in mostra Gilli racconta il legame dei cavatori di marmo con la preziosa materia estratta dal Monte Altissimo, una porzione di parete appena tagliata protetta da una rete metallica, un legame tra la natura e l"uomo, tra materia prima e opera finita. 

Rudy Pulcinelli utilizzando il simbolismo delle forme e delle sagome delle lettere tratte dai 7 alfabeti più diffusi al mondo, lega il concetto di comunicazione a quello di memoria, ed insieme rivestono un ruolo centrale nel costruire le basi del suo linguaggio scultoreo - installativo, estremamente contempora- neo, una sorta di codice di comunicazione artistica tesa a sottolineare la necessità di investire sull"indivi- duo, sulla sua storia e sul suo futuro, all"insegna della tolleranza e della valorizzazione delle particolarità di ciascuno, siano esse etniche, linguistiche o culturali, perché possano essere percepite non come ostaco- li, ma come opportunità. 

Di legami platonici, legami con le città e le loro strade e di orgiastiche visioni sembra parlarci Anila Rubiku, nell"intrico dei corpi, dove, senza misure e con sfrontata libertà, cattura frenetici intrecci di strade e irriverenti amplessi amorosi, episodi intimi per riflettere sul senso più profondo dell"essere uma- no: l"unione e il legame con l"altro e con il luogo in cui vive. Attraverso le sue opere, l"artista ci trasporta in un mondo fatto di desideri, istinti primordiali, pulsioni della carne, in cui in eterno scontro e forte dicotomia, se è vero che nel divenire della vita Eros crea le- gami, Thanatos li distrugge.


Kyro Art Gallery 
Via P.E. Barsanti, 29 Pietrasanta (LU) www.kyroartgallery.com info@kyroartgallery.com Tel. +39 0584 300701 Mob. +39 3341147775 

“Lègami& Legàmi” 
Mostra collettiva 
22 Maggio - 22 Giugno 2021

Max Coppeta - L’ultima grande battaglia dal Barocco di Salvator Rosa al contemporaneo


Alterazione liquida


Il 27 maggio inaugura alla Baccaro Art Gallery (Pagani, Salerno) la mostra L’ultima grande battaglia – dal Barocco di Salvator Rosa al contemporaneo di Max Coppeta, a cura di Alessandro Demma.

Il progetto, da un’idea di Davide Caramagna (presidente dell’Ass. Culturale MM18), apre un ciclo di esposizioni che hanno il fine di mettere in dialogo l’arte di Max Coppeta con alcuni capolavori dei più celebri artisti del Barocco napoletano (F. Guarini, F. Solimena, L. Giordano, M. Pino da Siena, S. Rosa, per citarne alcuni) provenienti dalla Fondazione De Chiara De Maio, con l’eccezionale contributo critico dello storico dell’arte Sandro Barbagallo (curatore del reparto Collezioni Storiche dei Musei Vaticani).

In questa prima esposizione, tutto ruota attorno all’opera La Battaglia tra cristiani e turchi di Salvator Rosa del 1630, voluta dalla Galleria Baccaro per celebrare i suoi vent’anni di ricerca e concessa grazie alla visione e alla generosità del Presidente Diodato De Maio - Fondazione De Chiara De Maio

Lo scontro navale che ebbe luogo il 7 ottobre 1571 nelle acque di Lepanto, segnò una svolta epocale nella storia del Mar Mediterraneo e di tutti quei paesi che, fino ad allora, erano stati coinvolti nella lotta per arginare la minaccia turca. La battaglia, tema caro all’attività pittorica di Salvator Rosa, fu uno dei suoi soggetti preferiti fin dagli esordi. Coppeta percependo la volontà del maestro, di andare oltre la meraviglia visiva, sceglie di agire direttamente nella terza dimensione, deformando materiali specchianti e sottolineando il ruolo decisivo che le tensioni hanno in questo dialogo.

Ad aiutarci in questo processo di decodifica di un linguaggio che ha avuto il suo exploit nel seicento napoletano, è la ricerca “Riflessi e Deformi” dell’artista Max Coppeta, opere che esplorano la proprietà dell’acqua e dei liquidi di ingrandire oggetti immersi in essa a causa della differenza dell’indice di rifrazione. Questa indagine è una metafora sulla percezione della realtà, spesso distorta dalla fame di sopraffazione. La luce che, ne La battaglia di Lepanto, trafigge i visi dei protagonisti dei due gruppi antagonisti è reinterpretata in chiave contemporanea dall’artista, che la assimila, per rifletterla nelle sue sculture. Come in una scenografia, chi osserva, viene avvolto e catturato dalla forza attrattiva che anima le opere di Rosa e Coppeta. Questa forza, sembra fuoriuscire dalle figure per propagarsi nei rimandi di una storia che scuote il presente e torna ad essere forma nuova.

Questa condizione chiaroscurale, di uomo contro uomo, proietta nuove ombre sulla contemporaneità. Ma se ogni battaglia lascia una crepa, l’invito è di coglierne la luce.




Baccaro Art Gallery e la Fondazione De Chiara De Maio 

L’ultima grande battaglia
dal Barocco di Salvator Rosaal contemporaneo di Max Coppeta

Baccaro Art Gallery via Carmine, 66 Pagani - Salerno
vernissage 27 maggio 2021, ore 18.00
a cura di Alessandro Demma
testo critico di Sandro Barbagallo

progetto di Davide Caramagna
light design Ciro Ruggiero / Spark, allestimento Tiziana Cannavacciuolo
con il patrocinio morale del Sipbc, catalogo Gutenberg Edizioni

Baccaro Art Gallery via Carmine, 66 Pagani (SA)
* Ingresso su prenotazione (+39) 392.6931259 / 081 5150877

Ufficio stampa: Stefania Trotta
stefaniatrottapress@gmail.com

pubblica:

giovedì 13 maggio 2021

IL PORTALE Ostiense – Studio Visit

Deundulare
malta cementizia inerte, carpenteria legno pesante, frassino e smalti ad acqua


IL PORTALE – Studio Visit 
Un luogo bloccato dalla burocrazia che a causa della pandemia diventa spazio in fermento e opportunità di espressione. 

Nel quartiere Ostiense a Roma, a pochi passi dal Ponte dell’Industria, un vecchio fabbricato di mattoni rossi è sopravvissuto alla demolizione dei magazzini e del Silos del Consorzio Agrario, costruiti nel 1921. Uno spazio al quale per ora si è riusciti solo ad allacciare luce ed acqua ma che presto si trasformerà in qualcosa di nuovo, grazie all’ambizioso progetto di Chiara Moro e Federico Massimiliano Mozzano

Chiara Moro, nella vita Marketing Manager e Federico Massimiliano Mozzano, fotografo, si innamorano di quei mattoni rossi poco prima dell’inizio della pandemia e decidono entrambi di cambiare le loro strade lavorative per mettere le loro energie in un nuovo progetto che sancisce la rinascita personale e quella di un luogo dimenticato, che presto diventerà un contenitore, uno spazio multifunzionale, un luogo di contaminazione e di produzione artistica. Il racconto di un cambiamento, di una metamorfosi inaspettata nonostante un momento in cui la visione sul futuro è totalmente appannata. La storia di due persone che in piena pandemia decidono di credere in un nuovo futuro. 

Così, ad ottobre 2020 all’inizio della seconda ondata e con il progetto di ristrutturazione fermo nei vari uffici comunali, Federico decide di entrare al Portale e iniziare a vivere lo spazio. Senza elettricità non può scattare, scende nel piano interrato e trova due vecchie sacche di cemento ed inizia a scolpire per 4 mesi. In questo non luogo le emozioni, l’energia e la forza bloccata dal periodo pandemico vengono trasformate in un’arte a lui poco conosciuta. Inizia usando solo le mani ed il cemento, scoprendo egli stesso un’inaspettata familiarità con la materia. Poi giorno dopo giorno, si aggiungono strumenti del mestiere e nuovi materiali come il legno, il ferro.  Lo spazio e le restrizioni pandemiche danno così vita ad una nuova forma espressiva. 
La centralità del suo lavoro vede l’uomo e le sue azioni con una spiccata preferenza per quelle negative. Il suo lavoro è una sorta di autoanalisi comparativa che nel processo creativo solitamente inizia con una feroce critica verso se stesso.Prepotenza, indifferenza, disuguaglianza, falsità, arroganza e superficialità. 
La sua ricerca è sull’uomo in relazione a questi atteggiamenti. Positivo e negativo, si o no, bianco o nero, destra o sinistra. Basculante

L’uomo e la bandiera, le bandiere. Sotto una bandiera l’uomo si è protetto, distinto, ha combattuto, ha protestato e ha ucciso. Le opere sono una naturale conseguenza del suo pensiero: “Fare Arte è una cosa seria, molto più seria dell’arte stessa, per questo c’è arte su Marte... l’arte ha un senso, per chi la fa e non per chi la compra. L’arte è crudele e ragiona per eccessi.”  Da qui nasce lo Studio Visit, in programma il prossimo 22 Maggio, un momento di condivisione dell’espressione artistica e della necessità di vivere un presente da cogliere nel momento in cui si manifesta perché non si ripeterà. Partecipare è testimoniare e diventare parte stessa del luogo e del processo creativo nella sua unicità. Tutto quello che si potrà vedere in questo Studio Visit è un sogno con fondamenta salde, uno spazio grezzo, nudo, spoglio che presto si trasformerà in un nuovo catalizzatore di forze creative. 

L’ Artista 
Federico Massimiliano Mozzano 
Frequenta l’Istituto di Stato per la Cinematografia e Televisione R. Rossellini ed in seguito la Facoltà di Lettere e Filosofia, con indirizzo Storico-Artistico. Inizia a lavorare in contesti archeologici fin da giovanissimo, prima come assistente e successivamente come fotografo, per alcune campagne fotografiche di rilievo su incarico della Soprintendenza Archeologica di Roma. L’esperienza dello Still life e la passione per il ritratto lo portano a collaborare con diversi brand per varie campagne pubblicitarie ma senza mai abbandonare la sua visione e i suoi progetti personali tra cui, uno degli ultimi ; “Spazio e Vuoto”, realizzato all’interno dello GNAM. Fino al 2020 ha usato la fotografia come strumento prediletto per comunicare la propria visione artistica. La sua passione per la scultura e la materia grezza hanno preso forma in opere nate al Portale da autunno 2020 ad oggi.







Contatti
Michele Dell’Uomo
michele@mduconsulting.it
+39 366 6351070

Dida immagini:
Garrito Details photo credit F.M.Mozzano
Bandiera Basculante photo credit F.M.Mozzano