Vertèbre de poisson, 1933© Charlotte Perriand Archives (Paris)
Galleria CARLA SOZZANI presenta: Charlotte Perriand
A cura di Jacques Barsac e Enrica Viganò, dal 6 aprile al 4 maggio 2014
Architetto, urbanista,
progettista collaboratrice di Le Corbusier, viaggiatrice solitaria e
instancabile, unica per ingegno e anticonformismo, Charlotte Perriand è
stata una protagonista del design del Ventesimo secolo e ha influenzato
il modo di abitare
contemporaneo.
Nel corso degli anni ’30 parallelamente alla sua attività di designer,
si dedica alla fotografia, attraversa l’Europa realizzando immagini che
poi diventano fonte d’ispirazione per i suoi progetti, elementi
d’arredo, ma anche vere e proprio opere d’arte.
I soggetti si susseguono in un gesto di scelta
intuitiva: registra, annota, imprime le forme (e le idee) che catturano
la sua attenzione. E così la struttura metallica di un ponte, la trama
della rete di un pescatore, un sasso diventano punti di partenza per la
creazione dei
suoi tavoli, librerie e poltrone.
La scoperta di alcune centinaia di negativi, conservati negli Archivi di
Charlotte Perriand, è stata l’occasione per presentare e indagare, in
maniera ampia e articolata, il suo lavoro fotografico. Questa mostra si
propone di far conoscere il suo lavoro fotografico, meno noto
al grande pubblico ma che ha svolto un ruolo importante nella
costruzione del suo immaginario creativo.
La fotografia, a cui Perriand dedica diversi anni della
propria
carriera, è stata il laboratorio della sua ricerca visiva e filosofica e
il manifesto del suo impegno politico. Accanto ad alcune delle sue
opere di design, vintage e moderne, diventate vere icone del XX secolo,
la Galleria Carla Sozzani presenta una selezione di 55 fotografie
provenienti dal Museo Nicéphore Niépce e dall’archivio di Charlotte
Perriand.
La sua ricerca fotografica s’iscrive all’interno del movimento delle
avant-garde, in cui pittori, architetti e fotografi lavorano fianco a
fianco in un clima di condivisione e dove ogni
spressione si arricchisce dello “sguardo” dell’altro.
E’ con questo spirito e grazie all’amicizia con Fernard
Lèger e Pierre Jeanneret che Perriand inizia a collezionare e a
fotografare gli oggetti che trova nella natura: ossa, scheletri, rocce,
radici, pietre…
“I nostri zaini – come lei stessa scrive – erano pieni di questi
tesori…che noi battezzammo con il nome Art Brut ».
Tra il 1933 e il 1937
porta avanti la sua sperimentazione
otografica, con la serie “Art Brut” e “Objets Trouvés”, rifacendosi
all’idea di un ritorno alla natura intesa come bellezza primordiale,
purezza delle linee e forza della materia. un viaggio in Giappone.
Charlotte Perriand non ha mai esposto o pubblicato il suo lavoro
fotografico, ad eccezione di alcuni fotomontaggi realizzati su
commissione pubblica. Le sue fotografie come
espressione di una peculiare creatività, sono state rivelate in parte
nella mostra retrospettiva al Centre Pompidou a Parigi nel 2005 e nella
mostra “Modernism, Designing a New World, 1914-1939” al Victoria and
Albert Museum a Londra nel 2006; e successivamente nella mostra
“Charlotte Perriand, de la photographie au design” al Petit
Palais di Parigi nel 2011 e infine nel 2012 “Charlotte Perriand, la
photographie pour un autre monde” presso il Musée Nicéphore Niépce a
Chalon sur Saône, Francia.
segnala:
amalia di Lanno