mercoledì 30 aprile 2014

GRANDE MOSTRA > Terry O'Neill. POP ICONS > dal 18 aprile, Fondazione Roma Museo, Palazzo Cipolla, Roma






Il Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, dal 18 aprile al 28 settembre 2014, ospita le opere del grande fotografo Terry O’Neill con una retrospettiva intitolata "Terry O’Neill. Pop Icons".
Una carrellata di ritratti che raccontano attraverso i volti dei miti del cinema, della musica, della moda, della politica e dello sport, la carriera artistica del fotografo britannico.
La mostra promossa dalla Fondazione Romaprodotta e organizzata da Arthemisia Group e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, offre un’ulteriore testimonianza di come il culto della celebrità, leitmotiv degli anni ’60 - ’70, abbia notevolmente influenzato il lavoro degli artisti dell’epoca.
Inaspettatamente il lavoro di O’Neill può essere accostato a quello di Andy Warhol ossessionato per le immagini e la notorietà, le cui opere sono esposte contemporaneamente a quelle del fotografo.
L’artista americano padre della Pop Art fin dall’infanzia colleziona autografi di star, presagendo il dilagare della mania dell’immagine.
Nel suo studio, la famosa Factory, Warhol raccoglie intorno a sé un gran numero di artisti, scrittori, musicisti e figure underground e i ritratti scattati con la sua polaroid costituiscono la base dei suoi iconici dipinti fotografici.
Curata da Cristina Carillo de Albornoz, la retrospettiva dedicata a Terry O’Neill, contiene alcuni dei suoi lavori più celebri, 47 ritratti che documentano i momenti più intimi e naturali delle icone del pop degli ultimi 40 anni.
“Ho avuto fortuna. Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto: la Londra degli anni 60.  Avevi l’impressione che ogni giorno succedesse qualcosa di rivoluzionario” racconta Terry O’Neill.
Nato a Londra nel 1938 può essere definito uno dei fotografi più celebri del nostro tempo che ha saputo cogliere, con straordinaria abilità, immagini autentiche e spontanee di molte delle leggende del Novecento; personaggi che hanno segnato la storia diventando delle vere e proprie icone. Politici, cantanti e attori con lui trovano la chiave perfetta per esprimere al meglio la loro personalità.
Collabora con riviste importanti come Rolling Stone e Vogue, e con altri celebri colleghi, tra cui David Bailey, Terence Donovan e Brian Duffy.
Tutti autori di quelle fotografie che hanno immortalato la “Swinging London” di quegli anni. I suoi archivi, recentemente riordinati, rivelano la sua visione poetica della bellezza e del mito degli anni ‘60 e ’70.
I suoi scatti più belli sono spesso rubati dietro le quinte di set cinematografici e concerti, momenti informali nei quali i soggetti potevano sentirsi liberi di essere se stessi.
O’Neill entra letteralmente a far parte delle loro vite, trascorrendo con loro intere giornate in piena sintonia con il clima rilassato e disinvolto dell’epoca.
La sua grande abilità nel gestire le pubbliche relazioni in rapporto allo star system insieme alla capacità di essere per i suoi soggetti un osservatore discreto, gli ha permesso di illustrare il successo dalla A alla Z. L’uso della più leggera e maneggevole 35mm, una novità assoluta per l’epoca, lo ha aiutato a rendere il suo stile naturale e inconfondibile.
Terry O’Neill, il cui sogno era diventare un batterista jazz, ha cominciato la sua carriera nel dipartimento di fotografia della British Airways nell’aeroporto di Heathrow di Londra, dove fotografava i viaggiatori che arrivavano nel paese.
Nel 1959 inizia a lavorare per il periodico Daily Sketch. Nel 1963, per lo stesso periodico, scatta la prima fotografia dei Beatles, negli studi di Abbey Road in occasione dell’uscita del loro primo album Please Please me, per la prima volta un gruppo musicale appare sulla copertina di un periodico britannico. A questa foto ne seguono molte altre, dai Rolling Stones, a David Bowie ed Elton John. Nello stesso periodo ritrae le grandi icone della moda da Twiggy a Jerry Hall. A 26 anni decide di andare a Hollywood. I suoi amici, Micheal Caine e Richard Burton, gli aprono le porte del mondo del cinema, permettendogli così di immortalare star del calibro di Clint Eastwood, Paul Newmann, Sean Connerry e Robert Redford.
Vivendo tra i miti dello spettacolo e avendo con loro un rapporto di grande vicinanza e complicità, nei suoi cinquant’anni di carriera O’Neill realizza alcuni dei ritratti più autentici, da Frank Sinatra (fotografato nell’arco di trent’anni) a Elvis Presley, da Elton John a Bono Vox, da Elizabeth Taylor a Audrey Hepburn, da Brigitte Bardot a Ava Gadner fino a Marlene Dietrich.
Terry O’Neill e Warhol hanno ritratto entrambi, in maniera stupefacente, gli stessi personaggi leggendari come Elvis Presley ed Elizabeth Taylor, per citarne solo alcuni.
Tutti e due hanno cercato di cogliere ed esaltare l’essenza di ciascuno dei loro soggetti esprimendone la grandiosità e consacrandoli a icone senza tempo.

Ufficio Stampa Arthemisia Group
Adele Della Sala 
ads@arthemisia.it - M +39 345 7503572
Anastasia Marsella
am@arthemisia.it - T +39 06 69380306

pubblica :
Massimo Nardi

I Post-meridionali A cura di Tonino Sicoli e Andrea Romoli Barberini


Francesco Lupinacci
I Post-meridionali
A cura di Tonino Sicoli e Andrea Romoli Barberini

Opere di
Francesco Correggia, Rino Cosentino, Francomà, Francesco Lupinacci,
Luigi Magli, Rocco Pangaro, Mario Parentela, Giulio Telarico.

Inaugurazione martedì 6 maggio ore 18.00 (fino al 6 giugno 2014)

Studio Gallery
Via Madonna del Carmine 2 (88046 Lamezia Terme)

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Apre i battenti, a Lamezia Terme, un nuovo spazio espositivo per l’arte contemporanea.
Si chiama Studio Gallery e avvierà le proprie attività dal prossimo 6 maggio con una mostra dedicata agli artisti che tra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta si sono riconosciuti nella definizione di “Post-meridionali”, coniata e teorizzata da Tonino Sicoli per individuare quel particolare approccio nuovo, fortemente identitario, che consentì in quegli anni il consolidamento e il rilancio delle ricerche d’avanguardia  in Calabria attraverso “il superamento di quel meridionalismo vittimista” per farsi portatore “di un’idea nuova di ricerca del confronto con modelli culturali esterni. Invece dell’emarginazione stanziale e dell’emigrazione intellettuale” (T. Sicoli).
Un’esperienza importante che, nel suscitare l’interesse di critici di primissimo ordine come, tra gli altri, Filiberto Menna e Enrico Crispolti, ha avuto significative ripercussioni sul territorio anche attraverso la docenza di alcuni membri del movimento nelle accademie di belle arti di Catanzaro e Reggio Calabria, e al liceo artistico di Cosenza.
La mostra, curata da Tonino Sicoli e Andrea Romoli Barberini, si compone di circa 10 opere realizzate nei primi anni Ottanta da Francesco Correggia, Rino Cosentino, Francomà, Francesco Lupinacci, Luigi Magli, Rocco Pangaro, Mario Parentela, Giulio Telarico.

L’evento, ideato dall’Associazione culturale P-Art (Art in progress),  è patrocinato dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro; dal MAON (Museo d’Arte dell’Otto e Novecento) di Rende (Cs); dal PDAC (Palazzo Ducale Arte Contemporanea) di Maierà (Cs).

Con il contributo di : Il Cantagalli. Gusti d’Italia

***

Ingresso libero
Orario: dal martedì al sabato; dalle 16.30 alle 19.00
Info: Studio Gallery cell. +39.333.92.20.257

 pubblica:
Massimo Nardi

“L’acqua di Leonardo, l’oro di Milano.”

 "La nicchia del rinoceronte" Opera di Momò Calascibetta

8-21 maggio 2014 – Ex-Fornace, alzaia Naviglio Pavese,16 – Milano opere di Giulia Alberti Momò Calascibetta Fabrizio Garghetti Claus Joans Stefano Zucchi Cosimo Barna La mostra “L’acqua di Leonardo, l’oro di Milano” ,grande festa alla ex-Fornace, desidera essere un momento collettivo di riconoscimento della nostra identità di cittadini delle ”terre d’acqua”: festeggiare con l’arte, la musica ,la danza, l’acqua della città di Milano e della sua pianura, gli abitanti di Milano e in particolare della zona 5 e 6 dei Navigli, gli organizzatori , tutti i visitatori che desiderano essere coinvolti in questa azione di riconoscimento in vista di Expo 2015. Acqua che non è più visibile come quando correva nei Navigli interni ad anello dentro la cerchia, ma che rimane l’anima di Milano, rimane come “via d’acqua” che ha permesso la sua costruzione, che ha trasportato i prodotti della terra per nutrire la città. La mostra crea un percorso attraverso diverse forme artistiche : -Trenta immagini fotografiche di grande dimensione, a colori, stampate su tela pittorica di Fabrizio Garghetti, che raccontano del paesaggio della risaia seguendo le tracce lasciate da Leonardo da Vinci alla Sforzesca di Vigevano,raccontano delle conche del Naviglio Pavese , dei ponti in granito sul Naviglio Grande a Cuggiono e tanto altro ancora. Il critico d’arte Pierre Restany, ha scritto di queste immagini: “La dimensione delle immagini esalta la distesa delle risaie su l’orizzonte basso del cielo e il profilo allusivo dei reinterrati alberati, sottolineando le lineari prospettive dei canali con le cascatelle dei mulini e delle chiuse….Il risultato delle peregrinazioni della camera ispirata di Fabrizio Garghetti è favoloso: la serie di fotografie a colori tutte dello stesso grande formato stampato su tela pittorica, costituisce un panorama sbalorditivo della Pianura Padana.” -Tredici opere di Giulia Alberti tra sculture in vetro massiccio colato di Murano e “sculture-impronta” in pasta di cellulosa. Le sculture in vetro sono la cristallizzazione di movimenti d’acqua incapsulati nelle strutture di arcaici manufatti idraulici. “La materia vetro è attraversata da forme circolari e a spirale…… Con uno sguardo ravvicinato vediamo arterie e vene, verdi come linfa vitale. E’ come se un intero paesaggio fluviale con le sue memorie acquatiche ed arboree scorresse dentro quel limpido corpo luminoso…”…scrive Stefania Carrozzini. E le sculture-impronta, descritte da Gillo Dorfles : “ Giulia Alberti ha dato vita ad una serie di affascinanti ”bassorilievi” cartacei che ospitano le “impronte” che vi sono state impresse e che si estroflettono sulla grezza superficie rugosa, creando una rete di segni, di rilievi, di avvallamenti, che offrono all’insieme del contesto una loro lirica identità. Le grandi carte sono, dunque, gli equivalenti, tanto d’una pittura che d’una scultura, che vivono di “assenze” e che pertanto sono colme di magiche “presenze”. -Dieci sculture luminose di fantastici animali acquatici di Claus Joans,”genio primordiale e totemico come un uomo di domani” come lo descrive Philippe Daverio, creatore di sculture in acciaio e in policarbonato, percorse da segni, incisioni , graffiature che raccontano di luoghi fluviali e marini, raccontano delle correnti e dei movimenti d’acqua che essi hanno percorso. Claus Joans, marinaio dei mari del mondo , navigatore da sempre, che alterna il suo percorso nell’operare artistico a viaggi nelle acque dell’oceano. -Cinque sculture di pietra lavorate dall’acqua di Stefano Zucchi, raccontano del contatto primordiale tra acqua e roccia ,dove lo scorrere e scavare dell’acqua, trasforma il duro materiale in forme arrotondate che narrano di questo percorso di trasformazione. Non a caso le opere di Zucchi arrivano dalle montagne del marmo di Candoglia e dalla sorgente del Lago Maggiore e fiume Ticino. -Sette opere di Momò Calascibetta che Philippe Daverio descrive ….come una carezza la linea nera segue un disegno e lo modella, la linea nera dell’artista segue il colore e il tessuto della carne, disegnando tra luce e ombra, un chiaroscuro, un palpito nella notte della Fontana che è metafora della notte degli uomini. E la luce non filtra più dagli occhi ma dalla carne, l’acqua si erge e la sua forza invade come per i Greci e i Latini l’acqua invade e simboleggia i misteri della vita, dove nascita e morte, passato e futuro si intrecciano. Nella Piazza della Vergogna di Momò Calascibetta sgorgano le sorgenti dove i nuovi spiriti dell’acqua hanno il potere di profezia e l’opera di Momò crea i suoi nuovi oracoli attraverso i quattro fiumi che percorrono la Fontana....Nell’opera si evidenzia lo stereotipo grottesco che tutti noi abbiamo costruito nella nostra e nell’altrui immaginazione negando la possibilità di colpi di scena di meraviglia, di bello e di buono, sempre possibili all’uomo ma mai realizzati in questo luogo. Gli attori di questo dissennato carnevale sono politici e criminali, dame dell’alta società, nobili decaduti e prelati, intellettuali e artisti che tessono rapporti inconsistenti dentro una babilonia disperata che si agita tra i vortici dei giochi dell’acqua; un’ umanità vacua e disfatta, verminosa e potente, un carnevale di annoiati, vitelloni e nobili a noleggio.... -tre opere di Cosimo Barna. Cosimo Barna racconta delle correnti marine e dei branchi di pesci i cui movimenti a spirale trasformano l’acqua in un caleidoscopio di colori , racconta della vita dell’acqua e delle sue correnti attraverso fantasmagoriche pennellate di colore da cui guizza fuori la luce. Associazione Arte e Memoria del Territorio- via N.d’Apulia,12- 20125 Milano tel. 02 2828419 – cell. 3391451917 territorio@artememoria.it www.artememoria.it Ufficio stampa Cristina Pariset cristina.pariset@libero.it EVENTI COLLATERALI - musica :“Il ritorno dell’acqua “ concerto e danza -Sanesi e Sala: sabato 17, ore 17 - performance : ”La grande lemniscata, l’acqua si rigenera”,Gia Van Akker - visite al Naviglio Pavese: con la guida Francesca Petroccitto.:sab. 10 dom. 11 merc. 14 dom.18 (da prenotare) - mostra scuole : la Mappa, i Disegni, l’Esplorazione scuola Brunacci zona 5, scuola Pestalozzi zona 6. - visite ai Navigli Pavese e Grande con la guida dei bambini della 5° Pestalozzi e della 5° Brunacci - Laboratori per bambini con scultori : 1) Osservare e disegnare il Naviglio Pavese ; 2) Creazione marchingegni galleggianti sab.10,dom.11,sab.17,dom.18,( da prenotare); - agricoltura e paesaggio nel Parco Agricolo Sud Milano: Mercato agricoltori Bio zona 5 e zona 6 - proiezioni : 1)Le acque del Naviglio Pavese, 2) Le acque del Naviglio Grande 3) L’origine e del Naviglio Grande: l’acqua del fiume Ticino a Pan Perduto 4)Le acque del Naviglio della Martesana conferenze : 1) Conferenza : Villoresi e Agricoltori 2) Conferenza : Riaprire i Navigli a Milano ? 3) Valorizzare il Naviglio Pavese Orario 18-20; Per prenotazione VISITE GUIDATE al Naviglio Pavese per adulti e LABORATORI DI CONOSCENZA E LABORATORI ARTISTICI per bambini dai 7 ai 12 anni, nei giorni di sabato 10 e domenica 11e sabato 17 e domenica 18 telefonare al N° 338 8822937. Per le scuole è possibile prenotare per attività infrasettimanali allo stesso numero. Consultare per il programma completo , le date e gli orari ,sul sito: www.artememoria.it 

 pubblica: Massimo Nardi

Traetta Opera Festival X edizione: la BOHÈME di Giacomo Puccini


COMUNE DI BITONTO
UFFICIO COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE

COMUNICATO STAMPA
Al Traetta “La Bohème” di Puccini.
In scena dal 2 al 4 maggio per il Traetta Opera Festival.


Il Traetta Opera Festival giunge al clou della sua programmazione con un particolare evento in collaborazione con il Japan Apulia Festival. Venerdì 2 e sabato 3 maggio alle 20,30 e domenica 4 maggio, alle 18, andrà in scena al Teatro Traetta di Bitonto “La Bohème” di Giacomo Puccini.
L'esistenza gaia e spensierata di un gruppo di giovani artisti bohémien, costituisce lo sfondo dei diversi episodi in cui si snoda la vicenda dell'opera, ambientata nella Parigi del 1830. Simbolismo e realismo si fonderanno a parti più oniriche, quasi intime e del tutto emozionanti e a piccoli particolari di regia che faranno la differenza.


Note di regia
Puccini realizzò in pochi mesi una partitura di altissimo livello. Essa racconta con melodie e orchestrazione espressive e intense, la storia di un gruppo di bohémien legati da profonda amicizia, dalla follia della giovinezza, dall’ardore e la passione per la vita in tutte le sue forme più coinvolgenti: vino, donne, piacere, divertimento e anche amore declinati da un sottofondo malinconico ed etereo (la malattia di Mimì) e il suggestivo paesaggio della Parigi ottocentesca. Ma la vicenda esula da qualsiasi collocazione storica e temporale ergendosi a dramma universale dove anche oggi lo spettatore coglie la forza dei sentimenti e la fragilità della vita.

La Bohème è l’opera dei giovani per eccellenza in cui sogni e realtà si confondono, le passioni si intrecciano e l’amore vince su tutto, nonostante la morte.

Questa messa in scena darà luce e colore alla frivolezza giovanile sottolineando la leggerezza accattivante della quotidianità dei protagonisti per poi marcare con estrema sensibilità il dramma della povertà e della malattia con un gioco di contrasti e allusioni sceniche e registiche che renderanno lo spettacolo più che mai intenso e coinvolgente in cui il riso e il pianto sono conseguenza l’uno dell’altro come nella vita reale.


Traetta Opera Festival X edizione
in collaborazione con Japan Apulia Festival

presenta

LA BOHÈME di GIACOMO PUCCINI
Scene liriche in quattro quadri
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
(Scene dalla Vie de Bohème di Henry Murger)


Bitonto, Teatro Traetta
Venerdì, 02 maggio - ore 20.30
Sabato, 03 maggio - ore 20.30
Domenica, 04 maggio - ore 18.00


PERSONAGGI ed INTERPRETI
MIMÌ – Tomoyo Komura, Chikako Nagase, Yukiko Sughisita
MUSETTA – Miyuki Tanikawa, Mie Umino
RODOLFO, poeta – Yoshiaki Gyoten, Hiroki Kouno, Masahiro Nakagawa
MARCELLO, pittore - Kouichi Hamada, Carlo Rotunno, Seiji Ueda
SCHAUNARD, musicista - Pietro Barbieri, Nazario Pantaleo Gualano
COLLINE, filosofo – Teppei Kono
BENOIT, padrone di casa - Graziano De Pace
ALCINDORO, consigliere di Stato - Graziano De Pace
PARPIGNOL, venditore ambulante – Yuzo Ishikawa


pianoforte Piero Cassano
concertazione Vito Clemente
regia Luigi Travaglio


scene Il Palcoscenico
costumi Angela Gassi


Coro Lirico Giovanile “Città di Bitonto” – maestro del coro Giuseppe Maiorano
Coro di voci bianche “All’ottava” – maestro del coro Emanuela Aymone

con la partecipazione di
Teresa Laera

I biglietti (platea euro 20 - I ordine e palchi centrali euro 15 - altri palchi euro 10) sono acquistabili presso il botteghino del Traetta (Largo teatro, Bitonto - tel. 0803742636) e anche online sul circuito BookingShow.

Tutte le informazioni di dettaglio sono consultabili sulla pagina facebook del “Traetta Opera Festival” all’indirizzo https://www.facebook.com/officialtraettaoperafestival
[contatti stampa: 347.5966105]

ricevo e pubblico:
amalia di Lanno

TINA MODOTTI_Perché non muore il fuoco


TINA MODOTTI Perche' non muore il fuoco
dal 01/05/2014 al 05/10/2014

1 maggio – 5 ottobre 2014
Torino, Corte Medievale di Palazzo Madama


anteprima stampa

30 aprile ore 12.00, Palazzo Madama

Dal 1 maggio al 5 ottobre 2014, Palazzo Madama rende omaggio a Tina Modotti (1896 – 1942) la cui eccezionale personalità umana, artistica e politica l’ha resa una delle donne fotografe più celebri al mondo. L'esposizione, che gode del patrocinio del Comune di Torino, è ospitata nella Corte Medievale di Palazzo Madama e nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Torino Musei, l’associazione culturale Cinema Zero e la casa editrice Silvana Editoriale.

“Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo… Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente perché io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni.” (Tina Modotti, Sulla fotografia)

Fotografa, attrice, musa di artisti e poeti, attivista politica, Tina Modotti è stata una delle personalità più eclettiche del secolo scorso. La mostra copre tutto l’arco della vita di Tina, come fotografa, come modella e come musa. Ricostruisce sia la sua straordinaria vicenda artistica – che la vide prima attrice di teatro e di cinema in California e poi fotografa nel Messico post-rivoluzionario degli anni venti – sia la sua non comune vicenda umana. Una serie di ritratti e di foto "pubblicitarie" eseguite da amici e fotografi raccontano la Modotti donna, mentre gli scatti di Tina – dai "still life" dei primi anni fino alle foto di maggior impegno politico – documentano il calibro della fotografa. Con le foto realizzate in Germania e alcune copertine di riviste pubblicate fra il 1930 e il 1933 si entra nel ritorno in Europa della Modotti, che lascerà tracce indimenticabili del sul passaggio anche in Spagna e in Russia – dove era impegnata con il movimento comunista di quegli anni – chiudendo il percorso espositivo.

TINA MODOTTI

Retrospettiva
1 maggio – 5 ottobre 2014
Corte Medievale di Palazzo Madama
Piazza Castello - Torino

Info: www.palazzomadamatorino.it


Orari
Da martedì a sabato dalle 10.00 alle 18.00
(ultimo ingresso ore 17.00)
Domenica dalle 10.00 alle 19.00
(ultimo ingresso ore 18.00)
Chiuso il lunedì


Biglietti
Intero: 8 € (nel prezzo del biglietto è compresa l’audioguida).
Ridotto: 5 €, ragazzi tra i 15 e i 18 anni; aziende convenzionate; gruppi di almeno 15 unità (nel prezzo del
biglietto è compresa l’audioguida).
Omaggio: bambini da 0 a 14 anni; persone con disabilità;
dipendenti Fondazione Torino Musei; abbonamenti Musei Torino Piemonte; abbonamenti Torino + Piemonte Card (1 adulto + 1 bambino minore di 14 anni); abbonamenti Torino + Piemonte Card Junior (dai 15 ai 18 anni); guide turistiche con tesserino di abilitazione. È compresa l’audioguida.


Catalogo Silvana Editoriale
www.silvanaeditoriale.it
Ufficio stampa Silvana Editoriale
Lidia Masolini
tel. 02 61836287
e-mail: press@silvanaeditoriale.it

Ufficio stampa Fondazione Torino Musei
Daniela Matteu e Tanja Gentilini
tel. 011 4429523
e-mail: ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it

segnala:
amalia di Lanno

HANDLE WITH CARE_Conservation and Temporality of Contemporary Artworks



Fondazione Bevilacqua La Masa
Galleria di Piazza San Marco 71/c, Venezia
1 maggio – 25 maggio 2014
Inaugurazione 30 aprile 2014


HANDLE WITH CARE
Conservation and Temporality of Contemporary Artworks
Progettare e conservare l'arte pubblica: giovani artisti italiani e sloveni a confronto


Progettare l'arte pubblica in funzione della sua efficacia e durabilità nel tempo: è questa la sfida che la Fondazione Bevilacqua La Masa lancia a venti giovani artisti selezionati in collaborazione con la Moderna Galerija / Museum of Contemporary Art Metelkova (MG/MSUM) di Lubiana.

In mostra nella galleria di piazza San Marco ci sono i sei migliori progetti per un'opera d'arte pubblica contemporanea (Tomaž Furlan, Meta Grgurevič, Andrea Kvas e Nicola Martini, Rachele Maistrello, Alberto Scodro e Matej Stupica) presentati da artisti italiani e sloveni che hanno saputo rispondere in modo esauriente ai criteri di fattibilità, qualità artistica e attinenza al contesto sociale. I progetti esposti, selezionati tra i venti totali, dieci per l'Italia e dieci per la Slovenia, saranno affiancati da materiali dalla collezione del Museo MG/MSUM. Gli artisti hanno saputo proporre delle soluzioni che si distanziano dal tradizionale linguaggio monumentale e celebrativo, sperimentando l'uso di materiali inconsueti, assumendo uno sguardo critico rispetto alle dinamiche sociali e del mondo dell'arte, andando a cogliere le componenti di dialogo con il territorio nelle sue dinamiche sociali e ambientali.
L'artista vincitore, selezionato tra i sei in mostra, sarà annunciato durante l'inaugurazione dell'esposizione a Venezia e avrà l'opportunità di realizzare la propria opera nello spazio esterno antistante al museo di Lubiana: un intervento site specific che sarà visibile al pubblico dal 20 giugno 2014.
Tutti e venti i progetti raccolti saranno inclusi in un catalogo trilingue (italiano, sloveno ed inglese) che sarà pubblicato in occasione dell'installazione finale a Lubiana.

L'evento espositivo si inserisce all'interno del MACC, Modern Art Conservation Center, progetto europeo nato con l'obiettivo di realizzare un coordinamento transfrontaliero tra le professionalità tecniche e scientifiche esistenti nel campo della conservazione dell'arte moderna e contemporanea. Il progetto è finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale - cooperazione territoriale europea (FESR) nell’ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera “Italia - Slovenia 2007-2013”.


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HANDLE WITH CARE
Conservation and Temporality of Contemporary Artworks
Projektiranje in ohranjanje javne umetnosti: soočenje mladih slovenskih in italijanskih umetnikov


Projektiranje javne umetnosti glede na njeno učinkovitost in trajnost v času: to je izziv, ki ga Fundacija Bevilacqua La Masa predlaga dvajsetim mladim umetnikom, ki so bili izbrani v sodelovanju z Moderno Galerijo / Muzejem sodobne umetnosti Metelkova (MG/MSUM) iz Ljubljane.

V galeriji na trgu Sv. Marka je razstava šestih najboljših projektov za sodobno javno umetniško delo (Tomaž Furlan, Meta Grgurevič, Andrea Kvas in Nicola Martini, Rachele Maistrello, Alberto Scodro in Matej Stupica), ki so jih izdelali italijanski in slovenski umetniki, ki so temeljito izpolnili kriterije izvedljivosti, umetniške kvalitete in povezanosti s socialnim okvirjem. Poleg razstavljenih projektov, izbranih med skupnimi dvajsetimi, deset slovenskih in deset italijanskih, bodo postavljena tudi nekatera dela iz zbirke Muzeja MG/MSUM. Umetniki so predlagali rešitve, ki se odmikajo od tradicionalnega monumentalnega in slavnostnega izraza. Preizkusili so neobičajne materiale, prevzeli nase odgovornost kritičnega pogleda do družbenih dinamik in dinamik sveta umetnosti ter se osredotočili na komponente dialoga s teritorijem v svojih družbenih in okoljskih dinamikah.
Umetnika zmagovalnega projekta, ki bo izbran med šestimi razstavljenimi, bodo oznanili med otvoritvijo razstave v Benetkah. Le-ta bo imel priložnost realizirati svoje delo v zunanjem muzejskem prostoru v Ljubljani s site-specific instalacijo, ki bo na ogled javnosti od 20. junija 2014 dalje.
Vseh dvajset zbranih projektov bo vključenih v trojezičnem katalogu (italijanski, slovenski in angleški), ki bo izšel ob zaključni instalaciji v Ljubljani.

Razstavni dogodek je vključen v evropski projekt MACC, Modern Art Conservation Center, to je projekt, ki je nastal s ciljem vzpostavitve čezmejnega centra za usklajevanje tehničnih in znanstvenih strokovnih znanj na področju konzerviranja sodobne in moderne umetnosti. Projekt je sofinanciran iz sredstev Evropskega sklada za regionalni razvoj – evropsko teritorialno sodelovanje (ESRR) v okviru Programa čezmejnega sodelovanja “Slovenija - Italija 2007-2013”.
MACC Project - Modern Art Conservation Center
Moderna galerija



segnala:
amalia di Lanno

POST – Young Albanian Artists




 Shqipe, OLson Lamaj, 2007

 Endri Dani, Souvenir of my homeLAND


COMUNICATO STAMPA

FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI

POST – Young Albanian Artists
Inaugurazione sabato 10 maggio 2014 ore 18


Sabato 10 maggio alle ore 18 si inaugura la mostra POST – Young Albanian Artists frutto della collaborazione tra la Fondazione Pino Pascali e la Galleria Nazionale d’Arte di Tirana con il supporto della Regione Puglia, il Ministero della Cultura di Albania e La Fondazione Gramsci di Bari.

La mostra, a cura di Antonio Frugis e Roberto Lacarbonara, si inaugura il 10 maggio alle ore 18 presso sede della Fondazione Museo Pino Pascali a Polignano a Mare e presenta una selezione di giovanissimi artisti albanesi, con l’intento di creare una rete di scambi culturali con i paesi che si affacciano sul mare Adriatico già avviata negli precedenti.

L’intento è creare un rapporto vitale tra le due sponde dell’Adriatico, uno spazio visivo nel quale narrarsi e conoscersi, una preziosa occasione per definirsi gli uni rispetto agli altri pur conservando la propria identità per giungere , attraverso il linguaggio dell’arte, ad una pratica culturale collettiva e condivisa.

La mostra presenterà otto artisti Albanesi: Endri Dani, Yllka Gjollesha, Olson Lamaj, Armando Lulaj, Najada Mehmetaj, Remijon Pronja, Alketa Ramaj e Enkelejd Zonja. Alcuni di loro hanno studiato e vivono all’estero, altri operano in Albania e altri ancora vi hanno fatto ritorno per contribuire alla rinascita culturale del loro paese, esprimendo una pluralità di linguaggi ma uniti dalla necessità di contemporaneità e voglia di internazionalità.

La mostra sarà inaugurata dall’Assessore della Regione Puglia al Mediterraneo Turismo e Cultura Silvia Godelli, dalla Direttrice del Ministero della Cultura di Tirana Ledia Mirakaj, dal Console Generale d’Albania Ermal Dredha, dal Direttore della GKA di Tirana Artan Shabani e dal Presidente della Fondazione Pascali Sindaco di Polignano Domenico Vitto.


Il catalogo della mostra POST – Young Albanian Artists sarà pubblicato da Besa Editrice.

Coordinamento generale: Natale Parisi, Fondazione Gramsci di Puglia.

Si ringrazia Morfimare s.r.l -
La mostra sarà aperta dal 10 maggio al 15 giugno 2014
orario: dal martedì alla domenica ore 11/13 -17/21 (lunedì chiuso)
visite guidate su appuntamento.


FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
VIA PARCO DEL LAURO 119
70044 POLIGNANO A MARE (BA)
Uscita SS16 – Polignano Sud
PH/fax: +39 080 4249534
+39 3332091920

La Fondazione Museo Pino Pascali è Punto FAI, Delegazione di Bari.

ricevoe  pubblico:
amalia di Lanno

Paulo Mendes da Rocha_Tecnica e immaginazione


Paulo Mendes da Rocha
Tecnica e immaginazione

A cura di Daniele Pisani

La Triennale di Milano presenta la mostra Paulo Mendes da Rocha a cura di Daniele Pisani, che sarà aperta al pubblico dal 6 maggio al 31 agosto 2014.

La mostra vuole presentare al pubblico italiano l’opera dell’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, insignito nel 2006 del Pritzker Prize per l’architettura e tra le massime figure dell’architettura contemporanea.

L’esposizione cerca di collocare nella storia la produzione architettonica di Mendes da Rocha facendo emergere alcuni temi ricorrenti, utili a mettere in luce la rilevanza della sua opera.

Partendo da alcuni concetti cardine, alla base della produzione dell’architetto – che l’architettura sia il luogo deputato a operare un’ampia trasformazione del territorio, a modificare la topografia e a veicolare cambiamenti di tipo infrastrutturale – la mostra racconta come Mendes da Rocha si sia confrontato con le varie tipologie architettoniche e quali siano i suoi interessi e i suoi principi di progettazione attraverso un percorso tematico.

Grande attenzione è rivolta ai disegni: non solo agli impeccabili disegni tecnici dei progetti o agli schizzi a fondamento di questi progetti, ma anche ai disegni, sinora rimasti ignorati, su temi svariati, apparentemente lontani dall’architettura.

Ai disegni si affiancano le fotografie, tanto quelle d’epoca quanto quelle realizzate negli ultimi anni appositamente per la monografia, a cura di Daniele Pisani, pubblicata da Electa.

Saranno presenti anche alcuni plastici delle sue opere, tanto quelli d’epoca quanto quelli, fatti di semplici fogli di carta, che Mendes da Rocha in persona ha realizzato appositamente per la mostra.

La mostra si avvale pertanto di una notevole mole di materiali originali, provenienti in larga parte (ma non solo: un plastico e un disegno, ad esempio, sono stati concessi in prestito dal Centre Georges Pompidou) dallo studio dell’architetto:

150 tra foto d’epoca, documenti, volumi dello studio e riviste d’epoca;

oltre 200 disegni, compresi schizzi di piccolo formato; una decina di plastici; disegni digitali; foto attuali; una serie di video girati appositamente per la mostra; una serie di poltroncine Paulistano.




Orari
Martedi - Domenica
10.30 - 20.30
Giovedi
10.30 - 23.00 Ingresso
8,00/6,50/5,50 Euro


info:

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Museo di cartone: laboratorio di video/art


Il museo di cartone attraverso una proposta didattica di comprensione di storie ed elementi contemporanei invita il pubblico a cimentarsi con le immagini in movimento.

Partendo dalle più varie tematiche, tutti coloro che decideranno di essere coinvolti nell’esperienza didattica, muniti di una piccola telecamera amatoriale dovranno, dopo aver visto diversi video d’artista, raccontare attraverso un video della durata di tre minuti il proprio rapporto con il mondo secondo la propria esperienza di vita.

Il laboratorio si svilupperà in tre fasi.
La prima prevede la visione dei video di diversi artisti che si sono cimentati con la tematica scelta e la comprensione degli stessi (tematica, inquadrature, tempi, narrazione…) per concludersi con un confronto tra gli allievi.

La seconda fase sarà dedicata alle riprese video che ogni allievo svolgerà liberamente anche in ambienti esterni.

La terza fase sarà dedicata alla progettazione del contenuto multimediale che sarà svolta dai ragazzi con il supporto degli esperti Raffaele Fiorella (video-artist) e Francesca Loprieno (fotografa).

Inizio laboratorio
12 maggio 2014 ( otto lezioni da due ore)
tutti i lunedì dalle 19 alle 21

costo:
80 €

info
www.museodicartone.com museodicartone@gmail.com
349/7514783 | 329/9780906 | 320/8975032

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Il sacro svelato, iconografia contemporanea


Iconografia contemporanea_Contemporary iconography Curated by Antonio Manfredi
Artisti: Tamer Abdelaaty, Paula Sunday & Alfredo Maddaluno, Norbert Francis Attard, Ashis Gosh, Pietro Lista, Sound Barrier, Carlo Hermann, Gloria Pastore, Laura Niola, Max Papeschi, Piergiuseppe Pesce, Di Guida & Vargas, Giorgio Scotti, Yasser Gaessa, Martin Reiter, Ivan Piano, Mario La Porta, Roberta Basile, Gerardo Di Fiore

Il museo CAM presenta “Il sacro svelato, iconografia contemporanea" a cura di Antonio Manfredi, dal 9 maggio, alle ore 19.00, al 9 luglio 2014.
La mostra, che ospita opere di artisti nazionali ed internazionali, analizza il valore assunto nell'epoca contemporanea dalle nuove accezioni visive della religiosità, dalla spiritualità al consumismo, dalla ricerca dell'assoluto e dell'infinito fino al kitsch.
Che sia contemplativa, minimale o urlata, l'investigazione delle iconografie del divino nell'arte contemporanea appare specchio di una società in bilico tra sacro e profano, tra tradizione ed ironia dissacratoria.
L'ascesi ultraterrena trova mille interferenze nelle nuove divinità a cui l'uomo guarda come riferimento, la mostra Il sacro svelato, rivela questo immaginario contaminato.
Nelle opere la personale investigazione artistica appare priva di tabù che tuttavia si trasforma in soggetti portati all'estremo dal lavorio e dal pensiero.
L'ironia dissacrante investe il prototipo della religiosità popolare come per la santa suora nella campana di vetro che fa le pulizie nel divertente video di Paula Sunday & Alfredo Maddaluno, nel SuperJesus che spicca il volo come un razzo di Max Papeschi o nel Cristo grassoccio e sorridente di Norbert Francis Attard. Appaiono elementi di forte contestazione ad un rigidità teologica come per Gli angeli ribelli di Gerardo Di Fiore che volando liberi appaiono tutt'altro che asessuati, per la santa reliquia di Martin Reiter, per la Madonna di Sound Barrier che supera la sacralità mostrando il miracolo della natura umana e come per la performance di Laura Niola, che ripropone come atto liturgico il legame tra madre e figlia. Reminiscenze barocche si intravedono nel light box di Giorgio Scotti mentre volgono ad un sofisticato paganesimo gli oranti di Ivan Piano, ad un'ascesi mistica i Sufi di Tamer Abdelaaty e ad un'analisi dello sfruttamento delle immagini sacre per il merchandising nell'opera di Ashis Gosh. L'enorme Battista di Pietro Lista appare come un'icona misterica dalle sembianze robotiche e ancestrali e la delicata donna di Gloria Pastore porta sulla propria pelle la propria appartenenza religiosa facendo da contro all'installazione di Di Guida&Vargas, L'ora dell'Angelus, le cui preghiere sono rivolte alle nuove divinità capitaliste. Il dialogo con il divino arriva nei segni grafici di Yasser Gaessa e nella possibilità di sentire e vedere ovunque il rapporto tra l'uomo e il soprannaturale, nell'Ultima crociata di Max Papeschi che raccoglie un esercito di sculture sacre che volgono verso un unico punto e nelle moderne processioni pasquali, immortalate da Mario La Porta, Roberta Basile e Carlo Hermann, che raccontano il lato antropologico e sociale della religiosità contemporanea. Riferimenti, ironia e critica per una mostra da non perdere al museo CAM.


CAM | Casoria Contemporary Art Museum
Via Calore snc 80026 Casoria Naples - Italy
INFO: tel/fax +39 0817576167


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martedì 29 aprile 2014

VISIONI IN FARSI - Esplorazioni introspettive


VISIONI IN FARSI - Esplorazioni introspettive
A cura di Marialuisa Loconte
Inaugurazione 10 maggio 2014 ore 19
Chiesa di Santa Margherita – Bisceglie

In uno scenario intimo e ricco di suggestioni, la Chiesa di Santa Margherita a Bisceglie, sabato 10 maggio 2014 alle ore 19 sarà inaugurata Visioni in Farsi – Esplorazioni introspettive, una collettiva di artisti iraniani e italiani a confronto, a cura di Marialuisa Loconte.
Il viaggio esplorativo tra tradizione persiana e italiana è compiuto attraverso istantanee di vissuti reali e immaginifici, che muovono in percorsi visuali differenti culturalmente e allo stesso tempo così vicini nel motivo dominante dell’introspezione. Un gioco di scambi, di sguardi e riflessioni unici nell’esplorazione di ogni artista e colti nell’intimistica proiezione del momento vissuto e pensato.
Nessuna mediazione al pensiero, istanti fissati in sfumature di bianchi e neri tanto momentanei quanto prospettivamente atemporali .
Hooman Meyabadi, giovane artista iraniano, ferma la sua attenzione sul profilo intimo del momento del pensare. Nella sue fotografie, Qualche volta…, assorta nel suo intimo la protagonista si ferma in ambiti domestici contestualizzati in rituali puntualmente mediterranei. Le connotazioni di vuoti e pieni includono e assorbono la figura sino a condurla in una dimensione onirica e di sospensione di un luogo reale così fortemente marcato e delimitato.
Sara Dast Nama, anche lei iraniana di Esfahan, compie un percorso di sospensione, di ricerca sensoriale di identità diverse e straordinariamente percepibili sebbene allusivamente rappresentate in ombre e trasparenti visioni. Appaiono presenze inconsce, pensieri di un viaggio interiore, fermati in un Limbo di percezioni meta-reali.
Hooman Meyabadi e Sara Dast Nama si sono immersi nell’atmosfera della Chiesa di Santa Margherita realizzando un’installazione site specific per il fonte battesimale, che è elemento architettonico vicino a entrambe le culture e hanno realizzato un video La Finestra dell’amore che propone il passare del tempo visto attraverso la finestra del loro appartamento milanese, che pian piano si fa sempre meno reale e sempre più fluido e fluttuante, fino a trasformarsi da luogo metropolitano a non luogo liquido e sfuggente.
Leila Rehimian , artista persiana di Teheran, usa la fotografia come strumento per rendere visivo e visibile il suo moto interiore, il suo passaggio stridente a una condizione di libertà individuale e culturale. Leila Rehimain introduce se stessa quale elemento cardine del mutamento, il suo percorso allo stesso tempo salvifico e liberatorio appare struggente e duro. Non si tratta di un sottile passaggio, di un cambio d’abito, ma di una vera e propria trasformazione veicolata in tutte le sue declinazioni. Nel suo viaggio, passato e presente coesistono, non c’è spazio per l’oblio, ma si assiste a un continuo muoversi, spaccarsi per restare inesorabilmente congiunti in una dualità persistente e vissuta con energia malinconicamente protesa alla rottura.
Stefano Di Marco, fotografo barese tra i più raffinati ed eleganti del panorama artistico pugliese, propone una serie di scatti suadenti, delicati dal titolo Forse. Le fotografie del 1997 sono state rielaborate per la mostra e irrorate di un fascio di luce che rende l’immagine quasi iconica. Un cerchio perfetto pone gli incontri morbidi e avvolgenti come momenti di riflessione. Un faro scopre un istante nascosto in un luogo indefinito della memoria o del sogno, lo estrapola dalla sua inquietudine sommersa e lo porta ad essere scagliato di fronte allo spettatore che non può far altro che immergersi per tentare di comprendere il motore scatenante di un gioco apprensivo di trazione e redenzione.
Mad|is|dead è un fotografo barese che ha mosso le sue prime esperienze artistiche in medio oriente. In viaggio compiuto un anno fa in Iran ha vissuto incontri, emozioni e momenti filtrati incursioni culturali che difficilmente entrano nella nostra percezione. L’artista dunque ci pone di fronte a un’indagine, nasconde i suoi ritratti con una fitta rete di intarsi, legati alla tradizione architettonica persiana e perfettamente armonizzati all’ interno dello spazio espositivo. Le sue immagini vengono incastonate nelle nicchie della zona absidale della Chiesa di Santa Margherita, quasi a voler costringere lo spettatore a uno sforzo emotivo di partecipazione. Avvicinandosi alle nicchie, lo spettatore deve alienarsi dal circostante e penetrare nel mondo visivo di chi gli sta di fronte. Il confronto culturale e sensoriale è dunque la ricerca riflessiva proposta dall’ artista.
Visioni in Farsi – Esplorazioni introspettive è un progetto Market-ing srl. La comunicazione e l’allestimento sono stati realizzati nel rispetto dell’ambiente.


Visioni in Farsi – Esplorazioni introspettive
10 Maggio 2014 – 24 Maggio 2014-04-12
Orari 17:00 – 19:00 - su prenotazione al 3497843361
Chiesa Santa Margherita –Punto FAI delegazione Andria Barletta Trani
Via Santa Margherita - Bisceglie
Info: 3497843361 - marialuisa@market-ing.net - locontem@tin.it


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lunedì 28 aprile 2014

Nicola Gaudio_Terredimare



Nicola Gaudio
Terredimare
a cura di Carlo Garzia


Questi posti davanti al mare
I “posti davanti al mare” dove l’occhio di Nicola Gaudio indaga e insiste non sono certo quelli dove andrebbero all’amore le ragazze di Firenze, per parafrasare ancora la bellissima canzone di Fossati.
Dinanzi a noi scorre un improbabile boardwalk che dalla costa a sud di Bari si spinge sino all’area delle saline, lunga striatura di detriti e occlusioni, di architetture e industrie decotte, di cancelli e barriere che proteggono il nulla.
Più che luoghi, spazi che implicano comunque una connotazione storica e morfologica, si tratta di misurare quella fascia più o meno estesa che separa la terra dal mare, dove il mare è metafora più che estensione, pressione più che orizzonte, profondità più che superficie.
La terra e il mare si contaminano generando uno strano impasto e un altro immaginario, quello delle terredimare appunto, spazio e liquidità da stalker.
Come autore Nicola Gaudio ha seguito un percorso particolare, il periodo di formazione adolescenziale lo ha passato a Hoboken, piccola città del New Jersey dove esiste storicamente una forte e coesa comunità molfettese che in particolari occasioni, soprattutto religiose, arriva a duplicare gli eventi del paese di origine e questo costituisce già un interessante viatico fotografico, un vero doppio di un luogo della memoria. In America Nicola Gaudio conosce gli autori della grande tradizione “epica” del paesaggio americano, Stieglitz, Weston, Adams, Minor White, sino al ritorno in Italia in un periodo in cui si afferma già lo sguardo di un’altra generazione di autori, Shore, Eggleston, Friedlander, Misrach, Gossage tra gli altri. Questa nuova visione che punta soprattutto al colore rinnovando la tradizione straight della FSA di Walker Evans, viene riconosciuta anche in Italia grazie al lavoro di critici come Paolo Costantini (la mostra “Dialectical landscapes” è del 1987) e di autori come Mulas, prima col suo “New York, arte e persone” che documenta gli ambienti e il fare della pop art creando per la prima volta un ponte tra fotografia e arte che nulla deve alla tradizione pittorialista, e poi col gesto finale e radicale delle “Verifiche”. Dopo Mulas, Ghirri saprà mediare la lezione del nuovo paesaggio americano e legarla al paesaggio italiano, più denso e storicizzato in una visione appunto dialettica. Della prima esperienza con i classici e i maestri, Nicola Gaudio conserva un’idea metafisica del quotidiano e dell’ordinario; penso soprattutto alle immagini che si riferiscono ad una natura vegetante che si impadronisce dei luoghi abbandonati dall’uomo e a quel “velo” che continuamente limita lo sguardo come la siepe di Leopardi.
Dai nuovi protagonisti del paesaggio americano Nicola Gaudio mutua un’attenzione spesso ironica alle dissonanze, agli “uncommon places”, ai segni e ai simulacri della post-modernità, uno sguardo che ritrova se non la bellezza, almeno il senso di tutto quello che comunque e immediatamente ti dà, per sé e in sé, come pratico-inerte, direbbe Sartre, organizzato però da un innato esprit de géometrie.
Nelle terredimare coesistono una sensibilità fisica, materiale per le cose e una sfida tutta mentale che corrisponde ad una esigenza di ordine e bellezza ridefinite dallo spirito del tempo della contemporaneità e non dalla nostalgia e dal cedimento pittorialistico.
Come ha affermato recentemente Guido Guidi, autore che certamente Gaudio ha frequentato e studiato, tra un capitello e un paracarro rilevo e fotografo il paracarro.
Carlo Garzia

Castello Svevo
P.zza Federico II di Svevia
Bari
INAUGURAZIONE: 14 maggioo, ore 18
dal 14 maggio al 17 giugno 2014
aperto tutti i giorni
8:30 - 19:30
Mercoledi Chiuso

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Doppia Mentis di Vania Elettra Tam


“Doppia Mentis”
Mostra Personale d’Arte Contemporanea

opere di
Vania Elettra Tam
a cura di Gabriella Damiani

Galleria Orizzonti Arte Contemporanea
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
Ostuni


Inaugurazione sabato 3 maggio, ore 19.00
dal 3 all’11 maggio 2014
tutti i giorni dalle 10.00 alle 22.00


Sabato 3 maggio alle ore 19.00 la galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni (BR) apre le sue porte al pubblico per la mostra “Doppia MentiS”, personale dell’artista comasca Vania Elettra Tam.

Quindici opere, di cui cinque realizzate appositamente per l’occasione, mettono in scena lungo le pareti della galleria, un racconto visivo che gioca con sapiente ironia sul tema del doppio e dell’universo alternativo. Come nella sofisticata e brillante commedia Sliding doors (1999), in cui Gwyneth Paltrow può vivere una vita raddoppiata e dagli esiti opposti a seconda del diverso chiudersi ed aprirsi delle porte di una metropolitana, dal 2012 a oggi, ombre, prima, e mondi capovolti, poi, abitano le tele di Vania Elettra Tam per rappresentare i tanti possibili sguardi di ognuno di noi su se stesso, sull'umanità e sulla società contemporanea, sulle nostre fobie e sui nostri sogni, sul desiderio di ritrovare i nostri valori e gioire della nostra vita. Il titolo stesso della mostra, Doppia MentiS (anagramma di ‘sdoppiamenti’), rimanda alla creazione di un’atmosfera ben lontana da quella mitologica di Narciso ma vicina a quella del sogno lucido. L’utilizzo stesso dell’autoritratto, cifra distintiva del lavoro dell’artista, diventa sempre più pretesto per scomporre l’Io nella sua dimensione “finita” (quella della quotidianità, dell’“incapsulamento” in spazi chiusi nei quali si è costretti a trascorre la maggior parte della nostra esistenza) e nella sua dimensione “infinita” (quella della rottura degli schemi e della disobbedienza alle regole, quella della possibilità di lasciarsi andare all’istinto).
Due i cicli pittorici in mostra. Il primo propone il tema del doppio e dell'universo alternativo attraverso la proiezione delle ombre del mondo reale: in esse si cela il desiderio di far emergere il bambino che ognuno porta dentro, ma che solitamente tende a reprimere. Ma, quel mondo di ombre è un mondo in cui tutto pare avvenire a livello inconscio, come in una sorta di sogno, quasi un ricordo lontano. Nel secondo ciclo, invece, il mondo reale è separato (e unito) a quello alternativo da una linea immaginaria, quella dell’orizzonte. L’immagine del disopra, nella riflessione speculare, non corrisponde esattamente a quella del disotto, è una forma di protesta, un cosciente segno di ribellione e disobbedienza alle regole del gioco. Eppure, quella linea, quell’orizzonte, che le unisce e le separa, sembra parlarci di una forza superiore, che costringe i due mondi a restare uniti nonostante in loro vi sia il palese desiderio di andare in direzioni opposte.
Dal punto di vista iconografico, nel passaggio da un ciclo all’altro, si avverte l’urgenza dell’artista, di sintetizzare l’immagine e ridurre la tavolozza cromatica per non cedere alla tentazione di colmare i vuoti e raggiungere non la semplicità, ma una segreta complessità.

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Galleria Orizzonti Arte Contemporanea
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)

Inaugurazione: Sabato 3 maggio, ore 19.00
Dal 3 all’11 maggio 2014
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 10.00 alle 22.00
Tel. 0831/335373
Cell. 348.8032506

www.orizzontiarte.it
info@orizzontiarte.it
f: orizzontiartecontemporanea


Comunicato stampa a cura di Flavia Lanza
FLPress | ufficiostampaflpress@gmail.com | cell. 340.9245760


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