martedì 26 giugno 2018

Elisa Montessori / Riccardo Monachesi - XX – Venti sculture in ceramica


La mostra richiama l’esposizione del 2011 avvenuta all’interno del prestigioso Museo delle Arti Decorative Boncompagni Ludovisi, allora distaccamento delle arti applicate della Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Le venti esposte fanno ora parte della collezione permanente del museo.
In occasione di “XX – Venti sculture in ceramica”, gli autori tornano a presentare una serie inedita di 20 diverse sculture in ceramica realizzate dal 2003 al 2015. Per la mostra viene anche presentato per la prima volta il catalogo, pubblicato da Il Cigno GG Edizioni, inerente all’acquisizione delle opere esposte al Museo Boncompagni Ludovisi. La mostra fu presentata da Mariastella Margozzi che scrisse: “Elisa Montessori e Riccardo Monachesi hanno esposto le loro ‘Venti Ceramiche’ al Museo Boncompagni Ludovisi in occasione della Giornata del Contemporaneo del 2011. Contestualmente quelle opere, frutto del loro riuscito sodalizio artistico, sono entrate a far parte delle collezioni del Museo, rappresentando la fase contemporanea della rappresentazione artistica in ceramica...
Il lavoro di un ceramista di talento e di una pittrice raffinata, oltre che piena di poesia, si mostra plasticamente, è il caso di dirlo, in venti esemplari bellissimi di vasi-non-vasi, di piatti-non-piatti, che pure tali forme evocano non come archetipi bensì come possibili attuali loro interpretazioni”.
Il catalogo si arricchisce di un testo critico di Claudio Libero Pisano che nota: “Il progetto a quattro mani di Elisa Montessori e Riccardo Monachesi ha una qualità rara perché testimonia che l’empatia esiste, che la collaborazione può portare a risultati inusuali e sorprendenti. Le opere esposte finalmente si sono liberate della costrizione di dover rappresentare ciò che si conosce e si innalzano felici verso un deliberato nonsense della forma. Non esiste supremazia della pittura sulla scultura. L’una e l’altra sono al servizio di un fine comune. Le forme sono preparate per la pittura, ma quest’ultima interviene sulle modanature e sui sottosquadri sia per valorizzare sé stessa che per rafforzare l’armonia della scultura. A chiudere la particolarità di questo progetto a due e l’uso del materiale utilizzato per realizzare questa serie di piccole ma potenti sculture policrome. La ceramica da tempo ha trovato una sua legittima collocazione nella ricerca sul contemporaneo. Le ricerche più recenti apprezzano la duplicità di questo materiale antichissimo che sa resistere nei secoli, ma ha anche una sua fragilità che lo rende preziosissimo”.

XX - VENTI SCULTURE IN CERAMICA
Di Elisa Montessori e Riccardo Monachesi
a cura di Elena Tarantini
Catalogo: Il Cigno GG Edizioni
presentato da Mariastella Margozzi
testo critico di Mario Libero Pisano.
Roma, Studio Tiepolo 38
12 Giugno – 6 luglio 2018
Orario: da lunedì al sabato 16:00 – 22:00
Inaugurazione: 6 luglio 2018, Ore 18:30


STUDIO TIEPOLO 38
Via Giambattista Tiepolo 38 (00196)
+39 3358310878 , +39 3280603929


lunedì 25 giugno 2018

Italy di Maurizio Savini



Venerdì 29 giugno alle ore 19:00 Spazio NEA inaugura “Italy”, personale di Maurizio Savini. A cura di Graziano Menolascina, la mostra sarà visitabile fino al 31 luglio 2018. 

Un preciso momento storico con l’Italia fuori dai mondiali (ma dentro l’Europa?) e in una fase (la terza?) delicata per la Repubblica. Italy: una mostra pop, che racconta a suo modo la storia d’Italia, vista così come un palloncino che prende forma da un chewing gum, eternamente pronto a scoppiare.

La galleria napoletana di Luigi Solito, che in controtendenza negli 8 anni dalla sua apertura ha sempre prediletto la massima fruibilità, volutamente inaugura in un periodo in cui la programmazione espositiva in città si ferma. Allo Spazio NEA, luogo di incontri e di intrattenimento oltre che sede della casa editrice IEMME, per tutti i giorni del mese di luglio e parte di agosto, dalle 9 del mattino fino alle 2 di notte, sarà sempre possibile visitare l’installazione pensata da Maurizio Savini per la sede di piazza Bellini.

Italyè un instant exhibitvoluta fortemente dal curatore Graziano Menolascina che per l’occasione descrive cosi Maurizio Savini: «Amatissimo il suo lavoro, da sempre suscita in chi lo guarda emozioni forti e contrastanti, rappresentando valori e desideri di un’epoca. È la personificazione di quelle trasformazioni sociali che hanno caratterizzato una società concreta e talvolta superficiale, generatasi tanto dalle opportunità quanto dagli eccessi. La sua arte fa riferimento all’estetica degli oggetti comuni attraverso il recupero di un bene di consumo di massa quale il chewing gum. Siamo di fronte ad una nuova versione di Pop Art che negli anni sessanta aveva portato una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’arte. Nasce una nuova mitologia collettiva, un mondo fatto di fiabe, personaggi e soggetti alla Fratelli Grimm. Innocente, spinto dalla nostalgia e dal desiderio, il suo lavoro per molti versi rimane velato da un certo mistero proprio perché l’artista raramente si sbilancia nel criticare il mondo colorato e superficiale da cui attinge. Osserva senza condannare, gioca con il sistema, traccia un quadro ottimista della figura dell’artista, come se in questo caso l’arte si fosse paradossalmente integrata nella società di cui è specchio».

Spazio NEA ringrazia Nicola Pedana per il prezioso contributo alla realizzazione della mostra.

Nel più ampio scenario di interdisciplinarietà tecnica e artistica, e rinnovando l’annuale appuntamento ormai consolidato con lo Spazio NEA, in occasione dell’inaugurazione la Scuola italiana di COMIXnapoletana completerà il programma della serata con le premiazioni di fine anno dei propri studenti. Dalle ore 20:00.

L’evento sarà arricchito da un selector di musica elettronica.


Profilo biografico

Maurizio Savini(Roma, 1962) ha studiato storia dell’arte e dello spettacolo. Tiene la sua prima mostra personale a Düsseldorf; in seguito a Parigi, Lione, Londra, Amsterdam, Taipei, Havana, Edimburgo, Berlino e New York. Attivo sin dal 1990, realizza le scenografie per il Parsifaldi R. Wagner (regia di Peter Stein) a Salisburgo e nel 2002 per La fin de joursa Bologna e a Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino. L’anno seguente progetta due mostre personali a Roma: “Bassa fedeltà” e “Tabula Casa”. Sono del 2008 le installazioni per il museo di Saint Etienne e per il museo d’arte contemporanea di Lione; partecipa alla quadriennale di Roma. Lavora per progetti culturali (Parigi e Vladikavkaz) e nel 2009 realizza un’opera permanente per lo spazio del M.A.C.R.O. di Roma e una grande scultura per l’università “Luiss” di Roma. Con Pietro Ruffo nel 2010 realizza “Il Canto della terra” (Montepulciano); nel 2011 partecipa alla biennale di Venezia, in una sezione speciale della Fondazione Roma, ed espone negli spazi della galleria Tedeschi di Torino. È del 2013 “Potenza della delusione” nel Complesso Monumentale del Vittoriano. Vive e lavora a Roma.



artista: Maurizio Savini
titolo: Italy
durata: 29 giugno - 31 luglio 2018
dove: Spazio NEA, via Costantinopoli 53 / piazza Bellini 59 - Napoli
orario: lunedì - domenica dalle 9.00 alle 2.00 am
ingresso: libero
contatti: 081 18705839 | info@spazionea.it

Luca Coclite. Luogo, anti-luogo e relax



Per il settimo appuntamento di Showcase, il Museo Pino Pascali ospita fino al 23 Luglio 2018, lo spazio di ricerca e produzione artistica RAMDOM con la mostra “Luogo, anti-luogo e relax” di Luca Coclite. 
Al centro del progetto espositivo vi è l’analisi di una parte del territorio salentino, della sua trasformazione paesaggistica e dei suoi cambiamenti politici e sociali. Partendo dall’architettura delle colonie estive come dispositivo politico, l’artista intende d’indagare alcuni dei fenomeni che hanno interessato la Puglia dagli anni 50 ad oggi. 
Per l’occasione, nella project room del museo, verranno presentati Imaginary Holidays (2014) e Hall (2017), progetti-matrice di questa ricerca. 
Imaginary Holidays (2014), si presenta come la rivincita della fragilità del paesaggio sulla volontà dominatrice dell’uomo, ridimensiona gli interessi sulla gestione regolamentata per i luoghi che sfuggono al controllo ed emancipa le proprie rovine che si fanno identità. 
Hall (2017), invece, ripercorre le funzioni assunte nel tempo dall’ex colonia Regina Pacis di San Foca: dalla disciplina educativa della colonia, alla detenzione dei migranti, per giungere alla più attuale speculazione turistica e al consumo standardizzato nei resort di lusso. Senza soluzione di continuità le tre prospettive attraversano il grande fraintendimento sul significato di accoglienza e di ospitalità, mettendo in gioco una molteplicità di dicotomie e ponendo innumerevoli interrogativi sugli attuali sistemi di controllo che gravitano sul nostro corpo individuale, sul linguaggio collettivo, sulla sospensione del tempo ordinario, sulla speculazione del paesaggio e sulla sua trasformazione. Elementi che caratterizzano la ricerca dell’artista, che indaga con interesse estetico le relazioni tra architettura, paesaggio e cambiamenti sociali. 

Luca Coclite (1981, Gagliano del Capo, LE, IT) è artista visivo, ha partecipato a diversi programmi di residenza nazionali e internazionali. Nel 2017 vince il premio NCTM e L’Arte con il quale realizza un progetto di residenza presso l’Experimental Intermedia di New York. È vincitore del premio Video Art Award del Centro Luigi Di Sarro in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria (Cape Town, Sud Africa, 2018). La sua ricerca consiste nell’analisi dell’immagine contemporanea legata al paesaggio e all’architettura, come terreno sul quale indagare i diversi fattori e contesti sociologici che ne scaturiscono. È impegnato in diversi progetti artistici e curatoriali come Ramdom e il progetto Casa a Mare. Collabora come docente di video presso Spazio Labò a Bologna.


SHOWCASE

RAMDOM presenta
Luca Coclite – “Luogo, anti-luogo e relax”
fino al 23 luglio 2018
Museo Pino Pascali

FONDAZIONE PINO PASCALI
VIA PARCO DEL LAURO 119 - 70044 POLIGNANO A MARE (BA) – 


lunedì 18 giugno 2018

Ho Kan. Beyond Colors and Shapes



La Villa Reale di Monza dedica fino al 9 luglio una retrospettiva all'artista Ho Kan, considerato oggi uno dei grandi pionieri dell’astrazione cinese. La rassegna organizzata da BIG Eyes International Vision di Milano e da Chini Gallery di Taiwan, si avvale dei Patrocini della Regione Lombardia e del Comune di Monza.
La mostra presenta, attraverso 60 opere selezionate dalla curatrice Sabine Vazieux, l’intero percorso creativo del maestro, partendo dagli anni Cinquanta fino al 2010. Mette in evidenza la particolarità della pittura geometrica astratta di Ho Kan e nello stesso tempo ci rivela la sua genesi, presentando per la prima volta anche alcuni disegni realizzati a Taiwan negli anni Cinquanta. Il percorso si conclude con una selezione di dipinti recenti affiancati ad alcune sculture realizzate in collaborazione con lo scultore Yang bei-Chen. 
Il viaggio artistico di Ho Kan è punteggiato da eventi storici che ci immergono inesorabilmente nella storia della Cina e ci spiegano come mai l’artista fu costretto a lasciare il suo paese per trovare rifugio a Taiwan nel 1949, per poi imbarcarsi nel 1964 dal Vietnam in direzione della Francia e infine trovare domicilio a Milano, dove risiederà per oltre cinquant’anni. 
In questo nuovo mondo che si manifesta a lui per la prima volta, scopre gradualmente l’arte surreale e astratta occidentale e acquista familiarità con la tecnica della pittura ad olio fino allora sconosciuta in Asia. Queste nuove scoperte gli permettono di registrarsi nella modernità, pur mantenendo profonde radici nella cultura orientale.
Al crocevia tra l'Oriente e l'Occidente, Ho Kan ha inventato un'arte unica, partecipando al rinnovo della pittura cinese del XX secolo.


LA MOSTRA
Il percorso si snoda lungo sei sale al primo piano nobile della Villa e segue un criterio cronologico.


Sala A Gli anni 50-70: da Taipei a Milano
I primi insegnamenti alla pittura gli vengono dal nonno, famoso calligrafo, con cui vivrà dopo la morte prematura del padre. Nel 1949 parte per Taiwan e l'anno successivo entra nel Dipartimento Provinciale di Belle Arti a Taipei. Trovando l’insegnamento troppo accademico, nel 1951 inizia a frequentare lo studio del famoso pittore Lee Chun-Shan, qui scopre i nuovi movimenti artistici occidentali e viene spinto a sviluppare la propria creatività, orientandosi verso uno stile surreale. Nel 1956, Ho Kan fonda il Ton Fan Art Group, con altri sette artisti amici dello studio di Lee Chun-Shan. Rompendo così con l’arte accademica. Questo, gruppo, fino al suo scioglimento nel 1971, ha svolto un ruolo importante per lo sviluppo dell'arte d’avanguardia taiwanese. Il forte interesse di Ho per la pittura lo spinge a viaggiare in l'Europa e nel 1964 a Milano, dove si trasferisce. I suoi interessi si spostano verso l'astrazione geometrica pur mantenendo sempre evidenti i suoi riferimenti con la cultura asiatica. Durante il suo primo periodo milanese, utilizza i toni del blu scuro e del verde, che rimandano a un senso di malinconia associata alla nostalgia del suo paese d’orgine.


Sala B Gli anni 80-90: segni e forme di calligrafia 
In questo periodo la sua tavolozza diventa più gioiosa. A prima vista, alcune delle sue opere geometriche sono più vicine all'arte astratta occidentale, mentre altre adottano uno stile più libero. Gli piace dipingere piccole linee nere, evocando i sino grammi cinesi, che sembrano fluttuare in assenza di gravità nello spazio pittorico, come soffiato dal vento. Questo nuovo approccio al segno, astratto e poetico, apre un infinito repertorio immaginario. Cerchi, triangoli e lo spazio che circonda queste forme, sono anche riferimenti alla calligrafia cinese, che egli le purifica per mantenere solo la struttura.

Sala C-D Gli anni 2000: la fusione perfetta 
Ho Kan va oltre, trasforma la dualità culturale est-ovest in una vera e propria fusione tra due culture. Si tratta di un periodo d’apogeo, dove riesce a creare una perfetta armonia tra le forme e i colori. Usa tinte scure per ombreggiare la luminosità dei colori come il rosso, l'arancio o il verde, ponendo le opere in una situazione di assoluto equilibrio. Nella serie "Origin" e "Development", l'uso di piccoli punti si riferisce all'estetica cinese: "un singolo tocco di rosso tra migliaia e migliaia di verdi".


Sala E Ho Kan oggi: La spiritualità
Questo periodo di maturità porta alla luce una spiritualità evidente nel suo approccio artistico. La semplificazione delle forme e l'uso minimo di colori nella composizione unisce il buddismo di Kan e il Taoismo. Durante il suo lavoro, sviluppa uno stile geometrico astratto ma non cede mai alla geometria pura; Le sue linee mantengono, alla base, la vivacità e l'energia calligrafica derivante dal suo patrimonio culturale.


Sala F L'ambivalenza dell'astrazione
L’ultima stanza ci invita a riflettere sul mondo onirico dell'artista e sui simboli che egli utilizza. La nostra immaginazione ci porta a interpretare e identificare gli elementi visivi dei suoi dipinti, alla maniera dei sinogrammi cinesi che a volte evocano forme figurative visive.
Si può immaginare di vedere delle figure (un pesce colorato, un uccello ecc.), ma in realtà è il frutto del caso. Queste coincidenze si ricollegano al pensiero taoista Wei Wu Wei, vale a dire all’agire, senza agire.  Così, astratto o figurativo? Per l'artista Ho Kan, questa non è la domanda. Ciò che conta per lui è soprattutto il piacere della pittura.



HO KAN E L’ITALIA
Ho Kan dal 1964 ha sempre vissuto e lavorato a Milano, pur ritornando spesso e per lunghi periodi nella sua terra d’origine e a Taiwan, dove ha esposto per Gallerie importanti come la Liang Gallery e la Chini Gallery. 
In Italia è venuto in contatto con numerosi artisti quali Gianni Brusamolino, Enrico Cattaneo, Roberto Crippa, Sergio Dangelo, Nino Di Salvatore, Alfredo Mazzotta, Mario Nigro, Angela Occhipinti, Turi Simeti. Nel 1964 la storica Palma Bucarelli lo nota in una mostra al Palazzo delle Esposizioni dove espongono tra gli altri, Hsiao Chjin, Hisia Yan e Po-Hong e lo invita a esporre un dipinto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, opera che poi l’artista donerà al Museo. 
Nel 1973 Vanni Scheiwiller gli dedica un libro delle sue edizioni All’insegna del Pesce d’Oro scrive di lui “Silenzioso, modesto, irriducibile; da anni lo ammiro perché mi insegna la grande pittura senza immagine: da ascoltare prima ancora di vedere. Una pittura che non grida mai.” Hanno scritto di lui Giulia Veronesi, Elena Pontiggia, Alberto Veca, Maria Campitelli, Luca Pietro Nicoletti, Miklos N. Varga e molti altri.
Sue opere sono state esposte anche in Svizzera (Berna, Soro e Grans ), Corea (Seoul) e Giappone (Tokyo), Italia (Milano, Firenze, Bologna, Castellanza, Ferrara, Como, Lecco ecc.) e in China. 
La rassegna alla Villa Reale di Monza è la seconda retrospettiva dopo quella del 2016 al Taipei Fine Arts Museum di Taiwan, dal titolo “Reverberations - HO KAN”.



INFORMAZIONI
HO KAN. Beyond colors and shapes 
Villa Reale di Monza ǀ Sale di rappresentanza - Primo Piano Nobile ǀViale Brianza 1 ǀMonza
Inaugurazione: sabato 9 giugno ore 11.30. Fino al 9 luglio 2018

Mostra a cura di Sabine Vazieux
Organizzazione ǀ BIG Eyes international Vision, Milano; Chini Gallery, Taiwan; Villa Reale, Monza
Con il Patrocinio di ǀRegione Lombardia e Comune di Monza
Comunicazione ǀAlessandra Pozzi ǀTel. +39 3385965789 ǀ press@alessandrapozzi.com ǀ @alessandrapozzistudio


Info mostra ǀ BIG Eyes vision internationalǀ press@alessandrapozzi.comǀ@HoKanRetrospettiva
Biglietto d’ingresso alle Sale di rappresentanza ǀ Intero: € 8,00 Ridotti: € 6-4,00
Orariǀ Da martedì a domenica 10 – 19 ǀlunedì chiuso ǀ Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Bookshop ǀ Tel. +39 0392327348 ǀ bookshop@villarealedimonza.it


Come arrivare
TRENO_La fermata ferroviaria più vicina è Monza FS, distante circa 2 km (circa 25 minuti a piedi)
AUTO_Da Milano, Como, Varese o Lecco: seguire indicazioni per Monza – Villa Reale
Parcheggio_Viale Regina Margherita, Via Petrarca e Viale Cavriga (Parco di Monza)


pubblica: 

Caterina Arcuri. Lapsus Temporis


Al Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia il secondo momento dedicato a Lapsus Temporis, installazione site specific di Caterina Arcuri, nell'ambito del progetto Ceilings, promosso dall'Accademia di Belle Arti di Catanzaro e finanziato dalla Regione Calabria. Dopo la presentazione dello stesso nel mese di marzo, alla presenza della direttrice del Museo dott.ssa Adele Bonofiglio, del curatore del progetto Simona Caramia e dell'artista Caterina Arcuri, in questa occasione si mostra l'esito di una sentita ricerca, volta alla scoperta della collezione permanente del Museo e del recupero della tecnica tradizionale della ceramica.

L'intervento di Caterina Arcuri difatti si pone in relazione con lo spazio architettonico e con i reperti del Museo, in particolare con la Laminetta orfica. Il progetto affronta dunque il tema del viaggio, dell'attraversamento, indagato come condizioni esistenziale di continua ricerca, di incontro senza fine, evocato nelle molteplici implicazioni individuali e collettive. Il viaggio di Arcuri ammalia, conducendo lontano dai confini del corpo, dai limiti del pensiero e della conoscenza, lontano da tutto ciò che è “approdo sicuro”. Lapsus Temporis consta nell'installazione di un gruppo di foglie, o barche, che trasportate dolcemente dalla corrente, percorrono distanze potenzialmente infinite, andando verso un oltre imperscrutabile. L'opera è emblema di un viaggio composto, rigoroso - il rigore caratterizza tutta la ricerca di Arcuri -, compiuto nel tempo e al di fuori di esso, giacché l'esito del viaggio sfugge, come dato certo ed oggettivo, alla vista dell'osservatore; né tanto meno si pone come prerogativa prima dell'artista. Metafora dell'attraversamento, che non si cura della mèta ultima, Lapsus Temporis traccia un viaggio poetico, capace di suggestioni profonde, di evocare immagini forti, dense di pathos. Sospese, cullate, sostenute da un mare invisibile, ma al contempo presente nell'immaginazione di chi guarda, queste barche procedono silenziose e solenni; senza indugiare affrontano il loro percorso. L'artista non abbandona mai la vocazione mitopietica, che è propria della cultura mediterranea di cui il suo lavoro è imbevuto e del quale vi sono evidenti rimandi in tutti i suoi cicli di opere, così le superfici lisce e bianche diventano apertura, possibilità-capacità di riflessione, che conduce all'attraversamento. Le sue superfici sono membrane sottili che protendono verso "quest'oltre imperscrutabile". L'arte di Arcuri innesca un dispositivo di appropriazione graduale del sapere, per il quale si compie l'esperienza immersiva (della conoscenza) nel “mare” della natura e dell'essere.

Lapsus Temporis è parte integrante di Ceilings, progetto che mira al consolidamento della rete museale calabrese, attraverso una serie di interventi permanenti di arte contemporanea e di attività laboratoriali; il progetto vanta un accordo di valorizzazione con il Polo Museale della Calabria, con il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide di Sibari, il Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, il Museo Archeologico Nazionale di Monasterace, nonché il patrocinio di Provincia di Catanzaro, Comune di Catanzaro – Assessorato alla Cultura di Catanzaro, Fondazione Rocco Guglielmo di Catanzaro, Museo MARCA di Catanzaro, Di.Co. - Servizi Museali MARCA di Catanzaro, Comune di Cropani, Comune di Tiriolo, Comune di Cosenza, Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, Cooperativa ViviKaulon.

CEILINGS. MUSEI IN RETE
a cura di Simona Caramia

CATERINA ARCURI
LAPSUS TEMPORIS

Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia

La mostra è visitabile fino al 30 novembre 2018

Theorema di Giulio De Mitri​

​Giovedì 21 giugno alle ore 11:00 ​presso il Bastione aragonese del Museo Archeologico di Santa Scolastica della Città Metropolitana di Bari, ​conferenza stampa sull'installazione ambientale site specific Theorema di Giulio De Mitri, considerato tra i protagonisti della Light Art e noto a livello nazionale e internazionale.
L'esposizione offrirà uno spaccato attuale dell'opera dell’affermato artista pugliese, da oltre quarant'anni impegnato a dare al proprio lavoro un valore sempre nuovo, sempre carico di stimoli e di significati. La mostra del De Mitri, immersiva e contemplativa, offre quindi un'attenta ricerca che spazia tra minimalismo mediterraneo, arte sociale e light art, in grado di evocare i grandi temi esistenziali e rappresenta la cifra espressiva di un artista tra i più significativi della sua generazione.
La mostra resterà aperta fino al sino al 30 settembre p.v.


Bastione di Santa Scolastica, Bari
Lungomare Imperatore Augusto – Largo Nino Lavermicocca

Giorni e orari di apertura: dal lunedì al sabato dalle ore 10.00 alle ore 17.00; domenica dalle ore 10.00 alle ore 14.00; martedì chiuso.
​info​
tel.080.5412394;

giovedì 14 giugno 2018

Alle Terme di Caracalla Mauro Staccioli, Sensibile ambientale

Mauro Staccioli. ph. Amalia Di Lanno. Roma, Terme di Caracalla



Le Terme di Caracalla ospitano Mauro Staccioli. Sensibile ambientale, la prima grande retrospettiva dedicata all’artista toscano dopo la sua scomparsa all’età di 80 anni lo scorso primo gennaio. Promossa dalla Soprintendenza Speciale di Roma in collaborazione con la Galleria  Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l’Archivio Mauro Staccioli e con Electa, la mostra ripercorre le diverse fasi creative dello scultore, la sua ricerca inesausta, la sua volontà  di rapporto tra scultura e ambiente.
Dal 13 giugno al 30 settembre 2018 ventisei opere di Staccioli si confrontano con i monumentali spazi delle Terme di Caracalla e dei suoi sotterranei. Un percorso, a cura di Alberto Fiz, che fin dal titolo, Sensibile ambientale, vuole sottolineare come questa mostra sia dedicata all’artista italiano contemporaneo –celebrato anche in Europa e negli Stati Uniti– che ha più avvertito il rapporto tra l’opera e il luogo che la circonda e in cui essa si colloca.



TERME DI CARACALLA
Viale delle Terme di Caracalla - Roma - Lazio
fino al 30 settembre 2018
Mauro Staccioli_Sensibile Ambientale
a cura di Alberto Fiz
dalle 9.00 alle 19.15 fino al 31 agosto dalle 9.00 alle 19.00 dal 1 al 30 settembre tutti i lunedì dalle 9.00 alle 14.00
Biglietti: intero 8 euro ridotto 4 euro riduzioni e gratuità secondo la normativa vigente
Patrocini: promotore Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti Paesaggio in collaborazione con Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma Archivio Mauro Staccioli
Editori: ELECTA


Mauro Staccioli. ph. Amalia Di Lanno. Roma, Terme di Caracalla



mercoledì 13 giugno 2018

Tutta l’Arte è imitazione della Natura



Saranno 26 gli artisti di livello internazionale che esporranno al Museo Orto Botanico di Roma. Una mostra collettiva che avrà come protagonista assoluta la Natura.

Con l‘affermazione “Tutta l'Arte è imitazione della Natura”, il filosofo romano Seneca descrive il legame fondamentale che esiste tra l’Arte e la Natura, nato nell’uomo attraverso l’interpretazione dell’ambiente che lo circonda, elemento fondamentale nel costante dialogo che la Natura genera con l’Opera d’Arte. Per questo, il Museo Orto Botanico rappresenta “Il luogo ideale” dove le opere artistiche andranno a ricreare un dialogo, mai scontato, ma sempre riflessivo.

Le opere collocate in diversi punti del Museo Orto Botanico, daranno vita a un percorso visivo itinerante.

Artisti in mostra
Nobushige Akiyama, Gloria Argelés, Ivan Barlafante, Ivan Calamita, Selene de Condat, Roselyne de Feraudy, Epvs, Theo Eshetu, Cristina Falasca, Geo Florenti, Andrea Fogli, Paolo Guiotto, Maya kokocinski, Cesar Meneghetti, Stefano Minzi, Daniela Papadia, Fabio Francesco Parisella, Julie Polidoro, Felipe C. Risco, Marta Roberti, Guendalina Salini, Corrado Sassi, Maurizio Savini, Guido Strazza, Riikka Vainio, Delphine Valli.


Museo Orto Botanico di Roma
L.go Cristina di Svezia 23A- 00165 Roma
Tel./fax 0649917107 (biglietteria)
web.uniroma1.it/orto botanico
info-ortobotanico@uniroma1.it

Orario di apertura: da lunedì al sabato: 9,00 – 18,30, festivi: chiuso
Ingresso 8,00 €; 6-11 anni e 65 + anni: 4,00 €
Residenti Trastevere 4 euro
Manuela Evangelista: Curatrice
Via della Lungara 3 - 00165 Roma
cell 335 253352, manuevangelista@yahoo.it 


Museo Orto Botanico di Roma
“Tutta l’Arte è imitazione della Natura” ( Seneca )
a cura di Manuela Evangelista
apertura 16 giugno 2108 e dal 18 giugno al 23 giugno 2018

martedì 12 giugno 2018

THE HANGING GARDEN. Laura Cionci • Stefania Cordone • Marta Roberti • Lucia Veronesi


Marta Roberti, Supernatural - Felci e foglie rosse e nere (2015-18)


In occasione di Manifesta12 che quest’anno a Palermo sviluppa il tema del Giardino Planetario, per il suo secondo progetto SPAZIOCENTOTRE propone una collettiva tutta al femminile (con le artiste Laura Cionci, Stefania Cordone, Marta Roberti, Lucia Veronesi) che declina l’idea di giardino “pensile” in chiave di ricerca artistica e umana.

La mostra sviluppa sempre – come già la personale SOUTHERN BLEND di Nero - differente percezione della storia e della memoria artistica in base alla quale il contemporaneo autentico consiste nel collasso delle dimensioni temporali egli oggetti antiquari incontrano in modo spontaneo gli oggetti contemporanei, nella convinzione che sia sempre la relazione attiva a determinare e a descrivere il presente. In questo caso, attraverso un omaggio collettivo a Palermo, ai suoi giardini e alla sua natura lussureggiante come metafora e riflesso di un modo di vivere.

Laura Cionci, attraverso la sua opera recente dedicata alla natura colombiana, ci parla di un’idea di futuro: prossimo e lontano, personale e globale. Tracce, ricordi, azioni innestati nei suoi gioielli organici si inseriscono all’interno della ricerca di un dialogo attivo con il pubblico, che usa il caso e il caos in modo controllato. Una riflessione raffinata e profonda sulla potenzialità.

Stefania Cordone, artista visiva e illustratrice siciliana, elabora e compone da anni una sua personale e visionaria versione della natura, vegetale e animale, tra bestiari e giardini immaginifici, che parla la lingua di un segno ancestrale e al tempo stesso fantastico.

Marta Roberti ha vissuto tre anni tra Taipei e Saigon. Nella sua ricerca solitaria, difficile e entusiasmante, sta cercando ostinatamente di dar forma e corpo a una sorta di “supernatura” (Super_Natural si intitola infatti uno dei suoi ultimi progetti): una natura resa talmente artificiale e artistica da costituire un intero paesaggio culturale, umano, in cui immergersi. Le sue opere sfidano e stressano sempre di più i confini tra pittura, scrittura, filosofia.

I raffinati collage di Lucia Veronesi (in bilico sempre tra pittura, disegno, fotografia), infine, con l’uso costante di tecniche diverse, stratificate, accumulate, testimoniano il suo profondo interesse per la dimensione del “fuori” e la sua attrazione per quei territori al confine tra arte e realtà, tra spontaneità e artificio.


***

Nel 1982, Goffredo Parise scriveva all’interno della sua rubrica Lontano sul “Corriere della Sera”: “L’arte più pura e perfetta sulla terra è quella living, cioè della vita, dell’apparizione fisica in un determinato momento e mai più” (Lontano, Adelphi 2009, p. 25).
L’arte “della vita”, l’arte vivente, è in grado di catturare questo sentimento dell’organico, della crescita costante, dello sviluppo e dell’evoluzione. È questa un’idea e una pratica che alcune artiste sembrano percepire e restituire in maniera particolarmente brillante e personale.
L’idea per esempio che la nostra identità personale, e persino quella collettiva, non siano monolitiche, date una volta per tutte e immobili, fisse, determinate, ma soggette a continua mutazione; che anzi l’identità sia questa mutazione, questo movimento. Per non perdere l’identità, occorre dunque sempre essere disposti a fonderla, cederla, ad aprirsi all’Altro e a identificarsi con esso: l’assimilazione della “barbarie” procede sempre in entrambi i sensi. È quel punto di vista l’unico che riattiva e vivifica una civiltà morta o morente.
Le nuove opere che il posto-Italia comincia a far intravedere incarnano e riflettono dunque un intero, nuovo sistema di valori in grado di orientare scelte, comportamenti, stili di vita: in questi casi (rari, per ora) è come vedere una microutopia - perfettamente funzionale, realistica - in azione. Questo sistema di valori prescinde totalmente da quello “in vigore” attualmente, condiviso e comune (quello, per intenderci, veicolato dai nostri media, dalla nostra politica, dal nostro linguaggio pubblico): non si oppone ad esso, ma piuttosto “scava” al suo interno una dimensione esistenziale alternativa.
È, ancora una volta, la vita.


LO SPAZIO
SPAZIOCENTOTRE (Via Principe di Belmonte, 103, I piano) rappresenta la naturale evoluzione del gusto artistico e della ricerca del bello avviati più di due secoli fa dal capostipite dei Fecarotta, orafo alla corte di Francesco I di Borbone (1777-1830). Fecarotta Antichità inaugura la sua attività nel 1961, offrendo alla clientela, oltre ad argenti e gioielli, anche mobili antichi, dipinti e oggetti d’arte. Già quasi cent’anni prima, però, nel 1866, la ditta Fecarotta aveva aperto i battenti in corso Vittorio Emanuele, all’angolo con via dei Cinturinai: argenti e gioielli erano ammirati e acquistati dall’alta borghesia cittadina e dalla nobiltà dell’isola e dell’Italia appena unita; numerosi erano anche i viaggiatori provenienti da tutta Europa, che nelle creazioni dei Fecarotta ritrovavano i colori e le forme originali di Palermo. Il gusto di allora viene oggi significativamente ampliato all’arte contemporanea. SPAZIOCENTOTRE intende operare in modo sperimentale, nel segno di una differente percezione della storia e della memoria artistica: non una ricerca archeologica del nostro passato, ma la consapevolezza di quanto esso sia parte integrante e viva del nostro spazio di esistenza contemporanea. Così, a partire dalla mostra con cui lo spazio si inaugura, gli oggetti antiquari incontreranno gli oggetti contemporanei in nuove e suggestive commistioni artistiche.



THE HANGING GARDEN
Laura Cionci • Stefania Cordone • Marta Roberti • Lucia Veronesi
a cura di Christian Caliandro
SPAZIOCENTOTRE (Via Principe di Belmonte 103, I piano - Palermo)
opening: giovedì 14 giugno, ore 18.30

Spaziocentotre
Via Principe di Belmonte 103
90139 - Palermo
Tel. 091331415
FB: Spaziocentotre


Fecarotta Antichità
Via Principe di Belmonte, 103 b
90139 - Palermo
FB: Fecarotta Antichità

lunedì 11 giugno 2018

Andrea Bianconi - Trap for the minds

Andrea Bianconi - Trap for the minds
a cura di Gaetano Centrone

Performance inserita all’interno della programmazione ufficiale di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018

Cripta della chiesa di Santa Maria del Piliere
via Bara all’Olivella, Piazzetta Angelini 1, Palermo
17 giugno 2018 ore 19.00

All’interno di uno spazio fortemente suggestivo quale la Cripta della Chiesa di Santa Maria del Piliere di Palermo, domenica 17 giugno 2018 alle ore 19.00, l’artista Andrea Bianconi propone la performance Trap for the minds in cui s’interroga, riprendendo un quesito di pirandelliana memoria, sul concetto di identità e di visione di noi e dell’altro.

Per Trap for the minds, Andrea Bianconi, Arzignano, (Vicenza), 1974, artista che vive tra gli Stati Uniti e l’Italia, posto in piedi di fronte a uno specchio, darà inizio a una sorta di rituale volto a chiarire o mistificare la natura del nostro essere. Sovrapponendo al suo volto trenta maschere di carta, ogni volta ci propone una versione altra di sé stesso, visione che rimanda al pubblico di riflesso proprio perché l’artista è rivolto verso lo specchio e non verso gli altri. La reiterazione del gesto incanta il pubblico, attento a vedere fuori per vedersi dentro.

La performance di Bianconi fa parte della rassegna “Attraverso”, nata dall’idea di un gruppo di giovani operatori culturali attivi in Sicilia: Valentina Lucia Barbagallo, Cristina Costanzo, Danilo Lo Piccolo, Giuseppe Mendolia Calella, che si terrà in diverse sedi palermitane, da maggio a novembre 2018. Il titolo della rassegna, “Attraverso”, racchiude gli obiettivi di questa serie di eventi, eterogenei e multiformi, ma accomunati da uno sguardo trasversale e obliquo sui fenomeni del contemporaneo.
Campo d’azione della rassegna è Palermo - interessata nel 2018 da iniziative di grande richiamo come Manifesta 12 e Palermo Capitale Italiana della Cultura - con particolare attenzione ai luoghi, spazi “off” che non fanno parte dei circuiti tradizionali degli eventi espositivi della città e ospiteranno arti figurative, performance, illustrazione, editoria indipendente, incontri, musica, workshop, comunicazione – radio.

Conoscere, Ri-appropriarsi e Prendersi cura: questi sono gli step del progetto che punta ad aprirsi alla comunità ricorrendo alle molteplici espressioni della cultura. Il programma di “Attraverso” si articola in progetti, mostre, conferenze, dibattiti, workshop, presentazioni di libri e open call che vedranno coinvolti, in spazi pubblici e privati, diversi artisti tra cui: Marcella Barone, Canecapovolto, Sergio Cardillo, Simone Caruso, Luca Crivello, Giorgio Distefano, Stefania Fabrizi, Zoltan Fazekas, Ellie Ivanova, Francesco Lauretta, Gianluca Lombardo, Loredana Lo Verde, Federico Lupo, Marilina Marchica, Chiara Polizzi, Francesco Surdi, Sara Vattano. “Attraverso” fa parte degli eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.

Bio
Andrea Bianconi Arzignano, (Vicenza), 1974 vive e lavora tra gli Stati Uniti e l’Italia. Ha recentemente esposto con una mostra personale al MSK Museum of Fine Arts di Ghent (Belgio), e ha partecipato alla 5° Biennale di Mosca con una public performance tra la Piazza Rossa, il Cremlino e il Manege e con una wall installation al Manege. Ha realizzato un'opera all' Ambasciata d'Italia a Washington D.C. per i 150 anni dell'Unità d'Italia; ha esposto al Museu do Meio Ambiente, Rio de Janeiro; Centro del Carmen, Valencia; Matadero, Madrid; Film Society Lincoln Center, New York; Maraya Art Centre, Sharjah, United Arab Emirates; Swiss Architecture Museum (S AM), Basilea; Kunsthal Charlottenburg, Copenhagen; ISCP, Brooklyn, NY; Palazzo Reale, Milano; Furini Arte Contemporanea, Roma; Barbara Davis Gallery, Houston, Texas. Ha realizzato numerose public art performances come Summer Night Series, Union Square NYC; Italian Cultural Institute, NYC; Postcard People, Hudson Valley Center for Contemporary Art (HVCCA), NY; The Chinese Umbrella Hat Project (Part I), Wujiang Rd West Nanjing Rd, Shanghai, China e (Part II), Piazza San Marco, Venezia. Nel 2011 Charta ha pubblicato la sua prima monografia; nel 2012 Cura. Books ha pubblicato il suo primo libro d'artista “ROMANCE” e nel 2013 il secondo dal titolo “FABLE”. Entrambi fanno parte della collezione del MoMA, NYC. Nel 2016 Silvana Editoriale ha pubblicato la monografia sui 10 anni di performance dell’artista “Andrea Bianconi Performance 2006-2016”. Nel 2017 AmC Collezione Coppola pubblica “SOLO”, una monografia con una intervista di Catherine De Zegher. Nel 2018 espone presso l’Archiginnasio di Bologna e realizza una performance a Davos, evento curato da Oliver Orest Tschirky, durante la 48° edizione del World Economic Forum. A fine giugno esporrà al CAMeC di La Spezia.

Gaetano Centrone (1978), curatore e critico d'arte contemporanea, ha insegnato alla University of Michigan, e attualmente nelle Accademie di Belle Arti di Bari e Foggia. Ha pubblicato numerosi testi critici per diversi artisti, tra cui: Mimmo Rotella, Alberto Biasi, Luigi Mainolfi, Michele Zaza. Collabora alla pagina culturale de La Gazzetta del Mezzogiorno.

Andrea Bianconi. Trap for the minds
a cura di Gaetano Centrone

Sede| Cripta della chiesa di Santa Maria del Piliere
via Bara all’Olivella, Piazzetta Angelini 1, Palermo

Inaugurazione| 17.06.18 ore 19.00
Ingresso| Libero
Informazioni al pubblico|
Amici del Piliere
amicidelpiliere@gmail.com
3273807578 – 327407588

Ufficio Stampa|
Valentina Lucia Barbagallo tel. 3498471800 | presspressoffice@gmail.com
Maria Grazia Vernuccio tel. 3351282864 | mariagrazia.vernuccio@gmail.com

Si ringraziano|
Associazione Amici dei Musei Siciliani, Bernardo Tortorici Montaperto, Pamela Bono, Danilo Lo Piccolo

Gianmaria Giannetti. Ha fatto lei questo orrore?



HA FATTO LEI QUESTO ORRORE?
Mostra personale di Gianmaria Giannetti

con un testo critico di Roberto Lacarbonara

evento collaterale della mostra 
in programmazione presso il Comune di Ostuni dal 24 aprile 2018

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA
Piazzetta Cattedrale
Centro Storico
Ostuni
dal 16 giugno al 2 luglio 2018

INAUGURAZIONE IN GALLERIA SABATO' 16 GIUGNO 2018 ore 19,00

Il quarto evento previsto nel calendario delle mostre della galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni per questo inizio estate è affidato all'artista milanese Gianmaria Giannetti con la sua mostra "Ha fatto lei questo orrore?".
La mostra è un personalissimo quanto surreale omaggio al grande Pablo Picasso con cui Giannetti, con la sua solita malinconica ironia, ci rimanda indietro dal tempo lo stesso turbamento, lo stesso spaesamento di quel tempo, di quell'Europa muta e attonita, protagonista passiva e immobile dinanzi agli orrori della guerra, argomento purtroppo ancora oggi quanto mai attuale.

Ecco come Roberto Lacarbonara descrive l'opera magna della mostra:

Nel 1937 il governo repubblicano spagnolo commissiona a Pablo Picasso una grande tela da esporre a rappresentanza della Spagna nell’Esposizione Universale di Parigi. Picasso dipinge Guernica: una scelta radicale, coraggiosa, lontana da ogni celebrazione nazionalista, rivolta alla drammatica narrazione del bombardamento che il 26 aprile 1937 rade al suolo l’omonima cittadina basca. 
La guerra civile spagnola si conclude solo nel 1939 con circa un milione di morti e la vittoria di Franco. Quando, in risposta ad una guardia tedesca in visita al suo studio, Picasso si imbatte nella feroce critica del convenuto, la risposta è durissima. “Ha fatto lei questo orrore?” / “No, è opera vostra”.
A distanza di oltre 80 anni dalla realizzazione di uno dei massimi capolavori artistici e ideologici del Novecento, l’artista Gianmaria Giannetti si confronta con il dramma di Guernica attraverso un intervento pittorico in grado di rinnovare il profondo turbamento del dipinto cubista. 
Sulla riproduzione monocroma del dipinto originale, l’artista interviene stravolgendo ulteriormente lo spazio della rappresentazione, questa volta attraverso soggetti ironici e grotteschi, stravaganti ed ambigui, in grado di moltiplicare lo spaesamento surreale della scena. 
L’intera narrazione iconografica risulta adesso imprigionata sul fondo, al di là delle tubature sovrapposte al dipinto. Un altro orrore, un’altra manomissione della storia, quasi il tentativo di superare il dramma attraverso la strategia dello scherno, dello scarabocchio e della dissacrazione. 
L’azione è sarcastica e violenta, trasforma le urla e la tragedia in una irrisoria decorazione, in uno sfondo scenografico dal sapore turistico e popolare: un muro imbrattato su cui un elettricista ha alloggiato tubi per l’elettricità.

Gianmaria Giannetti è nato a Milano nel 1974, alla cui Università si laurea in Filosofia Estetica.
Inizia il suo percorso artistico nell'ambito della poesia sperimentale, con cui si identifica e vince numerosi premi. Approdando in seguito alla pittura, fa della poesia stessa il fulcro del suo lavoro pittorico tanto che resta ancora oggi la sua personale fonte ispiratrice. 
Giannetti vanta un percorso artistico intenso con all'attivo moltissime mostre personali (Roma, Parigi, Berlino ed Amsterdam) ed in collettiva. Vincitore di diversi premi in ambito internazionale tra cui la Palma d'Oro a Cannes per l'arte contemporanea sotto il patrocinio di Marina Picasso, collabora con diverse gallerie d'arte in Italia e all'estero ed è reduce da una esposizione in collettiva presso il Museo Pino Pascali di Polignano a Mare.

HA FATTO LEI QUESTO ORRORE?
MOSTRA PERSONALE di GIANMARIA GIANNETTI

INAUGURAZIONE IN GALLERIA SABATO' 16 GIUGNO 2018 ore 19,00

evento collaterale della mostra 
PICASSO E L'ALTRA META' DEL CIELO
in programmazione presso il Comune di Ostuni dal 24 aprile 2018

dal 16 giugno al 2 luglio 2018

Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
info@orizzontiarte.it 
F: Orizzontiartecontemporanea

Communication Manager
info@amaliadilanno.com

Amedeo Del Giudice: donne, sante modelle e altro


La mostra di Amedeo Del Giudice, a cura di Raffaello Paiella, presenta opere recenti e meno recenti del campano Amedeo Del Giudice, tutte esemplificative dell’approccio tematico verso il mondo femminile che da sempre caratterizza, in modo quasi esclusivo, la produzione dell’artista che ha voluto intitolare questa esposizione “donne, sante modelle ed altro”. La sua opera documenta “una costante presenza dialettica anche nelle tematiche sociali” (Lello Spinelli) “sembra nascere da una profonda conoscenza dei registri emozionali della natura umana” (Giuliana Schiavone) e “inventa situazioni figurali che vanno al di là del political correct” (Sergio Munno). Infine “dal punto di vista formale ciò che maggiormente colpisce è una tecnica raffinata, curata fino al dettaglio” (Antonio Martone) “che fa emergere le figure attraverso deboli luci che le lasciano in penombra, conferendo loro un alto valore estetico con il segno scuro ma leggero della grafite abilmente tracciato” (Raffaello Paiella).

Amedeo Del Giudice
Nato a Napoli, vive e lavora a Pietramelara (Ce)
Nel 1969 venne incaricato docente presso l’Istituto d’Arte di Cerreto Sannita e successivamente presso il Liceo Artistico Statale di Benevento dove ebbe modo di conoscere e frequentare il noto artista della transavanguardia Mimmo Paladino. Con il pittore Domenico Purificato, Direttore dell’Accademia di Brera, ebbe una lunga frequentazione negli anni ’70 e fu da lui presentato in catalogo in una sua precedente personale romana nel 1974. Dopo l’insegnamento ed essere stato preside del Liceo Artistico di Busto Arsizio ebbe frequentazioni con i critici Carmine Benincasa e Franco Solmi; quest’ultimo lo invitò a tenere una personale alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna del quale era Direttore. Nel 1985 venne invitato da Ruth Hearley,nota professoressa d’arte, a tenere una personale al “Russel Sage College” di Troy-New York. Gli anni Novanta sono stati per lui gli anni delle grandi opere, dalla “scultura dell’angelo” sul campanile della Basilica di San Giorgio di Venezia alla realizzazione, in diverse città, di numerose pale d’altare ed affreschi. Più recentemente è stato impegnato in interventi di sculture e allestimenti nel famoso castello di Corigliano Calabro. Alla fine del 2007, a Bari, il suo primo incontro con il pittore e curatore Massimo Nardi che lo segue ancora nel suo interessante percorso artistico.


La Galleria Arte Maggiore, nella sua nuova sede, prosegue l’attività fin qui svolta negli anni con successo di critica e di pubblico proponendo artisti già affermati o emergenti ed avvalendosi , oltre che di curatori interni, anche della collaborazione di noti critici, tra i quali Vittorio Sgarbi e Daniele Radini Tedeschi, che già in passato hanno inserito artisti rappresentati dalla Galleria in eventi da loro curati anche a livello nazionale, quali la Biennale di Venezia e la Triennale di Roma.

Via di Santa Maria Maggiore, 126 
00186 - ROMA

Evento: Mostra personale di Amedeo Del Giudice:“donne, sante modelle e altro”
Luogo: Galleria Arte Maggiore – Via di Santa Maria Maggiore, 126 ROMA
Data: 20 giugno – 8 luglio 2018
Inaugurazione: mercoledì 20 giugno ore 18,30
Ingresso: libero

Orario: 11,00/13,00 – 15,00/18,00 dal lunedì al venerdì
Contatti: Galleria.artemaggiore@gmail.com
Tel. 06.88376034 – 335.320324


venerdì 8 giugno 2018

Marco Lodola e Giovanna Fra. Tempus – Time


Unione tra passato e contemporaneoè la mostra “Marco Lodola – Giovanna Fra. Tempus – Time” a cura di Luca Beatrice, esposta presso la Reggia di Caserta dal 14 giugno al 15 settembre.
L’esposizione, organizzata da Mary Farina, anche ideatrice del progetto, e da Augusto Ozzella, con la collaborazione della galleria Deodato Arte, gode del patrocinio del Comune di Caserta, del Madre – fondazione donnaregina per le arti contemporanee e di Confindustria Caserta.
Il titolo della mostra è un voluto riferimento al trait d’unionche Marco Lodola e Giovanna Fra, grazie alle loro opere, creano fra il Tempus, la dimensione temporale legata all’antichità, al classico, alla storica sede espositiva e il Time, sintesi del mondo contemporaneo. Sottolinea Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta: “La mostra si inserisce nell’importante storia del rapporto della Reggia con l’arte contemporanea e con la variegata polifonia dei suoi linguaggi, un dialogo lungo e intenso che si è rinnovato costantemente nel corso degli anni nel confronto continuo e forte, sentito tra epoche e stili, che rende sempre attiva e feconda la vita di uno spazio museale così significativo”.
Il percorso espositivosi compone di una selezione di opere dei due artisti, che dall’ingresso si snoda negli spazi interni, nel parco reale, fino ad arrivare agli appartamenti del piano nobile. L’immenso parco della sontuosa villa, nel raggio di un chilometro, è punteggiato da oltre venti monumentali sculture luminose di Marco Lodolache rappresentano alcuni dei suoi soggetti tipici, uomini e donne, ballerini, danzatrici, animali, figure reali e immaginarie, che metaforicamente partecipano a una festa di corte. Questi lavori, oltre al forte impatto creato grazie alla loro imponenza e alla vivacità dei colori, si caratterizzano per la loro peculiarità: l’emanare luce, che genera dinamismo, potenza, vitalità; qualità che non riguardano solamente le opere in sé, ma che vengono trasmesse anche all’ambiente circostante.
Le installazioni di Lodola appaiono in grande sintonia con le tele di Giovanna Frache accolgono il visitatore negli appartamenti reali e, caratterizzate da un forte cromatismo, incarnano perfettamente quell’arte contemporanea in cui la contaminazione di tecniche e la sperimentazione sono elementi imprescindibili. L’artista si misura con lo spazio interno e l’architettura vanvitelliana, reinterpretando nelle sue opere i motivi decorativi settecenteschi, arazzi, carte da parati, arredi Barocchi e Neoclassici, attraverso il linguaggio segnico, costituito da tracce di colore dalle forme imprevedibili e uniche, da textures astratte che si intrecciano con le trame del supporto digitale. I suoi lavori di matrice informale abbandonano infatti i mezzi tradizionali e, partendo da frame fotografici stampati su tela, Giovanna Fra arriva al risultato finale, percorrendo un cammino a ritroso, che la conduce a terminare l’opera con delle pennellate tradizionali, un’ulteriore dimostrazione del legame fra tempuse timee nel caso specifico del “passaggio da time a tempus”.
Seppure provenienti da formazioni diverse i lavori di Marco Lodola e Giovanna Fra creano un profondo dialogo e si completano vicendevolmente, ma soprattutto instaurano un forte legame con il luogo che li ospita, come afferma Luca Beatrice nel testo dedicato alla mostra: “Dialogare con stucchi, decorazioni, pitture di genere e, soprattutto, con un’architettura di inestimabile pregio può costituire infatti una sfida ardua eppure affascinante per gli artisti contemporanei, a partire dall’utilizzo di materiali anomali che solo da poco sono entrati nel novero appunto dell’artisticità. Senza contare volumi, cubature e l’immensità di un parco che farebbe spaventare chiunque. […] Realizzare un cortocircuito visivo tra il tempus e il time, ovvero il passato e il presente, è rischio che l’arte di oggi sente di correre con sempre maggior frequenza. Ora, in particolare, tra pittura, elaborazione digitale, plastica e luce”.
La mostra è accompagnata da un catalogoedito da Skira, con un vasto repertorio di immagini, il testodel curatore Luca Beatrice e numerosiinterventifra cui quelli di Renzo Arbore, Aldo Busi, Lorenzo “Jovanotti” Cherubini, Piero Chiambretti, Roberto D’Agostino, Salvatore Esposito, Ciro Ferrara, Antonio Stash Fiordispino, Enzo Iacchetti, Max Pezzali, Andrea Pezzi, Red Ronnie e di criticiillustri quali Achille Bonito Oliva, Philippe Daverio, Gillo Dorfles, Martina Corgnati, Vittorio Sgarbi.



Cenni biografici.
Marco Lodola nasce a Dorno (Pavia), frequenta l'Accademia di Belle Arti di Firenze e di Milano. Successivamente, all'inizio degli anni '80, si affianca al nuovo futurismo. Si avvicina presto all'uso di materiali plastici che sagoma e colora con una tecnica personale, l’evoluzione della sua ricerca lo porta ad inserire fisicamente la luce nei suoi lavori: nascono le sculture luminose, che caratterizzeranno tutta la produzione artistica. Le sue opere sono presenti in vari musei, ha inoltre realizzato scenografie per film, trasmissioni, concerti ed eventi. In particolare è stato attivo nella moda e nel teatro. Fra le numerose mostre, si ricorda la sua presenza al Padiglione Italia della 53ª Biennale di Venezia con un'installazione luminosa e alla 54ª Biennale di Venezia con il progetto a cura di Vittorio Sgarbi “Cà Lodola”.

Giovanna Fra nasce a Pavia, si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, con una tesi su John Cage ed il rapporto tra arte e musica.
La sua visione creativa ha privilegiato la fisicità dinamica del colore in relazione alle diverse consistenze della materia, fissando nell’immediatezza del gesto attimi di vibrante musicalità.
Recentemente è stata invitata ad esporre al Friendschip project nel Padiglione della Repubblica di San Marino per la 57° edizione della Biennale di Venezia.

Coordinate mostra
Titolo Marco Lodola – Giovanna Fra. Tempus – Time
A cura di Luca Beatrice
Sede Reggia di Caserta, via Douhet 2/A- 81100 Caserta
Date 14 giugno - 15 settembre 2018
Conferenza stampa mercoledì 13 giugno, ore 18
Inaugurazione su invito
Catalogo Skira

Orari Appartamenti storici:tutti i giorni dalle 8.30 alle19.30 (ultimo ingresso ore 19 - uscita dal museo 19.25) - Parco: dalle 8.30 alle 19 (ultimo ingresso ore 18) - Giardino Inglese: dalle 8.30 alle 18 (ultimo ingresso ore 17) - MARTEDÌ CHIUSURA SETTIMANALE
Ingresso mostra compreso nel biglietto della Reggia


Appartamenti storici, Parco e Giardino Inglese € 12,00 intero - € 6,00 ridotto
Solo Appartamenti Storici (acquistabile quando il parco è chiuso)€ 9,00 intero - € 4,50 ridotto
La prima domenica di ogni meseAppartamenti storici gratuito - Parco della Reggia € 5,00 intero –
€ 2,50 ridotto - gratis fino a 18 anni

Aperture serali straordinarie dalle 19.30 alle 22.30
27 maggio - 2, 9, 16, 23, 30 giugno - 4, 7, 14, 21 luglio - 10 agosto - 9, 15 settembre
ingresso € 3,00

Info pubblico
www.tempustime.com- info@tempustime.com
Facebook/Instagram: Tempus Time

Pubbliche relazioni Marco Lodola – Giovanna Fra
Avangart
Sebastiano Pepe - Nicolò Giovine
Tel. 3341270778- info@avangartsnc.it- www.avangartsnc.it

Ufficiostampa Reggia di Caserta
Vincenzo Zuccaro
tel. 0823 1491202 - 0823 277402/3 - vincenzo.zuccaro@beniculturali.it
Ufficio Valorizzazione
Vincenzo Mazzarella 0823 277406 - vincenzo.mazzarella@beniculturali.it


Ufficio stampa mostra
IBC Irma Bianchi Communication
Tel. 02 8940 4694 - mob. 328 5910857 - info@irmabianchi.it
testi e immaginiscaricabili da www.irmabianchi.it

pubblica: