venerdì 31 luglio 2020

Francesco Candeloro. Luoghi Misure Variazioni


Francesco Candeloro
Vie di luce nel tempo (Beirut), 2018
Taglio laser e stampa a raggi UV su plexiglass su struttura di ferro e acciaio, 171x138x20 cm
Courtesy A arte Invernizzi, Milano
Foto Lorenzo Ceretta, Vicenza



La galleria A arte Invernizzi inaugura giovedì 24 settembre 2020 alle ore 18.30 una mostra personale di Francesco Candeloro

Nella prima sala del piano superiore sono esposti, nella versione verticale, alcuni skyline in plexiglass di fisionomie di città o sezioni di esse rese nel loro carattere di superficie e contorno - testimonianza di un momento vissuto dall’artista. 

Nella seconda sala troviamo Vie di Luci nel Tempo (Beirut) (2018), opera attraverso cui Candeloro indaga i molteplici aspetti della realtà con immagini in trasparenza che ampliano la percezione dell’osservatore in un continuo alternarsi di nascondimento e rivelazione. 

Al piano inferiore vengono presentati dodici “libri” costituiti da fogli colorati che riportano delle fessure che possono essere definite come “occhi” disposti in giochi combinatori che tengono conto delle geometrie dei supporti e delle colorazioni prodotte dai “filtri” di acetato che l’artista vi sovrappone. 

I “libri” hanno una struttura chiusa rettangolare ma, come fossero pagine di un volume, possono svilupparsi sulla parete consentendo una lettura aperta dell’opera e in questa occasione i lavori sono presentati nelle due versioni, aperta e chiusa. 

“L’immagine dalla quale, nella sua rivelazione fotografica, proviene tutta l’opera di Candeloro, e la sua qualificazione fisica, in una concezione sempre più autonoma della forma rispetto alle istanze della rappresentazione, costituisce di per sé un filtro tra la materialità della cosa e la sua idealizzazione. Questo carattere di intermedialità che pone di per sé l’opera su un limite fra la presenza e l’assenza, si rivolge da una parte a forme note, in certa misura verificabili, e dall’altra a sagome in via di definizione, che ricevono la loro consistenza momentanea nel loro riproporsi, sotto diverse ipotesi, nel modo in cui i lavori appartenenti alla categoria delle composizioni a molteplici strati possono essere squadernate a parete secondo logiche geometriche variabili. In entrambe le soluzioni le opere di Candeloro operano sul piano di un trasferimento. Da una parte la sagoma di un profilo di città si materializza, in una posizione non necessariamente riconoscibile, come ripresa di un luogo altro assorbito nella luce che essa stessa genera nello spazio in cui la sua immagine sintetica e astratta si trova; dall’altra le composizioni a parete alludono a un inoltrarsi in una dimensione nascosta, intima, che si rivela nascondendosi. La superficie, in entrambi i casi, diventa parte di un processo complesso, dal piano al labirinto.” (Francesco Tedeschi) 

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue contenente un saggio di Francesco Tedeschi, la riproduzione delle opere in mostra e un aggiornato apparato bio-bibliografico. 

MOSTRA: Francesco Candeloro. Luoghi Misure Variazioni 
CATALOGO CON SAGGIO DI: FRANCESCO TEDESCHI 
PERIODO ESPOSITIVO: 24 SETTEMBRE - 10 NOVEMBRE 2020 
ORARI: DA LUNEDÌ A VENERDÌ 10-13 15-19, SABATO SU APPUNTAMENTO

A ARTE INVERNIZZI
VIA DOMENICO SCARLATTI 12 20124 MILANO ITALY

mercoledì 29 luglio 2020

“PAOLA ROMANO. LO SPECCHIO DELL’OLTRE”



“PAOLA ROMANO. LO SPECCHIO DELL’OLTRE”
Le creazioni in vinile dell’artista romana in mostra
dal 29 luglio al 27 settembre 2020 nel Lu.C.C.A. Lounge&Underground


L’incresparsi fluido della materia, l’affascinante transizione tra la realtà organica suggerita e la natura sintetica del vinile. Ritroviamo tutto questo nei lavori di Paola Romano che vanno a comporre la mostra personale “Lo specchio dell’oltre”, a cura di Roberto Capitanio e Maurizio Vanni, allestita nel Lu.C.C.A Lounge & Underground dal 29 luglio al 27 settembre 2020. L'esposizione, realizzata con il patrocinio del Comune di Lucca e con il contributo di Storitalia, presenta al visitatore un inedito racconto che si materializza attraverso l'utilizzo non convenzionale della tela: ne nascono paesaggi dalla morfologia imprevedibile,  piegature, accartocciamenti, capovolgimenti di prospettiva e allusioni a corpi celesti. Le sue sembrano visioni oniriche che prendono forma senza un disegno predeterminato.

“Le 'plastiche' di Paola Romano – scrive il co-curatore Roberto Capitanio – sono modellate a mano alla stregua di enormi sculture in creta o in plastilina il cui unico intervento 'progettuale' è fornito dal materiale iniettato al retro del pellame o tessuto in maniera da irrigidirne il volume e preservare nel tempo le forme scaturite dalla sapienza dell’artista. Nessuno schema preliminare, quindi, se non le sensazioni che l’artista recepisce nel momento stesso della messa in opera del manufatto, sensazioni che daranno vita a piegature, a ombre, a riflessi, a salite e a discese trasmigabili alla vita e al quotidiano di ognuno di noi. Le uniche eccezioni progettuali che la Romano si concede nella preparazione delle 'plastiche' sono date dalla scelta preliminare dei materiali che obbligatoriamente devono essere di primissima qualità e dal decidere la forma dell’opera da realizzare che potrà essere circolare oppure rettangolare”.

Le tele, così violate, vanno oltre la superficie delle cose per trovare una connessione con ciò che l'occhio umano non potrebbe mai mettere a fuoco: il riverbero dell'invisibile. Così come lo specchio – scrive il co-curatore Maurizio Vanni –, le opere della Romano rappresentano un vero e proprio stargate dimensionale, una porta di passaggio tra il mondo che definiamo reale e il mondo del non visibile. Di fronte a un suo lavoro ci rendiamo conto di quanto, spesso, anche ciò che consideriamo realtà possa corrispondere alla superficie delle cose. Solo attraverso un approccio polisensoriale possiamo intuire l'essenza della materia, il riflesso dell'oltre. Solo cercando un percorso che va oltre l'estetica, ma che si struttura intorno a quei momenti estatici che permettono connessioni alchemiche con l'altrove, lo spettatore può superare la barriera che crea cecità emozionale”.

In questo fluttuare tra dinamismo, calma e caos, Paola Romano ci spinge a una riflessione su noi stessi e ci ricorda che ciò che conosciamo potrebbe non essere che una realtà sbiadita dell'esistenza delle cose: da qui il legame tra il rispecchiamento e il divino.

Note biografiche di Paola Romano
Pittrice, scultrice e designer, nasce il 17 settembre del 1951 a Monterotondo (Roma). Si forma nell’ambiente artistico della capitale, dove vive e lavora fino al 2011. Nel 2012 apre uno showroom nel borgo antico della sua città natale. Dopo una formazione alla Rome University of Fine Arts e continui processi di studio inizia, nel 2000, un percorso più attivo nella produzione di opere d’arte fortemente materiche. I suoi lavori si troveranno, sin dagli esordi, in collezioni d’arte di prestigio, sia pubbliche che private. Tra quelli più celebri spiccano le serie “Lune”, “Planimetrie”, “Plastiche”, “Zoom”, quella realizzata in affresco, le sculture in bronzo e la serie “Monocromi”.
Tra le più importanti esposizioni ricordiamo quelle presso il Museo degli Strumenti Musicali di Roma, le Sale Urbaniane di Città del Vaticano, a Castel dell’Ovo a Napoli, a Palazzo Ziino a Palermo, al Galata Museo del Mare di Genova, nel Complesso monumentale di Sant’Andrea al Quirinale a Roma, al Museo del Vittoriano a Roma, al Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra (Venezia), alla 53esima Biennale d’Arte di Venezia, all’Istituto Portoghese di Sant’Antonio a Roma, alla Rocca Janula di Cassino. Ad Hong Kong, ha esposto al Cultural Center del Teatro dell’Opera nell’ambito di una manifestazione organizzata per valorizzare il talento italiano. Nel 2015 il Comune di Monterotondo le commissiona due importanti opere monumentali, una per la sede del Teatro Comunale “Francesco Ramarini” e una per il complesso della Torre Civica.
Le opere della Romano sono presenti in esposizioni permanenti presso la Fondazione Magna Carta in Roma e le Sale Urbaniane in Città del Vaticano, solo per citarne alcune. Tra i riconoscimenti ottenuti: nel 2007 il “Premio Internazionale Arcaista”, “Approdi d’Autore” e il “Premio Roma” del 2009.



MOSTRA “PAOLA ROMANO. LO SPECCHIO DELL’OLTRE”
a cura di Roberto Capitanio e Maurizio Vanni
Lu.C.C.A. Lounge&Underground
dal 29 luglio al 27 settembre 2020
orario mostra: da martedì a venerdì ore 14-18; sabato e domenica 11-18; chiuso lunedì.
Ingresso libero
_______
Per info:
Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art Via della Fratta, 36 – 55100 Lucca         
tel. +39 0583 492180   www.luccamuseum.com  info@luccamuseum.com

Addetto Stampa Lu.C.C.A.
Michela Cicchinè mobile +39 339.2006519 m.cicchine@luccamuseum.com



AMATERASU apre il sipario di ‘Raccontando sotto le stelle’ 2020


Non si sono fatti scoraggiare dalle difficoltà delle misure anticovid gli appassionati organizzatori di Raccontando sotto le stelle’, Marluna Teatro e Libreria Miranfù.
Il festival di teatro per ragazzi torna, infatti, il 29 luglio alle ore 20 a Palazzo Beltrani nella corte Davide Santorsola con Amaterasu di e con Madimù.  Giunti alla XII edizione, in un anno particolarmente difficile per il mondo intero, i due organizzatori hanno scelto soluzioni diverse pur di continuare a nutrire il forte legame con il loro pubblico, i bambini e i ragazzi, e  con la costante presenza dell’Assessorato alle Culture del Comune di Trani.
Con il primo appuntamento  si ricomincia a raccontare storie nelle calde sere d’estate dopo il lungo lockdown e Amaterasu è un’antica leggenda giapponese: il mito di Amaterasu, la Dea del sole, principale divinità della cultura shintoista.
In scena Marianna di Muro e Annabella Tedone, ma lo scenario non sarà mai lo stesso pur restando nello stesso luogo! Ispirato da Raymond Queneau, il quale sostiene che una storia qualunque può essere raccontata in mille modi diversi, lo spettacolo ripete la stessa leggenda modificando scenari, suoni e suggestioni, ricreando ogni volta scenografie emotive distinte.
Lo spettacolo ha vinto il premio Street art Massafra, Actors & Poetry 2014 Genova, Premio Centro alla drammaturgia, menzione speciale Premio Franco Angrisano ed è secondo classificato al premio Autori nel cassetto del teatro Lospazio di Roma.
Lo spettacolo è adatto ai bambini dai 5 anni in su.
Nel rispetto delle misure anticovid la prenotazione è obbligatoria ai numeri 347-3474958 o 3402336032, durante lo spettacolo saranno rispettate tutte le norme igienico sanitarie insieme al distanziamento.
Mariablu Scaringella



Paradigma | mostra personale di Sandro Mele

Sandro Mele, Piazza, 2017, caschi, terra, fiori rossi

Mercoledì 23 settembre 2020 inaugura ad AlbumArte, spazio indipendente per l’arte contemporanea, la mostra personale di Sandro Mele dal titolo Paradigma a cura di Raffaele Gavarro. In mostra i 75 ritratti dei componenti della Commissione per la Costituzione, anche nota come la Commissione dei 75, che il 15 luglio del 1946 fu incaricata di redigere la nostra Carta Costituzionale. Settantacinque ritratti dipinti in bianco e nero su carta, del formato di cm 100x70 cadauno, occuperanno le grandi pareti della sala grande dello spazio. Un’assemblea di personaggi e d’immagini che si collegherà idealmente e concettualmente ad un video sulle iniziative del Comitato del quartiere Certosa di Roma (nei pressi di via di Tor Pignattara) nella saletta proiezioni, raccontate dai suoi animatori, un gruppo di cittadini che s’impegna direttamente per il miglioramento della vita della propria comunità.

Una grande installazione formata da decine di caschi da motociclista riempiti di terra, nei quali sono coltivate piante e fiori, occuperà tutto il pavimento dello spazio espositivo, formando un paesaggio che è la testimonianza simbolica e silenziosa del manifestare delle comunità. Un dispositivo sonoro, nella prima stanza, riprodurrà la lezione che fece Piero Calamandrei agli studenti dell’università a Milano il 25 gennaio del 1955, sulle pari opportunità, oggi rimesse fortemente in discussione, per esempio, quando neanche una donna fu chiamata a far parte della task-force di esperti, costituita dal governo per la gestione dell’emergenza Covid19.

Paradigma rappresenta una strana congiuntura temporale e di senso. Il progetto, pensato prima della pandemia, è stato intensamente arricchito di idee e materiale durante l’isolamento, ragionando sulle pesanti conseguenze sociali, economiche e politiche che essa ha provocato, che hanno inevitabilmente indotto a riflettere sulle similitudini che ci sono tra l’ultimo dopoguerra, in cui la Costituzione è nata e la situazione attuale. Come allora, appare necessario ripensare e ricostruire la nostra esistenza e le nostre comunità attraverso una cultura politica consapevole e che, per poter superare la grave crisi nella quale siamo precipitati, sia necessario un cambio decisivo del paradigma, di quel modello economico e sociale che oggi appare ancor più irragionevole.

Paradigma non sarà solo una mostra, ma tenterà di essere anche un modello di aggregazione, di ri-avvicinamento sociale, attraverso dei programmi didattici che coinvolgeranno studenti di tutte le età, dopo il periodo travagliato della loro recente mancanza di completa formazione a causa dell’emergenza Covid19, che punteranno alla narrazione delle similitudini tra il tempo della nascita della nostra Costituzione e l’attuale, oltre, soprattutto, sui valori culturali, sociali e politici che allora come oggi sono necessari per ricostruire in modo nuovo e soprattutto migliore.


La mostra è stata realizzata con il patrocinio del Centro per la Riforma dello Stato (CRS) e della Fondazione Lelio e Lisli Basso -Onlus.


AlbumArte | Spazio indipendente no profit per l’arte contemporanea
Via Flaminia 122 00196 Roma

T | F +390624402941 E info@albumarte.org  www.albumarte.org

In modalità smart working dal 20 al 31 luglio | CHIUSURA ESTIVA 1-31 AGOSTORiapertura Martedì 1 settembre

UPCOMING: Paradigma Mostra personale di Sandro Mele a cura di Raffaele Gavarro > 23 settembre - 31 ottobre 2020 

Tutte le attività pubbliche saranno svolte nel rispetto del divieto di assembramento di cui all’articolo 1, comma 8, primo periodo, del decreto-legge 16 maggio 2020, n°33, e alla distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, uso di mascherina obbligatorio, misurazione temperatura corporea e igienizzazione delle mani.

lunedì 27 luglio 2020

Donatella Izzo - The Dreamers: sognatori nel tempo dell’abbandono

Donatella Izzo, Ho visto il vento passare, 2015

Donatella Izzo cerca l’uomo, la donna, l’animale e il bambino. Come i filosofi, come gli animali più famelici, come gli psichiatri. L’artista cerca negli spazi vuoti, dimenticati, esplora con il lume le zone recondite della conoscenza umana contemporanea che nemmeno Google Maps riesce a perscrutare. Gli spazi di Vento & Associati, presso la Fabbrica del Vapore di Milano, ospitano, per tutta l’estate, The Dreamers: sognatori nel tempo dell’abbandono, personale dell’artista milanese Donatella Izzo

La mostra, che si inserisce nella programmazione estiva della Fabbrica del Vapore, è un varco aperto nella memoria sepolta delle avventure più feroci e infami della mente, scopre i registri del delirio quotidiano di esseri umani che erano dimenticati ancora prima di essere censiti dalle anagrafi. 

Donatella Izzo entra nei manicomi deserti, luoghi di detenzione della follia, e ricompone come un dottor Frankenstein pietoso e caritatevole, le fattezze più soavi e armoniose delle visioni incantate dei matti. Vediamo geishe amorose, monaci oranti in estasi, bracchi maestosi che cantano muti inni vitali, combattenti nipponici cordiali e gaudenti. Entriamo, per la prima volta, nei luoghi che sono le icone dell’abisso che appartengono al sentire di ciascuno di noi, ma che solo alcune vittime sacrificali hanno sofferto davvero, nel tempo dimenticato, in nome e per conto di tutti noi. E siamo costretti a vedere e sentire la strage dell’abbandono. Con il privilegio di vivere il tutto, tuttavia, e nuovamente, nella trasfigurazione possente e sublime dell’arte.

Donatella Izzo
The Dreamers: sognatori nel tempo dell’abbandono
a cura di Matteo Galbiati
Fino al 31 Ottobre 2020

Vento & Associati
Fabbrica del Vapore - Lotto 11
via Giulio Cesare Procaccini, 4 - Milano

ENTI PROMOTORI:
Nell’ambito del progetto Spazio al Talento del Comune di Milano con il Sostegno di Fondazione Cariplo





lunedì 13 luglio 2020

FLUMEN - Climate Actions per i parchi e i fiumi a Roma


Andreco - Arno - imaginary Topography - NAM - Manifattura Tabacchi Firenze


L’associazione culturale Climate Art Project presenta il progetto Flumen. Climate Actions per i parchi e i fiumi a Roma tra Arte e Scienza, ideato dall’artista e ingegnere specializzato in sostenibilità ambientale Andreco. Il progetto, che mette insieme due mondi solo apparentemente incompatibili, è vincitore dell'Avviso Pubblico EUREKA!ROMA2020-2021-2022 e fa parte di ROMARAMA 2020, il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale, ed è realizzato in collaborazione con una importante rete di partner artistici e scientifici: CNR IBAF, CNR IRET - Università degli Studi La Sapienza, Università Roma TRE, MAXXI, Azienda Speciale Palaexpo, Fondazione Baruchello, Insieme per l’Aniene Onlus, CSA-Semi di Comunità, Fondazione smART – polo per l’arte, ARPA LAZIO, Agenda Tevere e Contratto di Fiume Tevere.

Questo nuovo decennio, spiegano gli organizzatori, è segnato da una crisi ambientale e climatica senza precedenti che richiede uno sforzo collettivo ed una trasformazione radicale delle nostre pratiche sociali e modelli culturali e di produzione. Senza un cambiamento della visione comune su come co-abitare l’ecosistema terrestre e senza una consapevolezza diffusa delle tematiche ambientali, il cambiamento di rotta non avverrà. Questo può verificarsi rimettendo l’ambiente al centro delle nostre riflessioni, sensibilizzando cittadini, privati, pubbliche amministrazioni, le nuove generazioni e naturalmente la dimensione culturale su tematiche relative alla salvaguardia della biodiversità, alla rigenerazione, riqualificazione e riappropriazione dello spazio pubblico e delle aree verdi, alle buone pratiche legate alla agricoltura. In questo senso i fiumi, un tempo luoghi centrali di aggregazione e di scambio nella vita quotidiana delle persone tornano nel progetto Flumen ad assumere un ruolo protagonista. 

Credo fondamentale la sensibilizzazione e la disseminazione delle conoscenze scientifiche legate alle tematiche ambientali, ai fiumi ed agli spazi verdi, per alimentare un dibattito culturale trans-disciplinare e per costruire una società veramente sostenibile, spiega Andreco, la cui ricerca si concentra fin dal 2000 sul rapporto tra arte e scienza, sulla sostenibilità ambientale e sulle intersezioni tra attivismo, antropologia, spazio urbano, ecologia, con un approccio che confluisce in installazioni, video, wall paintings e naturalmente progetti di carattere relazionale. 

Flumen si concentra sul Municipio IV di Roma, con un focus sulle aree dell’Aniene, del Tevere e del Parco di Veio. Incontri, esplorazioni, performance, mostre, laboratori coinvolgeranno adulti, bambini e ragazzi in un progetto alla scoperta dell’ecosistema fluviale che caratterizza e rende speciale la loro città, in una esperienza collettiva a contatto con la natura. Il primo anno di progetto sarà dedicato alla raccolta dati, all’analisi e al monitoraggio delle acque e dei terreni. Poi si procederà alla bonifica e alla riqualificazione delle aree attraverso ad esempio campagne di piantumazione, infine si riscopriranno le buone pratiche agroforestale in una dimensione che guarda al futuro, soprattutto delle nuove generazioni. 

Arte e scienza proveranno così ad interagire per immaginare mondi, costruire un senso di consapevolezza nei cittadini, ad inventare insieme il domani in un percorso che guarda alla vita e alle sue complessità. 

Domenica 12 luglio 2020, ore 18 – 20:30, presso Casa del Parco, Via Vicovaro snc, si svolgerà una visita guidata nell’Area della Riserva Naturale Valle dell’Aniene e un laboratorio di campionamento delle acque del fiume - aperto al pubblico - a cura dell’Associazione Climate Art Project, insieme alla ricercatrice Laura Passatore dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRET-CNR) e alla professoressa Simona Ceschin del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre. Saranno analizzate insieme all’artista e agli scienziati coinvolti nel progetto le acque e lo stato di inquinamento dei territori. 

L’organizzazione di giornate di monitoraggio partecipato permetteranno al pubblico di seguire e conoscere le diverse fasi e le tecniche di campionamento di acque e suolo prendendo parte in modo attivo al lavoro di ricerca sul campo. Una seconda visita aperta a tutti si svolgerà il 17 luglio dalle 10 alle 12 a partire da Lungotevere Arnaldo da Brescia Scalo de Pinedo e fino al punto di confluenza con l’Aniene, insieme ad Arpa Lazio (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Lazio). Insieme ai ricercatori, i partecipanti campioneranno e analizzeranno le acque del Tevere, Arpa Lazio si occuperà dell’acquisizione di analisi e dati grezzi da utilizzare come punto di partenza per il confronto dei dati ottenuti in fase di ricerca.


FLUMEN
Climate Actions per i parchi e i fiumi a Roma
di Climate Art Project


I fiumi di Roma protagonisti di un importante progetto tra arte, ambiente e scienza ideato dall’artista Andreco. Primo appuntamento il 10 luglio 2020


Il calendario di appuntamenti proseguirà a settembre 2020

Info e prenotazioni
Climate Art Project – climateartproject@gmail.com- 3209440741 - www.climatertproject.com
Ufficio stampa:Santa Nastro: +39 3201122513 snastro@gmail.com


ANTEPRIMA - 10 anni di TOMAV Centro Arti Visive di Moresco

Matteo Costanzo, 2020 

Il Tomav - Centro Arti Visive di Moresco presenta Anteprima la mostra della stagione 2020. 

Dal 18 luglio al 19 settembre 2020 il TOMAV – Torre di Moresco Centro Arti Visive celebra i dieci anni di attività con una singolare esposizione dal titolo Anteprima con le opere di Marco Cingolani, Matteo Costanzo, Paola Ricci e Paola Tassetti.

In occasione del decimo anno di attività il TOMAV, Centro di Arti Visive situato nell’imponente torre eptagonale di Moresco in provincia di Fermo, organizza dal 18 luglio al 19 settembre 2020 la mostra dal titolo Anteprima, una “degustazione” delle ricerche artistiche di Marco Cingolani, Matteo Costanzo, Paola Ricci e Paola Tassetti, in attesa di vedere esposti i loro progetti site-specific slittati al prossimo anno a causa dell’emergenza sanitaria Covid 19. 

La torre, diventata il simbolo identitario di Moresco per il suo valore storico ed estetico, non è solo un richiamo turistico ma polo di attrazione per molti visitatori che, oltre ad un panorama mozzafiato nell’ultimo piano, hanno la possibilità di fruire e apprezzare l’arte contemporanea. Andrea Giusti, direttore artistico e ideatore del TOMAV, in questi dieci anni di attività ha proposto nomi importanti fin dalla sua prima mostra con Tino Stefanoni, per seguitare con Mimmo Rotella, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino,Biasi,Simeti,Dadamaino,Wilding, U. Bartolini,una colletiva dedicata alla fotografia concettuale italiana e internazionale Anni 60-70 , aprendo lo spazio poi anche ad artisti non storicizzati ma interessanti per il loro campo d’indagine e processo creativo. Moresco, paese-gioiello della Valle dell’Aso, grazie alla qualità dei progetti proposti dal TOMAV, si qualifica come centro di sviluppo dell’attuale ricerca artistica capace di innescare nuove occasioni di sviluppo territoriale.

La mostra, a cura di Nikla Cingolani, non è una collettiva in senso stretto ma si configura come una successione di spazi con interventi isolati e autonomi. Ogni piano dell’edificio si trasforma così in area indipendente di ricerca personale, in cui le opere mettono in luce la specificità di ciascun artista. 

MARCO CINGOLANI è nato nel 1985 a Recanati dove vive e lavora. Ha conseguito il diploma di primo e secondo livello alla Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Ha svolto l’attività di cultore della materia con l’artista Franko B, titolare della cattedra di Scultura della stessa Accademia di Belle Arti. Nel 2011 ha frequentato il T.A.M. di Pietrarubbia, la Scuola di Alta Formazione nel Trattamento Artistico dei Metalli, presieduta da Arnaldo Pomodoro. Nel 2018 è stato selezionato come vincitore del Premio Pannaggi – new generation. Ha esposto in varie mostre personali e collettive tra cui la 54° Esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.

MATTEO COSTANZO è nato a Roma nel 1985, vive tra Pesaro e Roma. Nel 2016 ha conseguito diploma di laurea triennale Pittura, ABA Urbino e nel 2018 il diploma di laura biennio specialistico Pittura. Tra i suoi progetti più importanti la recente VIR Viafarini-in-residence, DOCVA, Milano, a cura di Giulio Verago; BoCs Art – Residenze Artistiche, Cosenza, a cura di Giacinto di Pietrantonio e “Global Education-Welcome to Venice by Giuseppe Stampone”, Fondamenta Sant’Anna, Venezia, a cura del progetto curatoriale Handle with care nel 2019. Nel 2018 vincitore del Premio G.B. Salvi 68^ edizione, Palazzo della Pretura ,Sassoferrato,a cura di Riccardo Tonti Bandini ;“Arteam 2018”, Fondazione Dino Zolì, Forlì, cura di Matteo Galbiati e Livia Savorelli. (finalist); 2017 , Museo Diocesano di Ancona, cura di Massimo Vitangeli;“Baseopen #03”, Game Over, Giuseppe Stampone a cura di Paolo Parisi. Base, progetti per l’arte di Firenze; 2016/2015“Cambiamenti” Palazzo Bastogi, Firenze a cura di Ileana Mayol. (finalist); “Appia Antica Art Project”, Roma, a cura di Maila Buglioni “.

PAOLA RICCI ,nata a Venezia nel 1961,ha studiato a Urbino al College di Arte Industriale; laureata in Graphic Design ha tenuto una Master Class in Arti Visive e Design presso la Venezia Biennale. A Tralee, in Irlanda e presso Technology Institute è in esposizione permanente l’opera “Filo arboreo”; è stata artista residente presso il Centro Arteles in Finlandia dove ha lasciato due opere d’arte installate: Upside Down e Vuoto –Pieno; è stata artista residente presso il CCA Andratx Mallorca, Spagna. Altre opere sono state esposte in diverse gallerie internazionali e fanno parte di collezioni importanti.

PAOLA TASSETTI è nata a Civitanova Marche (MC) nel 1984. Si laurea in architettura e successivamente si specializza nella ricerca del paesaggio italiano. Prosegue la sua esperienza a Kyoto presso Tomohiro Hata Architect and Associates e a Londra al Uncommon Studio Creative. Nel 2016 vince il premio della XII Edizione del Premio Paratissima di Torino. Sempre nel 2016 espone al Katzen Arts Center di Washington. Tra le mostre principali: Iconema, Spazio K, Galleria Nazionale delle Marche Palazzo Ducale di Urbino, Urbino, nel 2019; International Art Symposium, Sinji Vrh, Slovenia nel 2018; Edegos XIII Edition Bruges, Sint-Jan Museum, Svezia e Intensio Animi, Katzen Arts Center, Washington nel 2016.


Luogo: TOMAV- Torre di Moresco Centro Arti Visive – Moresco (FM)
Titolo: Anteprima
Artisti: Marco Cingolani, Matteo Costanzo, Paola Ricci, Paola Tassetti
A cura di: Nikla Cingolani
Direzione artistica: Andrea Giusti
Periodo: 18 luglio – 19 settembre 2020
Inaugurazione: sabato 18 luglio 2020 ore 18
Patrocinio: Comune di Moresco – Assessorato alla Cultura – Pro Loco di Moresco
Sponsor: Mino&Grazia Tappezzeria, Vivai Nicole, Castrum Morisci, Laghi Santarelli
Graphic design: Monica Simoni
Tel: 0734 259983 / Cell: 351 5199570
Web site: www.comune.moresco.fm.it
E-mail: tomav@libero.it

venerdì 10 luglio 2020

Munari - In movimento / Seconda parte

Bruno Munari. Vetrini a luce polarizzata, 1953 Materiali vari. Courtesy Miroslava Hajek

L'Associazione Culturale Teatro Pratiko in collaborazione con il Centro Culturale Trevi - la piazza della cultura, presenta, dal 10 al 31 luglio 2020, la seconda parte del progetto Munari - In movimento, a cura di Miroslava Hajek e Manuel Canelles. Il progetto si avvale del contributo della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige - Ripartizione Cultura Italiana. 

Inaugurazione 10 luglio 2020 dalle 16.00 alle 18.00 presso il Centro Culturale Trevi - Bolzano. 

L’esposizione di luglio propone uno specifico gruppo di lavori, le Proiezioni a luce fissa e le Proiezioni a luce polarizzata, realizzate negli anni cinquanta del secolo scorso, con cui Bruno Munari porta a compimento la sua ricerca volta a conquistare una nuova spazialità oltre la realtà bidimensionale dell’opera. Le Proiezioni si inseriscono in un filone di pensiero che ha due importanti obiettivi: smaterializzare la pittura creando ambienti di luce e offrire allo spettatore una molteplicità di immagini non più statiche. Le Proiezioni Dirette, create a partire dal 1950 e realizzate con diversi materiali inseriti in piccoli telai per diapositive, sono in diretta relazione con i lavori realizzati alla scuola del Bauhaus. "Non sono fotografie a colori, sono proiezioni dirette di materie" precisa l'autore. Le Proiezioni Dirette singole o plurime sono solo il primo passo di una ricerca che lo porta, dapprima, alle Proiezioni a fuoco continuo, dove il materiale emerge dal vetrino, permettendo la creazione di immagini differenti a seconda della diversa messa a fuoco e, infine, alle Proiezioni a luce polarizzata, che rappresentano una novità assoluta nel campo delle ricerche cromo-cinetiche. L’effetto della pellicola Polaroid diventa visibile ponendo del materiale incolore tra un sandwich di filtri; in particolare con il movimento rotatorio di quello più vicino all’osservatore si crea un movimento virtuale della composizione creata dall’artista. 

Munari progetta sia delle proiezioni con la rotazione del filtro polarizzante davanti alla lente del proiettore, sia dei lightbox con e senza motore, denominati dall’artista Polariscop.

Questo inedito ed eccezionale corpo artistico è stato raccolto e reso fruibile, grazie all’autorialità della stessa Miroslava Hajek, mediante un processo di digitalizzazione. Le opere sono state raccolte, studiate e conservate dalla Hajek, storica dell’arte, curatrice e gallerista di fama internazionale, su proposta dello stesso Munari, nell’analisi critica del suo lavoro artistico e con la quale l’artista realizza la collezione ragionata delle sue opere strutturata in modo cronologico in grado di descriverne l’intero percorso creativo.

INFO
Munari - In movimento
Seconda parte
Proiezioni a luce fissa e Proiezioni a luce polarizzata di Bruno Munari
A cura di Miroslava Hajek e Manuel Canelles

Inaugurazione 10 luglio 2020 ore 16.00
Fino al 31 luglio 2020
Orari: 15.00 - 18.00
Centro Trevi - la piazza della cultura
Via dei Cappuccini 28 - Bolzano

Video
https://www.youtube.com/watch?v=NEXB98FZhp8
Bruno Munari - 1953 Proiezione a luce polarizzata - Montefeltro 2011
Ambiente di luce di Bruno Munari reinstallato nel 2011 da Miroslava Hajek nel'ambito del progetto Otium di Giampiero Bianchi

Progetto Munari in Movimento
www.munarinmovimento.com
Produzione e organizzazione TEATRO PRATIKO
Direzione Nazario Zambaldi

Centro Culturale Trevi
Via Cappuccini 28 - Bolzano
Tel. +39 0471 300980
www.bolzano.net/it/centro-culturale-trevi.html

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SENTIERI D’ARTE: Arcipelago fossile


Federico Tosi, PLATOON, 2020, installazione ambientale, dimensioni variabili (circa 60 mq), calcestruzzo pigmentato; courtesy l’artista


Inaugura sabato 25 luglio 2020 a Cortina d’Ampezzo (BL) la prima edizione della rassegna artistica Sentieri d’arte con il progetto Arcipelago fossile, che prevede la partecipazione di Alessandro Ferri(Dado), Federico Tosi, T-yong Chung con la curatela di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli. 

Le opere degli artisti, allestite in ambiente naturale, accompagnano il visitatore alla scoperta di due distinti sentieri delle Dolomiti d’Ampezzo: Gores de Federa (aperto agli escursionisti nel 2019) e Pian de ra Spines. La mostra di arte pubblica è promossa da Associazione Controcorrente, Regole d’Ampezzo, Liceo Artistico di Cortina, in collaborazione con Quiqueg agenzia creativa (Milano) e con il patrocinio del Comune di Cortina.

La passeggiata inaugurale del 25 luglio riguarda entrambi i percorsi: alle ore 9 si partirà alla volta del sentiero Pian de ra Spines (punto di ritrovo all’entrata del Camping Olympia); alle ore 11.30 si proseguirà verso il sentiero Gores de Federa(punto di ritrovo presso il Ponte de Federa). Dopo il 2 novembre, termine della mostra, le opere rimarranno esposte in modo permanente.

Il progetto è ispirato alla storia geologica delle Dolomiti,definite dagli esperti come un “arcipelago fossile”, poiché quest’area, prima di formarsi per orogenesi con la faglia africana, costituiva un oceano caldo dotato di una nutrita barriera corallina, caratteristica che queste montagne condividono solo con l’Himalaya. L’arcipelago dolomitico è nato nel Triassico (240 milioni di anni fa) in un’epoca in cui la vita sulla Terra si stava riprendendo dopo un’imponente estinzione di massa. Nel Mare della Tetide (così è stato chiamato dagli studiosi l’oceano che qui si trovava) crescevano edifici carbonatici, costruiti nel corso di milioni di anni da esseri viventi chiamati bio-costruttori: ricci di mare, spugne, alghe, coralli e molluschi vivevano colonizzando le alture dei fondali marini.

Alessandro Ferri (Dado), Lettera "O" il suono sordo del tarassaco, 2020, legno e ferro, 600 x 300 cm; courtesy l’artista


L’idea di coinvolgere i tre artisti lungo il sentiero di Gores de Federanasce dalla loro attitudine nel modellare la materia e dalla capacità di misurarsi con progetti site-specific attraverso l’uso della scultura e dell’installazione. Arcipelago fossileaccoglie la sfida di allestire una mostra d’arte pubblica in un sentiero immerso in un bosco, attraversato da un fiume, determinando una dimensione di relazione fra arte e natura, lungi dalla spettacolarizzazione della visione. Arte e natura si integrano, le opere sono pensate come “ritrovamenti” accidentali, si manifestano improvvise muovendo nello spettatore la sorpresa e la meraviglia che regalano un crepaccio, uno scorcio mozzafiato o una cascata. Il bosco, come un tempio, accoglie e preserva i lavori degli artisti e svolge un ruolo di nutrimento per la comunità intera.

Nello sviluppo delle opere, progettate appositamente per Arcipelago fossile, ciascun artista si è concentrato su uno dei regni biologici del creato. 

Federico Tosi affronta l’aspetto fossile, proponendo lavori che si richiamano a reperti provenienti da un passato contaminato di contemporaneità. Le opere emergono dal terreno in un gioco evocativo di allusioni: conchiglie, organismi marini, tracce preistoriche, ma anche un seme alieno proveniente da una lontana galassia e che qui riesce ad attecchire trovando un habitat congeniale.

Alessandro Ferri (Dado) si misura con la componente vegetale, creando imponenti installazioni realizzate con abeti abbattuti dai fenomeni atmosferici che ricordano la forma del fiore di tarassaco. La poetica di Alessandro Ferri, per la sua natura popolare ed estetica, è ben rappresentata dal fiore del tarassaco, presenza ricorrente nel paesaggio dolomitico, che si caratterizza per la sua adattabilità ad ambienti fra loro molto vari.

T-yong Chung si occupa della sfera umanaconnessa alla componente intellettuale e spirituale, realizzando ritratti-maschere di filosofi e “ricercatori” che hanno influenzato a vario titolo il tempo presente. Gli interventi scultorei risultano mimetici rispetto al contesto naturale, determinando momenti di scoperta e di aggregazione per il pubblico lungo il sentiero, una sorta di piazze naturali in cui le sculture favoriscono il raccoglimento interiore del visitatore. 

T-yong Chung, Sento qualcuno…, resina, 2020, 70 x 20 cm; ph. Maria Vittoria Miccoli Minarelli, courtesy Renata Fabbri arte contemporanea

Collaborazione con il Liceo Artistico di Cortina: Pian de ra Spines

La collaborazione con il Liceo Artistico di Cortina è una delle componenti essenziali che ha permesso la nascita della rassegna Sentieri d’arte. Il confronto con i docenti e gli studenti ha portato alla condivisione dei contenuti del progetto e ha creato l’opportunità di una relazione fra gli studenti e, in particolare, uno degli artisti coinvolti: Dadosi è confrontato con gli studenti che l’hanno supportato attivamente nella realizzazione dei suoi lavori per Arcipelago fossile. In questo contesto il Liceo Artistico di Cortina ha potuto portare avanti con coerenza il progetto, avviato con i propri studenti già negli ultimi anni, di creare un percorso d’arte con opere allestite lungo il sentiero di Pian de ra Spines. Dado, in prossimità di una frana – location indicativa di come il territorio dolomitico sia in continua trasformazione e di come il movimento orogenetico di quest’area non sia ancora concluso – colloca una doppia scala incrociata costruita con assi di legno, che forma idealmente una lettera “X”. Gli assi creano un percorso, invitando il visitatore a seguirne il perimetro, fino a raggiungere ilcentro, che coincide con il puntodi osservazione privilegiatoindividuato dall’artista per ammirare il panorama circostante. Da un punto di vista concettuale, l’intervento vuole concludere l’esperienza con una rivelazione, una salita ascensionale che conduce alla ricerca della propria dimensione interiore, le cui vette evocano vertigini dell’assoluto. 

ASSOCIAZIONE CONTROCORRENTE
L’Associazione Controcorrente, presieduta da Carlotta Minarelli, nasce dall’idea che l’arte possa suggerire punti di vista differenti e creativi sul mondo. Controcorrente ha sede a Bologna e organizza iniziative di carattere culturale e artistico in tutto il territorio nazionale, in contesti espositivi eterogenei: spazi pubblici e privati, in ambiente interno e in esterno. Ogni singola iniziativa è tesa a far emergere le eccellenze culturali dei diversi territori con cui si relaziona, collaborando attivamente con esse.

Nel 2019 l’associazione ha collaborato all’iniziativa Libri controcorrente, ideata da Maria Vittoria Miccoli Minarellie altre due studentesse dello IED di Milano con l’intento diraccogliere fondi a favore della Biblioteca Querini Stampalia di Venezia, in seguito ai danni riportati dall’istituzione in occasione dell’alta marea dello scorso novembre. La raccolta fondi è stata possibile grazie all’utilizzo di volumi gravemente danneggiati, provenienti dalla libreria “Acqua alta” di Venezia, che sono stati affidati all’intervento di artisti e giovani designer. I libri, altrimenti destinati al macero, sono divenuti opere d’arte battute all’asta, che nella loro re-interpretazione creativa hanno permesso di fornire un sostegno reale alla celebre biblioteca.

Nel 2020 l’Associazione Controcorrente ha ideato a Cortina Arcipelago fossile, collaborando attivamente con il Liceo Artistico di Cortina, che si distingue per l’attenzione con cui valorizza le tradizioni locali attraverso una didattica caratterizzata anche dall’apprendimento tecnico e manuale. 

Rassegna: Sentieri d’arte 2020
Mostra: Arcipelago fossile

Artisti: Alessandro Ferri (Dado), Federico Tosi, T-yong Chung,
Sede: Cortina, sentieri delle Dolomiti d’Ampezzo (Pian de ra Spines e Gores de Federa)
A cura di: Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli
Periodo: 25 luglio – 2 novembre 2020 

Organizzata da: Associazione Controcorrente, Regole d’Ampezzo, Liceo Artistico di Cortina
Con il supporto di: Quiqueg agenzia creativa (Milano)
Con il patrocinio di: Comune di Cortina d’Ampezzo 
Progetto grafico: Quiqueg agenzia creativa (Milano)


Ingresso: libero

Inaugurazione:
sabato 25 luglio ore 9 sentiero Pian de ra Spines (ritrovo entrata Camping Olympia); 
sabato 25 luglio ore 11.30 sentiero Gores de Federa (ritrovo presso Ponte de Federa).

Anteprima riservata alla stampa: venerdì 24 luglio ore 11:30 
Presentazione catalogo: 2 novembre 2020, alla presenza di curatore e artisti

Informazioni per il pubblico: museo@regole.it- Tel. 0436 8766222 - www.regole.it
Ufficio stampa Irene Guzman - irenegzm@gmail.com- Tel. 349 1250956

giovedì 9 luglio 2020

SUMMER TALES / viaggio onirico

Ilaria Abbiento, quaderno di un'isola, 2019

Una fantasia, se autentica, contiene tutto e non ha bisogno di spiegazioni.
Federico Fellini

Un vero viaggio ci cambia dentro. Per sempre. 
Questa piccola e preziosa collettiva affronta il tema da due punti di vista totalmente differenti. Il viaggio è un simbolo. Non si torna mai uguali a sé stessi. Questo viaggio onirico inizia con una splendida fotografia di Gabriele Basilico (Genova, 1984). Per il film “E la nave va” di Fellini si usò nella locandina l’immagine della chiglia della nave su cui si svolge la storia del film, che sembra prendere forma in questa splendida fotografia. E poi, ecco un faro e il mare. Simbolo di cambiamento e del viaggio e tema cardine nella ricerca di Ilaria Abbiento, artista napoletana che presenta qui il suo poetico “quaderno di un’isola”. Il mare conserva le storie degli uomini. Da sempre. Ne crea di nuove. Ilaria Abbiento ci narra il suo mare, balsamo delle ferite e custode di quei segreti che ognuno nasconde in fondo al proprio mare interiore. Perché per quanto ognuno abbia la propria storia, persi nel nostro arcipelago interiore, come lo definisce lei, alla fine “nessun uomo è un’isola”, come scriveva il poeta John Donne.

Ilaria Abbiento è stata anche la prima artista invitata come ospite della Plaza Art Residency, creata per il Design Hotel Plaza e de Russie di Viareggio, durante la quale ha realizzato il progetto Kardìa a Capraia, terminato proprio il giorno prima dell’inizio del lockdown. La mostra delle opere realizzate in residenza verrà inaugurata a data da destinarsi, presso la Project Art Room del Design Hotel di Viareggio, primo in Italia ad aver aperto al suo interno una galleria di fotografia ed una residenza d’artista sotto la direzione artistica di Claudio Composti. 


SUMMER TALES / viaggio onirico
ILARIA ABBIENTO | GABRIELE BASILICO

a cura di
Claudio Composti
mc2gallery, Milano


10 luglio 2020, ore 18
Piazza del Duomo 12, Pietrasanta, Lucca

[ 10.07.2020 > 23.07.2020 ]

in collaborazione con
Galleria Valeria Bella, Milano
Plaza e de Russie, Viareggio


SyArt Sorrento Festival 2020

Villa Fiorentino, sede della Fondazione Sorrento


L'evento SyArt Sorrento Festival, dedicato all'arte contemporanea e giunto alla sua quarta edizione presenta dall'undici luglio sino al sei settembre quaranta artisti provenienti da quattordici Paesi.
La suggestiva location sorrentina di Villa Fiorentino accoglie gli artisti, selezionati dalla Dott.ssa Rossella Savarese curatrice e gallerista SyArt, divenendo contenitore unico in cui più di un centinaio di opere d'arte contemporanee raccontano di contaminazione e scambio tra linguaggi multietnici e declinazioni artistiche multiple. Fotografia, pittura, scultura, installazione si contaminano proseguendo un dialogo metafisico inaugurato nella precedente edizione. Il percorso espositivo si chiude con una Solo Room dedicata alla Video Art con un suggestivo lavoro del creativo Simone Riccardi. Oltre all'Italia ben rappresentata, la kermesse ospita Paesi quali l'Uruguay, il Cile, la Colombia, la Russia, la Slovenia, L'Egitto, La Turchia, l'Inghilterra, il Brasile, il Perù, la Serbia, la Corea del Sud e la Polonia. Interessante lo scambio culturale a cui si assiste nella sala dedicata alla Fotografia in cui due artisti napoletani Nico Vigenti e Federica La Magra si confrontano con i colleghi brasiliani, uruguaiani e turchi. 
Da un piano terra incentrato su un discorso prettamente figurativo ci si muove lungo i tre piani espositivi e nelle otto ampie sale  in cui l'informale cede il posto alla fotografia, all'illustrazione, alla body art, piuttosto che alla scultura e alla video art. Importante la presenza femminile anche in questa edizione, la maggior parte dei lavori sono stati realizzati appositamente per il Festival nel periodo della quarantena e per la prima volta sono presentati al pubblico. Tra i temi trattati la violenza di genere, l'inquinamento ambientale e l'isolamento forzato a cui siamo stati recentemente sottoposti. Come da tradizione durante la serata inaugurale si consegna il Premio Arbiter Fata Verde, trofeo ligneo realizzato dall'artista sorrentino Toni Wolfe. Il vincitore ha il privilegio di realizzare una delle copertine artistiche della nota rivista Arbiter e che sin dagli esordi affianca il Festival. Si rinnova la realizzazione di eventi collaterali con note case automobilistiche, quest'anno BMW e M. Car decidono di sposare l'idea SyArt attraverso l'esposizione di un modello auto reinventato da una delle artiste partecipanti. Compiaciuti i coniugi Cappiello, ideatori della manifestazione, della rinnovata possibilità di destinare anche quest'anno i proventi raccolti  durante la serata inaugurale per uno scopo benefico. Ed ancora una live painting a più mani e tutta al femminile. La curatrice dichiara: “Emozionata vi consegno un percorso espositivo strutturato durante un periodo di incertezze con la contezza che l'arte non si arresta proseguendo all'infinito il suo incessante dialogo”.
Tra gli eventi concomitanti si ricorda altresì il lascito alla Città di Sorrento dell'opera “Mikado” di Vincenzo Mascia, installata a pochi passi dall'ingresso di Villa Fiorentino in Corso Italia e che s'inserisce del progetto Museo Outdoor ideato e realizzato dalla SyArt Gallery di Sorrento e che ad ogni edizione amplia e struttura la dislocazione nel tessuto urbano di opere artistiche.



INFO UTILI
Villa Fiorentino, Fondazione Sorrento

Vernissage
11 Luglio ore 19.00
11 Luglio – 6 Settembre 2020

Orari
Ogni giorno ore 10,00 – 13,00 / 17,00 – 21,00

Ingresso
Corso Italia, 53 Sorrento (Na)

Numeri utili
Fondazione Sorrento +39 0818782284
SyArt Gallery +39 3332882217

Ingresso mostra gratuito
Catalogo in sede, costo al pubblico € 15,00

pubblica: 

mercoledì 1 luglio 2020

Maria Cristina Carlini - Geologie, memoria della terra

Maria Cristina Carlini, Samurai, 2013

Un dialogo ideale fra maestri della scultura. Le opere monumentali di Maria Cristina Carlini abitano gli spazi appartenuti un tempo a Francesco Messina (1900 - 1995) che ancora custodiscono le sue cere, i bronzi, le crete, nel silenzio della ex chiesa di San Sisto. Qui, fra i ritratti di donna e gli atleti del grande scultore del Novecento, crescono i boschi e si moltiplicano le impronte, i crateri e le pagine arse della Carlini. Segni, tracce, memorie di un paesaggio che evocano geografie e geologie ispirate agli umori della terra, ai luoghi selvatici di una natura arcaica e, insieme, sublime.

Dal 10 luglio all’8 settembre 2020 la mostra Maria Cristina Carlini. Geologie, memoria della terra a cura di Chiara Gatti, da un progetto di Raffaella Resch, è accolta allo Studio Museo Francesco Messina, ex Chiesa di San Sisto. Organizzata dal Comune di Milano, Assessorato alla Cultura - Studio Museo Francesco Messina, voluta dalla direttrice del museo Maria Fratelli, la mostra è inserita nel palinsesto I Talenti delle Donne che dedica l’anno 2020 al mondo delle donne al contributo da loro offerto in tutte le aree della vita collettiva compresa quella culturale e fa parte di Aria di cultura la rassegna di iniziative culturali che accompagna l’estate milanese.

Nella navata dai soffitti a doppia altezza della chiesa, sono poste le sculture di grandi dimensioni. Legni è una foresta orizzontale, che si profila nel fuoco prospettico dell'abside, visionario luogo degli accadimenti dove le teste di Messina affiorano fra i tronchi con un effetto teatrale lirico e onirico. Come “portali”, attraverso cui si compie la trasfigurazione della materia semplice in qualcosa di simbolico, grazie all’azione dello scultore e attraverso la presenza percettiva e attiva dello spettatore, opere come Origine e il Libro dei morti rappresentano la fase di creazione, il passaggio dall’inerte al vitale. 
Il tema della germinazione di un modulo all'infinito nutre colonne della conoscenza che si arrampicano nelle cappelle laterali. Lamiera e piombo distillano energia e potenza semantica nelle pagine dipanate nell'aria come una stele o un antro rupestre. Fantasmi del lago è un totem ottenuto con lamiera modellata a sezioni prismatiche verticali, rese opache dal trattamento della superficie come se fossero evanescenti, umbratili.

Mentre nella cripta una sequenza di Impronte recano incise nella materia alfabeti e vestigia di una presenza passata e si distendono al suolo, visibili dalla navata come resti di un'archeologia sepolta nella terra, nelle stanze destinate un tempo allo studio di Messina, le installazioni ambientali distillano due cicli importanti di Carlini, i Crateri e i Libri bruciati. Qui, il senso della materia e del colore, la pelle vibrante della scultura, gli smalti e gli ossidi plasmano elementi sottratti alla natura e alla storia dell'uomo, alla orografia del territorio e alla cultura ancestrale.

Maria Fratelli commenta: “le opere di Maria Cristina Carlini traghettano dentro la navata di San Sisto l'esperienza internazionale dei maestri del Novecento nel cui novero si inserisce la sua scultura e la accostano alle opere di Francesco Messina. Dal confronto scaturisce la forza della scultura quale lingua viva. Per mano di una donna, una grande scultrice milanese che merita questo omaggio, il Museo Messina si fa paesaggio, memoria e terra”.

In esterno, in dialogo col prospetto barocco della facciata, spicca il sontuoso Samurai, simbolo della mostra, armatura di legno e acciaio corten per un volume lineare e sintetico; armonia e ritmo degli elementi plastici evocano un tessuto, una maglia, una cotta attraversata dall'aria e dal vento. Perfezione calligrafica in omaggio alla sintesi assoluta della cultura d'oriente. 
L’installazione Samurai al termine della mostra rimarrà esposta durante la settimana di Art Week e nei giorni di MiArt.


In mostra è presente un filmato realizzato da Storyville con la regia di Stefano Conca Barizzoni dedicato all’atelier dell’artista e alle opere esposte.
Al termine dell’evento verrà pubblicato un libro, in italiano e inglese, a cura di Chiara Gatti e con testi critici di Chiara Gatti e Paolo Campiglio comprendente le opere esposte e un nucleo di lavori significativi del percorso artistico degli ultimi anni.

Cenni biografici. Maria Cristina Carlini inizia il suo percorso artistico a Palo Alto in California dove lavora la ceramica ed espone, successivamente prosegue la sua attività a Bruxelles per poi tornare a Milano. Da questo momento, oltre al grès e alla terra entrano a far parte della sua espressività materiali come il ferro, la lamiera, l’acciaio corten, la resina, il legno di recupero e saltuariamente la carta. 
Maria Cristina Carlini dà vita a opere che spaziano dalle grandi alle piccole dimensioni, la sua carriera è costellata da importanti riconoscimenti, ha insegnato all’estero, ha tenuto mostre personali e partecipato a collettive in diverse sedi pubbliche e private, nazionali e internazionali: le sue sculture monumentali sono presenti in permanenza in tre continenti: Europa, America e Asia. 
E’ stata la prima scultrice donna ad esporre nella Città Proibita e il Comune di Milano l’ha insignita come testimonial dei rapporti con la Cina per l’esposizione di Expo 2010 Shanghai dove è stata presente con sculture monumentali. 
Attualmente vive e lavora a Milano, dove il suo atelier è una fucina attiva in cui l’artista prosegue la sua attività creativa, oltre a continuare ad esporre in tutto il mondo. www.mariacristinacarlini.com


Coordinate mostra
Titolo Maria Cristina Carlini. Geologie, memoria della terra
A cura di Chiara Gatti, da un progetto di Raffaella Resch
Sede Studio Museo Francesco Messina, via San Sisto 4/A – Milano
MM1 Cordusio / MM3 Missori
Date 10 luglio - 8 settembre 2020
Orario da giovedì a domenica ore 11-18

Ingresso libero
con prenotazione (consigliata) – museicivicimilano.vivaticket.it
direttamente al museo – attesa in base alla capienza del momento 

Info pubblico Tel. 02 86453005 - c.museomessina@comune.milano.it
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