venerdì 31 maggio 2013

TARSHITO-BEATITUDINE-EdicolaRara-Terlizzi (BA)-8 giugno 2013-ore20.00


EDICOLARARA Progetto Insight

8 giugno – 18 luglio 2013

Tarshito – “Beatitudine”

a cura di Maria Vinella

coordinamento di Paolo De Santoli

Terlizzi, Via de Cristoforis

Inaugurazione 8 giugno – ore 20.00.



Artista, architetto e designer, Tarshito sperimenta forme/figurazioni plurali per realizzare sculture, dipinti, oggetti, installazioni dedicati ad un concetto di arte intesa come comunicazione tra mentale e spirituale, tra pensiero e progetto, tra ideazione e meditazione. Con materiali naturali quali cristalli e pietre, metalli e legno, ceramica e tessuti, pigmenti pittorici e carta, l’artista realizza lavori in grado di coinvolgere l’osservatore non solo attraverso l’interpretazione cognitiva ma anche attraverso l’emozione sensoriale.
Suoni, profumi, colori, materie, elementi vegetali e minerali, rendono fortemente suggestive le opere che, nella fusione di immagine e parola, mettono in atto una filosofia dell’arte intesa come terapia di cura dell’Essere. Da anni, la ricerca dell’artista è legata al grande bisogno di creatività e spiritualità dell’uomo e della donna del mondo contemporaneo.
Nelle opere, difatti, ritroviamo il desiderio di armonizzare le energie del vivente con le forze dell’universo, le pratiche naturali e i processi ideativi, le potenzialità intellettive e le abilità sensoriali. Le operazioni artistiche di Tarshito - frequentemente realizzate con ottica interculturale in cooperazione con artisti-artigiani di tutto il mondo - sono evocatrici di magiche simbologie proprie di tradizioni e culture antiche, destinate all’incontro con i nostri sguardi e con le nostre menti.
Per l’artista, l’arte è innanzitutto un catalizzatore di energie, espansione creativa collettiva, operazione etico-estetica di condivisione, capace di sensibilizzare e invitare alla riflessione, all’impegno, alla responsabilità.
L’operazione “Beatitudine” è un intervento creativo di meditazione corale. E’ basata sulla collaborazione tra artista e visitatori, ai quali verrà donato un biglietto contenente una parola o frase sacra e una piccola candela. All’interno dello spazio dell’installazione, in un’atmosfera magico-sacrale, l’artista utilizzerà frasi e parole, luci di candela, suoni di singig bowls o gong, per realizzare il rituale della nascita della “Beatitudine”.


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OSHO RAJNEESH, "IL LIBRO DELLE MEDITAZIONI"


… DEVI GUARDARE LA FIAMMA FINCHÉ GLI OCCHI NON INIZIANO A LACRIMARE.
DI FATTO LA TECNICA DELLA CONTEMPLAZIONE NON HA NIENTE A CHE VEDERE CON L'OGGETTO,
E’ IN RAPPORTO AL MODO IN CUI SI GUARDA.
PERCHE’ QUANDO GUARDI UNA COSA SENZA BATTERE LE CIGLIA,
TI CONCENTRI.
LA MENTE PER SUA NATURA SI SPOSTA DA UN OGGETTO ALL'ALTRO,
E’IN MOVIMENTO COSTANTE.
SE FISSI L'OSCURITÀ O UNA LUCE, SE FISSI VERAMENTE, I
L MOVIMENTO DELLA MENTE SI INTERROMPE .
L'IMPORTANTE E’ FERMARE COMPLETAMENTE LA MENTE TRAMITE LA CONTEMPLAZIONE,
METTERLA A FUOCO, COSI’ DA ARRESTARE IL MOVIMENTO INTERIORE, L'IRREQUIETEZZA.
TU GUARDI SEMPLICEMENTE, SENZA FARE NULLA.
QUESTA CONTEMPLAZIONE PROFONDA TI TRASFORMERÀ COMPLETAMENTE.
DIVENTERÀ UNA MEDITAZIONE.”




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EDICOLARARA Progetto Insight

Nel centro storico di Terlizzi, tra le architetture medioevali, una porta arabo-normanna custodisce “EdicolaRara”, spazio dedicato all’arte visiva contemporanea. Luogo di passaggio per il tempo, quasi sospeso tra passato e presente, luogo dal rilevante valore architettonico e storico posto nel cuore della città, luogo di contemplazione per lo sguardo, “EdicolaRara” accoglie, da anni, operazioni di valorizzazione ambientale-culturale.
Nel 2013 nasce “EdicolaRara Insight, progetto di ricerca visiva dedicato all’arte site specific e realizzato in collaborazione con cinque artisti italiani, ideato dall’artista Paolo De Santoli e curato dal critico Maria Vinella. Tarshito è il primo artista invitato al progetto.
Insight è letteralmente “visione interna”, e si traduce in “intuizione”. L'intuizione in filosofia indica quel tipo di conoscenza immediata che non si avvale del ragionamento o della conoscenza sensibile. Dal latino intueor (composto da in = “dentro” + tueor = “guardare”, cioè “entrar dentro con lo sguardo”), rappresenta una forma di sapere non razionale.





(Info: EdicolaRara 338.7674491)

Aperte le selezioni per il Festival di Capri

Finalissima a Capri del Festival delle Belle Arti e della Cultura del XXI sec.
Dal 16 al 23 Agosto il Museo Fondazione Cerio e la Galleria d'Arte Isola di Capri saranno lo scenario della tappa conclusiva dell'importante rassegna. Aperta la partecipazione a nuovi artisti e maestri. Si terrà a Capri - una tra le mete più ricercate e raffinate delle estati mondane, sede del jet set, di vip e noti stilisti – l’evento conclusivo del Festival delle Belle Arti e della Cultura del XXI Secolo. Infatti, dopo le tappe di Porto Cervo (luglio 2011), Cortina d’Ampezzo (marzo 2012), Roma (novembre 2012) e Firenze (maggio2013) sarà proprio l’isola campana ad essere piattaforma per i maggiori artisti del panorama contemporaneo italiano ed estero. Potranno partecipare alla mostra i grandi maestri della tradizione, che presenteranno i loro pezzi “di repertorio” in opere dal sapore figurativo, tradizionale e a tema libero. Tuttavia ampio spazio sarà anche destinato all’informale e all’immateriale, alle installazioni, passando per la computer art sino alla body art e agli happenings. Curatore della mostra è il critico d’arte Daniele Radini Tedeschi, il quale ha progettato accanto all’esposizione centrale del Festival, anche un padiglione collaterale intitolato “Paradiso” , in cui verrà analizzata la tematica della sublimazione e della regalia. In tal caso vi sarà un’esposizione di opere ispirate all’estetica paradisiaca, che sarà la base del Manifesto del V°Stile.Il Festival quindi raccoglierà molti dei partecipanti delle varie tappe itineranti, ma darà la possibilità anche a nuovi e promettenti artisti di aderire proponendo la loro candidatura (inviando, ENTRO DATA 24 GIUGNO, almeno cinque fotografie di opere in fo mato jpg unitamente a breve curriculum artistico munito di recapiti telefonici all’email arte.rosadeiventi@libero.it). La rassegna, corredata dal catalogo della mostra, sarà organizzata da “La Rosa dei Venti” , ente che da anni promuove l’arte con esposizioni in sedi istituzionali quali il Rettorato dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, il Museo Venanzo Crocetti, il Museo Bellini e altri importanti istituti di cultura. Il vincitore dell’intero Festival avrà una monografia critica a colori, comprensiva di tutta la sua produzione artistica più rilevante. Alcune tra le più prestigiose gallerie, italiane ed estere, stanno contribuendo con segnalazioni dei loro migliori artisti, proponendoli alla commissione scientifica formata, oltre che dal curatore Radini Tedeschi, anche da art director, storici dell’arte e banditori di case d’asta, tra cui Egidio Maria Eleuteri, Fabrizio Romiti, Sergio Rossi. L’evento è svolto con il patrocinio del Comune di Capri e del Museo Fondazione Ignazio Cerio. 
TERMINE DI CANDIDATURA 24 GIUGNO 2013
Web www.loac.it
Facebook https://www.facebook.com/pages/Capri-Festival-delle-Belle-Arti-e-della-Cultura/461913427214445
Email arte.rosadeiventi@libero.it
Info Relazioni Esterne, cell. 333 611 08 56 - negli orari 16.00-18.30 La Rosa Dei Venti



ricevo e pubblico
Massimo Nardi

Varese scopre la pittura dell'artista Elisabetta Trevisan, con la sua mostra personale “Di tempo in tempo”


Sarà inaugurata sabato 8 giugno alle 18:30, presso le Sale Nicolini, la prima esposizione varesina della pittrice veneta Elisabetta Trevisan; un'artista già affermata nel panorama italiano, e non solo, ma forse ancora poco nota nella nostra Provincia.
Il Comune di Varese ha messo a disposizione della pittrice le storiche sale del centro cittadino in modo da poter offrire ai visitatori un'ampia ed esaustiva antologia del suo percorso, volto ad indagare la Realtà per poi tradurne le forme e le sembianze in una dimensione metafisica, intima e mentale.
La poetica di Elisabetta Trevisan si concentra principalmente sulla visione del quotidiano che sconfina con l'altrove: attimi di un racconto che non è più e non è ancora, sospeso in un tempo dilatato eppure riconducibile, per la luce e i colori, ad una determinata stagione o ad una certa ora del giorno. Il lento trascorrere del tempo, colto nella sua ciclicità, trasmette un profondo senso di comunione con la natura, una predisposizione d'animo serena nei confronti dell'esistenza e delle sue mutevoli manifestazioni. Il gusto per i dettagli, la cura amorevole per il particolare e la raffinatezza tecnica che sfiora il virtuosismo rivelano un'attenzione vivace e curiosa per il mondo circostante ma anche il desiderio di immergersi nella propria realtà -e nell'opera in divenire- in silenzio e in solitudine, condizione mentale fondamentale per interiorizzare i segni del reale e rielaborarli in una propria, personalissima, visione.  
I soggetti privilegiati delle sue composizioni sono paesaggi, interni di giardini, still life e giovani donne dai tratti ora alteri, ora più soavi, che incarnano una femminilità consapevole e aggraziata, lontana dagli stereotipi dei nostri giorni. I loro volti appaiono assorti in pensieri indecifrabili, ed è proprio il loro mistero a renderle così seducenti ai nostri occhi. Calate in scene di intimità domestica o nelle vesti di celebri eroine epiche e letterarie, sanno condurci in un mondo in bilico tra reale e irreale, pervaso da un'atmosfera magica e preziosa, delicata ma immediata; un mondo di colori tersi e brillanti, di luci calde e avvolgenti, di riferimenti simbolici insoliti e curiosi che stimolano la nostra fantasia e ci invitano ad accostarci ai segreti della vita. Un mondo incantato, ideale e onirico ma verosimile, quanto quei sogni piacevoli da cui non vorremmo più svegliarci.




ELISABETTA TREVISAN è nata a Merano, vive e lavora a Treviso.
Si dedica da sempre alla pittura a tempera e tecniche miste (pastelli, acquarelli) su pannelli di mdf. Non dimentica le arti applicate alla ceramica, vetro, legno, tessuti, superfici intonacate nonché trompe l’oeil e cartapesta.
Ha realizzato come illustratrice un mazzo di 78 tarocchi da collezione per “Lo Scarabeo” ed. d'arte - Torino; un libro sul Parco Naturale del Sile per la Provincia di Treviso; le scenografie di un film d’animazione per la TV con il gruppo teatrale “Gli Alcuni”. Ha collaborato con la rivista “Pagine di Ecologia” della Provincia Autonoma di Bolzano.
Ha esposto le sue opere presso gallerie e fiere d’arte a Este, Ferrara, Grosseto, Merano, Padova, Pordenone, Salsomaggiore, Treviso, Trieste, Torino, Venezia ed all’estero a Monaco di Baviera, Strasburgo, Marsiglia, Norcross (GA – USA).
Sito personale:
http://www.equilibriarte.net/site/elisabettatrevisan


“Di tempo in tempo” - Mostra personale di Elisabetta Trevisan
8 - 23 giugno 2013
a cura di Emanuela Rindi
con la collaborazione del Comune di Varese

INAUGURAZIONE:  SABATO 8 GIUGNO, ore 18.30
Sale Nicolini
Via Sandro Nicolini, 2 – 21100 VARESE
ORARI
Venerdì, Sabato e Domenica 15:30 – 18:30
Gli altri giorni su appuntamento (info@rindiart.it | Tel. 338 719 66 66).
INGRESSO LIBERO

Ufficio Stampa: Rindi Art  |  info@rindiart.it
Ricevo e pubblico 
Massimo Nardi

giovedì 30 maggio 2013

Stanchi della maratona veneziana? Riprendete forma al museo. Con le lezioni di yoga del MAXXI



Si comincia dopodomani: se sarete di ritorno dalla sfiancante maratona veneziana, ma  già in astinenza da arte contemporanea, il MAXXI è il posto che fa per voi. Per rilassarvi. Già, perché insieme a Manuela Borri Renosto, Jayadev Jaerschky, Antonio Nuzzo, Dario Doshin Girolami e Paolo Ricci, ogni sabato potrete sperimentare le tecniche dello yoga. 
A soli 25 euro potrete seguire gli appuntamenti che metteranno in pratica discipline di Mantra, Tantra, Hatha, Ananda Yoga e Meditazione Zen, con un ingresso al museo. 
«In un momento in cui sembriamo vivere tutti sull’orlo della rabbia – dice Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI – queste pratiche possono aiutarci a ritrovare pace e risvegliare la creatività. Per questo ho voluto fortemente YOGA AL MAXXI, e mi piace immaginare la piazza del museo come Times Square in occasione del Solstizio d’Estate, quando migliaia di Yogi celebrano l’arrivo della bella stagione».
I musei non vi hanno mai tenuto così in forma, vero? segnala exibart

Franco Battiato: connubio con il Museo Macia a Venezia in concomitanza con La Biennale



FRANCO BATTIATO


(…) Emergono così, dalla pagina dipinta, i nuclei concettuali più significativi intorno ai quali si svolge la sua riflessione sull’arte: il tempo, la memoria, la storia, la bellezza, la ricerca di una figurazione che esplori l’invisibile, lasciandolo affiorare sulla superficie della tela con immagini suggerite da una necessità tutta interiore. Chi si avvicina a questa pittura è costretto dal suo autore ad una rivelazione lenta, raggiunta a forza di sguardi progressivi. Il pensiero deve riconquistare un senso di circolarità, un tempo contemplativo carico di tensione (…)
Oltrepassando il confine che stabilisce il limite fuori del quale non vi è, secondo il pensiero corrente, che anacronismo, la pittura di Battiato sembra riappropriarsi di una dimensione immemore, dalla quale trarre tutte le potenzialità per realizzare l’opera concepita dallo spirito. Dimensione che non rappresenta un luogo astratto, ma un luogo concreto nel quale origine e meta si intersecano, dove la vicinanza culturale e spirituale con gli autori del passato, renda chi vi si accosta capace di annullare il divario temporale che li separa. Laddove infatti la storia decreta una rottura con il passato, l’arte può al contrario risanarla…
(…)
Nel campo pittorico bagnato d’oro si iscrivono profili consueti all’occhio dell’evocazione e della memoria: volti che si guadagnano il primo piano della rappresentazione, immersi in un’atmosfera effusa per rarefazione e luminosità; corpi e visi di una bellezza vaga, diafana, smaterializzata, che danno forma ad atti di raccoglimento, di immersione nel silenzio, mediante i quali si emancipano dalle forze oscure dell’irrazionale.
(…)
Battiato trova la sua coerenza nell’allegoria di un cammino dello spirito.  Qui, certo, è evidente la riapertura dello scrigno prezioso degli antichi quadri bizantini, il monito di alcune tavole medievali, che confermano all’autore la validità della sua visione, nel richiamo all’attenzione ed alla meditazione che rivelano, nella quiete austera che esigono, all’imperativo spirituale che trasmettono. (…) Dipinti dove il simbolo e l’elemento lirico prevalgono nettamente sul dato narrativo; Battiato ne tesse la trama diluendo il tempo dell’azione, che così non si esaurisce né si consuma, perché non è svolgimento né consequenzialità, ma proposizione: e per creare uno spazio di risonanza in accordo con il sentimento che lo sostiene, affida alla solennità ed alla sospensione dei gesti e delle positure un ruolo preminente.

Tratto dal catalogo della mostra “Prove d’autore”, Milano, Skira, 2010.

  SULLA PITTURA DI FRANCO BATTIATO


Non è oggi cosa insolita trovare, fuori dai luoghi consacrati dell’arte contemporanea, dai templi invasi dall’accademismo trionfante, una modernità schietta,  capace di sfidare la via tracciata dall’ironia facile e scontata dei critici che danno, ormai, ogni esperienza per compiuta. Non è insolito ravvisare in chi si abbandona al disinteressato ‘diletto’ dell’arte, fenomeni di estrema nitidezza espressiva, frutto di ricerche personali, che sfuggono alla presa dello schematismo imposto dalle chiuse dottrinali dominanti. È questo il caso di Franco Battiato il quale, libero da dogmi stilistici di ogni genere, può permettersi il ‘lusso’ di contrapporre all’allineamento un’indagine autonoma, critica, cosciente, che si insinua nelle maglie di un mondo dove musicalità e figurazione sembrano fondersi in una sorta di mistica unione, dando vita ad un’esperienza estetica assai particolare, essenziale e pur lirica, di inattesa potenza evocatrice.
La galleria di immagini proposta, che trova proprio nel rapporto fra musica e pittura il suo tema conduttore, ricompone la sequenza del percorso pittorico di Battiato, nel quale il dipinto diviene rappresentazione di un universo personale, dove la purezza del segno e del suono musicale vivono in tensione dialettica; un universo nel quale la figura umana respira e si muove al ritmo di un suono limpido, prolungato, evocante ricordi di trascorse fioriture.  Viene da pensare a quanto scriveva Debussy – L’arabesco musicale, o piuttosto il principio dell’ornamento, è alla base di tutte le forme d’arte – ; viene da evocare l’incantamento, o piuttosto  il passaggio ad  uno stato sognante e visionario, che dà l’incontro, talvolta dirompente, con la musica dell’anima.
Una realtà interiore che sarebbe impossibile imbrigliare completamente in una rappresentazione, ma che tuttavia può affiorare per simboli, per elementi essenziali: lo spazio del dipinto è un ulteriore campo nel quale condurre la propria ricerca esistenziale, ed è come un vagheggiare in un magma sensitivo, a tratti indistinto, di un monologo intimistico.
Così la pittura – l’Arte – svela di questo universo l’essenza più profonda, ne diviene strumento di conoscenza, si eleva ad esercizio del quale l’artista si serve per migliorare se stesso e la propria interpretazione del reale, e con il quale tenta l’intuizione del visibile avvicinando un’analisi intellettuale che denuncia l’ambizione di raggiungere una profonda intuizione dell’essere. Battiato delinea così, in maniera estremamente lucida, la propria concezione dell’arte, la scelta estetica del proprio linguaggio pittorico, la sublimazione fra questo e le altre forme dell’attività artistica.
Tutto vibra e risponde alla sua esperienza sensibile che, ça va sans dire, va ben al di là della riproposizione del dato naturalistico (pur difendendo, de facto, il valore iconico dell’immagine): forma e spazio si coagulano su un piano indefinito, nel quale vivono asimmetrie che svelano la raffigurazione di soggetti – ed oggetti – secondo una formula interiore, intima, essenziale. Forme e tinte pure, spinte al massimo valore dall’accostamento con fondi oro o profondità monocromatiche, immagini (predilette della sua contemplazione) alle quali è conferita la levità dell’apparizione, e che crediamo poi stemperarsi nell’evanescenza della trama della luce del fondo.
Si è spesso parlato, a proposito della pittura di Franco Battiato, di una reinterpretazione dell’arte bizantina, passando per i primitivi toscani del XIII e XVI secolo. Credo che Battiato senta tutto il fascino dell’armonia legata ai principi del rigore, e ciò non può che riscoprirlo nello studio dell’arte antica, nel monito di alcune icone bizantine, con il loro richiamo alla disciplina, alla meditazione, al raccoglimento solenne ed austero che ne è indispensabile premessa. In una parola, credo che Battiato ceda a quell’imperativo spirituale, facendo della tela un mezzo che restituisca la potenza del pensiero che è nell’atto di esprimersi.
Ma come legare il coinvolgimento denso di umori di malinconica inquietudine, con la ieraticità risoluta delle icone antiche? Come profondere la complessità di un temperamento impaziente, assetato di conoscenza, in una griglia di imperturbabilità? Lo scandaglio dell’anima è necessariamente anche inquietudine, e non rimane mai immune dalla denuncia dell’ombra.  Se un legame stilistico esiste, è subordinato al fatto che quel codice abbia la capacità di esprimere il modo di sentire dell’artista o, se vogliamo, di interpretare un significato, senza il quale la forma, astratta o figurativa che sia, rimane vuota.
L’opera d’arte, nella longhiana accezione, è sempre un capolavoro “squisitamente relativo”, che sta ancora in rapporto con altre opere d’arte; si può forse parlare, nel caso di Battiato pittore, di una vicinanza con una cultura nella quale è dominante lo studio di ciò che nell’uomo è sedimento antico ed universale. È, stilisticamente, l’atto sicuro di chi sa che non deve necessariamente passare per l’azione sacrilega e oltraggiosa della storia, per raggiungere un’autenticità di espressione. E sarebbe altrettanto fuorviante, per contro, voler riportare Battiato in un tempo che non gli appartiene, limitando la sua ricerca ad un decorativismo di maniera che si scontra con la volontà di voler comunque riprodurre l’eco interiore di uno stato d’animo, il mutamento incessante delle condizioni dell’essere.
Il passato avvolge insieme il presente ed il futuro, legandoli in una relazione tanto libera quanto estranea da propositi di creazione di programmi d’azione e definizione di valori estetici  universalmente condivisibili.  Segue solamente la sua storia individuale, la sua evoluzione. Questo rende l’arte di Franco Battiato un’ autentica speranza. 

                                                                                                          Elisa Gradi

(Testo pubblicato per il “Libro d’Artista” Gilgamesh, prezioso volume a tiratura limitata – centocinquanta esemplari – pubblicato nel Dicembre 2007 per le Edizioni della Bezuga di Firenze. Il volume, incentrato sull’opera lirica Gilgamesh, composta da Franco Battiato ed eseguita nel 1992 al Teatro dell’Opera di Roma, contiene tre riproduzioni litografiche di opere originali realizzate dall’autore in epoche diverse, ed ispirate al celebre poema epico sumero).

PRESS OFFICE DANIELA LOMBARDI 339-4590927 0574-32853

"EMILIO GRECO. La vitalità della scultura"



La Fondazione Carichieti celebra il centenario della nascita di Emilio Greco (Catania 1913-Roma 1995) presentando nelle sale di Palazzo de’ Mayo a Chieti, in collaborazione con gli Archivi Emilio Greco di Roma e con l’Opera del Duomo di Orvieto, una grande mostra di sculture e disegni che documentano quasi quarant’anni di inesausta attività creativa, dal 1947 al 1987. Sarà questo un evento particolarmente rappresentativo nel contesto di una serie di importanti mostre che, sotto l’egida di un prestigioso Comitato per il centenario della nascita di Greco, renderanno omaggio al grande artista anche ad Orvieto (dal 22 giugno, nel Museo Emilio Greco), Roma (Museo di Roma in Palazzo Braschi) e Londra (Estorick Collection of Modern Italian Art). 

La mostra, curata da Gabriele Simongini e centrata sul tema del corpo nell’opera di Greco, presenterà sedici sculture fra bronzi, terrecotte, gessi e cementi, oltre ad un pregevole scelta di 26 disegni, quasi esclusivamente divisi fra quelli che esemplificano alcuni fra i motivi più sentiti dall’artista siciliano (l’avvolgente sensualità del corpo femminile, il volto di donna e gli amanti, in primis, e poi, benché più rari, l’autoritratto, la maternità e via discorrendo) e quelli a tematica sportiva. Le opere provengono dagli Archivi Greco di Roma, dal Museo Emilio Greco di Orvieto e da collezioni private. 
Greco è stato senza dubbio uno dei maggiori scultori italiani del secondo ‘900, come ha sancito anche il Gran premio per la scultura alla Biennale veneziana del 1956. La sua fama è internazionale e le sue opere sono, tra l’altro, conservate nei più prestigiosi musei di tutto il mondo, dalla Tate Gallery di Londra all’Ermitage di San Pietroburgo, dal Museo Puskin di Mosca all’Open-Air Museum di Hakone, dai Musei Vaticani alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, solo per citarne alcuni. Fra i suoi lavori più celebri basta ricordare le Porte della Cattedrale di Orvieto, il monumento a Papa Giovanni XXIII in San Pietro, il monumento a Pinocchio di Collodi.
Nel contesto di una ricerca essenzialmente figurativa, Greco ha però saputo rinnovare costantemente la forma plastica per raggiungere una pienezza e totalità di vita (evidente ad esempio nelle sensuali figure femminili) che costituisce forse la sua qualità essenziale. Il grande scultore catanese ha così conquistato una cifra totalmente personale muovendosi liberamente ed originalmente fra un ampio panorama di riferimenti: la scultura etrusca, la ritrattistica romana, il manierismo (il Giambologna, ad esempio), il barocco, le ricerche di Arturo Martini, Marino Marini, ma anche di Moore e Pevsner. Dall’opera scultorea di Greco promanano una profonda carica di umanità, una misura classica e una dolce sensualità, nonché una vena malinconica, che rivelano un’attitudine lirica confermata anche dalla sua vocazione di poeta, sia pur umile ed appartato a cospetto della sua attività maggiore. 
Il catalogo, edito da Allemandi, conterrà le riproduzioni delle opere esposte a Chieti, i saggi di Gabriele Simongini ed Elisabetta Cristallini ed un ricordo di Antonella Greco (figlia dell’artista), oltre ad una sezione relativa alla mostra di Orvieto incentrata sull’arte sacra del Maestro e curata da Alessandra Cannistrà (curatore del Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto) con un saggio di Francesco Buranelli. 
Durante la mostra sarà proiettato il documentario realizzato da Franco Simongini per la Rai e dedicato ad Emilio Greco. 
Segnala
Massimo Nardi

Michele Roccotelli in mostra >>> European Parliament Area " Escalator space" Brussels


SUDPROGETTI 
arch. Luigi Roccotelli
via Latilla ,15
70122 Bari.

mercoledì 29 maggio 2013

BEYOND THE NATURE



SPAZIO ORLANDI (PROGETTI SPECIALI) PRESENTA:


BEYOND THE NATURE a cura di Pietro Di Lecce, Andrea Lacarpia



Artisti: Mirko Canesi, Nicola Caredda, Federico Lanaro, Silvia Mei, Paolo Pibi
Luogo: Spazio Orlandi, via Vespri Siciliani 16/4, Milano
Date: dal 4 Giugno al 18 Giugno 2013
Vernissage: martedì 4 giugno ore 18:30
Orari e Giorni per visitare la mostra:
Dal Lunedì al Venerdì dalle 10.30 alle ore 18.30 su appuntamento

COMUNICATO STAMPA:
Martedì 4 giugno a Spazio Orlandi inaugura “Beyond the nature”, mostra collettiva nella quale verranno approfondite le problematiche del rapporto uomo-natura attraverso le opere di quattro giovani artisti. Lo spazio espositivo si trasformerà in una sorta di fantasioso giardino grazie alla predominante paesaggistica nelle opere esposte, pur nelle differenze stilistiche di ogni artista.
Il termine Natura, comunemente associato all’immagine di un paradiso contrapposto all’umanità e alle sue manipolazioni, indica invece tutto l’insieme degli esseri viventi ed inanimati, compreso l’uomo nel proprio ambiente costituito anche dai prodotti del lavoro. La separazione tra mondo naturale ed artificiale è l’astrazione del pensiero che ha accompagnato l’industrializzazione: venendo meno l’artigianalità, l’oggetto prodotto dall’uomo è divenuto merce, un ente estraneo dotato di una propria vita autonoma che può diventare ostile al suo stesso produttore provocando l’inquinamento ambientale.
Negli ultimi decenni la volontà di ridimensionare la distanza tra natura e artificio ha determinato diverse esperienze artistiche che, tra fantasiose ibridazioni e nuove mitologie, immaginano un possibile riavvicinamento in nuove armonie. Se il benessere è il prodotto di una mente che vede l’esistenza nella sua unità, è la continuità psichica tra individuo e ambiente esterno a costruire un mondo integro, nel quale anche l’opera dell’uomo è parte di questa continuità.
La mostra collettiva “Beyond the nature” raccoglie le opere di quattro giovani artisti italiani che nelle proprie opere descrivono la natura come un luogo immaginario dove gli elementi della realtà vengono mescolati in una dimensione psichica vicina al mondo onirico. Nei dipinti di Nicola Caredda la foresta è un’ombrosa rappresentazione dell’inconscio nella quale affiorano enigmatiche figure affini a rebus da decifrare, mentre nei dipinti di Paolo Pibi il paesaggio si fa più limpido e sereno, attraversato da presenze spettrali o raggi luminosi che suggeriscono la comunicazione con realtà parallele. Nelle opere di Mirko Canesi l’artificiale viene reintegrato nella dimensione naturale, aprendo il dialogo tra violenza e ricettività. Il tentativo d’adattamento ad una dimensione naturale perduta determina le ibridazioni di Silvia Mei, opere pittoriche nelle quali lo scontro tra civiltà e istinto si traduce nell’aggressività del segno che incontra la grazia di alcuni particolari, in un campionario di ritratti grotteschi e visionari nei quali le forme si frantumano per ricostruirsi in nuove morfologie. Gli accostamenti impossibili di una natura reinventata in irreali tinte acide compaiono invece nelle opere di Federico Lanaro, dipinti e sculture nelle quali gli elementi vengono mixati e decontestualizzati in paradossali e ludiche ibridazioni.
Segnala:
Amalia di Lanno

IL FILO DI ANANKE-Scritto sulla pelle di Ilaria Margutti





  “La Kore cucita” , ricamo a mano di seta tinta con erbe, spilli e garza, 80x200cm - 2013


22 GIUGNO - 20 LUGLIO

IL FILO DI ANANKE-Scritto sulla pelle
Personale di Ilaria Margutti allo Spazio Espositivo di Palazzo Pretorio a Barberino di Mugello.

Inaugurerà sabato 22 giugno alle ore 18.00 la Mostra personale di Ilaria Margutti “Il filo di Ananke. Scritto sulla pelle”, nello Spazio espositivo di Palazzo Pretorio a Barberino di Mugello in piazza Cavour 36.
L'Amministrazione comunale di Barberino, da anni impegnata, insieme agli altri comuni mugellani, a sostenere e promuovere l'arte contemporanea, prosegue quindi nella sua proposta culturale, che nelle due estati passate ha visto ospitare, nelle sale del restaurato Palazzo Pretorio, le opere degli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Firenze Balducci coordinati dal prof. Adriano Bimbi, e i giovani artisti barberinesi Elisa Nesi e Luca Canavacciuolo.
La mostra “Il filo di Ananke. Scritto sulla pelle”, aperta fino al 21 luglio, offrirà l'occasione ai visitatori, mugellani e fiorentini, di conoscere il percorso artistico di Ilaria Margutti.
Ilaria Margutti, sensibile artista aretina, come una moderna Moira, prende il filo di Ananke, il filo del destino, e con un lento, laborioso, taumaturgico lavoro di ricamo, ulteriormente arricchito da inserti di garza ed elementi naturali, va a scrivere, nei suoi ritratti di corpi e volti femminili, storie di donne, pagine di un percorso di maturazione artistica coraggioso e autentico.
“Tessere, ricamare, rammendare, cucire sono tutte ‘azioni’ simbolicamente legate alla ‘creazione’, al generare della vita dall’attesa.
L'ago diviene strumento della ‘creazione’. "L'ago è un medium, un mistero, una realtà, un ermafrodita, un barometro, un momento, e uno zen: non lascia tracce e alla fine scompare. L’unica traccia è la connessione che ha realizzato” (Kim Sooja). È pungente, serve a ferire, come pure a ricucire, chiudere, rammendare, ricostruire le linee della propria esistenza.
Le mani tastano la pelle, ne riconoscono gli orli, ne imprimono i solchi, ne rammendano le pieghe. Donne instancabili compongono e definiscono le loro forme, percorrono cavità e sporgenze, attraversano bocca e ciglia, ginocchia e ombelichi, seni e unghie.
L’artista non rimargina, ma attraversa le fratture della carne per trasfigurare le sue tele in uno ‘stare presso di sé’, una cicatrice in cui rinchiudersi e avere pace.
Il confine è la pelle. Quella cerniera labile e sottile fra interno ed esterno.”
(Tratto dal testo critico di Lucrezia Naglieri e Lara Carbonara.)

L'esposizione rientra e arricchisce il programma dell'evento pubblico “Un filo di...” che si terrà il 23 giugno 2013 nella Piazza Cavour di Barberino di Mugello, una manifestazione dedicata al lavoro a maglia e agli altri lavori tradizionalmente femminili, quali ricamo, intreccio, uncinetto, in tutti i loro possibili sviluppi creativi, dall'arredo urbano, all'oggettistica, alla creazione artistica.

Sarà possibile visitare la mostra “Il filo di Ananke. Scritto sulla pelle” domenica 23 giugno tutto il giorno, dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 22.00, e tutti i martedì sera dalle 20.30 alle 22.30. La mostra resterà inoltre aperta al pubblico, da lunedì 24 giugno a sabato 20 luglio, con i seguenti orari: lunedì 9.00 – 13.00, martedì 9.00 – 13.00 14.30 – 18.30 20.30 - 22.30, mercoledì 9.00 – 13.00, giovedì 9.00 – 13.00 14.30 -18.30, venerdì e sabato 9.00 – 13.00.
per maggiori informazioni: Ufficio Cultura 0558477287
cultura@comune.barberino-di-mugello.fi.it
www.ilariamargutti.com

Aperture straordinarie della mostra: domenica 23 giugno tutto il giorno, i martedì sera dalle 20.30 alle 22.30.
La mostra sarà inoltre visitabile negli orari di apertura della Biblioteca comunale.

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Amalia di Lanno

MI AMI 2013: Musica Importante A Milano


Appuntamento immancabile per la nuova musica italiana, amatissimo dal pubblico (oltre 100.000 presenze negli anni), torna il MI AMI – Musica Importante A Milano: il 7-8-9 giugno nel parco dell’Idroscalo presso il Circolo Magnolia.
Una pazza idea nata nel 2005 che ha focalizzato attenzione e visibilità su quell’enorme e bellissimo sottobosco di musica&cultura che rende vivo il nostro bel paese.
Giunto alla sua 9° edizione, il Festival della Musica Bella e dei Baci è organizzato da Rockit, il portale di riferimento per la musica “di contenuto” prodotta in Italia: 15 anni compiuti, 20.000 band registrate, 60.000 users e 400.000 visite mensili (costantemente in crescita).
Abbracciando lo spirito tipico dei festival europei, suoneranno in contemporanea sui tre palchi dell’Idroscalo (“Sandro Pertini”, “La Collinetta di Jack”, “Deezer”) più di 60 artisti. Senza confini musicali o d’età: dal rap di Noyz Narcoz, Mecna e Dargen D’amico al pop caldo di Selton, Amari e Mauro Ermanno Giovanardi (La Crus) qui con la Honolulu Orchestra; dalla psichedelia dei Jennifer Gentle al dark di Spiritual Front e Vanity; dal rock di Linea 77, Sadside Project e Zeus! al cantautorato rivisitato in chiave contemporanea di Appino (leader degli Zen Circus all’esordio solista) e Di Martino; dall’elettronica di Riva Starr, Bot, Stylophonic e Crono alle nuove speranze indie Cosmo e Brothers In Law. Senza dimenticare il postrock dei Giardini di Mirò e le percussioni di Hardcore Tamburo.
E un’ospite d’eccezione: Patty Pravo, sul palco Pertini, a festeggiare in concerto i 40 di “Pazza Idea” e la #pazzaidea di fare il #miamifestival con soli gruppi italiani. Come dichiara il suo direttore Stefano Bottura, il MI AMI, conferma che:
“I ragazzi hanno sempre voglia e necessità di Musica. Alla faccia di tutte le crisi e i profeti di sventura, la Musica è lì, sempre presente, ogni giorno tutto il giorno tutti i giorni, fa parte delle nostre vite, le accompagna le condiziona le rende migliori. E grazie alla Musica ci si incontra, si scopre sia il mondo che ci circonda sia le molteplici traiettorie di vita possibili. È per questo che ci siamo inventati e portiamo avanti il MI AMI festival da 9 anni. È la nostra Pazza Idea. È il fare Impresa Culturale in italia, creare qualcosa di solido, allo stesso tempo utile per la comunità e sostenibile. Sempre con quello spirito lì, quella voglia di festa ed energia, di un weekend per stare bene, per raccogliere stimoli, per scoprire qualcosa o qualcuno. E se ci scappa qualche bacio tanto meglio (e finché al MI AMI ci scappano i baci – e ci scappano sempre – allora è fatta).
Insomma, un festival matto, bello, aperto, sexy, vitale, rocambolesco, naif, denso, qualcosa che travolge i sensi e attiva i neuroni. Un festival dove l’inaspettato e la bellezza ti sorprendono. Un festival dove gli addii al nubilato e gli addii al celibato si incontrano, ed è come dire  tutto. L’invito è ovviamente quello di viverlo in prima persona, per capire che tutto quello che vi stiamo raccontando da 9 anni a questa parte è Vero. È la musica che insiste e continua la cura. È la Pazza Idea che diventa Reale”.
E poi: fumetti, illustrazioni, live paintin’. Gare di poesia. Bikers. Corsi e workshop. Area relax. E centinaia di espositori di moda e accessori Do It Yourself.
C’è tutto.
#miamifestival

VENERDI’ 7 GIUGNO:
Apertura cancelli ore 18.00
inizio concerti ore 18.30 – chiusura ore 4.00
Biglietto 12 euro, la tessera Arci non serve.
Palco Pertini: Noyz Narcos, Linea 77, ZEUS!, Sadside project, Gli Ebrei, Hardcore tamburo
Dj set (Palco Pertini): crono, Ayarcana
Palco La Collinetta di Jack: Dimartino, Bachi da pietra, Gazebo Penguins, Giuradei, L’orso, Bianco, Threelakes, Verbal
Palco Deezer: Say Dubai, Pedar Poy + Machete Bass, Mushy, Dracula Lewis, Mohko + Bane, DNN

SABATO 8 GIUGNO:
Apertura cancelli ore 15.30
inizio concerti ore 16.00 – chiusura ore 4.00
Biglietto 12 euro, la tessera Arci non serve.
Palco Pertini: Dargen D’Amico, Selton, Amari, Honeybird & the Birdies, The Rust And The Fury, Lactis Fever
Dj set (Palco Pertini): Stylophonic, Bot, Riva Starr
Palco La Collinetta di Jack: Jennifer Gentle, Dumbo Gets Mad, Piatcions, Miss Chain and the Broken Heels, New Ivory, At The Weekends, Omid Jazi, The Assyrians, We the Modern age!, Phill Reynolds
Palco Deezer: Hang on, Cane!, Mecna, Loop Loona feat. Night Skinny, Coez, Mani Pulite

DOMENICA 9 GIUGNO:
Apertura cancelli ore 15.30
inizio concerti ore 16.00 – chiusura ore 4.00
Biglietto 12 euro, la tessera Arci non serve.
Palco Pertini: Appino, Patty Pravo, Mauro Ermanno Giovanardi & Sinfonico Honolulu, Spiritual Front, Sycamore Age, Vanity, Platonick Dive
Dj set (Palco Pertini): Rockit Allstarz
Palco La Collinetta di Jack: Giardini di Mirò, His Clancyness, Cosmo, Brothers in law, Blue Willa, Wildmen, The Van Houtens, Wolther goes stranger, The Meteopathics, Sylvia

MI FAI 2013 : Matti incontri & Fumetti atti importanti
A creare contaminazioni tra suoni e immagini al MI AMI non poteva mancare il MI FAI – Matti Incontri e Fumetti Atti Importanti, che porta allo scoperto nove disegnatori per illuminare il festival con disegni, proiezioni e fumetti live. A dipingere la #pazza idea di un festival così bello, e ad accompagnare i concerti con performance di live painting, vi aspettano i fumetti di Zerocalcare, l’assoluta rivelazione di quest’anno nata su web, i poster do it yourself di Sarah Mazzetti e il segno giapponese stile anime di LRNZ, la poesia di Silvia Rocchi e le storie di graphic journalism di Matteo Fenoglio, la teatralità multiforme delle illustrazioni di Chiara Dattola e l’incisivo stile in bianco e nero di MP5.
Simone Lucciola sarà il reporter fumettista punk dei tre giorni di festival e riempirà di disegni il live-blog di Rockit. E per chiudere il MI FAI in totale bellezza, le visioni di Stefano Ricci, maestro della sperimentazione e dell’immaginario contemporaneo.
Programma MI FAI 2013:
7 giugno: Zerocalcare, Sarah Mazzetti, Silvia Rocchi
(Performance live di Sarah Mazzetti @ Hardcore Tamburo)
8 giugno: Matteo Fenoglio, LRNZ, Chiara Dattola
(Performance live di LRNZ @ Selton)
9 giugno: Stefano Ricci, MP5
(Performance live di Stefano Ricci @ Appino)
Sketchbook live reporter: Simone Lucciola

AREA EXPO / AREA MARKET / AREA BIMBI
Come ogni anno non può mancare l’area expo destinata a etichette e autoproduzioni, e l’area market a cura di Meet2biz
Senza dimenticare il MI MANGI, l’area ristoro attrezzata e tutta dedicata al buon cibo. Quest’anno c’è anche una novità: l’area bimbi, l’area sorvegliata dove i piccoli possono giocare e divertirsi al MI AMI, mentre mamma & papà guardano i concerti in tutta tranquillità.

CORSI & WORKSHOP
Al MI AMI corsi e workshop veloci e gratuiti sugli argomenti più disparati.
Riprendendo l’apprezzatissima novità dell’edizione passata, Sabato 8 e domenica 9 Giugno, dalle ore 16.30, potrai partecipare ai mirabolanti corsi gratuiti on-the-run: all’interno del festival verrà allestita un’apposita area in cui si terranno tutti i workshop. Dalla pesca al giardinaggio, dalla cucina al fumetto, dalla fotografia al riciclaggio: corsi vecchi e nuovi per tutti. Sono a numero chiuso, quindi, una volta entrato, segui le indicazioni e corri a iscriverti.

TICKETS E ABBONAMENTI – Quanto costa?
L’ingresso al festival costa 12 € a giornata. Oppure è possibile effettuare un abbonamento alle tre giorni.
Ecco come:
- per chi non vivesse in città, le prevendite sono aperte sul sito di M@il ticket a 27 € + 2€ d.p.
- il metodo più conveniente è acquistarlo direttamente presso la redazione di Rockit (via Ostiglia 8, Milano, orari 9.30-18.00) a 27€
- questi altri spot cittadini in cui è possibile acquistare a 27€ + 2€ d.p.
* Santeria (via Paladini 8, Milano)
* Circolo Magnolia (Idroscalo)
* Meet2Biz shop (Alzaia Naviglio Grande,14 , Milano)
altrimenti online, a 27 euro + 2 euro di prevendita, su Vivafestival.

MI AMI AMA L’AMBIENTE
Tutti coloro che arriveranno al festival in bicicletta riceveranno un drink in omaggio. Sarà disponibile un servizio navette gratuito da Piazzale Loreto, grazie a Jack Daniel’s.
Se proprio decidi di venire in macchina, con tessera Arci hai diritto a un prezzo fisso per il parcheggio di 4 euro al giorno.

Consulta il sito
 
Informazioni:
Tel: 02.89052371
miami@rockit.it

Fonte: www.tafter.it

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Amalia di Lanno

RACCONTARE LA PALESTINA



KENDA ONLUS e LA MANCHA presentano:

RACCONTARE LA PALESTINA

ore 18.00:
apertura della mostra fotografica
visione del film "Palestina per principianti" (di F. Merini)

ore 19.00:
dibatito con Abukhail Azmi (Direttore del distretto sanitario di Gerusalemme per il Ministero della Sanità dell'Autorità Nazionale Palestinese)

ore 20.30: apericena palestinese con cous cous vegetariano, insalate e falafel
(il ricavato sarà devoluto a KENDA ONLUS)

Chi è KENDA ONLUS :
Kenda Onlus è un’associazione fondata sui principi della pace, della non violenza, della lotta contro le povertà e della difesa dei diritti umani e ha come finalità la cooperazione umana da realizzare tramite azioni di solidarietà locale e internazionale.
L’Associazione promuove la progettazione e la gestione di interventi di solidarietà in cooperazione con le comunità dei Paesi in Via di Sviluppo. Inoltre, opera per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni, a livello locale e nazionale, ai temi dell’intercultura, della tutela dei diritti umani, della cooperazione e dello sviluppo sostenibile, mediante attività di informazione e di educazione alla mondialità.

Cosa fa KENDA ONLUS:
KENDA ONLUS è impegnata in numerosi progetti di cooperazione internazionale, tra cui il progetto “Clinica mobile per i distretti di Betania e Gerico”, finalizzato al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie e di salute della popolazione beduina Jahalin presente nei campi situati nei pressi della direttrice viaria che collega Gerusalemme a Gerico (Cisgiordania) e al momento priva di un servizio sanitario continuo.
In accordo con il Ministero della Sanità palestinese, con il Distretto Sanitario di Gerusalemme e con le Suore Comboniane “Sisters of Nigrizia”, si è ritenuto opportuno creare una clinica mobile che potesse servire le comunità più distanti dai centri abitati, difficilmente raggiunte dalle convenzionali strutture medico-sanitarie, garantendo così l’accesso ai servizi di prevenzione e medicina di base, nonché attività di educazione sanitaria.

INGRESSO LIBERO

Segnala:
Amalia di Lanno

“GLI ANGELI DELLA STRADA"

  • Sabato 1 giugno 2013 ore 9,30


Il Comune di Cassano delle Murge – Assessorati alla viabilità e Sicurezza stradale, Cultura e Gioventù, Istruzione pubblica, con la collaborazione della Polizia Municipale, la Pubblica Assistenza Cassano Murge, i Vigili del fuoco e il 118 e con il validissimo supporto del Liceo Leonardo Platone e delle famiglie delle vittime

INVITA TUTTI
a partecipare alla manifestazione in programma per sabato 1 Giugno 2013 presso il liceo Leonardo Platone di Cassano delle Murge.


GIORNATA IN RICORDO DELLE VITTIME DELLA STRADA
“GLI ANGELI DELLA STRADA"
presso il liceo Leonardo Platone di Cassano delle Murge.
Programma manifestazione:
ore 9.30 c/o Auditorium :
Convegno dibattito
Saluto delle autorità intervenute 
- Dirigente Prof.ssa Tina Gesmundo
- Sindaco Dott.ssa Maria Pia di medio
- Assessore alla sicurezza stradale Angelo Giustino
- Assessore alla Gioventù Pierpaola Sapienza
Interventi:
- Dottor Gaetano Dipietro responsabile centrale operativa s.e.t. 118 prov. Bari e BAT
- Maggiore De Benedictis Dott Luigi comandante della Polizia Municipale di Cassano delle Murge
- Dr.ssa Loredana Caporusso - Psicologia dell'Emergenza e Psicologia Viaria.
Modera :
- prof.ssa Irene Cavalli
interventi dal pubblico familiari e studenti
Proiezione video sensibilizzazione e video ricordo
Premiazione “Migliore locandina digitale- Gli Angeli della strada”
Ore 11,00 c/o Piazzale retro Liceo: 
Dimostrazione etilometro ed Esercitazione/simulazione incidente stradale in collaborazione con VVFF, Polizia Municipale e Pubblica Assistenza Cassano Murge

segnala:
Massimo Nardi

RAFFAELLA D’AURIA_GLI OCCHI DI RAFFAELLA


ARTE/Studio
G A L L E R Y

Via Sant’Agostino, 15
82100 BENEVENTO
dir. art. Mario Lansione
E-mail: artestudio-gallery@virgilio.it; contatti facebook: artestudio-gallery di Benevento

mostra fotografica di

RAFFAELLA D’AURIA

GLI OCCHI DI RAFFAELLA
testo di
Mario Lansione

interverrà
Giulio De Cunto
(D. S. Liceo Artistico di Benevento)

INAUGURAZIONE
SABATO 01 GIUGNO 2013 - ORE 18,30

D A L 0 1 A L 1 5 G I U G N O 2 0 1 3

orario di apertura LUNEDI E MARTEDI DALLE ORE 17,30 ALLE 19,30 per appuntamento 3339242084
EDIZIONE - ASSOCIAZIONE CULTURALE ‘’ARTE/studio-IN/out’’

ARTE/Studio-GALLERY - Via Sant’Agostino, 15 – BENEVENTO
E-mail: artestudio-gallery@virgilio.it; contatti facebook: artestudio-gallery
direttore artistico – Mario Lansione

RAFFAELLA D’AURIA
FOTOGRAFIE
INAUGURAZIONE SABATO 01 GIUGNO 2013- ORE 18,30
ORARIO DI APERTURA: LUNEDI E MARTEDI VENERDI DALLE ORE 17,30 ALLE 19,30 PER APPUNTAMENTO: 3339242084

GLI OCCHI DI RAFFAELLA
La vista è l’organo sensoriale che ci permette di vedere ciò che ci circonda ma, più acutamente, è anche il mezzo per “leggere dentro” e scoprire quella spiritualità interiore che è l’intima essenza di ogni individuo.
Se pensiamo al “guardarsi negli occhi” delle tante persone che si amano, riusciamo a capire quanto ciò sia vero ma, soprattutto, abbiamo la prova che il “capirsi con lo sguardo” è un linguaggio universale per quelli che hanno la sensibilità di comprenderlo: - La verità viene svelata solo a chi la scopre -.
Raffaella è una mia allieva della quarta classe del corso di pittura al Liceo Artistico di Benevento, una ragazza che, cosciente di quanto possano rivelare gli occhi, preferisce tenere lo sguardo abbassato e chiudersi in difesa piuttosto che incorrere nella delusione di essere incompresa o, forse, preferisce non essere capita perché ha sviluppato una naturale protezione dei suoi sentimenti che custodisce gelosamente come unica ricchezza possibile. Non è un modo di evitare la realtà o nascondersi ad essa ma è la convinzione che i suoi pensieri, tradotti in indispensabili esigenze artistiche, non vengano riconosciuti da una società aggressiva, violenta ed egoista. Raffaella assume l’atteggiamento caratteristico di una creatura che si rifugia in se stessa e che cerca di esprimere attraverso il linguaggio dell’arte il suo mondo interiore, bloccato nella condensa dei sentimenti della sua profonda spiritualità.
Talvolta il pensiero è un’ombra che nasconde verità che inconsciamente decidiamo di celare. Esso, comunque, condiziona il nostro modo di percepire la realtà che, spesso, non è come noi pensiamo che sia. In questo senso diventano importanti le “relazioni” che ci fanno capire quanto gli “altri” siamo noi e noi “loro”.
Gli “altri” diventano lo specchio dentro il quale poter riflettere il nostro pensiero che si materializza nella realtà oggettuale e che, poi, ci ritorna attraverso la percezione dei nostri occhi. Gli “altri”, tuttavia, sono anche coloro che non conosciamo ma che immaginiamo come possano essere. C’è, dunque, una realtà che abbiamo di fronte a noi ma c’è anche quella che esiste altrove o (per così dire) alle nostre spalle.
Con l’immagine serigrafata sullo specchio, Michelangelo Pistoletto coinvolge lo spettatore e tutta la realtà che lo circonda nello spazio che sta “al di qua” e “al di là” della superficie specchiante.
Nelle opere di Raffaella D’Auria “il tutto” (dimensione spaziale e dimensione temporale) viene bloccato e fissato dallo scatto fotografico.
L’occhio ripreso dall’obiettivo diventa lo specchio dentro il quale si scoprono persone, paesaggi o cose della realtà circostante. Raffaella fotografa “controluce” poiché il vero obiettivo è quello che si trova alle sue spalle. D’Auria, con questa semplice operazione riesce a fissare la profondità tra lei (fotografa), l’oggetto posto davanti (l’occhio ), ciò che si trova dietro di lei (catturato attraverso il riflesso della luce) e la dimensione “tempo” che intercorre tra la messa in posa e l’attimo in cui avviene lo scatto.
Questa esposizione è solo l’inizio di una ricerca intrapresa dalla mia giovanissima allieva ma sono sicuro che altre ne seguiranno. Nel frattempo auguro a Raffaella di poter realizzare il sogno gelosamente custodito nel suo “intimo” e che, a tratti, rivela attraverso l’espressione dei suoi occhi.
Benevento aprile 2013

Mario Lansione

Ricevo e pubblico:
Amalia di Lanno