giovedì 31 marzo 2016

Ferruccio Bortoluzzi – Alle Radici della Materia



SABATO 2 APRILE INAUGURA AL PADIGLIONE DELLE ARTI LA MOSTRA
Ferruccio Bortoluzzi – Alle Radici della Materia

DEDICATA ALLO STORICO ARTISTA VENEZIANO,‘POETA DELLA MATERIA’, CHE CON LE SUE COMPOSIZIONI DI LEGNO E FERRO CONSUNTI DAL TEMPO E LE CARTE BRUCIATE DAL FUOCO, RAPPRESENTA UNA VENEZIA VISSUTA, MALINCONICA ED EMOZIONANTE.


Il Padiglione delle Arti di Marcon (VE) dedica una mostra antologica alle emozionanti opere dello scomparso artista veneziano: da sabato 2 aprile, sarà visitabile la mostra “Ferruccio Bortoluzzi – Alle Radici della Materia”, una panoramica sulle più significative creazioni dell’artista veneziano, a partire dagli anni Sessanta, caratterizzati dall’informale materico delle Composizioni, realizzate con materiali di recupero come legno e ferro, giungendo alla serie delleCarte Bruciate, a partire dagli anni Settanta, collage consumati e ‘dipinti’ dal fuoco.

La mostra “Ferruccio Bortoluzzi – Alle Radici della Materia”, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico da sabato 2 aprile al 26 maggio 2016, dal lunedì al venerdì 10:00 – 13:00 e 14:00 – 18:30; il sabato dalle 10:00 alle 18:00.

La mostra è curata da Willy Montini, Michele Beraldo e Nicoletta Pavan. Nel corso della serata di inaugurazione, saranno inoltre presentati il catalogo ed il video documentario inediti realizzati in occasione della mostra.
Artista veneziano autodidatta, fondatore del Centro di Unità della Cultura l’”Arco”, Ferruccio Bortoluzzi è figura carismatica, di grande originalità ed importanza nel panorama artistico veneziano del Novecento. Dedicatosi inizialmente alla pittura, dopo un periodo di intensa meditazione e di solitaria ricerca, alla fine degli anni Cinquanta Ferruccio Bortoluzzi inizia a lavorare alle Composizioni, assemblaggi realizzati con l’utilizzo di ferro e legno, avvicinabili all’ambito dell’informale materico. Tale ricerca, sviluppata in modo totalmente autonomo, non viene inizialmente compresa da pubblico e critica, nonostante la grande forza espressiva. I lavori che l’artista sperimenta sono composizioni realizzate con materiali recuperati direttamente dalla realtà: tavole di legno consumate dal tempo, chiodi, corde sfilacciate, catene, anelli, ferri arrugginiti. Materiali abbandonati, dimenticati, consunti, veri e propri relitti.

Tali opere manifestano grande forza e coraggio, messaggi di cui l’artista si fa interprete semplice e rigoroso. Pervase da simboli, lettere di un alfabeto segreto e personale, esse esprimono il sottile equilibrio – proprio della personalità e della poetica di Bortoluzzi – tra popolare e spirituale, decadenza e culto della memoria: sorta di reperti di un’epoca lontana, simili a reliquie sacre, oscillano tra suggestioni ora primitive, ora rurali, ora bizantineggianti.

A partire dagli anni Settanta, segnano una tappa fondamentale nel percorso dell’artista veneziano le Carte Bruciate, originali collages realizzati con carte strappate e consumate dal fuoco. Questi lavori permettono una nuova e singolare lettura della “materia” carta che, dopo la combustione, acquista suggestivi e drammatici toni bruni, che ne esaltano la fragilità, ricordando nei colori i materiali di legno e ferro, utilizzati nelle Composizioni.



BIOGRAFIA
Ferruccio Bortoluzzi nasce a Venezia nel 1920, dove vive un’infanzia segnata da diversi lutti e dalla povertà. Alla vigilia della guerra si arruola volontario in Marina, ma durante il servizio militare si ammala gravemente e viene congedato. La sua formazione artistica avviene da completo autodidatta; nelle prime opere degli anni ‘40 si avvertono chiaramente le suggestioni che la città lagunare suscita nel giovane artista: egli dipinge prevalentemente nudi, scorci di Venezia, rappresentazioni d’interni; le immagini sono sempre pervase da un malinconico senso di vuoto e solitudine, accentuato dai toni bruniti e dalle forme piatte e quasi cubiste. Nel 1943 espone per la prima volta presso la Fondazione Bevilacqua La Masa. Nel 1947 si diploma all’Istituto d’Arte di Venezia e successivamente insegna al Corso Superiore di Disegno Industriale con Giulio Ambrosini, Mario de Luigi, Giuseppe Mazzariol e Italo Zannier. E’ uno dei fondatori, insieme ad altri artisti e letterati veneziani, del Centro di Unità della Cultura l’”Arco”, che cercava di avvicinare la popolazione all’arte e alla grande cultura internazionale attraverso concerti, esposizioni, incontri con poeti e scrittori. Nel 1951 si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’ambiente artistico parigino e conosce Gino Severini. Dopo questo periodo d’intenso confronto, Bortoluzzi si isola nel proprio lavoro in una meditazione solitaria dalla quale scaturiscono immagini diverse e inedite che abbandonano la precedente ricerca: i soggetti prevalenti sono religiosi, come le Crocefissioni, e la bidimensionalità lascia spazio ad una nuova volumetria, resa anche attraverso il gessetto e i pastelli scuri. Agli inizi degli anni ‘60 Bortoluzzi raggiunge la piena maturità artistica; superate le esperienze figurative giovanili, sperimenta un nuovo ed originalissimo linguaggio espressivo: i quadri si trasformano in oggetti, in un processo di simbiosi tra pittura e scultura. Nascono così le Composizioni realizzate con materiale recuperato dalla realtà. Nel 1963 l’artista espone alla Galleria Obelisk, a Londra e partecipa alla XXXIII Biennale d’Arte di Venezia nel 1966; viene invitato a presentare i suoi lavori al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh nel 1967 e alla Biennale d’Arte di San Paolo nel 1969. Attorno agli anni ‘70 si dedica anche alla produzione di Carte bruciate, una serie di opere costituite da collages di fogli di carta strappati e parzialmente carbonizzati. Sempre in questi anni sperimenta la tecnica serigrafica, che meglio si presta a tradurre i collages strutturati in campiture di colori omogenei, forme geometriche in equilibrio dove un frammento, una lacerazione, una ferita divengono testimonianza esistenziale. Nel corso degli anni, importanti mostre antologiche a Venezia – patria di Bortoluzzi – hanno ripercorso la sua carriera artistica: la mostra al Museo Internazionale di Arte Moderna di Ca’ Pesaro nel 1982, alla Fondazione Querini Stampalia nel 2001, nuovamente a Ca’Pesaro nel 2003 e a Palazzo Albrizzi nel 2013. Nel 2014, la Casa Editrice Electa ha edito il Catalogo Generale dedicato alle opere di Ferruccio Bortoluzzi, curato da Michele Beraldo, con introduzione di Enrico Crispolti.


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Carol Rama Lei, Lui, Loro



Dal 22 aprile al 26 giugno, la mostra Carol Rama Lei, Lui, Loro espone, nella doppia sede dell’EXMA di Cagliari e del MACC di Calasetta (inaugurazione sabato 23 aprile), l’intera produzione grafica di una tra le più grandi artiste italiane dell’età contemporanea. La mostra è a cura di Efisio Carbone, Ivana Mulatero, Roberta Vanali, Alexandra Wetzel.

Personalità eccentrica, passionale, irriverente e trasgressiva, Carol Rama (Torino, 17 aprile 1918 – 25 settembre 2015) ha sviluppato la sua produzione nell’arco di oltre settant’anni, creando opere caratterizzate da continue sperimentazioni, cariche di vitalità espressiva ed erotismo, in cui si ritrovano il fascino per la matericità e l’impeto gestuale.

Nel 2003 viene insignita del Leone d’oro alla carriera alla 50° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia: tale riconoscimento le vale la definitiva affermazione nel panorama artistico internazionale. Da allora, numerose mostre vengono allestite in Italia e nel mondo: nel 2014 è stata inaugurata al MACBA di Barcellona una imponente mostra monografica, che dopo aver toccato le tappe di Parigi, Helsinki e Dublino, a partire da ottobre 2016 sarà alla GAM-Galleria d’Arte Moderna di Torino.

La mostra di Cagliari e Calasetta si inserisce, pertanto, in questo contesto di grande valorizzazione dell’opera dell’artista, individuando specifici punti di vista e originali chiavi di lettura.

Il progetto, condotto in sinergia tra l’EXMA e il Museo MACC, viene reso possibile dallo stampatore ufficiale di Carol Rama, Franco Masoero, che mette a disposizione l’intera produzione grafica dell’artista. L’ingente corpus, che consta di oltre centocinquanta opere, sarà suddiviso tra le due sedi, dando spazio a diversi nuclei tematici e tecniche incisorie. In particolare sarà affrontato il tema del rapporto tra uomo e donna, costante in tutta la produzione dell’artista, che costituisce il filo rosso dell’esposizione. Le diverse sezioni grafiche saranno scandite e accompagnate dall’esposizione di importanti opere uniche; completeranno l’esposizione alcune video-interviste storiche, dalle quali saranno estrapolate frasi e citazioni che faranno parte integrante dell’allestimento.

È prevista la realizzazione di un catalogo, in lingua italiana e inglese, con contributi critici inediti.

Tutte le informazioni su: www.exmacagliari.com


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Giovanni Chianese. Laterna Magika - Loneliness series


Sabato 16 aprile 2016 alle ore 19 inaugura a Lecce presso LO.FT - Locali fotografici la personale di

Giovanni Chianese intitolata Laterna Magika - Loneliness series. Curata da Roberta Fuorvia
(NYPS - New York Photo Stories), la mostra presenta un’installazione multimediale che fa da scenografia alle 10 immagini che compongono il lavoro ‘Loneliness’ di Chianese.


Considerazioni curatoriali di Roberta Fuorvia
L’idea di questa installazione ha origine dal famoso teatro multimediale mai esistito, la Laterna Magika di Praga. Coloro che hanno avuto la possibilità di vedere uno spettacolo in questo luogo davvero magico, sanno che la particolarità di una performance è caratterizzata dall’interazione degli attori ballerini con la scenografia fatta di proiezioni interattive. Volevo che lo spettatore potesse “entrare” nelle ambientazioni di Giovanni Chianese attraverso la proiezione di alcune immagini scattate prima della vera e propria messa in scena degli scatti che compongono il progetto ‘Loneliness’.  Lo spettatore potrà muoversi nello spazio dedicato alla scenografia multimediale giocando con le proiezioni di 3 ambientazioni diverse che si alterneranno e con cui i visitatori potranno “fondersi” e simulare una performance. L’intento è fare in modo che tutti possano fruire delle opere di Chianese in maniera ludica e partecipativa.


Giovanni Chianese è nato a Napoli nel '76.
Nel 2015 ha esposto a Trieste come finalista per International Prize of Contemporary Art LYNX.  Dopo l'incontro con Richard Tuschman, ha iniziato a lavorare sul progetto fotografico Loneliness attualmente pubblicato sul Lensculture.com e uno dei suoi scatti è nella top-rated per la sezione 'Visual Storytelling'. A dicembre 2015 ha concluso il progetto The London Tourist. A maggio 2016 esporrà al London Photo Festival e nel circuito OFF di Fotografia Europea a Reggio Emilia.

Richard Tuschman dice di lui:
La nuova serie di Giovanni Chianese, Loneliness, in maniera poetica e allo stesso tempo drammatica, esplora quel territorio universale della psiche, bilanciando meravigliosamente il dolore con momenti di comicità nera (…). Ambientato in una serie di stanze (…), il progetto descrive da un lato la sequenza di eventi di una giovane coppia in una serata piuttosto desolante, e dall’altro la vita di una giovane single (…)



Laterna Magika solo exhibition
Dal 16 aprile al 23 aprile 2016
Dal lunedì al venerdì (10-13 / 15-19.30)
Sabato (15-19.30)


Lo.Ft – Locali Fotografici
Via E. Simini 6/8
73100 Lecce
Cell. 349 879 7914
Facebook/ Lo.Ft – Locali Fotografici


Roberta Fuorvia
Nasce a Napoli il 12 agosto 1985. Dopo la laurea in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, frequenta un corso a CSF – Adams (Centro Sperimentale di Fotografia). In qualità di fotografa affronta il tema della violenza dell’uomo sulla donna e produce un dummy dal titolo Statt’ Zitt’ che sarà esposto durante la X edizione di Fotoleggendo a cura di Chiara Capodici e Fiorella Pinna (3/3). La sua più grande passione è la direzione artistica di eventi e mostre, la progettazione di installazioni fotografiche e l'organizzazione di workshop con autori di fama internazionale. A ottobre 2014 è stata la coordinatrice italiana della prima edizione del progetto PWNY | European tour organizzato da Photo Workshop New York di Laura De Marco e Roberto Alfano di SpazioLabò. A giugno 2015, insieme a Cristina Paolini, ha curato la mostra ‘Il giovane favoloso outdoor’ per il Comune di Recanati con gli scatti di scena di Mario Spada dal film di Mario Martone sulla vita di Giacomo Leopardi. A settembre 2015 ha curato la mostra “The New Yorkers” di Robert Herman, tratta dall’omonimo libro, per la seconda edizione del festival di fotografia Bitume Photofest redigendo anche un testo critico per la pubblicazione del catalogo. Sempre per Robert Herman -a dicembre 2015- ha curato la mostra “The phone book-solo exhibition” per l’anteprima mondiale prima dell’uscita ufficiale della seconda pubblicazione dell’autore da cui la mostra prende il nome. Da novembre 2015 entra a far parte del team di LO.FT - locali fotografici in veste di curatrice. Da gennaio 2016 è art e local director della prima edizione a Napoli del format newyorkese Slideluck. Gran parte del suo lavoro si sviluppa anche attorno alla ricerca di giovani talenti a cui dedica il suo tempo per la promozione dei loro progetti. Ha collaborato in veste di contributor per alcune riviste di settore quali WittyKiwi, FotoIt, ViMagazine e su portali che si occupano di fotografia con recensioni ed articoli. Da ottobre 2014 è curatrice di NYPS – New York Photo Stories, un progetto che raccoglie lavori fotografici di giovani autori sulla città di New York. Grazie a questo canale ha avuto l’opportunità di lavorare con professionisti di fama internazionale del settore fotografico come Richard Tuschman, Robert Herman, Amber Terranova, Peter Funch, Elisabeth Biondi. Vive tra Roma, Napoli e New York City.  www.robertafuorvia.com


NYPS - New York Photo Stories NYPS - New York Photo Stories è un progetto che si rivolge principalmente ai giovani autori italiani della fotografia contemporanea. Un canale pensato per promuovere non solo in Italia, ma anche all'estero narrazioni visive realizzate in una delle realtà artistiche più vivaci della scena internazionale, New York. NYPS si ispira ad un film collettivo -New York Stories- del 1989 costituito da tre episodi diretti dai registi statunitensi Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Woody Allen, dedicati alla città di New York. Tre brevi storie firmate da tre assi europei della fotografia (Almendros, Storaro e Nykvist) e legate da un tema comune: la forza dei sentimenti. Inoltre, NYPS si occupa della curatela di mostre, allestimenti fotografici con l'ausilio di audio e video e dell'organizzazione di workshop diretti da autori newyorkesi nel cui stile è rintracciabile l'approccio cinematografico.

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mercoledì 30 marzo 2016

Festival di Arte, Musica e Design per l’Ambiente

 

 


Conferenza Stampa di presentazione
31 marzo 2016 * h.11.00
Sala Giunta del Comune di Bari

La prima edizione del Festival di Arte, Musica e Design per l’Ambiente è promossa dall’Associazione ONLUS Ambientepuglia con l'intenzione di istituire un momento di riflessione sui temi legati alla fragilità del nostro ambiente puntando l’attenzione sulle strategie che arte, musica e design stanno adottando in termini di effettive azioni sui cambiamenti dell’ambiente in Puglia.

Il tema dell’edizione 2016 è Battiamo il tempo.

Battiamo il tempo perché, stando alle condizioni del pianeta, il tempo per invertire la curva del declino sta per scadere. Occorre sperimentare adesso, in loco, soluzioni possibili di sostenibilità e cooperazione. Battiamo il tempo perché bisogna ricucire gli stralci di paesaggio naturale con le storie del paesaggio urbano. Battiamo il tempo per armonizzare il genius loci con le tecnologie globali. Battiamo il tempo per sincronizzare l’io con il noi.
16 eventi - 12 location
Il Festival di Arte, Musica e Design per l’Ambiente è organizzato con il patrocinio di Regione Puglia, Regione Puglia - Assessorato Qualità dell'Ambiente, Città Metropolitana di Bari, Comune di Bari, Camera di Commercio di Bari, Univertità di Bari, Politecnico di Bari, Accademia di Belle Arti di Bari, Accademia di Belle Arti di Foggia; con il contributo di Granoro, Unibat, Associazione Terranova, Alberto Angelico, Herbula, Conte Spagnoletti Zeuli, , Rivera; con il supporto di Comitato Parco del Castello, Galleria Forma4, Villa De Grecis.

programma in dettaglio:  www.famda.it


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Magic Box. Breve corso di fotografia e immagini in movimento per bambini



Età: 6 ai 12 anni
Orario: 16.30 – 19.30
Costo: 12 euro 1 laboratorio
20 euro 2 laboratori

Descrizione:
Magic Box è un corso di fotografia e immagini in movimento rivolto ai bambini dai 6 ai 12 anni a cura di Planar, centro per la fotografia e l'immagine contemporanea con sede a Bari. Questo breve corso di fotografia e immagini in movimento ha l'obiettivo di formare nei piccoli partecipanti le basi della conoscenza fotografica: dalla costruzione di una camera oscura alla fotografia a contatto. Attraverso un approccio ludico basato sulla manualità i bambini potranno imparare a conoscere gli aspetti più concreti della tecnica fotografica analogica, che permetterà loro – divertendosi – di comprendere gli aspetti fondamentali della creazione delle immagini attraverso la luce . Uno dei moduli sarà rivolto alla animazione in stop motion: i bambini potranno realizzare – con il supporto degli insegnanti – una breve cartone animato lasciandosi trasportare dalla fantasia costruendo il set ed i personaggi in tecniche e materiali diversi.
Per maggiori informazioni e per iscriversi mandare una mail a info@planar.ph


CALENDARIO:
SAB. 2 APRILE - “FOTOGRAFIA STENOPEICA” - 16.30-19.30
SAB 16 APRILE - “ STOP MOTION. CREIAMO INSIEME UN CARTONE ANIMATO?” - 16.30-19.30


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martedì 29 marzo 2016

MERCOLEDì 30 MARZO BASE MILANO APRE ALLA CITTÀ CON UNA GRANDE FESTA | RINASCONO GLI STORICI SPAZI DELL’EX ANSALDO, RIQUALIFICATI DA COMUNE DI MILANO, ARCI MILANO, AVANZI, ESTERNI, H+ E MAKE A CUBE³, OGGI NUOVO PUNTO DI RIFERIMENTO PER INDUSTRIE CREATIVE, GIOVANI TALENTI E START-UP CULTURALI INNOVATIVE





 
 
RINASCONO GLI STORICI SPAZI DELLEX ANSALDO, RIQUALIFICATI DA COMUNE DI MILANO, ARCI MILANO, AVANZI, ESTERNI, H+ E MAKE A CUBE³, OGGI NUOVO PUNTO DI RIFERIMENTO PER INDUSTRIE CREATIVE, GIOVANI TALENTI E START-UP CULTURALI INNOVATIVE.
MERCOLEDÌ 30 MARZO UNA GRANDE FESTA
ore 19 apertura ufficiale delle porte di BASE Milano con le Istituzioni, inaugurazione della mostra-laboratorio Visual Making, musica e aperitivo con Dj SteveDub. Dalle 22 Cola & Jimmu e, a seguire, i visual di Fabio Volpi di Otolab, in collaborazione con WeMake e il dj set di Menthos.
Aperto tutto l’anno, nei suoi 6.000 mq BASE Milano ospiterà un co-working, laboratori, la nuova foresteria-residenza casabase, una caffetteria, una lounge e una fitta programmazione d’iniziative ed eventi.
  • Fra i primi appuntamenti: Visual Making, XXI Triennale, Book Pride, 10 anni di Le Dictateur con Maurizio Cattelan, Design Week, Art Lab 16, Design 1o1, Green City Milano, Piano City Milano.
Milano, 29 marzo 2016 – Sarà una grande festa per tutta la città quella che, mercoledì 30 marzo a partire dalle ore 19, accompagnerà l’apertura di BASE Milano. A place for cultural progress, il nuovo progetto per la cultura e la creatività a Milano, luogo di produzione culturale, sperimentazione e di condivisione, che vedrà rinascere e restituire alla città gli storici spazi dell’ex Ansaldo, riqualificati in tempo record da Comune di Milano e Arci Milano, Avanzi, esterni, h+, Make a Cube³, vincitori del bando pubblico, e con il sostegno di Fondazione Cariplo. Il progetto architettonico è di Onsitestudio.
“Oggi, grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale e degli operatori che hanno reso possibile tutto questo – ha dichiarato l’Assessore alle Politiche del lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca Cristina Tajani – restituiamo ai cittadini uno spazio storico, oggetto di una trasformazione radicale che lo ha reso un polo culturale ad alto tasso di innovazione. Qui sarà possibile condividere idee e contenuti e i giovani creativi troveranno terreno fertile per costruire relazioni che possano favorire da un lato lo sviluppo artistico ed economico della città e dall’altro nuove opportunità lavorative”.
”Siamo orgogliosi di aver raggiunto il traguardo dell’apertura di BASE Milano nei dodici mesi previsti – ha dichiarato Matteo Bartolomeo, Presidente di BASE Milano. Adesso ci attende una nuova sfida, che vorremmo condividere con tutta la città affinché l’ex Ansaldo possa davvero diventare un luogo di produzione e distribuzione nel campo dell’arte, della cultura e della creatività, vissuto quotidianamente. Una nuova “base” per scambiare idee, sviluppare progetti o semplicemente divertirsi e bere un caffè in un ambiente stimolante e aperto”.
BASE Milano è un esperimento di innovazione e contaminazione culturale tra Arte, Creatività, Impresa, Tecnologia e Welfare, che si insedia nel cuore del distretto Tortona, in una delle aree più vivaci e dinamiche della città, in continua evoluzione. Un humus creativo particolarmente fertile al quale BASE Milano contribuirà come nuovo punto di riferimento, attivo tutto l’anno, ridando vita a circa 6.000 mq delle ex acciaierie Ansaldo tra via Bergognone e via Tortona, corpo centrale dello storico stabilimento risalente al 1904. Un impianto architettonico di grande fascino, capace di testimoniare la natura ex industriale della città e di farla rivivere oggi con un progetto destinato ad aggregare il meglio dei talenti, delle imprese e delle realtà creative italiane e internazionali, con l’esplicita vocazione di innovare il rapporto tra cultura ed economia.
Un progetto ambizioso che si traduce oggi in uno spazio co-working (prima fase di attivazione a maggio con l’ingresso, tra gli altri, di Wikimedia Italia, l’Associazione per la diffusione della conoscenza libera impegnata dal 2005 in progetti a favore dell'open culture, e una seconda fase a luglio con l’arrivo di numerose realtà creative), una caffetteria e una lounge sempre aperte, la nuova foresteria-residenza d’artista casabase (attiva da giugno), aree per mostre, workshop ed eventi temporanei, laboratori, un fitto calendario di eventi, incontri, proposte di intrattenimento. Si compone così un vero e proprio ecosistema creativo, che pone la Cultura al centro di ogni processo decisionale quale chiave per comprendere e interpretare il mondo e le sue evoluzioni, quale bene comune e motore di progresso socio-economico, individuale e collettivo, in grado di favorire una società capace di dare risposte contemporanee a bisogni vecchi e nuovi.
Do It Together”, il fil rouge della programmazione, rilancia il trend internazionale DIY (do it yourself). Non è solo un richiamo esplicito al mondo dell’innovazione tecnologica applicato ai mondi della cultura e della creatività (la cui attenzione è testimoniata già dall’inaugurazione con la mostra-laboratorio “Visual Making”). Vuole essere un’interpretazione estensiva dell’approccio makers, dove l’interazione e lo scambio sono perno dell’esperienza. Together, insieme: il valore aggiunto di BASE. Curiosità, studio, co-progettazione e sperimentazione sono allora le parole chiave che attraversano il programma, che s’interroga sui temi della contemporaneità: innovazione sociale e culturale, lavoro e nuovi lavori, trasformazioni urbane, beni comuni, condivisione e collaborazione.
Gli ingredienti indispensabili per questo intento e per ogni processo d’innovazione sono individui e comunità. Ed è proprio verso di loro che si aprono le porte di BASE Milano.
Inoltre, per facilitare questo percorso di scambio e di attivazione - che vede la diversità come punto di forza, la cultura come linguaggio, il luogo come spazio d’incontro aperto e partecipativo fra idee, opportunità e produzione, BASE Milano ha voluto sviluppare un inedito sistema digitale d’interazione fra gli utenti e gli spazi coinvolgendo vari progettisti di rilievo: da dotdotdot, che realizza la principale infrastruttura web, a TODO e AOS fornitori di tecnologie integrate.
Obiettivo: realizzare un nuovo strumento di lavoro, utilizzo degli spazi e dialogo continuo con la città facendo leva su tecnologie avanzate ed emergenti. Il risultato sarà un banco di prova per una nuova esperienza di lavoro e co-working, massimizzando la facilità di accesso a spazi e servizi, favorendo la collaborazione e incrementando, in questo modo, l’efficienza nella pianificazione e gestione complessiva.
Un progetto che vede come prima interfaccia la realizzazione del nuovo sito di BASE Milano www.base.milano.it, online dall’apertura. Dal 30 marzo, un trimestre di appuntamenti
A partire dal 30 marzo prenderà il via una serie di eventi per accompagnare l’apertura di BASE Milano con una grande festa e con l’inaugurazione della mostra-laboratorio Visual Making, proseguendo poi attraverso la programmazione del primo trimestre.
Una festa per la città
Il 30 marzo BASE Milano aprirà con una grande festa per tutta la città. Inizio alle ore 19.00 con l’apertura ufficiale delle porte alla presenza delle Istituzioni, a seguire, un aperitivo accompagnato da Dj SteveDub. Alle 22 sarà la volta di Cola & Jimmu, eclettico duo finlandese dalle sonorità che mescolano ritmi dance a uno stile retro-futuristico. Mentre dalle 23.00 Fabio Volpi di Otolab, in collaborazione con WeMake, curerà una performance audiovisiva e i visual live per il djset di Menthos.
La programmazione dei primi tre mesi
Partenza il 30 marzo con l’inaugurazione della mostra-laboratorio Visual Making (30 marzo – 17 aprile), realizzata da Opendot in collaborazione con Claude Marzotto e Daniela Lorenzi, sul tema della sperimentazione grafica tra digital fabrication e stampa artistica artigianale. Immediatamente a seguire, Book Pride, la fiera degli editori indipendenti promossa da Odei (1- 3 aprile), appuntamenti entrambi che vedono l’editoria come primo ambito di esplorazione. 
Si prosegue con la XXI Triennale “21st Century. Design After Design (2 aprile – 12 settembre), che fa il suo grande ritorno a Milano dopo vent’anni con cinque mesi di mostre ed eventi diffusi. Fra le 20 sedi ufficiali, BASE Milano è stata scelta per ospitare alcune tra le più importanti partecipazioni internazionali: la Repubblica Popolare Cinese con un’esposizione dal titolo Design on Walking della East China Normal University School of Design di Shanghai; la Francia, che racconta le innovazioni del territorio di Saint-Ètienne, città UNESCO del Design dal 2010; Israele, che raccoglie oltre 20 designer in una collettiva dal titolo Yes, and... ; il Regno Unito, con la presenza del V&A Museum of Design; non ultimo il noto marchio tedesco Gaggenau con l’esposizione GAGGENAU – 333 years in the making.
Il 9 aprile alle ore 19, in occasione di MiArt, BASE Miano festeggia i 10 anni di Le Dictateur, tra i più dinamici protagonisti della nuova scena indipendente dell’arte italiana fondato nel 2006 da Federico Pepe e Pierpaolo Ferrari, con la presentazione in anteprima della nuova edizione speciale Le Dictateur N.5 a cura di Maurizio Cattelan e Myriam Ben Salah e, a seguire, una grande festa che riunirà la “visual community” di grandi artisti della scena nazionale e internazionale e nomi emergenti che ne hanno fatto parte.
È poi la volta del tanto atteso Fuorisalone milanese. Dal 12 al 17 aprile, BASE Milano si trasforma nel Design Center della Tortona Design Week e ospita una serie di progetti di respiro internazionale in linea con la propria vocazione di piattaforma innovativa dedicata all’integrazione fra idee e produzione culturale. Saranno presenti fra gli altri: Opendot in collaborazione con Claude Marzotto (òbelo) e Daniela Lorenzi (A14) con la mostra Visual Making; la rete europea Human Cities/Challenging the City Scale, con una mostra che coinvolge i suoi 11 partner di altrettante città, insieme al Politecnico di Milano e che ospita la Tongji University di Shanghai; due esposizioni realizzate da Connecting the Dots sul tema “Cultura & Mercato”, aspetti opposti di grande attualità nel design; la collettiva di Designersblock, con i progetti realizzati da 60 fra designer indipendenti, emergenti e affermati; lo SMART PARK di Reply, un acceleratore di idee guidato dal Design Thinking, con la SMART Academy realizzata in collaborazione con POLI.design; Abitare e On printed paper con una speciale libreria animata da incontri, dibattiti, tavole rotonde e workshop; l’installazione “il piacere ti ruba l’anima”, ideata da Pixartprinting per regalare un momento di meraviglia e la sperimentazione di Giulio Iacchetti per Moleskine.
Non ultimo, un progetto è dedicato alla residenza d’artista di BASE Milano, casabase. Sei realtà italiane ed internazionali - Studio co.arch (Italia), Made by Choice (Finlandia), MY KILOS (Germania), Farrow&Ball (UK/Italia), Mezzo Atelier (Portogallo/Italia) e Lascia la Scia (Italia) – sono state invitate a reinterpretare lo spazio in maniera ibrida fra casa, laboratorio, ufficio e luogo di progettazione e creatività. Ogni stanza, affidata ad un diverso progettista, diventa così una finestra sul futuro.
Terminato il Fuorisalone, la programmazione prosegue: da Design 1o1 (23 aprile 1 maggio), progetto sperimentale di educazione online/offline, ad Art Lab 16 (19-20 maggio), l’appuntamento della comunità dei professionisti della cultura, che quest’anno fa tappa per la prima volta a Milano, proprio negli spazi di BASE, per parlare di imprese culturali e creative; da Green City Milano (13-15 maggio) a Piano City Milano (20-22 maggio), via via con tante altre sorprese e novità.
Gli spazi di BASE Milano più nel dettaglio
Facendo il proprio ingresso da Via Bergognone 34, al pian terreno si entrerà nello spazio identitario di BASE Milano: una piazza al coperto aperta alla città dal mattino presto alla sera tardi. È l’entrata principale e si compone di una zona lounge, dove potersi fermare a studiare o lavorare e di una caffetteria, con circa 80 posti a sedere, luogo d’incontro per pranzi e cene, per chi lavora in BASE, nei dintorni o è di passaggio.  Lo spazio, arricchito da un bookshop o temporary shop/project, potrà ospitare concerti, djset, lecture, conferenze ecc. Sempre al pian terreno, sarà presente una zona espositiva per mostre, spettacoli, feste ed eventi temporanei, con un piccolo auditorium attrezzato con circa 150 posti a sedere.
Salendo al piano superiore, si troverà il co-working, con postazioni che cambiano di giorno in giorno, alcune mensili, alcune annuali. Lo spazio è suddiviso e arredato per stimolare creatività e concentrazione, alternando sale riunioni chiuse e spazi aperti. Può anche essere utilizzato per esposizioni temporanee o workshop o per laboratori. Nelle sale attigue, dall’altro lato del piano, vi saranno invece postazioni per uffici di aziende partner e sale riunioni, estensione del co-working.
E ancora, il primo piano ospiterà la foresteria–residenza d’artista casabase, con un nuovo format di accoglienza dove sentirsi a casa. Una parte delle stanze sarà adibita agli ospiti paganti mentre un’altra sarà impegnata per residenze di artisti e collaboratori su progetti o workshop. 10 stanze doppie, triple e quadruple, con e senza servizi, semplici ma accoglienti e con personalità.
Con il patrocinio di: Comune di Milano Un progetto di: ARCI Milano, Avanzi, esterni, h+, Make a Cube³ Con il sostegno di Fondazione Cariplo Partner tecnici: Artek, Vitra, D’Arrigo, Dyson, Farrow&Ball, Geberit, Leftover, Pixartprinting, Pozzi Ginori, Rivo interior Media partner: Abitare, Zero, Instagramers Milano Progetto architettonico: Onsitestudio Web: dotdotdot Brand identity: OutThere Produzione video: Hfilms   Al link http://bit.ly/BASEMilano è possibile scaricare tutti i materiali stampa e le immagini in alta risoluzione. Restiamo a disposizione per ulteriori informazioni Cordialmente   UFFICIO STAMPA BASE Milano ddl studio | T +39 02 8905.2365 Alessandra de Antonellis | E-mail: alessandra.deantonellis@ddlstudio.net | T 339 3637.388 Marta Rezzolla | E-mail: marta.rezzolla@ddlstudio.net Pubblica: Massimo Nardi

Ogi _ Gioia Olivastri. Just a spoonful of sugar helps the medicine go down


Ogi _ Gioia Olivastri
“Just a spoonful of sugar helps the medicine go down”
a cura di Tiziana Tommei


1 – 30 aprile 2016
inaugurazione: venerdì 1 aprile, ore 18:00
Galleria 33 via Garibaldi 33 Arezzo


Galleria 33 festeggia il terzo anniversario e presenta la personale di Gioia Olivastri, in arte Ogi, “Just a spoonful of sugar helps the medicine go down” dal 1 al 30 aprile 2016 nello spazio di via Garibaldi 33 ad Arezzo. Mostra e testo critico sono a cura di Tiziana Tommei.

Il progetto espositivo propone opere inedite, assemblages e collages su tela distinte in tre collezioni: “Scrigni-tubero”, “Collages” e “Archivi”. L’eterogeneità di tecniche e materiali è la più diretta manifestazione della libertà espressiva dell’artista, che in questa occasione ricorre ad objets trouvés, papier collés, tessuti, metalli, porcellane, fotografie, disegni e ricami. Il modus operandi è fatto di gesti lenti, tempo trascorso, profonda riflessione e azione misurata.

La mostra è stata concepita come un percorso che ha origine dal profondo, da una dimensione ancestrale da cui provengono gli “Scrigni-tubero”. Essi rappresentano delle entità primigenie e preziose. Sono diamanti grezzi. Idealmente estratti dalla terra, questi vengono alla luce - e dunque alla coscienza - costituendo il viatico per un viaggio alieno dal concetto di spazio-tempo inteso quale entità misurabile. Rappresentano una sorta di strumenti apotropaici. La forma plastica, ruvida, intricata e poetica degli “Scrigni” si contrappone a quella eterea, candida, luminosa e narrativa della collezione di tele intitolata “Collage”. Esse vanno lette come un racconto in cui le figure, dalle silhouettes leggere e incorporee, emergono silenti, allineandosi su di un palco metafisico e instaurando un dialogo ovattato tra loro e verso lo spettatore. Disegni fatti di tratti spezzati, rapidi e controllati, a suggerire personificazioni di stati d’animo e messaggi allegorici. Seguendo il filo rosso invisibile che collega i lavori esposti si giunge al gradino più alto, gli “Archivi”. Queste opere rappresentano l’esito di una ricerca: l’artista recupera dal passato, dalla sua storia, frammenti eterogenei per materia e genere – disegni, appunti, fotografie, schizzi, oggetti, gioielli – e li compone secondo un criterio uniforme, di matrice formale ed estetica, cromatica ed architettonica. Assemblages e collages di momenti vissuti, fermati nel passato, ma mai perduti. Composizioni che non obbediscono a principi cronologici o tematici e nelle quali ogni componente rappresenta una cellula autonoma, un’opera a sé stante. Le tavole diventano organi e insieme formano un corpo che trova negli Scrigni la sua parte istintuale e nelle tele bianche quella spirituale.



Testo critico
Il mondo di Ogi (Gioia Olivastri) non è fatto di materia e neanche di sogni. Gioia Olivastri è un’artista concettuale, profondamente visionaria e onirica. Tuttavia i contenuti da lei veicolati sono lucidamente realistici e terreni, concreti e crudi, organici e carnali. Concetto, visione e verità. Metafore sinistre travestite da fiabe che attraggono e disorientano, respingono e ipnotizzano.

Ciascuno di noi, vivendo la propria esistenza, evita di mordere la mela. L'uomo contemporaneo, con tutta l'inconsapevolezza di cui è capace, si crede forte di fronte alle tentazioni, al male, al peccato. Si circonda di ciò che incarna la sua idea di bellezza, corre tanto e pensa poco. Prova qualsiasi mezzo che può isolarlo, alienarlo, anestetizzarlo perché non è abituato a soffermarsi. Egli s’incanta di fronte allo specchio, contempla la forma che vi è riflessa non preoccupandosi di conoscere cosa ci sia oltre lo specchio stesso. Attraversarlo - sulla scia del personaggio di Lewis Carroll - significa andare al di là delle apparenze e sondare il profondo, accogliere i mutamenti e nutrire il proprio spirito. Balziamo così dal racconto fantastico alla psicanalisi Junghiana e al moderno I Ching, muovendoci metaforicamente dentro e fuori la tana del Bianconiglio. Il ricorso alla fiaba alimenta una riflessione intorno al concetto di “Ogi-fanciulla”, in ordine al quale la creazione non implica un viaggio a ritroso nel tempo ma isolamento, contemplazione e introspezione, ricerca e conoscenza. In linea con i dettami della filosofia Wabi-sabi, l’arte di Ogi è un omaggio all'imperfezione, ad un’incompletezza ordinata nella quale nulla viene lasciato al caso. Il non-perfetto è ricercato e ponderato, esaltato ed ostentato. Perché è la verità che può salvare il mondo, non la bellezza. La verità non è necessariamente bella, perfetta, buona. Quindi perché un artista dovrebbe raccontare il contrario? Occorre giocare con le apparenze e creare uno scalino tra ciò che viene mostrato e quello che è invece rappresentato. In questa dinamica, l'apparente incanto si autodistrugge per mezzo di una visione più attenta, partecipata, sensibile. Gli intrecci, i nodi, i nascondimenti, le linee spezzate, le interruzioni rendono conto di un'analisi viscerale, senza sconti. Creare è un viaggio verso l'interno che non aggira i punti oscuri: li osserva, li fa a pezzi, li analizza e li confeziona dentro un grazioso pacchetto. È una sorta di esorcismo. Non affannatevi a trovare una parvenza di rassicurazione perché non solo non viene data ma non è permessa. Gioia conferisce alle sue opere l’esteriorità che hanno i nostri inganni e le storie che ci raccontiamo, per poi svelare tutta la loro inconsistenza.


Gioia Olivastri, in arte Ogi, nasce a Cortona (Ar) nel 1963.
Studia illustrazione e fashion design a Firenze. Nel 1988 si trasferisce a Milano, dove collabora come illustratrice per riviste di moda, disegna, crea abiti e accessori. Il percorso artistico di Ogi prende avvio nei primi anni Novanta ed è legato esclusivamente alla pittura. Nella seconda metà dello stesso decennio si assiste ad un passaggio: la virata dalla pittura alla scultura; la scoperta della fotografia; la creazione di gioielli (in realtà opere di arte plastica a tecnica mista). Si registra così uno stacco verso il reale e una nuova ricerca di tangibilità e concretezza. Dal 1995 al 2001 il suo lavoro è seguito da Studio Casoli. Sono anni intensi: progetti espositivi, sia in Italia che all’estero, e importanti collaborazioni. “Blanché Eté” è il titolo della personale allo Studio Caparrelli, tenuta nel 2002 a Londra. Un evento, questo, che segna l’inizio della collaborazione con Alda Caparrelli, mentre risulta pienamente delineata la natura artistica multiforme di Ogi: pittura, scultura, fotografia, installazione, design, illustrazione fino alla curatela. Quest’ultima non deve essere intesa come superamento di un confine, quanto come sintomo ulteriore di una lettura e ricreazione del mondo estremamente personale, che trascende la forma attraverso la quale si manifesta. Continua la sua attività espositiva fino alla più recente personale “In Movimento” a cura di Alda Caparrelli, in mostra nel 2015 a Palazzo Casali a Cortona: un progetto complesso, ricco e diversificato, che ha messo a fuoco gli elementi diversi del percorso artistico costitutivo della personalità eclettica di Gioia Olivastri.


“Just a spoonful of sugar helps the medicine go down” inaugura venerdì 1 aprile alle ore 18 presso Galleria 33 in via Garibaldi 33 ad Arezzo e resta visitabile fino al 30 aprile 2016 aperta da martedì a sabato con orario 11.00/13.00 e 16.30/19.30 o su appuntamento.


Galleria 33 / info@galleria33.it / +39 339 8438565 / galleria33.it


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lunedì 28 marzo 2016

Joan Mirò. La forza della materia


Joan Mirò. La forza della materia
dal 25 marzo all'11 settembre 2016

Un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1931 e il 1981 dal grande artista catalano.
Il lavoro di Joan Miró, una delle personalità più illustri della storia dell'arte moderna, è intimamente legato al surrealismo e alle influenze che artisti e poeti di questa corrente esercitarono su di lui negli anni venti e trenta. È attraverso di loro che Miró sperimenta l'esigenza di una fusione tra pittura e poesia, sottomettendo la sua opera a un processo di semplificazione della realtà che rimanda all'arte primitiva, al tempo stesso punto di riferimento per l'impostazione di un nuovo vocabolario di simboli e strumento utile a raggiungere una nuova percezione della cultura materiale.

La retrospettiva intende porre l'attenzione su questo ultimo aspetto, mostrando attraverso un'ampia selezione di opere realizzate tra il 1931 e il 1981, l'importanza che l'artista ha sempre conferito alla materia, non solo come strumento utile ad apprendere nuove tecniche ma anche e soprattutto come entità fine a se stessa.

Attraverso la sperimentazione di materiali eterodossi e procedure innovative, l'artista mira a infrangere le regole così da potersi spingersi fino alle fonti più pure dell'arte. Joan Miró. La forza della materia ideata dalla Fundació Joan Miró di Barcellona sotto la direzione di Rosa Maria Malet, Direttrice della Fondazione, propone lavori dalla collezione della Fundació Joan Miró di Barcellona e da quella della famiglia dell'artista.


MUDEC
Museo delle Culture
via Tortona 56, CAP 20144 Milano


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sabato 26 marzo 2016

Alessia Armeni. Abbaglio nitido


A L'Aquila il 2 aprile 2016 alle ore 18.00, presso Spazio VARCO, si inaugurerà la mostra Abbaglio Nitido di Alessia Armeni.
L'artista presenta una riflessione sulla luce, il colore, la denominazione del colore, che si articola in quattro serie di opere che corrispondono a quattro passaggi.
Il primo è rappresentato dal giorno in cui a L'Aquila è stata realizzata l'opera “24h_painting_l'aquila_29/08/15” in cui il colore che una parete bianca assumeva per 24 ore consecutive è stato campionato e riprodotto sulla tela.
Il secondo passaggio ha coinvolto un quadro della collezione del Museo Nazionale d'Abruzzo, L'Albero della Croce o delle Sette Parole in quanto opera in cui si integrano parola e pittura.
Il terzo è stato dare un nome a sette colori, tra i 24 campionati, scelti a rappresentare ognuna delle parole trascritte nel quadro della collezione.
Il quarto passaggio è stato sezionare e rifondere insieme la matrice cromatica originaria dei 24 colori in un ritorno circolare al momento generativo iniziale.
Abbaglio Nitido è il colore che una parete bianca assumeva alle ore 8:00 il giorno 29 Agosto 2015 a L'Aquila. E' il colore di “Tutto è compiuto”.

La mostra sarà aperta dal 2 al 22 aprile 2016 nei giorni di venerdì, sabato e domenica delle 17.00 alle 20.00 in Via Verdi 6/8 a L’Aquila presso Spazio VARCO. Ringraziamo per il sostegno la Fondazione Carispaq, Raffaelle Panarelli, Melfi Costruzioni, Metania e la asd MACO L’Aquila C5 come sponsor tecnico.

Alessia Armeni (Roma, 1975), si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1999;  Recenti mostre personali sono state Tilt, Spazio Y, Roma (2015), About a Wall, Pescara (2013), Tiempo-Espazio-Luz, la 77, Mexico-city (2011). Tra le esposizioni collettive, sia in Italia che all’estero, si ricordano, I’ll be your Mirror, studio Arianna Giorgi, Milano (2016); Group show, Varco, L'Aquila (2015); Grand Hotel, Riot Studio, Napoli (2015); Displacement, curated by Maria Chiara di Trapani e Ludovica Purini, Alludo Room Gallery, Jochberg, Austria(2015);The Studio Chronicles, RH Contemporary Art, New York (2015); Profil Perdu, curata da Karen Huber, Gallery MC, New-York (2015).

V AR CO - verdiartecontemporanea - spazio che apre ad una dimensione contemporanea in un contesto precario e transitorio nel centro storico dell'Aquila.



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giovedì 24 marzo 2016

TRACCE. Vari aspetti della pittura astratta



TRACCE
Vari aspetti della pittura astratta
9 Aprile -15 Maggio
(Vernissage 8 Aprile ore 17.00)
Miroslava Hajek

In quest’occasione vogliamo presentare e accostare i dipinti di alcuni pittori, indubbiamente significativi, che affrontano il problema del rinnovamento della pittura da diverse prospettive: esempi opposti di astrazione, dal segno mistico alla forma geometrica più chiara e definita.
Quello che unisce i loro lavori è lo sforzo di superare i limiti del quadro, arrivando persino a voler vedere il pensiero. La nostra immaginazione sul creato aveva già prodotto molte nuove idee, ma ora quella che ne esce accentuata è la consapevolezza della pluridimensionalità.

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TRACCE
Various aspects of abstract painting
9th April - 15th May
(Vernissage 8th April, 5pm)
Miroslava Hajek

On this occasion we want to present and match the paintings of some artists, undoubtedly significant, facing the problem of the renewal of painting from different perspectives: opposite examples of abstraction, from the mystical sign to a more clearly defined geometric shape.
What unites their work is the effort to overcome the limitations of the painting, bringing the viewer to see their thought. Our imagination on creation had produced many new ideas , but now what comes out is the heightened awareness of the multidimensionality.

Dellupi Arte
Via Ambrogio Spinola, 8, 20149 Milano

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SACROSANCTUM #13 CATERINA SILVA


SACROSANCTUM #13

CATERINA SILVA
ORATORIO DI SAN MERCURIO – PALERMO


25 marzo – 27 aprile 2016


"Un’azione che si rivela nella sua impotenza.
Una lingua inaccessibile. Un esercizio di non potere.”
Caterina Silva


Venerdì 25 marzo, alle ore 19:30, si inaugura SACROSANCTUM#13 all’oratorio di san Mercurio di Palermo (largo san Giovanni degli Eremiti) con l’opera dell’artista romana Caterina Silva.

Lontana da una pratica pittorica ridondante e adulterata, Caterina Silva predilige uno stile immediato e intuitivo, distante da rigide sovrastrutture linguistiche e da classici sistemi di classificazione. Sparizione, occultamento, frammentazione, prendono corpo in grafemi dal forte accento emozionale, lasciando l’osservatore libero di creare le sue personali associazioni.

Il suo è uno stile vibrante e antiretorico, permeato da una gestualità libera e da un profondo carattere istintuale. Ad essere sviscerate sono le emozioni primarie, una connaturata tensione verso l’atto creativo enucleata attraverso un immaginario sintetico ed evocativamente suggestivo: "considero la pittura un mezzo per sondare le parti oscure della mente, quello che non è possibile spiegare a parole ma che esiste e diventa materia” (Caterina Silva, 2015).

La rassegna, promossa e sostenuta dall’Associazione Amici dei Musei Siciliani e qui giunta al suo tredicesimo appuntamento è a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto. Scopo imprescindibile è innescare un processo virtuoso, promuovere la tutela del patrimonio monumentale attraverso il valore testimoniante degli artisti. A passare il testimone gli artisti Joseba Eskubi, Mario Consiglio, Stefano Canto, Franko B, Lorenzo Scotto Di Luzio, Luca Pancrazzi, Thomas Braida, Jota Castro, Sandro Mele, Ciprì e Maresco, Greta Frau e Fabio Sgroi, promotori di un’inedita campagna di sensibilizzazione il cui fine è gettare un faro sul delicato tema della tutela del patrimonio monumentale e culturale.

Bio
Caterina Silva (Roma, 1983) ha recentemente concluso una residenza presso la Rijksakademie di Amsterdam (2014 – 2015). Tra le mostre personali figurano “tbc(august)”, Bosse&Baum (Londra, 2015); “Soggetto. Oggetto. Abietto.”, Riccardo Crespi Gallery (Milano, 2015); “Fear eats the soul, the soul eats Fear”, Riccardo Crespi Gallery (Milano,2014) e “Subverting dualities”, VM21 Gallery (Roma, 2010). Numerose sono le partecipazioni ad esposizioni collettive: ”Rijksakademie Open” (Amsterdam, 2015); “Painting now”, Riccardo Crespi Gallery (Milano, 2015); “16° Premio Cairo”, Palazzo della Permanente (Milano, 2015); “The reconfigured painting”, Canal 05 Gallery (Bruxelles, 2015); “Premio Francesco Fabbri”, Villa Brandolini (Pieve di Soligo, 2014); ”Rijksakademie Open” (Amsterdam, 2014); ”She views herself”, Air France (Parigi, 2013); “The punk sister of Agnes Martin” (Roma, 2013); ”IT-Diary of a Neuter”, Private Flat (Parigi, 2012); “Giorni Felici”, Casa Testori (Novate-Milano, 2012); “Reality Show”, Tiziana Di Caro Gallery (Salerno, 2012); “Tutto, 26cc”, Premio Roma Centro Storico, Palazzo Aldobrandini (Roma, 2012); “Nero su bianco” per Eni, Palazzo delle Esposizioni (Roma, 2012); ”Brooklyn Boudoir”, 400S2nd (New York, 2011); ”Impresa Pittura”, Museo C. I. A.C. (Genazzano, Roma, 2010); ”CoLab 07”, Teatro Colosseo (Roma, 2007); “Massma (Ronneby)”, Espacio 01 (Bogotà, 2007); ”Human Solo Show”, ESC Atelier Occupato (Roma, 2007).

Inaugurazione: venerdì 25 marzo 2016, h 19:30
Esposizione: 25 marzo – 27 aprile 2016
visitabile tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00
Prezzo: offerta libera a partire da € 1 per la realizzazione di interventi di ripristino, manutenzione e restauro all’interno di monumenti palermitani.

Ufficio Stampa: Cinzia Di Marco
091 6118168

Oratorio di san Mercurio
Largo San Giovanni degli Eremiti, PalermoTicket: € 3,00 intero; € 2,00 ridotto. Cumulativo con l'oratorio di san Lorenzo



I'm just a Pecorò



Un collettivo italiano fuori dagli schemi, una mostra che non è una mostra, questo è I'm just a Pecorò, l’evento che occuperà la galleria ARTCORE da venerdì 8 Aprile.
Papi Teodori y Los mamasitos de la cumbia, è il nome che raccoglie tre giovani artisti di diverse nazionalità: Stefano Teodori Italia, Isabel Mirallas Pindado "La Ruman" Spagna e José Manuel Guasco Vital Messico, un gruppo formatosi per caso, dalla forte componente critica, e satirica che mette in video e in mostra senza filtri e pudori la situazione attuale.
Il kitch impera in tutte le sue forme, nei testi, nelle immagini, nella pittura di Isabel, nella scelta degli eventi. Maniere basse, spicciole, senza alcuna raffinatezza pervadono le diverse forme pseudo-artistiche che i tre sfruttano a seconda dei temi e delle esigenze, un tripudio di colori e culture che si mescolano in una estetica unica, estremamente riconoscibile e priva di qualsiasi educazione.
Più volte banditi per la forma sboccata, più volte bloccati dalla rete per i contenuti provocatori, saranno loro ad animare la serata di inaugurazione e il periodo di esposizione per i prossimi mesi, e senza alcun limite metteranno in mostra quelle che sono le loro modalità di fare arte, di abbassare la cultura e la critica al livello dell’intrattenimento, del divertimento, della derisione fastidiosa e sconcertante.
Oltre all'esposizione dei lavori pittorici e scultorei di Isabel, alcuni realizzati su commissione per volontà del pubblico barese, il progetto prevede una serie di interventi dentro e fuori dallo spazio della galleria, che indagheranno il tessuto cittadino, le sue dinamiche, i luoghi di aggregazione e le persone che li abitano, eventi danzanti, vendite di prodotti improbabili e video promozionali che richiederanno la presenza attiva dello stesso pubblico troppo spesso abituato alla canonica fruizione contemplativa e passiva dell’arte.
Un progetto che la galleria ospita con coraggio e determinazione nonostante la sua distanza rispetto alla consueta attività espositiva, proprio per riflettere su una modalità differente, partecipata, divertita e coinvolgente di vivere gli spazi dedicati alla cultura, e promuovere giovani talentuosi nonostante la loro “inadeguatezza” rispetto al riconosciuto sistema culturale.

ARTCORE
via N. De Giosa, 48/1°piano_Bari
info@artcore.it