giovedì 28 maggio 2020

Manifatture Tabacchi: LA MERAVIGLIA

 Cover Catalogo La Meraviglia



APRE LA MOSTRA DELLA SECONDA EDIZIONE
DELLE RESIDENZE D’ARTISTA DI MANIFATTURA TABACCHI: “LA MERAVIGLIA”

In mostra le opere di Davide D’Amelio, Anna Dormio, Bekhbaatar Enkhtur, Esma Ilter, Giulia Poppi e Negar Sh, i sei artisti che hanno preso parte alla seconda edizione delle Residenze d’Artista, un progetto di Manifattura Tabacchi, ideato e a cura di Sergio Risaliti

Manifattura Tabacchi riapre al pubblico con la mostra La meraviglia, visitabile dal 1 al 28 giugno negli spazi appositamente recuperati per ospitare le iniziative legate all’arte contemporanea, nell’ambito di un vasto programma di attivazione culturale, in attesa della sua destinazione finale. La meraviglia chiude il secondo capitolo del programma triennale di Residenze d’Artista di Manifattura Tabacchi La cura, La meraviglia, L’armonia, che ogni anno ospita sei artisti internazionali, selezionati mediante una open call e attraverso il network di artisti e di Accademie di Belle Arti italiane. Con l’opening della mostra, si aprono ufficialmente le candidature della terza e ultima edizione del programma, quest’anno intitolata L’armonia: i sei artisti selezionati saranno comunicati a luglio e potranno partecipare alle prossime Residenze, da settembre a dicembre 2020.

L’edizione 2019-2020 delle Residenze d’Artista è stata dedicata al tema della meraviglia, intesa nel senso più ampio del termine: da quello dei materiali, delle tecnologie, delle immagini a quello della produzione industriale e artigianale, artistica e poetica. Un progetto di Manifattura Tabacchi, ideato e a cura di Sergio Risaliti, storico dell’arte e direttore del Museo Novecento di Firenze e seguito da Paolo Parisi, artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel ruolo di tutor.


Davide D’Amelio, Anna Dormio, Bekhbaatar Enkhtur, Esma Ilter, Giulia Poppi e Negar Sh, hanno potuto interagire per sei mesi con gli spazi unici e la storia di Manifattura Tabacchi - lavorando all’interno di atelier appositamente realizzati per ogni artista - ma anche con l’esterno. A partire da settembre 2019, infatti, il percorso formativo ha offerto loro l’opportunità di approcciarsi al rapporto tra imprenditoria e artigianato che rende il territorio toscano un patrimonio inestimabile attraverso visite mirate presso collezioni d’arte come la Collezione Gori di Fattoria Celle, ma anche luoghi di produzione del marmo, come gli studi d'Arte Cave Michelangelo e la Cava Museo Fantiscritti, lavorazione del vetro e del legno, rispettivamente Collevilca e Adarte e fusione del bronzo, come la Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli. 

I sei artisti in residenza si sono confrontati con la progettazione di opere individuali, e collettive, realizzate al termine di un fitto programma di workshop e seminari che per questa edizione ha visto la partecipazione di Stefania Galegati, Rä Di Martino, Pantani-Surace, Goldschmied&Chiari, Elena Mazzi e Robert Pettena.

“Il confronto tra culture, stili di vita e caratteri individuali - afferma Sergio Risaliti, Curatore Residenze d’Artista di Manifattura Tabacchi - è ancora più avvertito quest’anno per la varietà storico-geografica e culturale dei sei artisti, provenienti da Mongolia, Turchia, Iran, Emilia Romagna, Puglia e Molise. Queste storie e queste identità molto diverse hanno trovato un punto di coagulo nelle opere collettive che gli artisti hanno realizzato al termine dei sei workshop. E’ questo a mio avviso uno dei risultati più interessanti del percorso di formazione che conferisce un valore unico alle Residenze di Manifattura Tabacchi”.

Artisti Residenze d'Artista. Ph. Alessandro Fibbi

La Residenza è stata un percorso formativo dedicato alla creazione e alla ricerca artistica, arricchito dallo scambio formativo con artisti e curatori affermati a livello nazionale e internazionale quali Alberto Garutti, Domenico Bianchi e Giacinto Di Pietrantonio.

La mostra La meraviglia è dunque il punto di arrivo e la restituzione di questo percorso, svolto all’insegna della sperimentazione e della multidisciplinarietà, che ha spaziato tra fotografia, pittura, disegno, scultura, installazioni e video.

“Il progetto delle Residenze è centrale nel programma artistico promosso da Manifattura Tabacchi e si inserisce nel contesto più ampio del processo di attivazione culturale avviato nel complesso ex industriale, articolato in una serie di attività creative e interdisciplinari che la trasformino di fatto in un grande laboratorio di arte e pensiero aperto a tutti. A giudicare dalla qualità delle opere esposte, La meraviglia ha mantenuto pienamente la promessa della prima edizione. E la scommessa di aprire alla città gli spazi abbandonati innescando processi di rigenerazione attraverso l’arte sembra essere vinta. Il verdetto finale lo conosceremo all’atto conclusivo del programma: L’armonia” - Michelangelo Giombini, Head of Product Development di Manifattura Tabacchi.


“La Manifattura Tabacchi oggi è un simbolo di rinascita urbana e culturale nel quale Firenze può identificarsi, anche al di fuori delle mura del centro storico - afferma Cecilia Del Re, Assessora all’Urbanistica, Ambiente e Turismo del Comune di Firenze -. La mostra che apre a giugno lo testimonia ancora una volta perché rappresenta l’ennesima ripartenza dopo la fase di emergenza: un’esposizione che mette al centro la ‘meraviglia’ degli artisti che si sono immersi in questa struttura in evoluzione per coglierne l’essenza e trasmetterla al pubblico dei visitatori. Un inno a tornare a stupirsi della bellezza, della creatività e della capacità di rinascere ogni volta”.

“La pandemia, oltre a farci pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane, ha annichilito e provato a spegnere la voce della cultura in Italia - dichiara Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Firenze -. Quasi quattro mesi dopo possiamo dire che non ci è riuscita e poco a poco musei, spazi espositivi, biblioteche, artisti e spettacoli provano a rifiorire. Siamo lieti che anche la Manifattura Tabacchi sia tra questi e che Firenze, insieme alla creatività di artisti internazionali, torni a ripartire più forte di prima”.

“Cosa c'è di più attinente all'arte del termine 'meraviglia'? Creare cose meravigliose, generare stupore, non è forse il fine ultimo della creatività artistica? Pensando alla meraviglia, a cose meravigliose, abbiamo chiesto agli artisti in residenza di concentrarsi su una parola magica come quella. Meraviglia è forse la prima emozione che destò l'uomo dall'incoscienza godendo dello spettacolo della natura, meravigliandosi del proprio pensiero e delle proprie capacità manifatturiere. S'incrociarono, fatto straordinario e irreversibile, il sentimento e la cosa. La visione e il sentimento. Immaginiamo la meraviglia scaturita davanti al cielo stellato. Meraviglia addolcì il terrore di essere al mondo. Meraviglia dilatò le percezioni ampliando l'orizzonte visivo. L'intelligenza e la fantasia. ‘Meraviglia’ è il termine che funge da cornice e punto di partenza al gesto artistico, adatto al progetto globale di Manifattura Tabacchi, dove il sapere è essenzialmente legato al saper fare contro la ripetizione di modelli, di stereotipi, in opposizione al sempre uguale. Sei giovani artisti di diversa cultura e preparazione - Davide D’Amelio, Anna Dormio, Bekhbaatar Enkhtur, Esma Ilter, Giulia Poppi e Negar Sh - hanno dato vita a un'esperienza di nuovo-rinascimento. Perché l'arte è da sempre produzione di cose meravigliose” - Sergio Risaliti, Curatore Residenze d’Artista di Manifattura Tabacchi.

La mostra è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì su prenotazione, sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle 20:00. Ingresso libero con accessi contingentati in osservanza delle norme vigenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.


Per candidarsi alla terza edizione delle Residenze d’Artista: 


Ufficio Stampa Manifattura Tabacchi - Noesis
Elisa Puletto: elisa.puletto@noesis.net; tel. 327.0736315 
Eleonora Molesti: eleonora.molesti@noesis.net; tel. 340.6493805 
Carolina Natoli: carolina.natoli-ext@noesis.net ; tel. 349.7634418

MANIFATTURE TABACCHI
Via delle Cascine, 35
50144 Firenze


mercoledì 27 maggio 2020

Politiche della Natura _Masters


Piero Gilardi, Savana Ground, cm 100 x 100; Foto Mattia Mognetti


Liberamente ispirata all’omonimo libro di Bruno Latour, la mostra curata da Massimiliano Scuderi rappresenta il tentativo di mettere in relazione le ricerche di cinque artisti internazionali che hanno affrontato il tema di un possibile rapporto armonioso tra uomo e natura, tra visione utopistica e proposta progettuale.

Nel libro Politiche della Natura l’autore distingue il mondo in rappresentazioni e valori, una dialettica degli opposti che tocca categorie cruciali quali razionale ed irrazionale, scienza e società, cultura e natura. La Modernità ha tracciato la via delle grandi narrazioni per ridare un ordine al mondo, generando al contempo grandi disastri, come quello inferto alla natura considerata una questione esterna alla vita sociale. I rimedi più che sanare la crisi ambientale hanno avuto l’effetto di inutili paliativi, basti pensare alla nascita dell’ecologismo ovvero il tentativo di includere il mondo naturale nella questione politica dell’uomo.

Le opere in mostra intendono delineare quindi la mappa di una possibile conciliazione tra uomo e ambiente, cogliendone sia gli aspetti potenziali che quelli critici, attraverso un abaco di proposte che supera la dimensione estetica per approdare al campo dell’etica e della politica. Tra gli autori presenti Peter Bartoš, esponente della nuova avanguardia slovacca, parte dalla pittura per sviluppare un’estetica capace di modificare la vita. Tra il ‘69 e il ’79, anno in cui venne assunto come landscape designer per lo zoo di Bratislava, sviluppò un concetto sperimentale di cultura ecologica occupandosi non solo della selezione e generazione di animali - famose le sue ricerche sui piccioni - ma anche della terra coltivata dagli uomini in un insieme di olismo e di sentimento avanguardistico; Mark Dion con scrupolosità scientifica, costruisce vere e proprie Wunderkammer ricche di rimandi semantici, in cui elementi culturali e naturali ricreano ecosistemi possibili, risultato di un lungo processo di archiviazione di biodiversità e di comportamenti adattativi; Peter Fend si ispira ai quattro libri sull’architettura di Leon Battista Alberti per la costruzione di un ambiente abitabile e salubre, con strumenti che deduce direttamente dalla storia dell’arte contemporanea, da Duchamp a Beuys, da Oppenheim a Gordon Matta Clark ed altri. Piero Gilardi dal ‘68 partecipa e contribuisce alle esperienze artistiche più interessanti e innovative della contemporaneità come l’Arte Povera e la Land Art. Interessato ai processi interattivi, ricostruisce i fenomeni generativi dei tifoni equatoriali per indurci alla comprensione del suo concetto di arte come impegno e azione politica. Alexis Rockman rappresenta attraverso una pittura raffinata, visioni futuribili che celebrano l’istinto di sopravvivenza e la capacità di adattamento di esseri viventi. Un apparato iconografico ricco che trae origine dai taccuini di disegni che compilava nei primi anni novanta durante le escursioni nei tropici con Mark Dion.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) con testo critico di Massimiliano Scuderi.


Politiche della Natura _Masters
Peter Bartoš, Mark Dion, Peter Fend, Piero Gilardi e Alexis Rockman
a cura di Massimiliano Scuderi

dal 18 giugno al 18 settembre 2020
su appuntamento dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18

MAAB Gallery
Via Nerino, 3 - 20123 Milano
dal lunedì al venerdì, 10.30-18
T. +39 02 89281179


ENGLISH below

Freely inspired by Bruno Latour’s book of the same name, this show, curated by Massimiliano Scuderi, is an attempt to relate together the interests of five international artists who have dealt with the theme of a possible harmonious relationship between humanity and nature, between a utopian vision and a project proposal.

In his book The Politics of Nature, the author separates the world into representations and values, a dialectic of opposites that touches on such crucial categories as the rational and irrational, science and society, culture and nature. Modernity has traced out the path of the great narrative in order to once more give an order to the world, but at the same time generating great disasters, as that inflicted on nature, considered as a question that is outside social life. More than healing the environmental crisis, the remedies have had the effect of useless palliatives; it is sufficient to think of the birth of environmentalism, in other words the attempt to include the natural world in mankind’s political questions.

The works on show, therefore, aim at mapping a possible conciliation between mankind and the environment, by collecting together both potential aspects and critical ones by way of an abacus of proposals that goes beyond the aesthetic dimension in order to arrive at the area of ethics and politics. Among the artists present, Peter Bartoš, an exponent of the new Slovakian avant-garde, begins with painting to develop an aesthetic capable of modifying life. From 1969 to 1979, the year in which he was taken on as a landscape gardener for the Bratislava zoo, he developed an experimental concept of ecological culture by concerning himself, not only with the selection and generation of animals – his researches into pigeons are famous – but also with the land cultivated by mankind in an ensemble of holism and avant-garde feeling. Mark Dion, with scientific scrupulousness, has constructed a genuine Wunderkammer overflowing with semantic allusions, in which the cultural and natural elements recreate possible ecosystems, the result of a long process of archiving of biodiversities and adaptive behaviours. Peter Fend was inspired by Leon Battista Alberti’s four books on architecture for the construction of a liveable and salubrious environment that directly draws on the history of contemporary art, from Duchamp to Beuys, Oppenheim, Gordon Matta Clark and others. Since 1968 Piero Gilardi has participated in and contributed to the most interesting and innovative contemporary art experiences, such as Arte Povera and Land Art. Interested in interactive processes, he has reconstructed the generative phenomena of equatorial typhoons in order to induce us to understand his concept of art as political action and involvement. Alexis Rockman, through a refined painting, represents future visions that celebrate the instinct for survival and the adaptive capacity of living beings: a rich iconographic apparatus that has its origins in the notebooks of drawings that he complied in the early 1990s during his excursions into the tropics with Mark Dion.

The show will be supplied with a bilingual catalogue (Italian and English) with a critical essay by Massimiliano Scuderi.


Politiche della Natura _Masters
Peter Bartoš, Mark Dion, Peter Fend, Piero Gilardi e Alexis Rockman
a cura di Massimiliano Scuderi

MAAB Gallery
Via Nerino, 3 - 20123 Milano
dal lunedì al venerdì, 10.30-18
T. +39 02 89281179



lunedì 25 maggio 2020

ANNI LUCE - Powered by REf: open call



Powered by REf è un progetto di affiancamento, formazione e sviluppo dedicato ad autori/registi che al 31 dicembre 2020 non abbiano ancora compiuto 30 anni.

La call è volta all’individuazione di tre progetti che potranno accedere ad alcune azioni di sostegno volte ad affiancare l’autonomo processo di creazione e allestimento artistico per rafforzarlo: secondo le modalità di seguito indicate ogni progetto selezionato avrà a disposizione uno spazio adeguatamente attrezzato in cui incontrare per un periodo di tutoraggio un professionista designato dal Festival che metta a disposizione le proprie capacità e competenze per consentire al lavoro di crescere e svilupparsi scenicamente, tecnicamente o artisticamente -secondo le necessità e le indicazioni degli stessi candidati oltre ad un cachet per le dimostrazioni di lavoro in forma di studio da persentare nell’ambito del Festival. 

I candidati saranno chiamati a specificare le linee di sviluppo che immaginano per il proprio progetto mettendo a fuoco in quale direzione intendono potenziarlo nell’ambito della call (disegno luci, impianto scenico, consulenza video, cura del movimento, etc) e troveranno nelle maestranze e nei professionisti legati al Festival dei tutor specifici che li accompagneranno nel perfezionamento delle necessità individuate.

I progetti selezionati verranno presentati con dei primi studi della durata massima di 30 minuti al Mattatoio, in serate condivise, nell’ambito del Romaeuropa Festival 2020 nella settimana dedicata ad Anni Luce_osservatorio di futuri possibili.

L’individuazione dei progetti verrà realizzata in collaborazione con Carrozzerie | n.o.t; 369gradi srl assicurerà un tutoraggio sul management e la produzione esecutiva della fase di presentazione degli studi nell’ambito del Romaeuropa Festival.

Powered by REf, inoltre, attraverso lo sviluppo di una rete di parnership intende mettere in connessione i progetti selezionati con alcune realtà del territorio: ATCL – Circuito Multidisciplinare della Regione Lazio per Spazio Rossellini, Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio ed il Teatro Biblioteca Quarticciolo assisteranno alle dimostrazioni di lavoro ed interverranno nel sostegno ai progetti assegnando un’ulteriore occasione di sviluppo presso i rispettivi spazi in prospettiva del proseguimento dell’autonomo processo di creazione e della possibile presentazione degli spettacoli compiuti nella successiva edizione del Romaeuropa Festival (REf21). 

CHI PUÒ PARTECIPARE
Powered by REf è rivolto ad artisti nati fra il 1991 ed il 2000 attivi nel campo della ricerca teatrale e della performance. Possono presentare domanda singoli artisti o formazioni (compagnie costituite o gruppi informali) composte da non oltre 4 elementi che abbiano già avviato un processo creativo e che individuino nelle opportunità offerte della call l’occasione per potenziarne una fase di sviluppo. 

n.b. Purché i titolari di progetto rispettino i requisiti anagrafici sopra specificati -nel caso di formazioni composte da tre o quattro elementi- sarà considerato ammissibile l’inserimento di un partecipante nato prima del 1991.
Ogni artista o formazione potrà presentare un solo progetto di lavoro. 
Il progetto presentato deve essere inedito ed ancora in via di sviluppo.
Non saranno ammessi progetti già presentati al pubblico in forma completa, ad eccezione della forma di studio o dimostrazione di lavoro/mise en espace a completamento di periodi di prova o residenza precedentemente effettuati.

MATERIALI RICHIESTI PER LA CANDIDATURA DEI PROGETTI
scheda di presentazione dell’artista e/o di tutti i membri che compongono la formazione artistica inclusiva di dettagli anagrafici;
scheda di presentazione del progetto completa di descrizione artistica e scenica dettagliata. E’ possibile includere eventuali riferimenti visivi/estetici, immagini, bozzetti, etc;
scheda di presentazione delle linee di sviluppo del progetto inclusiva di breve accenno alle linee produttive e di specifica individuazione dell’ambito nel quale si immagina di avviare il percorso di tutoraggio con il professionista REf designato (es. light design / cura del movimento / consulenza video etc); 
link a video di presentazione del progetto della durata massima di 4 minuti. Il video può essere realizzato con qualsiasi supporto (smartphone, videocamera, etc). Tenendo conto delle disposizioni emanate per il contenimento dell’epidemia Covid-19 -qualora i candidati non fossero in possesso di materiale di prova già realizzato- la proposta video può riguardare spunti, brevi dimostrazioni, suggestioni o approfondimenti legati al progetto nel modo più ampio, creativo ed esausitivo possibile;
eventuali link a lavori precedenti;
dati e contatti referente di progetto/eventuale soggetto giuridico di riferimento;
liberatoria per l’uso dei materiali ai fini della scelta del progetto e protocollo privacy

n.b. tutti i materiali video richiesti dovranno essere contenuti su server esterno (youtube, vimeo e altri canali) e dovranno quindi essere condivisi tramite indicazione dei link dedicati e delle eventuali credenziali di accesso necessarie alla visualizzazione.

LE CANDIDATURE DOVRANNO PERVENIRE ENTRO E NON OLTRE LE ORE 18.00 DEL 18/07/2020 E POTRANNO ESSERE TRASMESSE ESCLUSIVAMENTE ATTRAVERSO LA COMPILAZIONE DELL’APPOSITO FORM ON LINE


I progetti che soddisferanno i requisiti di partecipazione saranno visionati e selezionati secondo l’insindacabile giudizio della curatela della sezione ANNI LUCE_osservatorio di futuri possibili del Romaeuropa Festival in dialogo con i partner di progetto al fine di indicare nr 3 lavori che accederanno alle fasi di accompagnamento, realizzazione e sviluppo delle proposte. 

I progetti selezionati saranno annunciati sui canali social di Romaeuropa entro il 30 LUGLIO 2020

OGNI PROGETTO SELEZIONATO AVRÀ DIRITTO A: 

– ACCOMPAGNAMENTO E TUTORAGGIO :
messa a disposizione della sala principale di Carrozzerie | n.o.t con dotazione tecnica di base per nr 7 gg nel mese di settembre 2020 per lo svolgimento del percorso di tutoraggio; 
individuazione e messa a disposizione di un professionista/artista in qualità di tutor per l’affiancamento e lo sviluppo del progetto nella direzione opportunamente indicata dal candidato nel form di partecipazione

– PRESENTAZIONE DEGLI STUDI NELL’AMBITO DEL ROMAEUROPA FESTIVAL 2020 // ANNI LUCE_osservatorio di futuri possibili 

I progetti selezionati avranno a disposizione un giorno di allestimento/prove + 2 serate di presentazione di una dimostrazione di lavoro in forma di studio (durata massima 30 minuti) presso le sale del Teatro 1 o Teatro 2 de La Pelanda – Mattatoio – P.zza Orazio Giustiniani 4 Roma nell’ambito della trentacinquesima edizione del Romaeuropa Festival nella settimana dedicata alla rassegna Anni Luce_osservatorio di futuri possibili.

Le attività si svolgeranno secondo il seguente calendario:

Venerdì 9 ottobre – allestimento/prove

Sabato 10 + Domenica 11 ottobre – prove e presentazione degli studi.

Per la presentazione di ciascuno studio è previsto un cachet di 1000€ gestito attraverso il tutoraggio/management di 369gradi srl

I progetti selezionati potranno avvalersi della dotazione tecnica residente prevista per gli spazi messi a disposizione, allestiti da Romaeuropa per lo svolgimento delle proprie attività 2020.

– SUPPORTO ALLO SVILUPPO DEI PROGETTI SELEZIONATI 

A seguito delle dimostrazioni di lavoro i partner di progetto sceglieranno come assegnare le ulteriori opportunità di sviluppo immaginate in accordo fra loro e con il coordinamento di Romaeuropa attraverso la curatela della rassegna ANNI LUCE_osservatorio di futuri possibili.

ATCL – Circuito Multidisciplinare della Regione Lazio

presso Spazio Rossellini, struttura polifunzionale sita in Via della Vasca Navale 58 – Roma, ATCL mette a disposizione lo spazio per una settimana con dimostrazione finale aperta al pubblico da svolgersi nei mesi di novembre/dicembre 2020

Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio

presso la sede di Arsoli (RM) – Teatro Comunale La Fenice, gestita dall’Associazione Settimo Cielo, il Centro mette a disposizione quindici giorni di residenza con dimostrazione finale aperta al pubblico da svolgersi improrogabilmente entro il mese di dicembre 2020

Teatro Biblioteca Quarticciolo – Roma

presso la sala sita in via Ostuni 8 – Roma, per decisione della direzione Giorgio Andriani, Antonino Pirillo e Valentina Marini, Teatro Biblioteca Quarticciolo mette a disposizione lo spazio per una settimana con dimostrazione finale aperta al pubblico da svolgersi dal 30 novembre al 6 dicembre 2020.

Ogni referente di progetto verrà contattato direttamente dai responsabili delle strutture partner per concordare modalità e tempistiche specifiche di svolgimento delle opportunità sopra descritte.

– – DISPOSIZIONI PARTICOLARI

Nel caso in cui la permanenza in essere di disposizioni in materia di contenimento dell’epidemia di Covid19 impedisse o modificasse del tutto o in parte la possibilità di realizzazione dei periodi di tutoraggio/dimostrazione di lavoro previsti da Powered by REf il Romaeuropa Festival si impegna -unitamente ai partner di progetto- alla ricalendarizzazione delle fasi previste e/o allo svolgimento in modalità alternativa dei periodi di tutoraggio, ospitalità e delle presentazioni dei risultati di lavoro, anche in data successiva o diversa rispetto a quanto sopra dettagliatamente previsto.





ANNI LUCE 
Powered by REf
progetto a cura di Maura Teofili e in collaborazione con Carrozzerie | n.o.t // 369gradi srl

OPEN CALL Powered by REf
Modulo di partecipazione https://forms.gle/XCteDWCEdcptUCbU8
Powered by REf è realizzato da: Romaeuropa Festival 2020
In collaborazione con: Carrozzerie | n.o.t / 369gradi srl
In partnership con: ATCL – Circuito Multidisciplinare della Regione Lazio per Spazio Rossellini / Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio / Teatro Biblioteca Quarticciolo – Roma

sabato 23 maggio 2020

INTRAMONDO di Sabrina Muzi

Sabrina Muzi Bestiarum, 2016

museo temporaneo navile | mtn di Bologna confermando il suo stretto legame con la comunità, ha deciso di non interrompere la sua attività espositiva, tenendo comunque presente i problemi in corso, inaugurando un nuovo format di mostre che avranno come sede le vetrate monumentali del museo. Questo favorirà la fruizione delle mostre dall’esterno in assoluta sicurezza e distanziamento sanitario. Si potrebbe quasi dire che in questo modo saranno le opere ad andare verso il pubblico e non più viceversa. Le due sale che solitamente ospitavano le opere saranno vuote, impraticabili, in attesa. Questo vuoto tuttavia non sarà uno spazio inerte ma potenzierà, come un grande serbatoio di ossigeno, le opere esposte sulle vetrate che saranno concepite come un territorio inedito: uno spazio della prossimità.

Il primo artista che mtn ha invitato per sviluppare questo nuovo format è Sabrina Muzi, la cui ricerca è focalizzata proprio sulla capacità di trasformare in modo inaspettato i luoghi, instaurando un rapporto simbiotico tra opera e spazio che la ospita. Inoltre i temi che stanno alla radice della sua ricerca sono incentrati su una visione non convenzionale dell’essere umano e del suo rapporto con la società. L’opera dell’artista discostandosi da una concezione monolitica e mainstreem della storia ne intuisce diversamente le molteplici sfaccettature, le possibilità interpretative. Le sue opere parlano di una storia minima fatta di sfumature, di racconti negletti e per certi versi invisibili. In quest’ottica va inquadrato l’interesse dell’artista a lavorare in zone remote del mondo dove, vivendo a stretto contatto con comunità in villaggi urbani all’interno di megalopoli o in luoghi rurali, raccoglie come un’antropologa i segni, le voci e le storie di questi, ricostruendoli successivamente in grandi disegni, performance, sculture con tessuti o materiale organico e film. 

Il progetto di mostra concepisce le sezioni modulari delle vetrate del museo come luoghi spazio-temporali per una narrazione che si definisce man mano che la si percorre nel senso di marcia voluto. Disegni di forme vegetali si stendono su grandi fogli di carta ibridandosi con riflessi, luci e paesaggi reali. A questi si alternano sagome e profili, dipinti direttamente sul vetro, che richiamano immaginari simbolici, viaggi già percorsi, segni annidati nello spazio remoto dell’archetipo, che così riscoperto sembra formulare una capitale domanda: in fondo cosa significa essere umani?

Considerare l’opera di Sabrina Muzi in questo delicato periodo storico vuole dire soprattutto credere alla multiformità dell’essere umano, alla ricchezza delle sue espressioni vitali e linguistiche, alla dignità della propria vicenda. Quello che sorprende in questa concezione dell’arte è l’intuizione che oggi ci sia bisogno di una cultura condivisa, nata nell’orizzontalità, nel desiderio di unire quanto appare drammaticamente diviso.Un’arte umana fatta per gli esseri umani.

“In questi giorni di stasi forzata – spiega Sabrina Muzi - ho pensato a quanto non siamo così diversi da un leone affamato in cerca della sua preda, da una pianticella che cerca di sopravvivere sbucando dal duro cemento che l’ha sepolta, da un uccello che si ripara nel suo nido e, infine, anche da organismi submicroscopici che mutando sfidano la morte a scapito di vite altrui. In periodi in cui la fine del nostro corpo fisico sembra essere il fantasma quotidiano, durante guerre, carestie, terremoti o epidemie, come in questo momento che sta coinvolgendo il mondo intero, la tentazione sempre più presente è quella di parlare di vita. Di pensarla come a un ciclo continuo e inarrestabile dove il ‘morire’, inteso nel significato più ampio della fine di un percorso, non è altro che un rinascere”.


Biografia Sabrina Muzi
Sabrina Muzi vive e lavora a Bologna. Formatasi all’Accademia di Belle Arti inizia la sua pratica artistica lavorando dapprima con l’installazione e il disegno e concentrandosi poi in ambito video, fotografico, video-installativo e performativo. Nel corso della sua attività ha realizzato interventi in contesti urbani, performance partecipative, lavori site specific, installazioni in ambienti naturali, progetti fotografici e video, libri d’artista, alternando l’attività in Italia alla partecipazione a programmi di ricerca internazionali in giro per il mondo. 

mtn | museo temporaneo navile
mtn | museo temporaneo navile ha sede a Bologna: è ospitato all’interno della Trilogia Navile, sistema di edifici a ridosso del vecchio mercato ortofrutticolo. È il primo museo di quartiere in Italia: le opere esposte per un mese nella sezione chiamata project room possono essere richieste in prestito per altri trenta giorni sia dagli abitanti della Trilogia Navile che da tutti i cittadini di Bologna. Le abitazioni private che ospitano le opere sono considerate a tutti gli effetti altre sale del museo.
mtn | museo temporaneo navile è un progetto degli artisti Silla Guerrini e Marcello Tedesco sostenuto da Valdadige Sistemi Urbani, con il patrocinio del Comune di Bologna in collaborazione con il Quartiere Navile. Nasce dalla volontà di creare un centro sperimentale dedicato all’arte nel cuore del Navile, valorizzando le potenzialità di una delle zone più popolate e multietniche di Bologna, proprio a ridosso della stazione ferroviaria e del centro storico. Il museo è pensato come una sorta di organismo che si inserisce armonicamente nella vita della città, non è un luogo dove celebrare in maniera astratta i fenomeni culturali nella loro parzialità, ma un centro vitale dove veicolare e condividere esperienze artistiche in grado di dialogare ritmicamente con la contemporaneità. Promuovere progetti artistici e culturali capaci di raggiungere un ampio pubblico, favorire una maggiore consapevolezza sui temi del contemporaneo, permettere che l’arte sia sempre di più un’esperienza di tutti, creare una rete di persone qualificate e determinate per condividere finalità e progetti, sono gli obbiettivi che mtn | museo temporaneo navile intende realizzare nel corso delle sue attività.



INTRAMONDO
Sabrina Muzi

museo temporaneo navile | mtn
via John Cage 11/a – 13/ Bologna
05|06-29|08|20
Orari: martedì, giovedì, sabato dalle 15 alle 19 solo su appuntamento

Dialoghi sull’uomo: un’intervista inedita a Sebastião Salgado



Sabato 23 maggio i canali social del festival di antropologia del contemporaneo Pistoia – Dialoghi sull'uomo trasmetteranno l’intervista di Roberto Koch a Sebastião Salgado. Il dialogo è stato realizzato in occasione dell'appello lanciato dal fotografo brasilianoal governo, al congresso e alla Corte Suprema del Brasile per tutelare gli indigeni dell'Amazzonia dal rischio di genocidio che la diffusione del Coronavirus potrebbe causare alla loro specie. Un evento organizzato in collaborazione tra Contrasto e Pistoia - Dialoghi sull'uomo, festival promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pesciae dal Comune di Pistoia, ideato e diretto da Giulia Cogoli.

Il video affianca le conferenze in streaming e le proiezioni video con pensatori contemporanei che il festival ha organizzato il 22, 23 e 24 maggio, nei giorni che sarebbero stati della sua XI edizione, testimoniando così la volontà di proseguire, anche in queste condizioni di difficoltà, il suo impegno culturale e civile (www.dialoghisulluomo.it). Salgado ha lavorato negli ultimi dieci anni proprio tra le tribù amazzoniche potendone apprezzare le abitudini, la vita, vivendo con loro a contatto con la natura e con gli animali, esperienza di cui racconterà a fondo la sua testimonianza preziosa e inedita. Queste comunità hanno già sofferto a causa delle foreste in fiamme e dei fiumi avvelenati. La loro situazione è doppiamente critica perché i territori riservati per legge all'uso esclusivo delle tribù indigene viene ora invaso dai minatori, dai taglialegna e dagli allevatori di bestiame. Tali attività illecite si sono accelerate nelle ultime settimane perché fuori controllo a causa dell'emergenza sanitaria. Gli intrusi illegali hanno portato il Covid-19 tra gli indigeni: per questo servono misure urgenti per proteggerli. Cinque secoli fa, questi gruppi etnici furono decimati da malattie portate dai colonizzatori europei. Da allora, le successive crisi epidemiologiche hanno ucciso la maggior parte delle loro popolazioni. Ora, con questo nuovo flagello che si sta diffondendo rapidamente in tutto il Brasile, i popoli indigeni, come quelli che vivono isolati nel bacino amazzonico, potrebbero essere spazzati via del tutto.

“Queste popolazioni indigene fanno parte della straordinaria storia della nostra specie. La loro scomparsa sarebbe una tragedia estrema per il Brasile e una perdita immensa per l'umanità. Non c'è tempo da perdere. È questo il rischio che corrono le popolazioni indigene se non si prendono provvedimenti urgenti".

Sebastião Salgado


La mostra fotografica di Sebastião Salgado Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni, a cura di Lélia Wanick Salgado, in corso a Palazzo Buontalenti e nell’Antico Palazzo dei Vescovi a Pistoia, è stata prorogata sino al 26 luglio. L’esposizione è realizzata da Fondazione Pistoia Musei in collaborazione con Pistoia - Dialoghi sull’uomo, Contrasto, Fondazione Caript, Comune di Pistoia.

Sebastião Ribeiro Salgado nasce l’8 febbraio 1944 ad Aimorés, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. A 16 anni si trasferisce nella vicina Vitoria, dove finisce le scuole superiori e intraprende gli studi universitari. Nel 1967 sposa Lélia Deluiz Wanick. Dopo ulteriori studi a San Paolo, i due si trasferiscono prima a Parigi e quindi a Londra, dove Sebastião lavora come economista per l’Organizzazione Internazionale per il Caffè. Nel 1973 torna insieme alla moglie a Parigi per intraprendere la carriera di fotografo. Lavorando prima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma, Gamma e Magnum, per creare poi insieme a Lélia la agenzia Amzonas Images, Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli Indios e dei contadini dell’America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà degli anni Ottanta. Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri. Tra il 1986 e il 2001 si dedica principalmente a due progetti. Prima documenta la fine della manodopera industriale su larga scala nel libro La mano dell’uomo, (Contrasto, 1994) e nelle mostre che ne accompagnano l’uscita (presentata in 7 diverse città italiane). Quindi documenta l’umanità in movimento, non solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le immense megalopoli del Terzo mondo, in due libri di grande successo: In camminoe Ritratti di bambini in cammino(Contrasto, 2000). Grandi mostre itineranti (a Roma alle Scuderie del Quirinale e poi a Milano all’Arengario di Palazzo Reale) accompagnano anche in questo caso l’uscita dei libri. Lélia e Sebastião hanno creato nello stato di Minas Gerais in Brasile l’Instituto Terra che ha riconvertito alla foresta equatoriale – che era a rischio di sparizione – una larga area in cui sino stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi e in cui la vita della natura è tornata a fluire. L’Instituto Terra è una delle più efficaci realizzazioni pratiche al mondo di rinnovamento del territorio naturale ed è diventata un centro molto importante per la vita culturale della città di Aimorés. Nel 2013 Contrasto ha pubblicato la sua autobiografia Dalla mia terra alla terrae, da quell'anno, ha dato via a un lungo tour di presentazione della mostra Genesi in tutta Italia. Nel 2021 la mostra Amazzonia sarà presentata per la prima volta in Italia presso il MAXXI di Roma.



Ufficio stampa: 
Paola Nobile | Pistoia – Dialoghi sull’uomo: 
335.5204067 - delos@delosrp.it

Valentina Notarberardino | Contrasto Books: 
366.6678862 -vnotarberardino@contrastobooks.com

Per la mostra Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni:
Lara Facco | 349 2529989 | lara@larafacco.com
Denise Solenghi | 333 3086921 | denise@larafacco.com


venerdì 22 maggio 2020

A Casa Rusca 'The Locarno Exhibition' by Gilbert & George


Gilbert & George, Union Dance, 2008, Tecnica mista, 190 x 226 cm | © 2020 Gilbert & George | Courtesy Arndt Collection



Il Museo Casa Rusca inaugura la nuova stagione espositiva ospitando la coppia più provocatoria dell’arte contemporanea internazionale: Gilbert & George.

Si tratta di un evento di grande importanza poiché gli artisti sulla scena artistica da oltre cinquant’anni hanno eccezionalmente accettato di esporre le loro opere a Locarno, dopo aver tenuto mostre nei più prestigiosi musei del mondo, dal Centre Pompidou di Parigi all’Art Museum di Shangai, dalla Tate Gallery di Londra, al MoMA di New York. The Locarno Exhibition, progettata in stretta collaborazione con Gilbert & George, si concentrerà su cinque gruppi di opere realizzate tra il 2008 e il 2016 che vertono, come spesso accade nei loro lavori, su tematiche controverse del dibattito odierno. Una selezione di sessanta opere imponenti e dirompenti, scelte con cura appositamente per ogni spazio del Museo, caratterizzate da immagini intense e cromatismi accesi, dominate da una caleidoscopica simmetria speculare, trasformerà ogni sala in un grande affresco dalle violente cromie, dando vita ad un’esperienza affascinante e coinvolgente, che comunicherà al pubblico l’essenza del lavoro del duo artistico inglese.

Piazza S. Antonio 1
CH-6600 Locarno

George. The Locarno Exhibition 
Dal 16.05.2020 al 18.10.2020





giovedì 21 maggio 2020

Visto da qui_Vettor Pisani. Edipetto bambino perfetto

Vettor Pisani, Freud e la Sfinge, 1999, collage su carta, cm 70 x 50


La Galleria Umberto Di Marino presenta un nuovo appuntamento del progetto Visto da qui, inaugurato ad aprile 2019 e che proseguirà senza limiti di tempo, alternandosi alla regolare programmazione. Nel solco della prospettiva costruita attraverso i progetti degli ultimi venti anni, la galleria sente l'esigenza di sottolineare la propria identità come luogo di ricerca e sperimentazione dei processi artistici e delle possibilità generative dell'interpretazione come strumento critico della società. Consapevole del ruolo di tramite che, grazie alle sue esposizioni, ha sempre ricoperto tra produzione e critica artistica, tra sistema dell'arte e territorio, interrompe temporaneamente l'attività espositiva di nuovi progetti per dedicarsi ad una ridefinizione dei propri scopi, quanto più possibile aperta al confronto con il pubblico.

Dall'esperienza delle ultime mostre organizzate in altri spazi cittadini, nata dalla collaborazione con istituzioni e associazioni locali, come il ciclo ten more ten o la più recente monografica di Jota Castro, diffusa sull'intera area metropolitana, desidera proseguire sulla strada di un maggiore approfondimento teorico e dell'ampliamento delle forme di partecipazione democratica al dibattito.


L'ambizione del nuovo programma è esplicitamente quella di invitare gli addetti ai lavori a riflettere sull'evidente sovrapproduzione che i processi tipici del capitalismo cognitivo stanno generando anche all'interno dei modelli produttivi della scena artistica. Al contrario, valorizzare il potenziale di un deposito vuole essere un gesto di apertura al proprio contesto, con lo scopo di trovare modalità più efficaci d'interazione anche dal punto di vista sociale ed economico.

L'idea di amplificare la progressiva smaterializzazione della produzione (anche dell'opera d'arte) a vantaggio della costruzione di nuovi linguaggi e nuove visioni, è intesa come una presa di posizione e responsabilità verso la missione soprattutto culturale che le gallerie hanno sempre assunto rispetto ai luoghi in cui hanno scelto d'inserirsi. Il recupero di opere provenienti dal deposito, attraverso la loro rilettura storica, introduce a riflessioni sulla contemporaneità, sviluppate in collaborazione con curatori, collezionisti, studiosi, scrittori, a partire dall'interdipendenza delle loro relazioni e punti di vista differenti.


Nell'ottica di costruire un sapere sociale, mutuando la processualità dal modello informatico dell'open source, ogni selezione di lavori funzionerà da codice sorgente per la condivisione di prospettive critiche. Contributi provenienti da frequentatori abituali della galleria, come pure da interlocutori più distanti, verranno raccolti e messi in circolo grazie alle possibilità di connessione e disseminazione offerte dagli strumenti tecnologici, riflettendo anche sul ruolo sempre più determinante che essi assumono nella definizione dell'estetica contemporanea. Il risultato sarà un catalogo co-progettato a partire dal corpus di opere di volta in volta esposte nello spazio.

La galleria aprirà, infine, le porte anche come centro studi, mettendo i suoi materiali a disposizione del pubblico. Ogni quindici giorni gli allestimenti e gli artisti in mostra varieranno a rotazione continua, in percorsi fruibili già dalla porta d'ingresso o attraverso la documentazione fotografica, assecondando la prospettiva architettonica delle tre stanze in sequenza. Annullando la dimensione episodica dell'evento d'inaugurazione, il pubblico è dunque invitato a considerare l'insieme come spunto d'indagine e occasione di una fruizione più organica e personale dei contenuti proposti.

Costituendosi come luogo della porosità, l'augurio è di contribuire al risveglio della sensibilità, così come definita in opposizione alla progressiva dissociazione tra intelligenza e coscienza da Franco "Bifo" Berardi in un recente editoriale su e- flux, Journal #98, (Sensitive) Consciousness and Time: Against the Transhumanist Utopia


« Il progetto transumanista si basa sulla premessa per cui la tecnologia permetterà una perfetta simulazione della vita intelligente. L'implicazione sottesa a questo processo, tuttavia, è la conclusione che la vita intelligente possa essere disgiunta dalla sensibilità, perché dal punto di vista dell'economia evolutiva, la sensibilità è una qualità residua e non necessaria, un fattore di lentezza e inesattezza. La storia della civilizzazione sociale negli ultimi due secoli può essere letta come un tentativo di aggirare l'inflessibile legge della sopravvivenza del più adattabile. La solidarietà sociale ha costituito lo sforzo di trasformare il mondo in un luogo anti-naturale e senza competizione. L'autonomia della politica e dell'etica dalla legge naturale dell'evoluzione si è basata sulla limitazione del potere dell'intelligenza da parte del conscio. Quando l'intelligenza non è costretta dalla sensibilità, infatti, esplode come forza bruta. »

Visto da qui_Vettor Pisani
Edipetto bambino perfetto
Durata: 10 – 24 settembre 2019

Galleria Umberto Di Marino
Via Alabardieri,1 - 80121 Napoli, Italia
Tel.+39 081 0609318 Fax +39 081 2142623

Orario: lunedì – sabato ore 15:00 / 20:00 – mattina su appuntamento
info@galleriaumbertodimarino.com - www.galleriaumbertodimarino.com


mercoledì 20 maggio 2020

#RICOMINCIODAUNAFOTO | Al fianco delle famiglie più fragili

Fulvio Ambrosio

LAB\ per un Laboratorio Irregolare di Antonio Biasiucci supporta l’Associazione Pianoterra Onlus per essere al fianco delle famiglie più fragili nell’affrontare le conseguenze dell’emergenza Covid-19 con la campagna di raccolta fondi Ricomincio da una foto in collaborazione con il Madre – museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli, nell’ambito del progetto Madre per il Sociale 2020. L’iniziativa si avvale anche del sostegno di Photolux Festival, Magazzini Fotografici, Fineart lab. 

L’iniziativa durerà fino al 30 giugno 2020. 90 fotografie di 30 autori, che negli anni hanno partecipato a una delle edizioni del Laboratorio Irregolare, sono state messe a disposizione per la raccolta fondi che andrà a supportare gli interventi di Pianoterra in questo periodo di emergenza. Gli artisti che hanno preso parte all’iniziativa hanno donato 3 fotografie in una speciale edizione di cinque, che saranno stampate da Fineart Lab di Luigi Fedullo in diversi formati (su foglio 20x30cm o 24x30cm) e firmate dagli autori.

“Presentiamo una piattaforma contenente foto tratte da quattro edizioni del Laboratorio irregolare che vanno dal 2012 al 2020. Tre foto per ogni autore affinchè venga minimamente restituito il senso della loro ricerca. – spiega Antonio Biasiucci – Il laboratorio dura circa due anni ed è composto ogni volta da un gruppo eterogeneo di 8 giovani autori dove il confronto, lo scambio, l'empatia verso l'altro sono una premessa fondamentale affinchè ognuno possa trovare un proprio linguaggio. Hanno condiviso, mostrando fotografie di volta in volta, le loro esperienze di vita. Ognuno è stato reso partecipe, assistendo al processo artistico dell'altro. Il risultato è un gruppo che si autoalimenta. Date queste premesse, il desiderio da parte di noi tutti di stare al fianco delle famiglie più bisognose, in questo particolare momento storico, è una naturale e sentita necessità. Lo facciamo adesso, sostenendo Pianoterra, quando i disastri provocati dalla pandemia stanno recando forti disagi a numerose famiglie, negando loro i beni di prima necessità. E lo facciamo collaborando con il Museo Madre che ha accolto la nostra iniziativa con grande entusiasmo tra i progetti di inclusione di Madre per il sociale.”  
Antonio Biasiucci


Claire Power

   
Ilaria Abbiento                                                       Chiara Arturo
  
         
Giuliana Calomino                            Francesca Esse                                  Peppe Vitale

           
Autori delle fotografie: Ilaria Abbiento, Fulvio Ambrosio, Chiara Arturo, Ciro Battiloro, Giuliana Calomino, Vincenzo Capaldo, Anna Castellone, Paolo Covino, Cristina Cusani, Valentina De Rosa, Francesco Nicolis Di Robilant / Distonia, Assunta D'Urzo, Maurizio Esposito, Francesca Esse, Ivana Fabbricino, Alessandro Gattuso, Gaetano Ippolito, Valeria Laureano, Claudia Mozzillo, Laura Nemes-Jeles, Vincenzo Pagliuca, Claire Power, Valentino Petrosino, Chiara Pirollo, Valerio Polici, Ilaria Sagaria, Serena Schettino, Mattia Tarantino, Peppe Vitale, Tommaso 
Vitiello.

È possibile partecipare alla raccolta fondi accedendo alla piattaforma on line della campagna
RICOMINCIO DA UNA FOTO sul sito www.laboratorioirregolare.net
Effettuando una donazione all’Associazione Pianoterra Onlus a partire da un importo minimo di 100€ si potrà scegliere in cambio una delle fotografie.
La donazione potrà essere effettuata tramite bonifico su conto corrente a
Associazione Pianoterra Onlus
IBAN: IT56 T030 6909 6061 0000 0155 125
Causale: Devoluzione liberale Covid-19 – Lab - NUMEROFOTO
oppure con PayPal, tramite un link presente sul sito della raccolta fondi.

Tutte le informazioni sul progetto sono disponibili su: 

L’iniziativa si avvale della collaborazione di Magazzini Fotografici, Fineart lab e Photolux Festival di Lucca che ospiterà nel 2021 la terza edizione del Laboratorio irregolare.

La campagna di raccolta fondi è accompagnata da un video coprodotto dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / museo Madre e realizzato da LAB\ per un Laboratorio Irregolare con la consulenza musicale di Luca Iavarone.








sabato 16 maggio 2020

L’ALBERO DI PITLO di Eugenio Giliberti


Intragallery è lieta di partecipare alla cordata di riapertura delle Gallerie di Napoli nel Contemporaneo il 18 maggio 2020, con l’esposizione L’albero di Pitlo di Eugenio Giliberti, dalle 11.00 alle 13.30 e dalle 17.00 alle 19.30, per una visita privata in presenza dell’artista, esclusivamente su appuntamento.


Si riparte dagli alberi, in particolare da quelli di mele, testimoni del progetto di arte partecipata Orto Civile, di Eugenio Giliberti, focalizzato intorno ai rapporti tra cura della terra e alimentazione, città e campagna, tradizione “moderna” e “riscoperte innovative”Da circa 10 anni questi alberi, situati nella Masseria Varco di Rotondi, sono catalogati da Giliberti attraverso fotografie, e poi studiati attraverso disegni o dipinti.


Di ciascuno di essi l’artista raccoglie la storia nei suoi data base. 

Quest’ultima serie, presentata in galleria, è una variante del progetto.

Le piante del meleto non sono rappresentate con il disegno o la pittura ma con le fotografie, che sono la base dei cicli di data base, ritoccate manualmente con l’ausilio di una tavoletta digitale, una sorta (e così li chiameremmo d’ora i poi) di foto – disegni digitalidove il paesaggio è scomparso e gli alberi, come nei disegni, si stagliano spogli sul fondo bianco. 

Alla fine di un lungo lavoro ne verranno fuori tre serie di immagini: una prima serie con le foto così come sono, rapidamente riprese in campagna e poi scontornate digitalmente, una seconda con l’immagine solarizzata, una terza dove per ogni pianta Giliberti ingrandisce un dettaglio del groviglio dei rami. Si realizzano così per ogni pianta del meleto un trittico di immagini del database 2019/2020. Nella galleria sarà possibile trovare i primi 9 trittici, per un totale di 27 foto - disegni digitali, editati nel numero di 100 copie, firmate e numerate*. Sarà possibile acquistare ciascun foto-disegno al prezzo politicodi 50,00 euro, per diffondere, in particolare in questo difficile momento, quel pensiero di cura sotteso al lavoro di Eugenio Giliberti, e che potrebbe essere anche uno spunto per intraprendere una collezione di arte contemporanea su questo tema, offrendo a tutti la possibilità di acquisire il lavoro di un artista istituzionalmente riconosciuto. Ma da una delle immagini “vecchie” del database, il disegno a matita di un albero caduto nella stagione 2018/2019, deriva una suggestione, il titolo della mostra e una ricerca in cui Giliberti coinvolge in questa occasione anche il pubblico della galleria.

“L’albero caduto, dipinto di scorcio da Gabriele Smargiassi, aveva attirato la mia attenzione. Mi sembrò di riconoscervi un particolare di un quadro di Pitloo, “monaci nel bosco di Sant’Efremo”, un quadro che ho molto frequentato fin dall’infanzia. Smargiassi, l’allievo. Cerco notizie di quel quadro da diversi anni, prima di tutto per confermare la mia intuizione, poi per riprodurre l’albero di Smargiassi che lì è il solo oggetto dell’immagine, come lo sono ì miei meli del “database”. Come il mio n. 5, caduto nella scorsa stagione. Nell’ipotetica, per ora, mia grande mostra che si chiamerà “Orto Civile” e racchiuderà, tra l’altro, tutta l’esperienza della mia vita in campagna, questo quadro non potrà mancare. Un cerchio che si chiude in una singolare coincidenza: Anton Pitlo, che al suo cognome aggiunse una o per non perdere il vantaggio dell’essere straniero, ché il semplice Pitlo aveva sonorità troppo italiana, muore nel giugno del 1837, un altro forestiero la aveva preceduto solo di otto giorni, era il mio dirimpettaio Giacomo Leopardi. Tutti e due, oggi, miei fratelli minori”.


La galleria aprirà il 18 maggio nella giornata intera, e resterà aperta nei giorni a seguire esclusivamente su appuntamento, onde evitare assembramenti dentro o fuori la galleria, nel rispetto delle norme di sicurezza previste dalla legge.

Si potrà accedere alla sala nel numero massimo di 2 persone alla volta, se conviventi.
L’uso delle protezioni di sicurezza individuali sarà obbligatorio.

Per appuntamenti tramite mail:
info@intragallery.it
direzioneartistica@intragallery.it

* una serie speciale di 50, è riservata a un progetto di diffusione i cui contorni saranno resi pubblici alla fine dell’intero ciclo del data base2019/2020.