lunedì 23 aprile 2018

De Prospectiva Pingendi. Nuovi scenari della pittura italiana

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Fino al 1° luglio 2018 Todi sarà teatro di un grande evento espositivo, la mostra De prospectiva pingendi. Nuovi scenari della pittura italiana, ospitata in due dei luoghi più prestigiosi del Comune: Sala delle Pietre di Palazzo del Popolo, uno degli antichi palazzi medievali che affacciano sulla piazza principale della città e il Palazzo del Vignola, che deve il nome al sontuoso portale attribuito al Vignola (1507-73).

L’esposizione, patrocinata e prodotta dal Comune di Todi, e curata da Massimo Mattioli, prende idealmente spunto dall’opera di Piero della Francesca ispirata al De pictura di Leon Battista Alberti, che divide in tre ambiti l’approccio alla pittura: il “disegno”, cioè come dipingere le singole figure, la “commensurazio”, ovvero come disporle nello spazio, e il “coloro”, come colorarle.

Da queste premesse la mostra si propone di offrire un’ampia panoramica delle nuove modalità, o in via di sviluppo, della pittura italiana, attraverso le opere di quindici artisti italiani giovani o mid-career: Giuseppe Adamo, Antonio Bardino, Angelo Bellobono, Simone Berti, Thomas Braida, Danilo Buccella, Alessandro Cannistrà, Andrea Chiesi, Mario Consiglio, Laura Lambroni, Silvia Mei, Marco Neri, Gioacchino Pontrelli, Nicola Samorí, Nicola Verlato.

“Negli ultimi decenni del secolo scorso”, puntualizza il curatore, “la pittura in Italia riusciva ancora a catalizzarsi attorno a gruppi o movimenti che avevano un forte sostegno critico e di mercato, dalla Transavanguardia all’Anacronismo, alla Scuola di San Lorenzo. In anni più recenti la pratica pittorica non ha perduto presa sul panorama nazionale, ma si è affidata a protagonisti che intraprendevano percorsi individuali, raggiungendo esiti in molti casi altissimi, ma non adeguatamente riconosciuti dal sistema dell’arte contemporanea”. E fra questi Mattioli ha scelto alcuni degli artisti che dall’nizio del 2000 hanno proposto ricerche pittoriche personali, forti, identitarie, innovative, riuscendo ad affermarle in scenari di prestigio, quali biennali o mostre museali italiane e internazionali a fianco dei più giovani che fin dagli esordi si sono distinti per qualità, determinazione, originalità.

La mostra si pone come obiettivo quello di offrire ai visitatori uno sguardo a 360 gradi su queste nuove tendenze: “da chi si muove da un citazionismo che poi rivede con personali simbolismi, a chi approda a un nuovo surrealismo post-ideologico, da chi sfida un naturalismo privo di qualsiasi maniera a chi giunge ad una sintesi astratta compiutamente filosofica”, chiarisce il curatore.

Una cinquantina le opere esposte in un percorso che si snoda per oltre 3.000 mq nei due spazi: quelle di notevole domensione nella Sala delle Pietre, situata al primo piano del Palazzo del Popolo, uno degli edifici medievali più antichi della città di Todi, che insieme al Palazzo del Capitano si affaccia sulla centrale piazza del Popolo. Una grande aula rettangolare di 300 mq destinata fin dal XIII secolo alle adunanze del Consiglio Generale o del Popolo, destinata intorno agli anni Venti del Novecento ad ospitare una collezione comunale di reperti lapidei che le diede appunto il nome di “Sala delle Pietre”: ed in seguito adibita a spazio espositivo

Il nucleo più consistente della mostra sarà esposto negli adiacenti grandi spazi del rinascimentale Palazzo del Vignola, adibito ad esposizioni che con questa mostra inaugurerà una nuova gestione direttamente seguita dal Comune di Todi.

Il palazzo fu per secoli sede del seminario di Todi, mentre dopo una ristrutturazione nel 1954 su destinato a contenitore culturale.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo con un testo di Fabio De Chirico, un saggio del curatore e testi critici di Daniele Capra e Anita Pepe.

DE PROSPECTIVA PINGENDI. Nuovi scenari della pittura italiana
a cura di Massimo Mattioli
dal 22 aprile al 1° luglio 2018
Sala delle Pietre di Palazzo del Popolo – Piazza del Popolo, 1, Todi
Palazzo del Vignola – Via del Seminario, 9 – Todi
Ingresso libero

075-8956228 | www.comune.todi.pg.it
deprospectivapingendi@gmail.com


Carta Bianca: Quattro + Uno

Al di là. Ultimo sole©Rachele Moscatelli_Quattropiuno



Carta Bianca: Quattro + Uno 
a cura di Angela Madesani

All’Atelier Alfonso Fratteggiani Bianchi alla Rocca va in scena tra il 5 e il 6 maggio 2018  la seconda mostra del ciclo Carta Bianca. Il progetto è stato affidato alla curatrice indipendente e storica dell’arte, Angela Madesani, che ha selezionato cinque giovani artisti: Paola Di Cerce, Martina Lucarelli, Alberto Messina, Rachele Moscatelli, Giulia Varesco.

Il titolo della mostra è Quattro più uno che sta a indicare non solo il numero degli artisti in mostra ma anche il differente mezzo d’espressione artistica utilizzato: quattro di loro, infatti, utilizzano la fotografia, la quinta, il collage. Opere e progetti assai diversi: quattro che si pongono, in serrato dialogo con la terra, l’ambiente di provenienza e il quinto che analizza, attraverso un lavoro di derivazione grafica e pittorica, alcune particolari accezioni del concetto di “femminile”. Interessante, inoltre, è cogliere il rapporto tra le opere e la suggestiva cornice che le ospita.

Paola Di Cerce propone una serie di fotografie tratte dal progetto Ore Dorate. Le immagini esposte si riferiscono alla natura, della quale catturano, alla luce del tramonto, l’aspetto più inaspettato, un particolare momento che caratterizza tutte le immagini: ritratti femminili e paesaggi. Essi sono legati a una appartenenza comune, sono parte di un mondo fatto di cura verso la natura e la terra sulla quale viviamo, onorandone la magnificenza.

Martina Lucarelli espone una serie fotografica tratta dal progetto Pelle. Pelle descritta attraverso un paesaggio, quello della Puglia. È il racconto di una pelle natia, un'indagine, una ricerca individuale sulle forme dell'ordinario e le sue qualità scultoree. Un incontro tra oggetti, spazi, corpi raccontati per quello che sono realmente o per quello che potrebbero essere.

Alberto Messina presenta il progetto fotografico Constatazioni, una riflessione sull’inquinamento e il concetto di decrescita. Nelle immagini in mostra, i rifiuti trovati sulla riva di una spiaggia, vicina ai luoghi delle sue origini familiari, sono estetizzati e resi lirici tramite l’utilizzo sapiente del medium fotografico.

Rachele Moscatelli propone una serie di opere su carta al cui centro è la rappresentazione della figura femminile; indagata da un lato come icona di bellezza pubblicitaria e dall’altro come depositaria dell’affetto, ma anche del dolore materno. Nella volontà di unire apparenza e sostanza, contemporaneità e tradizione, voleri e valori, il linguaggio utilizzato è semplice e diretto, la questione dell’identità femminile è affrontata accantonando gli ideologismi a favore di una presa diretta con la realtà e l’esperienza personale.

Giulia Varesco propone una serie di fotografie tratte dal progetto Tracce della Grande Guerra sulle Dolomiti, nelle immagini sono fotografati i resti delle numerose trincee del fronte austro-ungarico, che permettono ancora di respirare l’agonia e la tensione presente nei luoghi, come se il tempo si fosse fermato a 100 anni fa.




INFO
quattroplusuno@gmail.com | Alberto Messina: +39 3345649731
Atelier Alfonso Fratteggiani Bianchi alla Rocca
Rocca di S. Apollinare
06072 S. Apollinare (Perugia) Italia
GPS: 42.99.00N 12.25.91 E
sabato 5 maggio 2018, ore 16.00-20.00
domenica 6 Maggio 2018, ore 11.00-18.00


Puglia Circuito del Contemporaneo: Andrei Molodkin e Vettor Pisani

Presentato presso la Sala delle Colonne de La Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Circuito del Contemporaneo di Puglia, progetto cofinanziato dalla REGIONE PUGLIA, a seguito dell’ Avviso Pubblico riguardante le Attività Culturali “Patto per la Puglia FSC 2014-2010”.

Tutto pronto per le due mostre di Andrei Molodkin e Vettor Pisaniche il 24 e 25 aprile 2018, tra Barletta e Gravina in Puglia, daranno l’avvio al Circuito del Contemporaneo di Puglia, all’insegna di storia, politica e trascendenza.

Ideato e curato dalla storica dell’arte Giusy Caroppo, il Circuito del Contemporaneo è promosso dalla rete costituita dalla Fondazione Ettore Pomarici Santomasi di Gravina in Puglia, dall’Associazione Eclettica Cultura dell’Arte di Barletta, con la guida del Polo Museale della Puglia nell’ottica della riforma ministeriale che promuove reti regionali tra luoghi della cultura pubblici e privati.

Il progetto Circuito del Contemporaneo di Puglia si pone l’obiettivo di costruire stabilmente sul territorio pugliese un marchio di riferimento per l’organizzazione di mostre d’arte contemporanea, prevalentemente all’interno dei siti di rilevanza storico artistica e paesaggistica, muovendo dall’idea di “museo temporaneo diffuso”, e di fornire un modello alternativo della gestione di beni culturali tradizionali e occasioni per una promozione e fruizione nuova in luoghi di cultura periferici con progetti dedicati alla creatività, all’inclusione sociale, alla riqualificazione urbana, all’accessibilità, in ciascuna delle sei aree di rilevanza turistica regionali.

Opening 24 aprile ore 18.30,
Castello di Barletta

Nell’ambito del Circuito del Contemporaneo la mostra di ANDREI MOLODKIN al Castello di Barletta è il primo evento espositivo. L’inaugurazione è contemporanea all’apertura del rinnovato “Lapidarium”, con l’esposizione “Il racconto della città.
Immagini di pietra nel museo civico di Barletta”, a creare uno stretto legame tra storia e contemporaneità. Andrei Molodkin presenta “Victory of Democracy” nella grande fortezza pugliese, una storica postazione di difesa militare sul Mare Adriatico, traendo ispirazione dal contesto storico, artistico e architettonico del luogo.

VICTORY OF PAIN / Vettor Pisani
curatore esecutivo Giuseppe Arnesanoin collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli

Opening 25 aprile ore 11.00 
Palazzo Museo Fondazione Ettore Pomarici Santomasi

Il 25 aprile si inaugura la mostra di Vettor Pisani a Gravina in Puglia, nel settecentesco Palazzo-Museo della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, eretta in Ente Morale nel 1920: uno scrigno nascosto nel cuore della Città antica che raccoglie un patrimonio straordinario, esito delle disposizioni testamentarie del barone, dopo la morte avvenuta nel 1917. Museo archeologico, biblioteca, appartamento e una cripta che conserva una preziosa chiesa rupestre.


Barletta (Bat) e Gravina in Puglia
Puglia Circuito del Contemporaneo - doppio opening
Andrei Molodkin e Vettor Pisani
a cura di Giusy Caroppo / curatore generale Puglia Circuito del Contemporaneo

Mostra 'Andrei Molodkin' in collaborazione con Galleria Pack e a/political
Giuseppe Amedeo Arnesano curatore esecutivo mostra di 'Vettor Pisani'
in collaborazione con la Fondazione Morra Greco

Licia Galizia. Flussi


Anna Marra Contemporanea è lieta di presentare FLUSSI, mostra personale di Licia Galizia, per la prima volta vede la galleria esplorare il linguaggio dell’arte digitale. Gli spazi saranno inondati da un’arte liquida, fatta di intrecci disciplinari, dimensioni percettive e curve sinusoidali.

Licia Galizia, artista abruzzese che dagli inizi degli anni ’90 si muove tra la forma e la materia con abile manualità e senso dell’equilibrio, affonda la sua ricerca nell’arte concettuale e nell’arte povera, ma è dall’incontro con i compositori Michelangelo Lupone e Laura Bianchini che acquista una nuova dimensione di dialogo con lo spazio e il pubblico. Mediante la realizzazione di opere adattive scultoreo-musicali infatti, Licia Galizia integra le forme plastiche alla musica, grazie a una tecnologia sonora denominata “Planofoni” ®, realizzata dal CRM Centro Ricerche Musicali di Roma, che permette al visitatore di interagire con l’opera e produrre molteplici variazioni musicali in base agli input tattili.
In mostra installazioni ambientali e sculture di medie dimensioni, che danno forma a un progetto espositivo site-specific che racconta, con un ritmo fatto di movimenti e pause, una storia ideale sulle infinite forme visive e sonore dell’acqua.
Il visitatore è accolto da una grande installazione interattiva musicale dal titolo Mare oscuro, che interpreta l’aspetto più cupo e tragico del Mar Mediterraneo. Uomini, donne e bambini fuggono ogni giorno da povertà, conflitti e violenza, rischiando la vita nel tentativo di raggiungere via mare l'Europa. Questa speranza di un futuro migliore troppo spesso naufraga in conseguenze disastrose, che Licia Galizia racconta con migliaia di lastre che affiorano, si sovrappongono e sempre più si innalzano dal fondo, da basse e taglienti, si fanno sempre più ampie, lunghe e sporgenti fino a cadere a terra, per “inondare” la sala e costringere il pubblico ad un percorso disagevole e forzato.
La piccola scultura a parete Fonte gialla si ispira invece all’estrema, aspra e desolata area vulcanica che identifica la città di Dallol in Etiopia, una delle zone più calde e inospitali della Terra. Qui è presente un’unica fonte di vita solo apparente: una strana e suggestiva fontana gialla nel lago, provocata dai gas sprigionati dal sottosuolo che rendono l’acqua tossica, ma allo stesso tempo affascinante.
Le installazioni Acqua e Diluvio segnano un graduale percorso di chiarificazione della materia, di sublimazione della purezza, fino a giungere a Fontanile, l’opera che conclude il percorso della mostra con un messaggio ottimistico.
Le sculture e la musica elettronica vivono in perfetta simbiosi integrando forme, suoni e nuove tecnologie in un unico corpo scultoreo, ibrido, sensibile e complesso, in grado di rispondere agli stimoli esterni, siano essi il calore del sole o le vibrazioni di una mano che ne sfiora la superficie. E come organismi, le macchine più evolute, queste opere imparano e memorizzano, così che le loro risposte all’interazione siano imprevedibili e sempre diverse.

La mostra sarà visibile fino al 26 maggio 2018.

Licia Galizia (Teramo, 1966) si è diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, poi specializzata in Beni Storico-Artistici. Vive e lavora tra l’Aquila e Roma.
La sua ricerca è caratterizzata da un continuo riferimento a problematiche estetico-concettuali che ruotano intorno alla percezione e alla comprensione dello spazio-tempo.

Dal 1992 partecipa a numerose mostre in spazi pubblici e privati, tra cui: galleria Mara Coccia, Roma; Palazzo delle Esposizioni, Roma; galleria A.A.M. Architettura Arte Moderna, Roma; Temple Gallery University, Roma; XII Quadriennale, Roma; GCAMC Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università “La Sapienza”, Roma; Castello Cinquecentesco, L’Aquila; Goethe Institut, Roma; Galleria Livio Nardi, Norimberga; Ministero degli Esteri, Roma; Istituto Italiano di Cultura, Belgrado; X Biennale di Architettura, Venezia; Museo dell’Ara Pacis, Roma; Parco della Musica, Roma; Palazzo dell’Emiciclo, L’Aquila; Consolato Italiano, Istanbul; Museo Benaki, Atene; galleria Vèra Amsellem, Parigi; Museo Bilotti, Roma; MACRO, Roma; Istituto Tomie Ohtake, Centro per l’arte contemporanea, San Paolo del Brasile; Museo degli strumenti musicali dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Parco della Musica, Roma; National Gallery of Modern Art, New Delhi.

Nel 2005 intraprende una collaborazione artistica con il compositore Michelangelo Lupone e il CRM, Centro Ricerche Musicali di Roma, dando vita a opere concepite come ambienti interattivi, luoghi di esperienza multi-sensoriale, che integrano le forme plastiche alla musica e consentono al visitatore una fruizione partecipata.

via sant’angelo in pescheria 32 – 00186 Roma| tel. +39 06 97612389 | info@annamarracontemporanea.it 
da lunedì a sabato, dalle ore 15.30 alle 19.30


LICIA GALIZIA
in collaborazione con i compositori Michelangelo Lupone e Laura Bianchini

FLUSSI
a cura di Isabella Indolfi

fino al 26 maggio 2018

giovedì 19 aprile 2018

Guido Strazza. Orizzonti



Sabato 21 aprile 2018 alle 18,30 CRAC Puglia - Centro di Ricerca Arte Contemporanea inaugura la mostra personale di Guido Strazza, “Orizzonti”, a cura di Roberto Lacarbonara.

Dopo le grandi antologiche nella Galleria Nazionale di Arte Moderna (Roma, 2017) e a Ca d’Oro (Venezia 2017-2018), CRAC Puglia ospita uno dei massimi maestri italiani della pittura e dell’incisione: Guido Strazza (Santa Fiora, GR, 1922).

Il tema dell’orizzonte, presente nella ricerca di Strazza sin dagli anni ’60, definisce un percorso di ricerca segnica e pittorica capace di manifestare le linee, le tensioni e le dinamiche alla base del gesto che segna la carta e traccia la tela. A partire dagli studi preparatori della cartella Orizzonti olandesi(1974), per la prima volta esposti in mostra, fino alle recenti opere costruite attorno alla definizione di una spazialità estrema e sconfinata, la mostra racconta l’artista inseguendo una singola linea, un segno che attraversa le sale modulandosi nelle numerose variazioni con cui l’artista rielabora “una partitura armonica fatta di tempi differenti: l’avanzare del passato che si accresce e si protende sul futuro, producendo nuovi istanti, nuovi fotogrammi, nuovi stati della sensibilità”.

“Se la passione giovanile per il volo aveva già corroborato l’esigenza di aderire a una qualità aerea della percezione e della visione – in una inattesa concordanza tra la maniera atmosferica di Leonardo e l’andamento ardito degli amici futuristi – le indagini successive anelano ad una ulteriorità spaziale, che non investe necessariamente la profondità lacerante del supporto pittorico (come nelle coeve traiettorie milanesi) ma svela soluzioni nuovissime e personalissime, soprattutto meditate, solitarie, silenziose. Sono ipotesi che potremmo annoverare nel segno diuna dispersione, una metamorfosi, un’orizzontalità, una linea incrociata, una piega” [dal testo in catalogo].

L’esposizione è accompagnata da un catalogo e da una inedita conversazione in video con il curatore; entrambi i documenti sono prodotti da CRAC Puglia.

La mostra sarà visitabile dal 21 aprile al 24 giugno 2018, insieme alla collezione permanente, “PIANO EFFE - Archivio Storico Nazionale del Progetto d’artista”.


Inaugurazione: Sabato 21 aprile 2018, ore 18.30
Dal 21 aprile al 24 giugno 2018
Guido Strazza. Orizzonti
A cura di Roberto Lacarbonara
Catalogo CRAC Puglia - Taranto; Videointervista a cura di Grazia Amelia Bellitta.


CRAC Puglia | Centro di Ricerca Arte Contemporanea
Ex Convento dei Padri Olivetani (sec. XIII)
74123 Taranto (Italia), Corso Vittorio Emanuele II, 17
Orari di apertura: Mart-Ven 9.00-13.00, 18.00-20.00
Info: Tel / Fax 099-4713316 / 348 3346377 / 334 7921142 /
www.cracpuglia.it / info@cracpuglia.it / rocco.spani@gmail.com


pubblica: 

VANIA ELETTRA TAM. Aspirazioni al cubo


ASPIRAZIONI AL CUBO
INSTALLAZIONE ARTISTICA SUL CUBISMO PICASSIANO
di VANIA ELETTRA TAM

A cura di Carlo Micheli

evento collaterale della mostra
PICASSO E L'ALTRA META' DEL CIELO
in programmazione presso il Comune di Ostuni dal 24 aprile 2018

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA

Piazzetta Cattedrale
Centro Storico
Ostuni

24 aprile – 22 giugno 2018

INAUGURAZIONE IN GALLERIA 
MARTEDI’ 24 APRILE 2018
TUTTO IL GIORNO

L'evento cardine dell'estate ostunese è la mostra sul grande Pablo Picasso dal titolo "Picasso e l'altra metà del cielo" che l'Amministrazione Comunale inaugurerà martedì 24 aprile e vedrà coinvolti in contemporanea tre paesi: Ostuni, Mesagne e Martina Franca. Per dare maggior rilievo e risonanza al grande evento picassiano, la maggior parte delle mostre previste nel calendario della galleria ostunese ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA saranno un mero omaggio al grande artista, con rivisitazioni, performance e installazioni ad opera di artisti già sostenuti dalla stessa galleria che, in maniera collaterale, contribuirà attivamente ad arricchire l'estate ostunese. Il primo evento quindi che apre la stagione estiva in galleria è affidato all'artista milanese VANIA ELETTRA TAM che in una personale installazione dal titolo ‘Aspirazioni al cubo’ ironizza e rivisita una ipotetica vita privata in casa Picasso.

Ecco come il curatore Carlo MICHELI descrive l'opera:
«Per un eccesso di zelo o per la spropositata potenza del proprio aspirapolvere, Vania Elettra Tam ha risucchiato un'opera di Picasso (o forse ne è rimasta risucchiata) ed ora vi si trova immersa, intrappolata. Sbuffa, attonita e inerme... Da quella situazione cubista non si può evadere, se non trovando un varco illogico e fantasioso... Come Alice, Vania è rapita ed estasiata da questa improbabile situazione... certo avrebbe preferito un ruolo da principessa cattiva, che le si confà maggiormente, ma pure l'idea di fare la colf per il signor Picasso non è da disprezzare, se non fosse per quel mal di schiena pungente e fastidioso... Vania è un'artista e gli artisti sanno disattendere e mischiare le unità di luogo, di tempo e di spazio e così avverrà per l'evasione dal cubo picassiano. Utilizzando una tecnica iperrealista ritroverà la propria tridimensionalità e potrà tornare nel mondo reale, creando un proprio doppio, condannato a rimanere all'interno del dipinto. Lo stesso dicasi per il violino, sfuggito alla bidimensionalità della tela e caduto ai piedi dell'opera di Tam, silenzioso testimone di una situazione forse irripetibile».


ASPIRAZIONI AL CUBO
INSTALLAZIONE ARTISTICA di VANIA ELETTRA TAM

Evento collaterale della mostra
PICASSO E L'ALTRA META' DEL CIELO
in programmazione presso il comune di Ostuni dal 24 aprile 2018

INAUGURAZIONE IN GALLERIA: martedì 24 aprile 2018, tutto il giorno
Dal 24 aprile al 22 giugno 2018

GALLERIA ORIZZONTI ARTECONTEMPORANEA
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
E-mail: info@orizzontiarte.it
FB: Orizzontiartecontemporanea


Communication manager
Amalia Di Lanno
info@amaliadilanno.com
 

martedì 17 aprile 2018

CAPOVOLTO di GIUSEPPE NEGRO nell'ambito del progetto CEILINGS. MUSEI IN RETE


Venerdì 20 aprile, alle ore 18.00, presso il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza si svolgerà il secondo momento dedicato a Capovolto, installazione site specifc di Giuseppe Negro, nell'ambito del progetto Ceilings, promosso dall'Accademia di Belle Arti di Catanzaro e finanziato dalla Regione Calabria. Dopo la presentazione dello stesso e dell'attività laboratoriale svoltesi a marzo, in questa nuova occasione, alla presenza della direttrice del Museo Maria Cerzoso, del Direttore dell'Accademia Vittorio Politano, del curatore del progetto Simona Caramia e di Giuseppe Negro, si darà risalto alla poetica di un raffinato artista calabrese, la cui ricerca si sta consolidando sempre più nello scenario contemporaneo nazionale.
Già docente di Decorazione presso l'Accademia di Belle Arti di Bari, da anni il lavoro di Negro si caratterizza per la vocazione al recupero, per la rilettura e la rivisitazione di quanto attiene al passato: una sorta di metodologia, che si sostanzia della necessità di far rivivere la memoria sopita dal tempo e minacciata dall’oblio. Ogni intervento diventa non mera violazione di una forma, ma trasformazione del dato reale precostituito, per accrescerne il valore con un gesto artistico carico di appropriazione e tutela. Ne offre esempio Capovolto, una struttura composta dall'assemblaggio di tessere, dipinte di colori scuri (per richiamano il colore nero del legno bruciato che è solito usare l'artista nei suoi lavori). Nell'opera le tessere sono metaforicamente unite dallo sviluppo di linee intrecciate giustapposte ed aggettanti rispetto alla struttura, che richiamano visivamente le fibule serpeggianti in ferro, presenti come reperti nella collezione del Museo. L'intervento site specificè per l'appunto un'architetturacapovolta che si intreccia in un dialogo serrato con la collezione permanente, tracciando l'anima di una nuova struttura ambientale ed atmosferica. L'opera, di grandi dimensioni, sovrasta lo spazio, senza invadere, ma adagiandosi ed inglobandolo gradualmente, sino ad abbracciare idealmente anche il fruitore. Parte del tutto, il visitatore è incitato a raccogliersi in un momento di riflessione, ulteriore caratteristica del fare arte di Negro, per cui la meditazione in silenzio è il presupposto di ogni azione: poiché per poter agire è necessaria una sorta di spontaneità che implica una difficile e silenziosa pratica di annullamento, di presa di distanza dalle cose del mondo, fino al punto in cui la mente abbraccia in uno stato di quiete la totalità della propria esistenza.

Capovolto è parte integrante di Ceilings, che mira al consolidamento della rete museale caabrese, attraverso una serie di interventi permanenti di arte contemporanea e di attività laboratoriali; il progetto vanta un accordo di valorizzazione con il Polo Museale della Calabria, con il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide di Sibari, il Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, il Museo Archeologico Nazionale di Monasterace, nonché il patrocinio di Provincia di Catanzaro, Comune di Catanzaro – Assessorato alla Cultura di Catanzaro, Fondazione Rocco Guglielmo di Catanzaro, Museo MARCA di Catanzaro, Di.Co. - Servizi Museali MARCA di Catanzaro, Comune di Cropani, Comune di Tiriolo, Comune di Cosenza, Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, Cooperativa ViviKaulon.

Nei mesi successivi (maggio-giugno), seguiranno una serie di attività laboratoriali dedicate agli studenti di vario grado (liceo e università) predisposte nell'ambito di Ceilingse condotte da Giuseppe Negro.



Giuseppe Negro
Catanzaro, 1974. Ha compiuto studi artistici. È docente di Decorazione presso l'Accademia di Belle Arti di Bari. Opera nel campo della sperimentazione visiva, collaborando con musei, gallerie e fondazioni d’arte. Le sue opere sono presenti in musei, collezioni pubbliche e private: tra cui Fondazione Volume di Roma, Museo MAON di Cosenza, Museo Centro studi sulla pittura di paesaggio europeo del Lazio di Olevano Romano (RM), Patrimonio dell'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Patrimonio dell'Accademia di Belle Arti di Bari, Fondazione Rocco Guglielmo. Nel 2015 vince il Premio Internazionale Limen - VII Edizione, per la sezione Maestri di Calabria. Nello stesso anno, tra settembre-ottobre, partecipa alla I edizione di I martedì critici – residenza artistica -BoCs, sul lungofiume di Cosenza, e pubblica un quaderno d'artista, dal titolo Giuseppe Negro – Architetture. Tra le mostre collettive più recenti: Art Adoption, New generation, a cura di Tiziana Tommei, Palazzo Magini, Cortona (AR);La camera anecoica, a cura di Simona Caramia, Museo MARCA, Catanzaro; Segrete. Tracce di memoria, X edizione, a cura di Viana Conti e Virginia Monteverde, Palazzo Ducale, Genova; Dimensione fragile, a cura di Jasmine Pignatelli, Biblioteca Vallicelliana, Roma; Artificialia, a cura di Simona Caramia, Museo Archeologico Nazionale, Vibo Valentia; Le latitudini dell’arte. Germania – Italia, a cura di Virginia Monteverde, Palazzo Ducale,Palazzo Ducale, Genova; Olio d’artista, a cura di Francesco Sannicandro, Palazzo Tupputi, Bisceglie (BA); Shekinah. Giubileo straordinario degli artisti, a cura di Lara Caccia, Complesso Monumentale del San Giovanni, Catanzaro; Il segno della passione, a cura di G. Petruzzelli, Università Complutense, Madrid, Galleria dell'Accademia di Belle Arti, Bari; Parola d'artista, a cura di M. Vinella, Pinacoteca de Napoli, Terlizzi (Ba); Mimesi: Architetture in Natura, a cura di S. Caramia, in Expo Marche Centro d'Arte 2016, Convento di San Francesco, Monsampolo (AP); I'm on fire, a cura di M. Cavallerin, Galleria ElleBi, Cosenza; Premio Internazionale Limen – VII edizione, a cura di G. Bonomi, L. Caccia, G. Di Genova, E. Le Pera, Complesso Valentianum, Vivo Valentia; I martedì critici – residenza artistica, a cura di A. Dambruoso, BoCs, Cosenza IT’S ALL ABAUT PAPER, a cura di L. Madaro, A 100 Gallery, Galatina (Le); MCD’A V edizione, Marche Centro D’Arte Expo di arte contemporanea, a cura di N. Cingolani, Palariviera, San Benedetto del Tronto (AP).

CEILINGS. MUSEI IN RETE
a cura di Simona Caramia
20 aprile, ore 18.00

Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza
GIUSEPPE NEGRO. CAPOVOLTO

Vincenzo Marsiglia. Optical Room e Interactive portrait


L’Associazione Culturale Grand Hotel nell’ambito del Summeat Abruzzo – Festival del cibo e dei piaceri, che avrà luogo dal 21 al 24 aprile 2018 nell’incantevole cornice dell’Aurum di Pescara, presenta Optical Room e Interactive portrait, ovvero 2 interventi di arte contemporanea firmati dall’artista Vincenzo Marsiglia a cura di Marcella Russo.

Saranno proprio questi particolari lavori realizzati grazie al supporto di Metamer gas+luce, ad accogliere e introdurre i visitatori al Festival. Scegliere di presentarsi alle persone attraverso l’arte è una scelta audace, originale e affatto scontata, ed è qualcosa che mostra, soprattutto, la sensibilità culturale ed estetica sia degli organizzatori del Summeat sia Metamer gas+luce.

Possiamo affermare che l’idea di Summeatdi raccontare il cibo, il piacere e il senso del nutrimento, di fatto si sposa perfettamente con ciò che muove l’arte, emozioni innanzi tutto, perciò è importante sottolineare questa scelta perché entrambi tali mondi creativi raccontano delle cose dello spirito. Così per Metamer gas+luce, azienda del territorio credere nell’arte, ovvero investire nella promozione del proprio brand e dei propri servizi attraverso essa, significa immaginare un’esistenza illuminata dalla cultura. Non solo, Optical RoomeInteractive portraitrappresentano inoltre un modo innovativo per le aziende di proporre il proprio brand attraverso l’estetica dell’arte, portatrice di valori accattivanti ed eleganti al contempo, ma soprattutto di alto contenuto culturale.

Chi varcherà, dunque, la soglia dell’Aurum, si ritroverà letteralmente immerso nella Optical Roomdi Vincenzo Marsiglia, vera e propria stanza d’artista completamente personalizzata dal suo caratteristico simbolo della stella a 4 punte – una sorta di marchio identificativo con il quale l’artista da anni connota la propria arte, impresso su un tessuto simile alla carta con il quale saranno tappezzate tutte le pareti.
All’interno della stessa sulla sinistra ci sarà Minimal Op App, installazione tecnologica dove il pubblico potrà vedere la propria immagine riflessa entrando nell’opera dell’artista e sulla destra un lavoro più meditativo sull’arte. Qui troveremo infatti alcuni dittici di Marsiglia che mostrano come il suo segno possa trasformarsi ulteriormente assumendo i contorni di quello che normalmente identifichiamo come pittura.
Infine nell’Info-point di Metamer gas+luce troveremol’installazione Interactive portraitovvero un dispositivo elettronico, o meglio una App denominata Star App, ideata dallo stesso Marsiglia, che permetterà alle persone di divertirsi nel vedere la propria immagine riflessa e rielaborata sulI’IPad a plasmare un inedito e divertente ritratto digitale . il pubblico è invitato allo scatto di un selfie molto particolare che sarà veicolato sui social del Summeat.

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Vincenzo Marsiglia è un artista poliedrico: parte dall'unitarietà stilistica di un simbolo grafico semplice, quasi primitivo, che viene declinato per mezzo di tecniche sempre diverse, divenendo quasi un pretesto iconico per sperimentare il circostante e tutte le sue possibilità.


GrandHotel
Dal 2005 l’associazione promuove e realizza progetti culturali trasversali con particolare attenzione ai linguaggi del contemporaneo e al mescolarsi di saperi. Presieduta da Marcella Russo, già fondatrice della manifestazione culturale FUORI USO nel 1990, e dal 1995 della società Arte Nova Servizi specializzata nella produzione e organizzazione di eventi culturali, quelli inerenti l’arte contemporanea, l’associazione con sede a Pescara si pregia di avere lavorato con i più noti artisti a livello nazionale e internazionale.

Ufficio stampa
Russo//Paiato//Press
press@rp-press.it
letizia.paiato@rp-press.it

Contatti
+39 349 399 9037
+39 348 3556821

scheda tecnica
Titolo: Optical Room e Interactive portrait
Artista: Vincenzo Marsiglia
Curatore: Marcella Russo
Apertura: Sabato 21 aprile 2018 ore 10.00
Durata: Dal 21 aprile al 24 aprile 2018.
Orario: Da martedì a sabato dalle 10.00 alle 18.00
SUMMEAT Abruzzo – Festival del cibo e dei piaceri
AURUM Largo Gardone Riviera
Pescara 65122
Mail: info@summeatfestival.com
Pagina FB: https://www.facebook.com/SummEat/
+39 085.8962629
METAMER gas + luce


lunedì 16 aprile 2018

Shelagh Wakely. A different kind of reality


a second enchantment - Gold, 1989-90, applied gold leaf on cut fabric, cm 156 x 155

La galleria Tiziana Di Caro è felice di ospitare la prima mostra personale in una galleria italiana di Shelagh Wakely (Madingley, UK, 1932 – London, UK, 2011), intitolata A different kind of reality. La mostra, curata da Paola Ugolini e organizzata in collaborazione con Richard Saltoun.

Shelagh Wakely è considerata una pioniera dell'installazione, ma la sua pratica include anche la scultura, il disegno, la pittura. La natura, trattata per l'aspetto fenomenologico è al centro della sua ricerca, una ricerca di carattere esplorativo, che la porta all'indagine di aspetti reconditi, ma anche effimeri della realtà, che spesso risultano connessi alla sfera emozionale.
Shelagh Wakely trascorse gran parte della sua adolescenza in Kenya, dove visse con la famiglia per poi rientrare in Inghilterra negli anni Cinquanta. Dopo una breve esperienza di studio legata all'agronomia decise di seguire la sua indole dedicandosi all'arte, studiando pittura e tecniche di stampa su tessuto, per poi approdare alla scultura nel 1972.

La scultura di Shelagh Wakely è essenziale, minimale, resa attraverso volumi sottili che sembrano sfidare la gravità. Questo approccio alla scultura lo ritroviamo sempre nell'intero complesso della sua produzione: i suoi disegni si caratterizzano per il tratto leggero, le sue pitture risultano spesso morbide e rarefatte, così come le sue installazioni.

La mostra A different kind of reality include diverse tipologie di opere pittoriche e disegni realizzate tra il 1973 ed il 1990. L'opera che apre il percorso espositivo è A second Enchantment - Gold, realizzata in collaborazione con l'artista brasiliano Tunga; i due si incontrarono nel 1989 stringendo un'amicizia e un sodalizio artistico molto intensi. Grazie a Tunga, Wakely divenne il punto di riferimento londinese per gli artisti brasiliani presenti in città, e questa fu l'ennesima esperienza di vita che ebbe grande influsso sulla sua produzione. A second Enchantment - Gold è realizzata con la foglia d'oro e rappresenta una sintesi puntuale del percorso di Wakely, in cui la scelta tecnica e formale della rappresentazione è funzionale ed evocativa di un'attitudine quasi lirica, connessa a dimensioni emozionali ancor più che visive. Tra le pitture esposte, Voices del 1985 trasferisce compiutamente l'idea di rendere, attraverso precise tracce visive, quanto invece non è decifrabile attraverso la vista. Così come accade nella serie di opere As yet Unnamed, drawings, in relazione alle quali la stessa artista si pronuncia con un vero e proprio statement: “Nel momento della creazione, la ricerca di ciò che fino a quel momento non ha ancora un nome è ciò che mi interessa”.
La mostra prevede inoltre una selezione di Thread drawings, piccoli disegni in cui la costruzione dell'immagine avviene con il filo, e in fine alcuni lavori della serie Nymphs, stencils da ritagli di giornale che rappresentano forse l'esempio più rarefatto del suo lavoro, tenue e sottile che in tutte le sue manifestazioni sembra presentarsi con cauta leggerezza senza mai perdere intensità e vigore.

Shelagh Wakely (Madingley, UK, 1932 – London, UK, 2011): some encounters with reality, Serpentine Gallery, Londra,1977; towards the inside of a container, ICA, Londra, 1979; the palace was closed on Mondays, the fountains were not playing, Piwna 20/26, uno spazio all’avanguardia gestito da artisti a Varsavia,1980, che ha portato per la prima volta il suo lavoro in un contesto internazionale; if a fan becomes a fountain, John Hansard Gallery, Southampton, 1982; curcuma sul travertino, British School, Roma, 1991; aguadorado, Museu do Acude, Rio de Janeiro, 1993; l’installazione per esterno rainsquare, South London Gallery, 1994; like gold dust, 8 artists working with gold, Angel Row Gallery, Nottingham, 2002; la recente ed esaustiva retrospettiva A View from a Window al Camden Arts Center, Londra, 2014 e il solo show presentato dalla galleria Richard Saltoun di Londra nella sezione Decades della Fiera Miart 2017.

Shelagh Wakely. A different kind of reality
a cura di Paola Ugolini
fino al 19 maggio 2018


Piazzetta Nilo, 780134 Napoli - IT
ph. +39 081 552 5526

Paula Kamps. Transit Papers - Aftermath of an Ideal's Removal


Sabato 21 aprile alle ore 12:00 Spazio NEA, in collaborazione con Dino Morra, inaugura “Transit Papers – Aftermath of an Ideal's Removal”, personale di Paula Kamps. La prima mostra napoletana della giovane artista di Colonia sarà visitabile fino al 31 maggio.
Scrive Valentina Apicerni: «In questa epoca della post-verità in cui si dice che i “fatti oggettivi” siano meno influenti nel formare l'opinione pubblica e la personale e spesso (in)coerente posizione sociopolitica, rispetto ai richiami di sensazioni ed emozioni, non si può parlare di semplice falsificazione, ma del dirottamento delle percezioni verso l’esperienziale, dal marketing all’educazione, passando dagli stili e le esigenze che diventano sempre di più individualizzate.
Pur se il termine è emerso in relazione alla cultura politica e propagandistica, con il conseguente techlash a cui stiamo assistendo, si può forse affermare che le pratiche artistiche hanno quasi sempre viaggiato “oltre” la verità verificabile e oggettivabile, e che gravitando su questa frequenza si inseriscono agilmente, più che in altri periodi, nell’attuale contesto storico culturale.
La risonanza tra forme e colori è già di per sé l’incorporazione di un’ideale o di un virtuale, così come mi scrive Paula Kamps: «spesso il mio processo inizia con il dividere la superficie del supporto creando campi di colore, la cui composizione porterà alla resa finale. Lavorare con forme e campi di colori consente a qualcosa di “diventare” visibile o meno. È questo ad affascinarmi».
In Transit Papers, la serie di lavori presentati, che non esauriscono la sua ricerca e produzione artistica, ma che ne costituiscono una variante, combinano l’uso di serigrafia, inchiostro ed acquerello, quest’ultimi scelti poiché accomunati dalla loro proprietà, tramite diluizione, della trasparenza.
Nonostante le numerose sovrapposizioni che si possono realizzare con questa tecnica, la capacità di nascondere o coprire è limitata, e le immagini restano in una continua ambivalenza tra i piani di profondità.
I segni e le figure si compenetrano, “l’errore” non è cancellabile, la prospettiva è apparente.
L’effetto della luminosità non è infatti ottenuto attraverso la stratificazione di piani di colore, ma risulta dal colore stesso che si deposita sulla carta, lasciando la traccia di qualcosa che viene evocato ma mai completamente circoscritto: «la luce è la condizione del visibile, e provare a ricrearne l’illusione funziona davvero bene con i colori ad acqua che derivano principalmente dall’immaginazione».
Non è una casualità che i colori ad acqua abbiano da sempre affascinato e siano stati scelti come medium privilegiato da molte ricerche sul sacro, per trasportare su un supporto fisico le orme di una dimensione interiore o invisibile. Dal tempo dell’epoca Vittoriana con figure come la Houghton, passando per Steiner che reinterpreta la teoria dei colori di Goethe ed artisti come Kandinsky, fino a Morandi che verso la fine della sua vita abbandonò quasi completamente la pittura dedicandosi ai disegni ad acquerello su carta, che gli consentirono di ritrovare finalmente l’equilibro da lui sempre ricercato tra l’incompiutezza visiva delle impressioni e la precisione dei linguaggi formali, attraverso, ancora una volta, la trasparenza.

«Tutto ciò che percepiamo diviene parte della nostra realtà, quindi oggetto di riflessione, emotiva o intellettuale. Muoversi tra la razionalizzazione delle emozioni, e all’altra estremità essere sopraffatti da esse è dove colloco il mio lavoro, l’oscillazione dove voglio portare lo spettatore, risvegliando in lui/lei una situazione[…] Le informazioni visive che i nostri occhi consegnano al cervello sono in realtà bidimensionali, e solo i processi neuronali aggiungono la terza dimensione, che sperimentiamo con i sensi diversi dalla vista».

L’immaginazione attiva non è mai un'evasione dalla realtà ma un esercizio di traduzione, la rappresentazione del confronto dialettico e indotto tra coscienza ed inconscio, espresso nelle sue forme paradossali di sintesi, un riflesso di significati e valori. A differenza del fantasticare che presuppone contrariamente finzione e atteggiamento passivo, con Elémire Zolla. Un lessico simbolico, che si appropria di elementi intuitivamente riconoscibili nella cultura occidentale (chiavi, clessidre, mani) estratti dalla memoria collettiva o dall’iconografia tradizionale delle opere e delle illustrazioni antiche. Questi simboli entrano in relazione diretta con qualsiasi osservatore, ma richiedono anche lo sforzo di assimilarli e completarli, poiché sono immagini in potenza.
“Le immagini potenziali che - come sostiene Gamboni - giocano sull'intercambiabilità delle posizioni tra artista e spettatore, corrispondono all'ideale democratico nell'ordine politico”. Così, se da un lato siamo stati obbligati a ripensare alla creatività artistica in rapporto a tecniche esoterico-spirituali, dall’altro bisogna provare a comprendere le incidenze e il senso che essa acquisisce oggi, essendo questo il lavoro di un artista contemporanea, che vive nella nostra attualità e in quella dell’Europa, fatta anche di esodi, muraglie e frontiere di filo spinato, la fittizia ascesa della classe creativa e quella reale dei partiti nazionalisti. Un’attualità in cui i confini delle carte geografiche scompaiono, e i documenti di transito aumentano. La conseguente rimozione degli ideali, non è però un processo irreversibile, ma bisogna chiedersi se siamo ancora capaci o abbiamo il coraggio di avere una visione di riscatto per il futuro, o se come scrisse Hesse, che nel suo di percorso disegnò più di tremila acquerelli: “nei periodi di grandi traversie ci si accorge con stupore che sono di più le persone capaci di morire per degli ideali che quelle disposte a vivere per essi”».

Paula Kamps(Colonia, 1990) è una giovane artista la cui ricerca e pratica spazia dalla pittura, alla serigrafia, alla scrittura. Dopo aver studiato filosofia presso la Freie Universität Berlin, si laurea alla Kunstakademie Düsseldorf con Elizabeth Peyton e consegue il master con Tomma Abts. Le sue ultime esposizioni collettive includono: Topophobophilia, Gallery 46, Londra 2016; Quando il paesaggio è in ascolto, Cappella dell’Incoronazione, Palermo, 2015; Imagine, Newcastle Space, Londra, 2015; Painting of Today, ArtSpace RheinMain, Offenbach, 2013. Tra le personali, ricordiamo: My Vain Plane, Kunsthaus, Mettmann, 2014; Gone Home, Lille Carl, Copenhagen, 2012. Nel 2016 partecipa al programma di residenza presso il LESP workshop di New York. Vive e lavora a Berlino.

titolo: Transit Papers- Aftermath of an Ideal's Removal
artista: Paula Kamps
durata: 21 aprile - 31 maggio 2018
dove: Spazio NEA, via Costantinopoli 53 / piazza Bellini 59 - Napoli
orario: lunedì - domenica dalle 9.00 alle 2.00 am
ingresso: libero
contatti: 081 18705839 | info@spazionea.it

Abolish Article 153. Annual art exhibition at The Hub Kuwait


Alexandra Zambon. I see you, I feel, I’m you, 57x29,5 cm, Lino printing on paper A/P






For the 4th year in a row, the abolish article 153 campaign, will be hosting their annual art exhibition  at The Hub. Every year we try to promote the work of young up and coming artists, and established ones, and provide a unique a platform to showcase their talents with pieces that are especially commissioned for our cause. As a small non-profit, we appreciate the financial support from all sources and our annual art show is an important fund-raiser for our campaign and to help the battered and abused women from all walks of life who look to us as their only source of assistance. We’re extremely grateful to all of the people who’ve stood by us over the years and believed in our cause, and to everyone who contributes to this show, that helps us shelter them, and finance their legal and psychological aid.

artists in exhibition:
Amira Behbehani , Talal Hamadah, Afsoon, Zainab Qabazard, Deena Qabazard, Negin, Om kalthoom Al-Alawi, Mohammad Alkhiraibet Aka (M.S.K), Mohammad Al-Hemd, Mohamad Omran, Sultan AlSamhan, Suhaila Alnajdi, Anas Alomaim, Abdullah Alotaibi, Othman Khunji, Reem Yassof, Fatma Abodoma, Musa Al-Shadeedi, Abdulla Alawadi, Fareed Abdal, Alexandra Zambon.

Italian artist Alexandra Zambon is present in this exhibition with three of her artworks. Below Alexandra Zambon’s art statement:

“If you give me your hand
I will show you how to be free”
Thandiswa Mazwai afro-Jazz Musician

I believe in the POWER that made her a Super Woman.
How do I represent this woman?
What does it mean to be a woman, a Super Woman.
A substitute in the place of a real woman, Wonder Woman is an idealistic icon who satisfies the societal image of the quintessential woman.
Sexy, young, beautiful, and bolstered by her exceptionalism, she is definitely a “walking contradiction of the competing demands placed on women’s shoulders today”.
The real power of the Woman is her kindness, the empathy, compassion and courage to fight for her rights.
The Super Women of the past, present, and the future are those who every day are dedicated to their work and their family as they nourish our society.
My work is a journey showing our deep and diversified universe made of feelings and love. it’s an ode to the marvelous feminine world that fascinates me every day.


Abolish Article 153. Annual art exhibition in Kuwait
Opening 16th of April, 2017 at 7-9pm

The HUB Gallery  (former FA Gallery)
Tel: +965 22 49 8999
Address: Sharq, Block 2, Gulf road, Villa 76, next to Al Amiri Hospital
Opening Hours: 10am-9pm

sabato 14 aprile 2018

HABITATVIVO


POPHouse Magazine, rivista online di architettura, design, artigianato, e Uno a Uno, duo curatoriale di arte contemporanea, presentano nel loft industriale di Via L. F. Menabrea 13, la mostra collettiva di arte e design HABITATVIVO.

Opere di: Andrea Barbagallo, Marco De Santi, Kyma Design, Cecilia Mentasti e Marco Siciliano.

A cura di POPHouse Magazine e Uno a Uno

Per l’occasione la committenza ha affidato la propria abitazione ad artisti e designers che sono stati chiamati a interpretarne liberamente gli spazi.
HABITATVIVO riflette sul tema dell’habitat inteso sia come spazio abitativo che come organismo vivente contenitore di pulsioni emotive.

L’esterno del loft ospita l’opera “Kipple I.IV” (2018) dell’artista Andrea Barbagallo (1994, Roma), un’installazione scultorea realizzata combinando l’uso di tecnologie avanzate (3D printer e file open-source) e materiali organici deperibili. All’interno del loft, l’open space del salotto è occupato da “BIT-Home” (2015), una soluzione di casa mobile ecosostenibile realizzata da Kyma Design. Il progetto architettonico dialoga qui con l’opera “Transumanze” (2016) dell’artista e designer Marco De Santi (1983, Varese) che riflette sull’abitare in una sua concezione nomadica e sulla capacità dell’individuo di adattarsi continuamente a nuovi spazi. Posto sul ripiano della cucina del loft, invece, si trova "Y" (2017), prototipo di un innovativo modello di forchetta che cambia formalmente e concettualmente il tradizionale utensile da tavola, anche questo progettato da Kyma Design.
All’interno del bagno, l’artista Cecilia Mentasti (1993, Varese) interviene con l’opera site-specific “Queste parole sono parole sbagliate” (2018). Una creatura amorfa, circondata da liquidi e piccoli oggetti, diviene per l’artista il solo abitante dello spazio domestico in cui si concentrano e raccolgono le tristezze e malinconie dell’animo umano.
La camera da letto, situata al piano superiore, è affidata all’artista Marco Siciliano (1991, Caltagirone) che presenta le opere “Untitled (18)" (2018), un intervento sul letto matrimoniale e “Untitled (32)" (2018), il calco in gomma americana della mandibola dell’artista. Entrambe le opere riflettono sulla natura, gli effetti e le conseguenze delle relazioni affettive instaurate nel luogo più intimo della casa.

In HABITATVIVO Andrea Barbagallo, Marco De Santi, Kyma Design, Cecilia Mentasti e Marco Siciliano, generano una rilettura inattesa del luogo, appropriandosi così di un habitat inizialmente sconosciuto e trasformandolo, con il loro intervento, in un contesto nuovo, vivo.
——
HABITATVIVO
Via Luigi Federico Menabrea 13, Milano | Interno: 023

Ingresso gratuito | Vernissage Martedì 17 aprile, ore 18:00 - 21:00
Visitabile fino a Domenica 22 aprile su appuntamento 
pophousemagazine@gmail.com - info@uno-a-uno.it






Ricerche Spaziali 1962-1982. Opere di Federico Brook


Federico Brook. Cubo spaziale nel blu 2


Trasferitosi da Buenos Aires in Italia nel 1956, Federico Brook dopo aver ultimato gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma sotto la guida di Pericle Fazzini e Alessandro Monteleone, ha intrapreso una ricerca sul movimento dei corpi celesti che risentiva dell’indagine spazialista di Lucio Fontana, punto di riferimento per la generazione di artisti argentini nata negli anni Trenta.
La mostra alla Galleria del Cembalo ripercorre il percorso svolto da Brook nell’arco di un ventennio sulle infinite variazioni del movimento dei volumi e della luce nello spazio. Per questo la sua opera, puntando a forme geometriche solide, si è sempre inserita felicemente nell’architettura e nei più ampi contesti urbani. “Di uno spazio che gira, fino e trasparente” che stupisce l’osservatore “con il rumore muto delle sue sfere” recitava Rafael Alberti in una poesia dedicata all’opera di Brook nel 1973.
In mostra si parte con una grande opera in pietra e ferro, presentata alla Biennale di Venezia del 1962, per giungere a una serie di sculture realizzate in perspex e polimetacrilato, in cui forme geometriche in acciaio ruotano all’interno di superfici trasparenti e luminose, simboli di un infinito ricorrente.
La luce è l’elemento dominante, che permette a questi meccanismi spaziali di proiettarsi in senso modulare nell’ambiente circostante. E le leggi della fisica che sovrintendono tali meccanismi coniugano il lavoro dell’uomo con la natura.
Attraverso la selezione delle opere proposta si vuole ripercorrere uno dei periodi più fecondi dell’arte contemporanea, nel quale la ricerca del movimento era sia reale sia virtuale, espressione di forme, come di luce, che si concretizzano nella materia.
Infine il motivo della nuvola, divenuto costante in Brook, segna nei materiali antitetici alla sua sostanza eterea quali acciaio e bronzo, un significativo contrappunto alle regole matematiche che governano lo spazio. La nuvola quale metafora del tempo mutevole e fuggevole che con le sue superfici riflettenti ripropone, in una miriade di varianti, frammenti dello spazio circostante. Un’azione continua che assorbe anche l’immagine dello stesso osservatore nella materia scultorea.
“Se affermiamo che una nuvola è una nuvola, e una nuvola è una nuvola, secondo il noto esorcismo letterario, ecco che già alla terza ripetizione la nuvola è qualcosa d’altro, diventa metafora di se stessa, portando con sé brandelli di inconscio”, concludeva Luigi Malerba in un suo scritto dedicato allo scultore.

Ricerche Spaziali 1962-1982
Opere di Federico Brook
fino al 5 maggio 2018

Largo della Fontanella di Borghese, 19 - Roma
Tel. 06 83796619

ORARIO
dal mercoledì al venerdì: 15.30 - 19.00
sabato: 11.00 - 19.00
oppure su appuntamento

UFFICIO STAMPA
Davide Macchia
ufficiostampa@galleriadelcembalo.it
cel. +39 340 4906881

Meri Tancredi - Sedimentazioni


Delicata, poetica e raffinata, Meri Tancredi si offre come guida per esplorare le trame di un mondo interiore. Analizza le immagini che cattura durante i suoi spostamenti e dopo averle interiorizzate, metabolizzate, le esterna trasformandole, producendo opere dense di significato.
La sua ricerca mira a definire i segni grafici che lasciano le parole. Segni che si sovrappongono, sedimenti della memoria. Tracce umane inconsapevoli. Usa la scrittura come medium, non in maniera prevista. Il suo lavoro sovrappone, stratifica le parole, andando al di là della loro funzione, produce un'estetica tecnologica che conserva però al suo interno millenni di storia.

Meri Tancredi (L’Aquila 1976)
Il suo linguaggio si sviluppa attraverso pittura, scultura, installazioni e video-audio installazioni. Si diploma come Maestro Orafo nell’I.S.A. di Avezzano, in Tecniche Pittoriche nell’I.S.A. di Perugia e in Pittura nell’Accademia di Belle Arti di Perugia. Nel 2016 partecipa alle residenze “BocsArt” Cosenza e “Ritratto a mano 3.0” a Caramanico Terme. Nel 2015 seconda al Premio Libro d’Artista della Fundaciòn Ankaria di Madrid, e selezionata al premio “Re_Place”, L’Aquila. Nel 2014 è finalista del Premio Scultura Fondazione Henraux, Lucca. Nel 2012 è rappresentante del gemellaggio artistico tra le città di Perugia e Grand Rapids, dove espone nella mostra Body Double: The Figure in Contemporary Sculpture, a cura di Joseph Becherer, al Frederik Meijer Gardens & Sculpture Park, Grand Rapids, U.S.A, in concomitanza con la partecipazione all’ArtPrize. Tra le ultime mostre: Una stanza tutta per sé, Scuderie Aldobrandini e mura Valadier, Frascati, Roma (2018); Aporie-Marco Piantoni, Meri Tancredi, Centro di Documentazione per la Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro, Roma (2018); Dimensione fragile, Biblioteca Vallicelliana, Roma (2018); Ricognizioni. Dai Bocs Art i linguaggi del contemporaneo, BoCs Art Museum Cosenza (2017); ArtMoster, Museo Civico di Palazzo della Penna, Perugia (2017); Opus&Light, Madonna del Pozzo, Spoleto (PG) (2017); Ar[t]cevia International Art Festival, Castello di Palazzo, Ancona(2017).

Spazio Corrosivo, un moderno punto d’incontro per ospitare e promuovere cultura, é aperto dal 13 maggio 2007. La struttura é dotata di due ampi spazi espositivi situati in una suggestiva e spaziosa corte rurale all’interno di un palazzo d’epoca.
Via Giulio Foglia 63 – 81025 Marcianise Caserta
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 16:00 alle 19:00
mattino su appuntamento
sabato e domenica su appuntamento
Informazioni: mirabo@hotmail.it

Galleria Spazio Corrosivo
Meri Tancredi - Sedimentazioni
a cura di Piero Chiariello
fino al 28 aprile 2018



pubblica: 
amalia di Lanno