sabato 18 agosto 2018

Ritrovarsi - Festival d’Arte Contemporanea VI°edizione

Sabrina Mancini, Gravità ed Equilibrio - Il peso delle minne, 2018

ritrovarsi - Festival d’Arte Contemporanea è pronto per la VI edizione, che si terrà a Sciacca (Agrigento) il 24, 25 e 26 agosto 2018, dalle 20:30 alle 00:30

Dopo cinque edizioni il Festival cambia location e si sposta dal quartiere dei Marinai allo storico quartiere di San Leonardo.

Cambia la location, ma non cambia l’obiettivo: promuovere e riqualificare il centro storico di Sciacca con il contributo di diverse discipline artistiche, accendendo un riflettore su questi luoghi per attivare meccanismi di rigenerazione urbana capaci di innescare nei cittadini un impegno civico e offrire un’opportunità di crescita sociale, economica e culturale.
San Leonardo, da quartiere ebraico, con le attività commerciali e mercantili, alla destinazione che ha avuto negli anni più recenti, con la presenza della struttura, oggi rudere, che è stata fino agli anni ’60 una “casa di tolleranza”, il quartiere, con il suo groviglio di vicoli e cortili dall’umile valore storico ed architettonico, è oggi un luogo “sensibile”, dal grande valore sociale e collettivo.
Fulcro del Festival la mostra collettiva, a cura di Tiziana Pantaleo, con le opere di: Desideria Burgio, Chrome Surgery, Luigi Citarrella, Crapanzano/Masullo/Sclafani/Rizzo, Demetrio Di Grado, Valentina Faraone, Vanessa Gallo, Federica Grisafi, Rosangela Leotta, LI GA MA, Carlotta E’ Cawa, Sabrina Mancini, Marcello Messina + G.I.L. (Grupo de Improvisação Livre), NessuNettuno, Miro Ragusa, Linda Randazzo, Francesco Sabella, Sophie Westerlind, ZOO.
Una selezione di linguaggi eterogenei che darà vita ad un percorso dinamico, incentrato su “La Morale”, tema scelto per questa edizione. Intesa come insieme dei valori che formano un individuo e lo relazionano con la collettività, la morale racchiude i comportamenti della società, stabilendo cosa è bene e cosa è male. Ma anche la morale in rapporto alla storia, alle tradizioni, alla memoria, perché è morale avere rispetto di ciò che eravamo ieri e di quello che siamo oggi.
Le opere - installate nei vicoli e nei cortili - si relazioneranno con la storia del quartiere, diventando “pretesto” per riscoprire luoghi che nonostante la loro centralità, sembrano essere stati dimenticati, e proprio ispirandosi all’identità del quartiere gli artisti sono stati invitati a pensare i loro progetti.
Per questa edizione un accento particolare è posto sulla Street Art, forma d’arte che tende ad avere immediate ripercussioni sulla cura del bene e degli spazi comuni da parte dei cittadini e dei residenti del quartiere.
Durante le tre serate anche un vivo programma di eventi collaterali, con il teatro della compagnia TeatrOltre, la musica con Alessia Alagna (pianoforte), Andrea Boscarino (chitarra), e un intervento di Sound Art realizzato da Ivan Segreto per >>>ritrovarsi. E ancora il cinema, con una rassegna su Buster Keaton a cura di Nino Sabella, e poi un talk sulla Street Art, con Marco Mondino, Mauro Filippi e Luisa Tuttolomondo (autori del libro “Street Art in Sicilia”).

Infine, ogni sera alle 21:30, ci sarà un percorso guidato alle opere in compagnia della curatrice.


a cura di Tiziana Pantaleo
24, 25 e 26 agosto 2018
dalle 20:30 alle 00:30
Quartiere San Leonardo (accesso da via Licata) Sciacca (Agrigento)


giovedì 16 agosto 2018

Roberto Pugliese. Concerto per Architettura


Acustiche tensioni matematiche, 2017 Speaker, cavi audio, cavi in metallo, ferro, alluminio, composizione audio – 245x285x48 cm Courtesy Studio la Città – Verona, foto Michele Alberto 


PROJECT ROOM #8
19.09 – 19.10.2018

ROBERTO PUGLIESE
Concerto per Architettura
a cura di FLAVIO ARENSI

Dal 19 settembre al 19 ottobre 2018, la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano accoglie la personale di Roberto Pugliese (Napoli, 1982), dal titolo Concerto per Architettura.
La mostra è il secondo appuntamento con il nuovo ciclo delle Project Room della Fondazione, che mette a disposizione di giovani curatori e artisti il proprio spazio e le proprie competenze, per raccontare al pubblico le ultime tendenze della scultura contemporanea.
La curatela delle Project Room 2018 è stata affidata a Flavio Arensi, che ha costruito un progetto in tre atti, La stanza di Proust, pretesto per guardare gli accadimenti della società e dell’uomo attraverso i suoni, le assenze e le presenze, del passato come del futuro. I tre momenti che si susseguiranno in questa stanza formeranno un'unica riflessione sul ruolo della scultura in questo momento storico. Come afferma Arensi, "con i tre artisti coinvolti nelle Project Room 2018 intendiamo recuperare, attraverso il loro lavoro, l’idea di una coscienza allargata che non usa i mezzi più tradizionali della scultura ma ne ricerca i concetti più profondi attraverso la tecnologia e lo spazio".
Dopo la personale di Donato Piccolo, il secondo atto della Stanza di Proust vede protagonista l’artista napoletano Roberto Pugliese, che ha immaginato Concerto per Architettura, una composizione audio realizzata ad hoc per gli spazi della Project Room, le cui piante architettoniche sono servite per rielaborare alcuni valori numerici in seguito assegnati a una serie di algoritmi genetici e funzioni complesse.
Questi processi, grazie a una relazione acustico matematica, sono serviti a generare materiale sonoro che è stato successivamente rielaborato da Pugliese.
Il risultato è una scultura sonora che si diffonde negli spazi della Fondazione sfruttando al meglio le risonanze architettoniche in modo da restituire allo spazio la sua stessa “voce”.
Per il curatore, “questa sorta di intermezzo musicale fra il primo e l’ultimo atto, segna anche il punto estremo di una ricerca che fa della scultura un nuovo sistema linguistico, in cui lo spazio e il suono divengono valore intrinseco dell’opera. Il tema della scultura, dunque, oltrepassa il semplice schema luce-spazio-materia per entrare in un nuovo metodo semiotico in cui all’oggetto si unisce il suono. Se con Piccolo l’osservatore era chiamato a confrontarsi con le macchine-sculture, che imparavano a gestirsi attraverso il confronto con l’essere umano, con Pugliese si arriva ad affrontare la natura vibrazionale/frequenziale della materia”.
“Con un allestimento minimale e rigoroso - prosegue Flavio Arensi - l’opera di Roberto Pugliese chiede al visitatore di partecipare insieme allo spazio al sistema musicale; d’altronde, proprio il grande direttore d’orchestra romena Sergiu Celibidache non riusciva a far prescindere l’ascolto del componimento musicale dalle dinamiche umane ed esperienziali della platea teatrale”.
Concerto per Architettura di Roberto Pugliese sarà eseguito sotto forma di concerto la sera dell’inaugurazione (18.09, ore 18:00), per essere poi registrato e riprodotto per tutta la durata della mostra attraverso un'installazione appositamente studiata dall'artista, affiancata da altre due sculture sonore tipiche della ricerca di Pugliese, Score (2016) e Risonanti pressioni materiche (2014), in cui il suono composto da Pugliese viene emesso da una serie di piccole “trombe” poste una accanto all’altra.


Roberto Pugliese nasce a Napoli nel 1982, dove si forma, attualmente vive e lavora a Bari. Conseguita la laurea in Musica Elettronica presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli sotto la guida del M° Agostino di Scipio, divide il suo tempo tra l´insegnamento presso il Conservatorio di Bari (cattedra di Multimedialità), l'attività musicale e la produzione di installazioni sonore. La sua ricerca trae energia principalmente da due correnti artistiche, quella della sound art e quella dell’arte cinetica e programmata. Servendosi dell’utilizzo di apparecchiature meccaniche pilotate da software che interagiscono tra di loro, con l’ambiente che le circonda e con il fruitore, intende esaminare nuovi punti di ricerca su fenomeni legati al suono, sull’analisi dei processi che la psiche umana utilizza per differenziare strutture di origine naturale da quelle artificiali (sia acustiche che visive), sul rapporto tra uomo e tecnologia e sul rapporto tra arte e tecnologia, senza mai perdere di vista l’aspetto visivo. Il suono diventa quindi sia oggetto di ricerca, sia mezzo di espressione acustica e visiva, energia vitale che anima l’inanimato, guida per analizzare e stimolare la psiche e la percezione umana.


Project Room #8
ROBERTO PUGLIESE. Concerto per Architettura
Fondazione Arnaldo Pomodoro, Via Vigevano 9 (Milano)
19 settembre - 19 ottobre 2018
dal martedì al venerdì e ogni 2 sabato del mese, 11:00 - 13:00 e 14:00 – 19:00
Ingresso libero

Inaugurazione: martedì 18settembre, dalle ore 18:00
Fondazione Arnaldo Pomodoro
Via Vigevano 9 - 20144 Milano
tel (+39) 02 89 075 394



Ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco - tel (+39) 02 36 755 700

mercoledì 15 agosto 2018

Regina José Galindo, Tiziana Pers. Ex Wunderkammern

Regina José Galindo, La oveja negra 2014, performance - RAVE East Village Artist Residency,courtesy the artist and Prometeogallery, photo Nico Covre




Regina José Galindo, Tiziana Pers
Ex Wunderkammern
a cura di Robert Baramov e Mylène Ferrand
Museo Nazionale di Storia Naturale (NMNHS) di Sofia
Opening: lunedì 13 agosto 2018, 5 pm

In collaborazione con:
aA29 Project Room, Caserta/Milano
Prometeogallery di Ida Pisani, Milano/Lucca.

Il Museo Nazionale di Storia Naturale (NMNHS) di Sofia, Bulgaria, inaugura una nuova mostra d'arte contemporanea nei suoi spazi.Dal titolo Ex Wunderkammern, la mostra invita le due artiste internazionali Regina José Galindo e Tiziana Pers ad aprire un dialogo sulla storia di questo particolare museo balcanico, e sul concetto di 'Wunderkammer'.
La 'Wunderkammer', una 'collezione come espressione di meraviglia' (Celeste Olalquiaga), fa la sua comparsa nel Rinascimento Europeo durante il XVI secolo, ed appare come una sorta di precursore del museo occidentale. Al desiderio enciclopedico dell'inizio della modernità segue la 'cabinet of curiosities' nel XVII e XVIII secolo come affermazione del desiderio di conquista, dominio e controllo sulla 'Natura', sui corpi non-convenzionali percepiti come strani, diversi, non-umani, 'selvaggi' o talvolta esotici, tracciando una linea tra alcuni umani ed il resto del mondo. Incentrate sulla questione dell'empatia verso la vita come strumento intellettuale, le due artiste intraprendono una profonda investigazione all'interno della collezione, la sua storia, ed il particolare allestimento che offre.
Tra i lavori in mostra al NMNHS, Regina José Galindo presenta La Oveja Negra. Il lavoro affronta la questione dell'alterità al di là dei confini di specie, l'artista usa il suo stesso corpo come una tela per ricostruire la sofferenza e la discriminazione non solo dell'alterità umana, ma anche di quella animale. A partire dalla propria esperienza personale e biografica, ha dato vita ad un'azione basata sul concetto di 'Pecora Nera', sia all'interno di un sistema intra-specifico umano che con un più ampio punto di vista di una prospettiva inter-specifica. La performance è stata realizzata durante la residenza RAVE, in Friuli Venezia Giulia, diretta in particolare dalla stessa Tiziana Pers. Tra le due artiste non solo è iniziata un'amicizia, ma anche una collaborazione intrecciata. Come risposta a La Oveja Negra, Tiziana Pers ha realizzato The Age of the flock, una serie di dipinti che ritraggono animali, rappresentati nella loro identità ed individualità. Nella serie Pieces and worlds, Tiziana Pers presenta un nuovo corpus di olii su tela che rappresentano con tratti quasi astratti sguardi animali (agnelli, asini, cavalli) come paesaggi e mondi altri. Secondo l'artista: 'L’oggettivazione dell’altro passa attraverso lo sguardo. Il museo ornitologico, così come molti altri musei di storia naturale, nasce affinchè il corpo dell’altropossa essere osservato, studiato, visto. Sono corpi elaborati tecnicamente e posti in teca per essere guardati. Ma essi rimangono privi di uno sguardo, tanto in senso letterale (ci fissano con sguardo vitreo), quanto in senso metaforico (i loro corpi sono stati privati da ogni soggettività ontologica).'In Tierra, la performer Regina José Galindousa iil proprio corpo vulnerabile e rimane nuda in un prato vedeggiante, mentre una enorme ruspa violentemente scava la terra attorno a lei. Se da un alto allude agli omicidi in Guatemala, dall'altro sembra anche mettere in discussione l'esproprio della terra, seguito dallo sterminio di persone e creature a cui è stato negato il diritto di vivere e di non soffrire. Strettamente collegato all'idea di Wunderkammer, Tiziana Pers presenta il video, realizzato insieme alla Quasar Multimedia, e la serie di olii su tela Elephant Song: nel video suo figlio Ivan attraversa le stanze del Museo di Storia Naturale di Trieste, delineando un percorso teso tra il destino di molte specie (Homo sapiens incluso), e gli sbagli presenti e passati. Allo stesso tempo il tentativo di connettersi con le origini, di recuperare le identità, e di investigare sullo sradicamento ed i processi migratori scostituiscono il fulcro della performance Raìces realizzata da Regina José Galindo al Giardino Botanico di Palermo. Qui alberi e piante, provenienti da tutto il mondo ed in gran parte trasportati illegalmente dalla fine del XVIII secolo, coesistono nello stesso lembo di terra.
In sede di Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea del 2018, la Bulgaria ha richiamato l'attenzione sulle istanze dei Balcani Occidentali. La Bulgaria appare geopoliticamente come un margine est/ovest, un paese di mediazione all'incrocio tra differenti aree culturali. Nella mostra Ex Wunderkammern, Regina José Galindo e Tiziana Pers cercano di connettersi anche con questo contesto e propongono come fulcro un'etica biocentrica. Le dinamiche della contemporaneità spostano i cliché consolidati per determinare identità e spazi sociali, e la questione della coesistenza è diventata un'urgente priorità.
Gli spazi del NMNHS costituiscono il punto di partenza, insieme allo staff curatoriale, per indagare la regione alla ricerca di possibilità per attivare nuove aree dedicate all'arte contemporanea (visitando anche il parco e monumento di Turna Tepe a Varna) mentre contestualmente un programma pubblico di conferenze e dialoghi avrà luogo a Varna, sul Mar Nero, a circa 500 chilometri dal NMNHS, a cui prenderà parte anche il critico e curatore Pietro Gaglianò.

Il NMNHS è il più antico museo in Bulgaria, ed in assoluto il più antico e ricco tra i musei di storia naturale della penisola balcanica. E' stato fondato dal Principe Reale Ferdinando con il nome di Museo di Storia Naturale del Principe Reale. Il museo ora è divenuto il più importante centro di studi sulle scienze naturali in Bulgaria.
Il monumento di Turna Tepe a Varna possiede il potenziale per fornire nuovi spazi dove identificare opportunità per l'arte nel futuro prossimo. E' una prassi che i momunenti del periodo totalitario fossero localizzati in luoghi strategici dell'ambiente urbano, dove gli abitanti potessero avere con essi un contatto quotidiano. Alcuni dei monumenti più significativi occupano estesi territori nei luoghi dove sono stati realizzati. Il monumento stesso può essere visto come uno specifico esempio di brutalità in architettura ed arte, combinando le crude fattezze estetiche caratteristiche del periodo della sua creazione con l'eccezionale idea di funzionalità negli spazi interni mediante un lavoro estremamente ricercato. Circa 2000 metri quadrati con spazi dinamici e frammentari sono in attesa di storici e curatori per la progettazione di nuove politiche culturali.

Regina José Galindo è nata nel 1974 a Guatemala City, dove vive e lavora. Leone d'Oro alla 51. Biennale di Venezia come migliore artista under 35, il suo lavoro esplora le implicazioni etiche universali relative alla giustizia sociale, le discriminazioni razziali, di genere e altri abusi inerenti alle inique relazioni di potere della nostra società contemporanea. Tra le sue mostre personali: Museum voor Moderne Kunst, Arnhem, Netherlands, Modern Art Oxford; Muzeul Național de Artă Contemporană, Bucharest; Fundación Joaquim Nabuco, Recife; Museum of Latin American Art, Long Beach, California; Centro Atlántico de Arte Moderno, Las Palmas de Gran Canaria, Spain; PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milan. Ha partecipato a Documenta 14; 54, 53, 51 e 49. Biennale di Venezia; XI International Biennial of Cuenca; The Sharjah Biennial; Havana Biennial Cuba; Moscow Biennale Russia. Sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche, tra cui: Centre Pompidou, Guggenheim’s Collection, MOMA PS1, Tate Modern. Fondazione Galleria Civica di Trento, MMKA Budapest, Foundation Mallorca, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, UBS Art Collection, Miami Art Museum.


Tiziana Pers è nata nel 1976 in Friuli (Italia), dove vive e lavora. Co-fondatrice e direttrice artistica del progetto RAVE East Village Artist Residency, lavora con differenti media sulla relazione tra animali umani e non-umani, e sulle connessioni sulle differenti forme di dominio e discriminaazione. Sue opere e perfomance sono state presentate in numerosi musei ed istituzioni, tra cui: Border Crossing c.e. Manifesta12 Palermo; Seoul Biennale of Architecture and Urbanism; aA Project Room Milano; video screening al Musée de la Chasse et de la Nature di Parigi; PAV Turin; Museo di Storia Naturale di Trieste e Milano; Palazzo Pretorio Volterra; Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea; Italian Market Hong Kong; One Night Stand Gallery Sofia; Prix-Pictet Palais De Tokyo Paris; Old Police Station London; 53. Biennale di Venezia c.e.; Novosibirsk State Art Museum; TriesteContemporanea; N.Est Museo MADRE Napoli; DIFC Dubai; Dade Public Library Miami. Ha tenuto conferenze e lectires in numerose università ed istituzioni, tra cui: Museo MAXXI Roma, Politecnico Milano, Università di Trieste e Udine, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea Milan, NABA Milano, Dolomiti Contemporanee, École nationale supérieure d'arts de Paris-Cergy.


Regina José Galindo, Tiziana Pers
Ex-Wunderkammern
August 14 – August 31 2018
National Museum of Natural History (NMNHS)
1 Tsar Osvoboditel Blvd
1000 Sofia, Bulgaria
Phone: (+359 2) 9882894
In collaborazione con aA29 Project Room, Caserta/Milano e Prometeogallery, Milano/Lucca.

Il catalogo verrà pubblicato in ottobre 2018.

giovedì 2 agosto 2018

Chiara Arturo e Cristina Cusani. ATTRAVERSO IL GIARDINO. Due riflessioni naturali

 Cristina Cusani

Chiara Arturo

Venerdì 3 agosto alle 18:30 presso i Giardini Ravino inaugura la mostra “ATTRAVERSO IL GIARDINO. Due riflessioni naturali”, a cura di Marcello De Masi. Chiara Arturo e Cristina Cusani si interrogano sul concetto di confine e di soglia partendo dal giardino come primo luogo di riflessione.

Come spiega il curatore nel suo testo presente in mostra “Se è vero che il giardino, ovunque nel mondo, significa al contempo il recinto ed il paradiso, è proprio attraverso le sue soglie che inizia la ricerca delle due autrici. Che sia confine, limite, divisione o frontiera, il passaggio viene rimesso in discussione: mostra le sue fragilità, le sue ambiguità, viene spezzato, oltrepassato, eppure c’è, resta quasi necessario, anzi chiama l’attenzione, interroga per chiedere una reazione, un intervento, nel tempo: a volte anche lui cerca la sua pace, il suo silenzio. Necessita di una cura. Mostra la complessità attraverso lo scambio delle materie che si incontrano, si toccano, mercanteggiano scambiandosi vita e morte. D’altronde è coerente, perché qui interviene l’eccellenza dell’artista: egli esercita la sua arte nel trattamento dei limiti.”

In questa mostra, che rappresenta il prologo diun’idea per l’attraversamento, le autrici rivolgono il proprio sguardo sul giardino selezionando le fotografie dal loro archivio e scavando in una visione già presente nel loro percorso, per continuare la riflessione e dare inizio ad una ricerca sul riconoscimento e la comprensione del confine-soglia.



Chiara Arturo (Ischia, 1984)
Durante gli anni dell’università, in parallelo con gli studi in Architettura alla Federico II di Napoli, si concentra sulla fotografia come mezzo espressivo, con un particolare interesse per il paesaggio. Integra la sua formazione nel campo delle arti visive e inizia a partecipare ad alcune esposizioni collettive. Si laurea con lode con una tesi sperimentale in Landscape Urbanism sulla contaminazione ambientale in Campania. Nel 2012 entra in LAB, il Laboratorio Irregolare di Antonio Biasiucci, una masterclass in ricerca personale che cambierà radicalmente il suo approccio alla fotografia. Tra il 2014/15 espone con LAB al Festival Internazionale FotoGrafia di Roma e al SIFest di Savignano sul Rubicone. Dalla fine del 2014 inizia a collaborare con Antonio Biasiucci come sua assistente. Nel 2015 la prima personale alla Galleria Eloart (Ischia, NA). Nel 2016 entra nella collezione Imago Mundi Campania e partecipa come artista visiva al Live Artena. Nel 2017 espone con Imago Mundi allo Spazio ZAC di Palermo e al Museo MADRE di Napoli; viene selezionata tra gli autori del Festival di fotografia contemporanea di Gonzaga ed è invitata a partecipare alla sua prima residenza artistica (BOCs Art di Cosenza). Dal 2017 è rappresentata dalla Galleria Heillandi di Lugano. Nel 2018 entra a far parte della collezione Dimensione Fragile della Biblioteca Vallicelliana di Roma. Attualmente lavora ai suoi progetti personali, su commissione e come assistente per l'artista Antonio Biasiucci.
La sua ricerca personale è incentrata sull'elemento acqua e un'idea di isola, sulla percezione del paesaggio e degli spazi, sull’archiviazione del ricordo, sul modo in cui percezione e archiviazione influiscono sulla costruzione dell’immaginario; partendo da un’indagine introspettiva, con metodo cartografico, si focalizza sulle geografie del pensiero, le tracce, il viaggio, la visione, le ferite, i paesaggi interiori. Esplorando temi e condizioni della vita come il transito e la sosta, la grandiosità dei paesaggi materiali e la loro fragilità, analizza poeticamente ciò che la circonda.
Vive tra Napoli e Vicenza.


Cristina Cusani (Napoli, 1984)
Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione all’università La Sapienza di Roma si dedica allo studio della fotografia prima all’University of the Arts, London College of Communication a Londra, successivamente all’Outside School a Roma e all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Espone in alcune mostre collettive tra cui l’XI Premio Cairo a Milano. Nel 2012 segue il Laboratorio Irregolare con Antonio Biasiucci da cui è nata la mostra itinerante Epifanie, esposta anche durante la XIII edizione del Fotografia – Festival Internazionale di Roma e al SIFest di Savignano sul Rubicone. Nel 2015 viene selezionata per la residenza d’artista BoCs Art dove realizza due opere per il Bocs Art Museo di Cosenza. E’ finalista di importanti premi come il premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee e Un'opera per il Castello ed entra a far parte di alcune Collezioni di Arte Contemporanea come Imago Mundi Art e Dimensione Fragile della Biblioteca Vallicelliana di Roma. Nel 2017 vince il Premio Sidicini per l'Arte Contemporanea e nel 2018 vince il Premio Residenza alla Fondazione Bevilacqua la Masa.

Nella sua indagine fotografica utilizza le esperienze quotidiane come punto di partenza per analizzare il significato dell’essere umani partendo da un’analisi personale che si traduce nell’espressione di temi universali. Nelle sue opere la finzione e la realtà s’incontrano, i significati cambiano, il passato e il presente diventano una cosa sola. Utilizzando un linguaggio poetico e talvolta metaforico, realizza fotografie che sono leggibili su più livelli e portano lo spettatore ad interrogarsi, creando in chi guarda una reazione in equilibrio tra il riconoscimento e l’alienazione. Il suo percorso artistico è caratterizzato da una grande sperimentazione di tecniche fotografiche, ma la sua ricerca vuole andare oltre il mezzo utilizzato e per questo comincia ad ampliare i suoi orizzonti artistici progettando opere/installazioni site-specific.
Attualmente vive e lavora tra Napoli e Roma.


Marcello De Masi (Napoli, 1987)
Fotografo, docente e curatore. Nel 2011 si è laureato in Cinema presso l'Università IULM di Milano; città dove, tra studio e lavoro, ha vissuto per diversi anni. Lavora con Giovanni Chiaramonte da Marzo 2011. È stato Docente di Teoria e Storia della Fotografia – Drammaturgia dell’immagine presso l'Università IULM, la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Milano e l'Università d’Architettura di Bologna. È cofondatore e socio dell’Associazione Culturale Presente Infinito insieme ad altri cinque amici fotografi (www.presenteinfinito.it). Ha pubblicato i propri scritti e le proprie immagini principalmente tra l’Italia, gli Stati Uniti e la Francia, in riviste, libri e mostre. Porta avanti progetti personali e collettivi principalmente nel campo della fotografia e del cinema, ma che coinvolgono altre forme espressive ed artistiche: tra questi progetti Presente Infinito e Napoli – Nuova Luce.
Dopo essere tornato nella sua città natale per alcuni anni tra il 2014 ed il 2017, attualmente vive a Parigi.


“ATTRAVERSO IL GIARDINO. Due riflessioni naturali”
fotografie di Chiara Arturo e Cristina Cusani
a cura di Marcello De Masi

Giardini Ravino- via Provinciale Panza 140b - Forio d’Ischia (NA)
Inaugurazione 3 agosto ore 18:30

Dal 4 agosto al 31 agosto 2018
orari: lunedì - mercoledì - venerdì, sabato e domenica dalle 9:00 al tramonto


CAI GUANGBIN. Just Now-Contemporary Images e Ink Painting Conception



We Exhibit Srl, società di allestimenti attiva in Italia e all'estero, ha promosso l'organizzazione della mostra Just Now-Contemporary Images e Ink Painting Conception: Cai Guangbin Solo Exhibition presso la Fondazione Querini Stampalia. L'esposizione, aperta al pubblico il 21 luglio, sarà visitabile sino al 20 settembre 2018

La mostra è stata curata da Hang Xiaoling, vicedirettore dell'Accademia Cinese di Pittura, ed è stata accolta con grande interesse da parte del pubblico. Al terzo piano della Fondazione Querini Stampalia sono esposte oltre 70 opere rappresentative dell'artista contemporaneo Cai Gaungbin, realizzate con la tecnica dell'inchiostro e lavaggi. Cai Guangbin è uno degli artisti contemporanei più rappresentativi di questa tecnica, la quale ha un profondo valore accademico in Cina. 

Sin dagli anni '90, Cai Guangbin ha condotto esplorazioni contemporanee individuali in riferimento a una nuova cultura e esperienza visiva sulla terraferma, apportando una lettura completamente nuova a questi concetti, alle immagini, ai metodi e alle tecniche di eredità cinese. Cai Guangbin è un professionista che promuove l'impiego di tecniche tradizionali, cone l'inchiostro e il lavaggio, rileggendole all'interno del processo di internazionalizzazione in corso nella Cina moderna. 

Un parte delle opere in mostra rivela una nuova ricerca dell'artista verso "una nuova espressione della concezione cinese"; e l'altra parte potrebbe essere presa come "la ri-comprensione del pensiero interiore privato", così come la continua espressione di approfondimento condotta dagli artisti sulla sua creazione artistica originale, che rende "l'espressione psicologica del selfie più distinta". Inoltre, egli realizza alcune opere che esplorano la pittura psichica con la tattilità della mano e per la seconda volta esegue l'elaborazione dell'immagine digitalizzata sul proprio lavoro. 

Il curatore Zhang Xiaoling ha parlato delle opere di Cai: "Just Now" come formate dal soggetto, dalla fotocamera dello smartphone e da scene sociali tipiche. Le parole chiavi della fotografia di Guangbin sono complicate, ambigue e con molteplici significati: potrebbero riferirsi ai sentimenti istantanei di Guangbin e alla percezione frammentata delle scene sociali e dell'esistenza individuale, o alla conseguente consapevolezza di sofferenza e ansia. Si tratta di pensieri privati nel profondo del cuore degli individui. "Soprattutto, indica i codici della vita sociale moderna e dell'esistenza individuale:" Just Now "porta alla tua esistenza. Per la società e gli individui perduti, "Just Now" sembra essere l'unica credenza. 

Ovviamente, nelle Guangbin, "Just Now" è un concetto di immediatezza, non il passato o il futuro. Tuttavia, è il punto di partenza di immagini commoventi che determinano anche la duplice natura delle attività creative del soggetto: interpreta la natura di "Just Now" dal punto di vista di un filosofo ed esplora la presentazione di ink and wash moving immagini di "Just Now' dal punto di vista di un artista." 

Santa Maria Formosa
Castello 5252, 30122
Venezia
tel. 041-2711411

mercoledì 1 agosto 2018

Alessandro Giampaoli. SYMBOLUM L’impenetrabile semplicità di ciò che è

SYMBOLUM
L’impenetrabile semplicità di ciò che è

di Alessandro Giampaoli
a cura di Maria Savarese


Titolo: SYMBOLUM - L’impenetrabile semplicità di ciò che è
Artista: Alessandro Giampaoli
A cura di: Maria Savarese
Coordinamento e Comunicazione: Casa Sponge
Collaborazione: Mario Mariani, Stefano Sanchini
Inaugurazione: sabato 4 agosto ore 19:00
Dove: Palazzo Sermattei, Museo Speleologico Archeologico, Genga (AN)
Durata: 4 agosto – 9 settmebre 
Orario di apertura: 16 | 19 (festivi, prefestivi su prenotazione)
Con il patrocinio e la compartecipazione di: Regione Marche, il Consorzio Frasassi, Comune di Genga
Mediapartner: Artribune, Espoarte, Exibart, Segno
Info: spongecomunicazione@gmail.com | spongeartecontemporanea.net


Si inaugura sabato 4 agosto alle ore 19:00, presso Palazzo Sermattei e il Museo Speleologico Archeologico di Genga (AN), la personale di Alessandro Giampaoli: SYMBOLUM - L’impenetrabile semplicità di ciò che è. A cura di Maria Savarese. Il progetto, voluto dal Consorzio Frasassi, con il patrocinio e la compartecipazione di Regione Marche e Comune di Genga, ha il coordinamento e la comunicazione di Casa Sponge.

SYMBOLUM è un percorso in due spazi, con due luoghi e due linguaggi. Affronta il tema della dualità attraverso la simbologia sacra, dalla fotografia al video.

Giampaoli, fotografo di straordinaria delicatezza e straordinaria poesia, guida il pubblico in un’unica grande installazione immersiva. Il piano terra di Palazzo Sermattei si apre per la prima volta al contemporaneo, dopo un utilizzo differente. Diviene oggi luogo deputato ad accogliere la cultura. Lo spazio architettonico si compone di pareti rocciose, analoghe per colore e compattezza a quelle delle bellissime grotte di Frasassi; emblema del territorio che ospita SYMBOLUM. 


Lo spazio è così metafora della madre terra: “una riappropriazione – dichiara Giampaoli - di una coscienza profonda che leghi all’opera la semantica degli elementi utilizzati, cercando una connessione con la tradizione culturale e figurativa del passato, attraverso un linguaggio contemporaneo come quello della fotografia.”

Così, a completare la suggestione, tra forze in equilibrio e insieme opposte, una sonorizzazione del pianista e compositore Mario Mariani. 
Il percorso espositivo di SYMBOLUM si conclude al Museo Speleologico Archeologico di Genga con un’opera video e le parole del poeta Stefano Sanchini. 
A chiusura della mostra verrà presentato un prodotto editoriale ideato da Franco Mancinelli [YBrand, Pescara].
SYMBOLUM sarà visitabile fino al 9 settembre (info: spongecomunicazione@gmail.com) 

Alessandro Giampaoli (Pesaro nel 1972). Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Urbino, si perfeziona in fotografia all’Istituto Europeo di Design di Milano.
Il suo logos figurativo si è strutturato attorno ad un’unica e costante esigenza di ricerca, che è quella della sintesi più netta, non solo formale ma anche e soprattutto ideologica. Le sue opere vivono così di una costante tensione verso l’assoluto e la dimensione spirituale.
Il lavoro di Alessandro Giampaoli ha avuto riconoscimenti internazionali in importanti contest come Prix de la Photographie, Parigi (2009), Black and White Spider Awards (2009, 2010), London International Creative Competition (2013), e dal 2000 è stato esposto in numerose mostre e fiere d'arte in Italia e all’estero: si ricordano Photo ltd Torino (2009), KunstArt Bolzano (2010), Lucca Digital Photo Fest (2010), Madrid Foto (2011), Shanghai Contemporary Art Fair (2011), Photo Vernissage St. Petersburg (2011), L'impénétrable simplicité de ce qui est, Paris (2015-2016).
Nel 2017 la sua opera “La Stagione del Silenzio” viene usata per l’immagine della XIII° edizione di TEATROLTRE, la rassegna di teatro sperimentale dell’AMAT (Associazione Marchigiana Attività Teatrali).