sabato 30 marzo 2013

L'IDEA E LA MATERIA



L'IDEA E LA MATERIA

Inaugurazione Sabato 6 Aprile 2013 ore 18,00

dal 6 al 17 Aprile 2013

A cura di Barbara Vincenzi

Allestimento a cura di Massimiliano Sbrana

Artisti presenti : Mauro Malafronte, Michele Fattori, Mara Brera, Alba Pedrina, Fiorella Manzini, Luca Maria Marin, Michelle Hold, Stefania Capobianco, Patricia Glauser, Emanuela Battista.

Promosso da: GAMeC CENTROARTEMODERNA di PISA

Sede : GAMeC CentroArteModerna - Lungarno Mediceo, 26 Pisa - www.centroartemoderna.com - tel. 050542630

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L'IDEA E LA MATERIA

Si inaugura Sabato 6 Aprile alle ore 18,00 presso il GAMeC CentroArteModerna di Pisa (sul Lungarno Mediceo al numero 26) la mostra "L'IDEA E LA MATERIA" , curata da Barbara Vincenzi e ordinata da Massimiliano Sbrana.

L'arte informale nasce come risposta artistica in Europa dopo la profonda crisi politica ideologica e morale sollevata dalla seconda guerra mondiale. Per sua stessa natura non è un movimento artistico omogeneo: in esso, confluiscono diverse tendenze, tra le più svariate e, a volte, anche contrapposte. Si sviluppa nel decennio tra gli anni cinquanta e sessanta, e si pone in forte polemica con tutto ciò che, in qualche modo, può essere riconducibile a una forma. All'interno del movimento possono individuarsi diverse matrici, che traggono soprattutto origine dal movimento Dada, dall'Espressionismo e dal Surrealismo. Un’intensa mescolanza delle principali tematiche delle avanguardie storiche da cui scaturisce una concezione dell'arte provocatoria, in cui far confluire passioni, emozioni e disagi che sono espressi nel modo più libero, spontaneo o impetuoso, al di fuori di qualsiasi schema precostituito e contro ogni regola normalmente accettata. L'evento artistico, svuotato da qualsiasi residuo di valore formale, si esaurisce pertanto con l'atto stesso della creazione. I materiali che non sono più un semplice mezzo utilizzato dall’artista al fine di esprimere le proprie idee ma, al contrario, diventano i veri protagonisti dell'opera d'arte: I fondamenti dell’Informale si delineano nel gesto e nella materia.

Attualmente notiamo il nascere di “contaminazioni”: il concettuale puro come forma tautologica di se stessa perde l’iniziale forza provocatoria e sempre più spesso gli oggetti utilizzati, privati della loro funzione iniziale, si spostano nel contesto artistico. Così come l’informale introduce l’idea e il pensiero dando vita a nuove creazioni e nuove “sovrapposizioni” artistiche. La materia, iniziale, protagonista indiscussa dell’atto creativo, diventa sempre più veicolo per la trasmissione di concetti e pensieri profondi, materia che si riappropria la primaria funzione di comunicazione.

Protagonisti di questa mostra sono: Mauro Malafronte e Michele Fattori con il gesto impulsivo e libero della creazione, per passare al forgiare ferro di Mara Brera, al lirico e vulcanico materico di Alba Pedrina, all’energia magmatica che si placa sulla tela di Fiorella Manzini, alla ricerca di forma, colora e materia di Luca Maria Marin, al puro colore di Michelle Hold, alla ricerca di spessori e spiritualità di Stefania Capobianco, al materia ricercata di Patricia Glauser, fino alle sculture raffinate di Emanuela Battista.

Altre informazioni disponibili al più presto sul sito: www.Centroartemoderna.com Per appuntamenti tel 050542630 o email: mostre@centroartemoderna.com

La mostra proseguirà fino al 17 Aprile . (ingresso libero).

Orari: 10-12,30/16,30-19,00 (feriali); Domenica 7 Aprile 2013 17,00-19,00 (festivi telefonare) ; chiuso lunedì mattina.

Ufficio stampa:
Massimiliano Sbrana
mobile +39 3393961536
e-mail mostre@centroartemoderna.com

Si autorizza la pubblicare testi e immagini relativi alla mostra IN OGGETTO. Si dichiara che per le immagini e per i testi contenuti nel predetto comunicato non esistono VINCOLI SIAE NE' VINCOLI DI ALCUN TIPO. -
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La città duplice # mappe e visioni



La città duplice # mappe e visioni
Susanne Kessler| Luca Padroni | Silvia Serenari
a cura di Lori Adragna e Maria Arcidiacono
inaugurazione Giovedì 4 aprile 2013, h 19.00
Bibliothè Contemporary Art Gallery Via Celsa 4/5, Roma

Giovedì 4 aprile 2013 alle h 19:00 Bibliothé Contemporary Art Gallery in via Celsa 4/5 - Roma, presenta: La città duplice # mappe e visioni. Susanne Kessler| Luca Padroni | Silvia Serenari. La mostra, a cura di Lori Adragna e Maria Arcidiacono, è il 17° appuntamento del ciclo Ginnosofisti - Denudati fino all’essenza, organizzato da Bibliothé Bhaktivedanta in collaborazione con la Commissione Cultura di Roma Capitale. Il progetto è coordinato da Lori Adragna con Enzo Barchi.
Nel trittico, realizzato appositamente per questa mostra, Susanne Kessler trae spunto dalla pianta di Gerusalemme. Città che da sempre costituisce una realtà bipolare -il suo stesso nome ebraico Jerushalajim è una forma duale -, Gerusalemme possiede due volti diversi, ma strettamente legati tra loro: storico e trascendente, terreno e celeste, materiale e spirituale, temporale e mistico. Centro del giudaismo e della cristianità, è anche uno dei luoghi santi dell’Islam. Il fragile equilibrio di questa coesistenza, non priva di tensioni e conflitti, si riverbera nei materiali utilizzati da Kessler per le sue mappe che fanno riferimento alle tre religioni monoteiste. La tramatura che si dipana tra i chiodi conficcati nel supporto ligneo –simboli di dolore ma anche di penetrazione - diviene filo comune per unire in connessioni ideali pace terrena e pace celeste.
Luca Padroni utilizza la pittura come materia creativa che trascende la rappresentazione. Favorevoli convergenze astrali, che esplora altri mondi possibili, è insieme una mappa del cielo, un luogo silenzioso della memoria e dell’interiorità. “Il cielo rivela direttamente la sua trascendenza, la sua forza e la sua sacralità” scrive Mircea Eliade, intendendo per sacra ogni cosa (dal fenomeno atmosferico all’elemento del paesaggio) in grado di suscitare sentimenti contrapposti, così da essere percepita come "ierofania”. In questo paesaggio siderale, che sembra invitarci a spaziare tra corpi celesti, nell’universo del nostro inconscio, affiora la nostalgia di un paradiso primordiale. È un “tempo senza tempo” che precede la storia e in cui il creato mantiene ancora intatta la propria armonia, contrapponendola alla progressiva corruzione del mondo.
Il video di Silvia Serenari, Anima Urbis - Iter Perfectionis II, è realizzato a partire da uno scatto fotografico che ritrae la cupola di San Pietro in Vaticano, simbolo del potere temporale della Chiesa e fulcro della cristianità. Questa unica immagine, tramite un’elaborazione digitale di composizione e di rotazione, si traduce in nuove visioni sia estetiche sia metaforiche. La cupola, riproduzione architettonica della volta celeste, sintetizza l’energia spirituale e mette in relazione l’uomo con il divino. L’innesto e la dissolvenza dei simboli l’uno nell’altro - che nel video creano un andamento fluido ed ipnotico - sottendono verità più complesse, rimandando ad un’essenza spirituale e mistica universalmente condivisibile. Anche la musica, di produzione dell’artista (suoni di campane di vetro, canti presi da Hildegard von Bingen), richiama la possibilità di ritrovare un contatto con le energie del mondo e con il sacro dentro ognuno di noi. (dal testo di Lori Adragna)
Il progetto Ginnosofisti. Denudati fino all’essenza è incentrato sulla figura del ginnosofista - il sapiente nudo - come i greci antichi definivano i sapienti indiani che vivevano spogliati di tutto. Comprende una serie di appuntamenti (da marzo 2012 fino a giugno 2013) che si svolgeranno nella spazio espositivo di Bibliothé Bhaktivedanta per sfociare in un convegno sul tema ed in una mostra collettiva presso l’IISF - Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e, contestualmente, in alcune Sedi espositive istituzionali della Capitale. Il ciclo di mostre-incontri è frutto della sinergia dei curatori (Lori Adragna, Maria Arcidiacono, Manuela De Leonardis, Francesco Gallo, Guglielmo Gigliotti, Iacopo Nuti, Francesca Pietracci) e di artisti - tra cui Enzo Barchi, Claudio Bianchi, Vito Bongiorno, Trina Boyer, Rupa Chordia, Dionisio Cimarelli, Teresa Coratella, Giancarlino Benedetti Corcos, Bruno Ceccobelli, Luigi Athos De Blasio, Gianfranco De Micheli, Baldo Diodato, Stefania Fabrizi, Susan Doyle, Tony Esposito, Ugo Ferrero, Uttam Karmaker, Susanne Kessler, Suor Rosa Kim, Mark Kostabi, Paul Indrek Kostabi, Dam Choi Lama, Emilio Leofreddi, Massimo Livadiotti, Tiziano Lucci, Federica Luzzi, Ria Lussi, Swami Madhurya Ban Maharaja, Patrizia Molinari, Simona Morgantini, Chiara Mu, Gianluca Murasecchi, Luca Padroni, Anna Paparatti, Paola Parlato, Alberto Parres, Veronica Piraccini, Paola Princivalli, Salvatore Pupillo, Claudia Quintieri, Ramanuja, Navid Azimi Sajadi, Samagra (Anna Maria Colucci), Jack Sal, Silvia Serenari, Fra Sidival, Naoya Takahara, Tarshito, Fiorenzo Zaffina.

Per ritrovare una spiritualità originaria, il ginnosofista squarcia il velo delle apparenze, si libera dal superfluo e trascende le influenze del mondo materiale - come la totale identificazione con il corpo, la nazionalità e il credo. Allo stesso modo l’artista contemporaneo chiede di ritornare alla propria essenza. Rivendica la libertà di muoversi in un’ottica integralmente artistica come ‘soggetto’ e non più come ‘oggetto di mercato’; spogliandosi dai condizionamenti delle fabbriche d'immagine e degli interessi economici, l’artista tende a riappropriarsi della ‘creatività teurgica’ orientandola alla conoscenza di sé, travalicando ogni confine geografico, religioso, culturale (Lori Adragna).

La città duplice # mappe e visioni. Susanne Kessler| Luca Padroni | Silvia Serenari a cura di Lori Adragna e Maria Arcidiacono dal 4 al 19 aprile 2013 Bibliothè Contemporary Art Gallery Via Celsa, 4-5 – 00186 Roma tel. + 39 066781427 , fax +39 066781427 bhagavatlibrary@yahoo.it http://www.bibliothe.net/
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Sam Laughlin_Rebuilt History

Sam Laughlin born 1990 in Cambridge, UK. Work has been included in publications and group shows in the U.K and Holland. Currently working on personal projects, commissions and exhibitions prior to studying for an MFA. He works between UK and Germany.


Sam Laughlin
Rebuilt History

a cura di Martina Colajanni

Cumuli di pietre innalzati nella Berlino odierna. Cumuli di polvere come somma del pensiero antico e moderno. Queste sono le coordinate di un lavoro essenziale, apparentemente autoreferenziale, ma estremamente estetizzante.
Sam Laughlin focalizza il suo obiettivo su paesaggi urbani, desolati ed estranianti, ma fa la stessa cosa anche con altri “paesaggi”: quelli linguistici. Rispettivamente nella serie GESCHICHTE e PULVER si ritrova costantemente un tentativo di lettura della Storia Sociale, dell’Uomo, delle Idee e di come questi seguano un percorso evolutivo. Percorso che non pretende di essere verità assoluta ma al contrario ha il dovere di essere messo in discussione.
Da qui inizia la Costruzione/Decostruzione della Storia messa in atto da Sam ed intesa come modo per studiare il corso naturale degli eventi rileggendoli, successivamente, in chiave personale. Egli sembra quasi avere incarnato l’idea del Postmoderno che porta in sé il concetto di Mutabilità e di Cambiamento ponendosi in forte contrasto con la concezione involutiva propria della Modernità.
Il percorso di Sam parte dalla polvere ricavata dalla semplice combustione di testi scritti di alcuni tra i dai maggiori pensatori del nostro tempo: Marx, Schopenhauer, Hegel, Nietzsche. Un’azione, questa, che afferma la relatività del loro pensiero, la necessità di una continua interpretazione in rapporto alla contemporaneità e la caducità della parola stessa. A tal proposito, Sam sembra quasi prendere alla lettera il concetto di “Decostruzione” insito nel pensiero di Derrida, il quale avrebbe probabilmente annuito a questo tentativo di “scomposizione”.
Se in PULVER vive il disfacimento, in GESCHICHTE qualcosa si accatasta, si erge verso l’alto. Nella sua imponenza dichiara la sua volontà di essere, di esistere e di radicarsi. Che si tratti di Consapevolezza o di ricerca di un punto fermo non ci è dato saperlo: Sam Laughlin ci indica lo scheletro di un processo in divenire e della sua avvenuta costruzione.
Le atmosfere della serie GESCHICHTE sono oniriche ed inquietanti, quasi a renderci piccoli al cospetto, mentre in PULVER sentiamo di poter possedere almeno un briciolo di quella polvere.
Un andirivieni costante da ciò che non possediamo più e ciò che possiamo possedere, da quello che sapevamo a quello che potremmo sapere. Una metodologia razionale, la sua, che si esplica in modo asettico, statico e poco propenso alla narrazione.
Molto vicino al racconto per immagini dettato dall’esperienza fotografica tedesca degli anni ’80, e realizzata nell’ambito della Scuola di Dusseldorf, il Britannico Laughlin ne prende la freddezza e l’oggettività compositiva ma non il distacco critico.
GESCHICHTE e PULVER come tesi/antitesi di un unico pensiero che, pur seguendo un tracciato personale, giunge ad avere un risultato definito ed equilibrato. Metaforico e mai letterale.
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Piles of stone erected in today’s Berlin. Piles of dust like the sum of the ancient and modern mindset.
Those elements work as the coordinates for an essential, apparently self-serving, but extremely aesthetic, photographic work.
Sam Laughlin puts his focus on urban landscapes, on places with abstract and distressing characteristics. But he also uses the same approach when he works on other kinds of landscapes: those of the mind.
In both series, GESCHICHTE and PULVER, it is possible to find an attempt to read the ‘social history’ of men and of ideas, a piece of the evolutionary path of mankind. This path does not want to be an absolute truth but instead wants, and has, to be argued.
From this point begins the ‘Construction/Deconstruction’ of history that Laughlin operates and uses as a medium to study the natural flowing of events. He then translates them, in his personal and original way.
It seems that Laughlin puts into his work an idea of postmodernism that holds in itself the concept of mutation and changing, in opposition to modernity and its regress.
Sam’s path starts from the dust, which originates in the combustion of some of the most influential writings of our time: Marx, Schopenhauer, Hegel and Nietzsche.
The action of burning those books reveals the ‘relativity’ of their thought, and also the need of a continuous interpretation and contextualization of them in relation to our time and with the transience of the ‘word’.
From that assumption it seems that Sam echoes a concept of Deconstruction from Jacques Derrida’s thought. Derrida would probably agree with Laughlin’s attempt to ‘breakdown’ the ‘material’ that holds the concepts.
If in PULVER resides decay, then in GESCHICHTE something is stacked up, growing towards the sky. In GESCHICHTE the process of existence is given by the visualization of a dictated monumentality.
It is not given to us to know if that comes from an awareness of the author, or by research as an anchorage. Sam Laughlin points the finger for us toward the skeleton of a process in progress, as its construction occurs. The atmospheres of GESCHICHTE are fantastic and unsettling, the observer almost feels him/herself too small in front of them. Instead in PULVER the feeling is to be almost able to own an iota of that dust.
In conclusion, in Rebuilt History it is possible to talk about a continuous flow of that which we do not own anymore, against what we can still hold, from what we knew to what we should know.
A rational methodology emerges from Laughlin’s practice and shows itself in a static and objective modus, not so inclined to tell stories.
Close at times to the 1980’s German photographic experience, the British Laughlin takes from it the objectivity and the detachment in his composition, but not the critical detachment.
GESCHICHTE and PULVER as ‘Thesis/Antithesis' of a unique concept that, even though following a personal path, reaches an equilibrate and stable result, always metaphorical and never didactic.


Sam Laughlin _Rebuilt History
a cura di Martina Colajanni

dal al

RIZHOMA GALLERY Via Plinio 20, 20129 - Milano
 +39 3299298792
 www.rizhomahousegallery.it


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Rosemarie Trockel_Flagrant Delight

Rosemarie Trockel Nobody will Survive 2, 2008


Rosemarie Trockel, Flagrant Delight

Museion, Bolzano / Inaugurazione: venerdì 1 febbraio ore 19.00.
a cura di Dirk Snauwaert. La presentazione a Bolzano è a cura di Letizia Ragaglia
in collaborazione con Rosemarie Trockel.

Museion apre la stagione espositiva 2013 con la personale di una delle più importanti artiste del nostro tempo: Rosemarie Trockel. Dai famosi quadri a maglia, alle ceramiche fino alle sculture e ai collage, la vivace e sfaccettata produzione dell’artista è messa in luce attraverso ben più di 80 opere provenienti da collezioni pubbliche e private nella mostra “Flagrant Delight” (dal 2 febbraio al 5 maggio 2013). Il titolo, traducibile come “piacere sfacciato”, allude alla natura sensuale, quanto scomoda e penetrante, del lavoro dell’artista tedesca.

Dagli anni settanta Rosemarie Trockel (Schwerte, Germania 1952) ha prodotto un’opera eterogenea, mescolando stili e generi diversi, ma sempre con uno sguardo preciso, poetico ed esplicitamente femminile. Con i suoi lavori più noti – dai quadri a maglia alle piastre elettriche per cucinare- Trockel ha affrontato i tabù di un mondo dell’arte in prevalenza maschile. La sua arte è fortemente autonoma: ciò nonostante è innegabile l’influenza di Joseph Beuys, con cui condivide il fatto di creare più metafore poetiche che non sistemi.

L’esposizione a Museion ha un incipit con la serigrafia a muro Prisoner of yourself 1996/2012: un lungo intreccio azzurro di maglie di lana, motivo ricorrente nell’artista, percorre la parete del piano terra. La mostra prosegue al quarto piano del museo, dove è concepita come un’unica, grande installazione: un invito a immergersi nell’universo di Rosemarie Trockel. Il percorso rispecchia infatti il modo di lavorare metaforico e associativo dell’artista, che rifiuta classificazioni accademiche e griglie cronologiche. I diversi nuclei di opere – collage, quadri a maglia, sculture e assemblage – benché distinguibili, sono interconnessi e mescolati, lungo un filo che evoca legami tra temi, versioni e materiali.

L’opera di Trockel viene quasi identificata con i “quadri” realizzati con la lana lavorata a macchina ed eseguiti da un computer. L’idea nasce come risposta al dominio maschile nel mondo dell’arte – l’utilizzo di materiali e tecniche “tipicamente femminili” mira ad affermare un’insoddisfazione per la posizione marginale delle artiste donne. Le opere non sono però semplici esercizi di abilità e virtuosismo femminile. Per questo l’artista le realizza attraverso un meccanismo computerizzato – la ripetizione e la regolarità che ne derivano sono elementi base dell’intero lavoro di Rosemarie Trockel. La ripetizione meccanica innesca inoltre un dibattito su originalità e riproducibilità, processo creativo contro progetto commerciale. In mostra a Museion troviamo dieci esemplari dei famosi quadri a maglia, realizzati dagli anni più recenti fino agli anni ’80 – come Untitled(1986), in cui l’artista riprende tre colori frequentemente associati a emblemi nazionali e li trasforma in un rilievo a parete fatto a mano, irregolare e multicolore.
Nell’universo di Rosemarie Trockel ripetizione e regolarità, mistero e introversione vivono accanto a forme estroverse, capricciose e barocche. È il caso delle opere in ceramica, a cui l’artista si dedica da circa dieci anni. In mostra a Museion 15 esemplari, realizzati dal 2009 al 2012, in cui l’abile maestria artigianale d’altri tempi è combinata con una buona dose di casualità. Un caustico senso dell’umorismo percorre invece l’opera Domino, del 2008, formata da una serie di paletti con catena: la fragile scultura in ceramica ha la “forza” di impedire ironicamente il passaggio al visitatore.
Pattern is a teacher: suona come una dichiarazione d’intenti il titolo del collage realizzato con un tessuto di lana a losanghe su sfondo azzurro, “sporcato” da vernice rossa. Un’atmosfera cupa, ansiogena o espressiva è spesso evocata invece dalle composizioni create negli altri collage esposti. I circa 40 pezzi in mostra aprono un ampio sguardo su questo genere, a cui l’artista si dedica dal 2004.Concepiti come rielaborazioni o estensioni d’idee, i collage contengono spesso allusioni o riferimenti a opere precedenti. È il caso di uno schizzo nel disegno del 1970 intitolato Childless Figure o di fotografie scattate da video e da altre opere passate. In molti lavori steccati, persiane o assi impediscono la visuale sul centro dell’opera: tracciano così un confine tra pubblico e privato, negando l’accesso al mondo interiore.
Tra gli oggetti in mostra non mancano due esemplari dalle note piastre per cucinare, Untiteld del 2000. Tra le sculture si trovano invece sia opere di carattere figurativo che assemblage complessi e bizzarri. L’opera di luce Spiral Betty, ad esempio, acquisita per la collezione Museion, faironicamente riferimentoalla grandiosa scultura di land-art “Spiral Jetty” realizzata nel 1970 dall’artista americano Robert Smithson. Nell’opera Trockel trasferisce il significato dalla natura al regno della fisicità umana, riferendosi agli organi riproduttivi femminili. In Studio 45: House for Louse(1994) l’artista utilizza invece una parrucca per suggerire il luogo ideale dove vivere per un pidocchio. Fin dalla giovinezza Trockel si è interessata alle discipline scientifiche, in particolare al comportamento animale e ha concepito case ideali per svariate creature – famosa la sua “Ein Haus für Schweine und Menschen” realizzata insieme a Carsten Höller per documenta X nel 1997.

L’opera più recente in mostra è invece Still Life del 2012, costituita da un rilievo parietale di forme geometriche, un’illusione ottica di cerchi contenuti in altri cerchi.
Trockel si è distinta fin dagli anni ‘80 per il suo approccio femminile e un atteggiamento ironico che contraddistingue la sua arte, sempre aperta alla sperimentazione. Dopo le personali di artisti come Carl Andre e VALIE EXPORT, con Rosemarie Trockel Museion prosegue il suo percorso di esposizione di grandi rappresentanti della contemporaneità: figure che hanno contribuito a cambiare la storia dell’arte contemporanea e sono un punto di riferimento per le giovani generazioni, e non solo” – così Letizia Ragaglia, direttrice di Museion.
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da by blackjack editions in collaborazione con Kunsthalle Zürich, WIELS, Centro d’arte contemporanea, Bruxelles, Culturgest, Lisbon e Museion Bolzano.

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PhC Capalbiofotografia Festival — V edizione

                                                                                 Chris Killip



PhC 2013: Photography or Painting?
PhC Capalbiofotografia Festival — V edizione
Sabato 30 marzo — Domenica 5 maggio 2013
A cura di Marco Delogu, prodotto da Maria Concetta Monaci

Tod Papageorge
Chris Killip
Graciela Iturbide
Don McCullin
Paul Fusco
Marco Delogu, Giosetta Fioroni, Paolo Ventura, Karmen Corak, Alessandro Dandini de Sylva, Dione Roach
Eli Geller, Simone Mauro, Francesco Minucci, Attilio Navarra, Hyena,
Manfredi Gioacchini, Gianni Mascolo, David Schivo

Photography or painting? Tutto nasce dalla storia dell’arte, dall’inizio della fotografia, e continua in parallelo con l’evoluzione delle tecniche pittoriche e fotografiche. Ora che il digitale ha reso tutti “fotografi” si sente più forte l’esigenza di capire perché si fanno le fotografie, e questa esigenza porta diretta a una nuova tradizione, lontana dal “pittorialismo fotografico” dell’inizio del novecento, ma molto più incentrata su una genesi storica delle immagini e una costruzione complessa che passa per un’approfondita ricerca di materie e tecniche, senza scadere nella retorica dell’antico. Nasce così in modo spontaneo il guardare a tutta la tradizione visiva contemporanea e dei secoli passati da parte di molti fotografi, nascono lavori comuni tra artisti che utilizzano diverse tecniche, e la fotografia diventa il mezzo finale di infiniti pensieri di rappresentazione.

Partire con Killip, Papageorge, Fusco, McCullin e la Iturbide sottolinea due punti: la volontà di legare la fotografia classica alla fotografia contemporanea; e attribuire alla fotografia d’autore, che scaturisce solo da un forte bisogno personale senza incarichi alle spalle, un valore fortissimo che abbatte il muro della divisione tra artisti e fotografi. Le risposte a “photography or painting?” hanno sempre e solo un punto in comune e cioè la centralità del mezzo fotografico e lo studio delle sue potenzialità sempre a partire dall’enorme bagaglio teorico della storia dell’arte e da tutte le implicazioni e processi che portano alla costruzione di un’immagine.

Queste sono le idee da cui siamo partiti per la quinta edizione di PhC Capalbiofotografia.

Inoltre, nell’intento di radicare il festival sul territorio, anche rendendolo vetrina della scena artistica che lo anima, Capalbiofotografia si sposa col premio Giovani Talenti in memoria di Gianni Marini, istituito dalla Associazione Pro Loco città di Grosseto. L’evento di apertura all’intera manifestazione si terrà a Grosseto nella Chiesa dei Bigi con la presentazione del lavoro Play di Francesco Minucci vincitore della II edizione 2013.
PhC Capalbiofotografia Festival
Inaugurazione: Il Frantoio – Capalbio, Sabato 30 marzo 2013 ore 18,30
Evento speciale: Chiesa dei Bigi Grosseto Giovedi 28 marzo 2013 ore 18,30

Festival prodotto da Maria Concetta Monaci con la direzione artistica di Marco Delogu.

Edizione 2013 a cura di Marco Delogu.

Aperto dal 30 marzo al 5 maggio 2013, ore 18.30 — 23.00
Chiuso martedì e mercoledì
Il Frantoio
Via Renato Fucini 10, Capalbio GR

Informazioni Capalbiofotografia:
www.capalbiofotografia.com
phc@capalbiofotografia.com

Informazioni Il Frantoio:
www.ilfrantoiocapalbio.com
mc.monaci@hotmail.it
+39 335.7504436

Organizzatori: PhC Capalbiofotografia, Il Frantoio, Pro Loco Grosseto
Co-organizzatori: Comune di Grosseto
Con la collaborazione di: Brita Dorst Gemmo San Francisco, Cooperativa Atlante, Punctum
Patrocini: Provincia Grosseto, Comune Capalbio, MIC, CCIAA Grosseto


PhC 2013: Photography or Painting?

Inauguration: Il Frantoio at 6.30 pm on Saturday March 30 2013, Associazione Culturale Il Frantoio, Capalbio.
Special Event: Chiesa dei Bigi Grosseto at 6.30 pm on Thursday March 28 2013.
Festival Producer: Maria Concetta Monaci, Art Director: Marco Delogu.
Edition 2013 curated by Marco Delogu.

PhC Capalbiofotografia Festival
Open from March 30 to May 5 2013, 18.30 — 23.00
Closed on Tuesday and Wednsday
Il Frantoio
Via Renato Fucini 10, Capalbio GR


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VRIL_doppia personale di Diego Cinquegrana e Andrea Lacarpia



Titolo: VRIL
Artista: Diego Cinquegrana e Andrea Lacarpia
A cura di: Dimora Artica
Partner: azienda vinicola Terracruda di Fratterosa PU
Luogo: Sponge Living Space (Casa Sponge) Via Mezzanotte 84 61045 Pergola PU
Coordinamento e comunicazione: Sponge ArteContemporanea

Inaugurazione: sabato 20 aprile ore 18.30
Periodo: 20 aprile – 26 maggio 2012
Orario: su appuntamento
Info: +39 339 4918011, +39 339 6218128,
pressoffice@spongeartecontemporanea.net, www.spongeartecontemporanea.net
Prosegue la quinta stagione espositiva dello Sponge Living Space (Casa Sponge) di Pergola (PU) che, dopo le personali di Simone Ferrarini, Stefano Scheda, Cristian Iotti, Emiliano Zucchini e Rita Soccio e Francesca Romana Pinzari propone:

VRIL
Doppia personale di Diego Cinquegrana e Andrea Lacarpia,
a cura di Dimora Artica

Energia, riti e tensione sessuale tre elementi che contraddistinguo VRIL, la doppia personale di Diego Cinquegrana e Andrea Lacarpia a cura di Dimora Artica, che inaugura sabato 20 aprile alle ore 18.30 a Casa Sponge, fino al 26 maggio 2013.
“Vril” è il nome con il quale alcuni testi esoterici chiamano la particolare vibrazione energetica della quale si parla in diverse dottrine religiose: il terribile fuoco con il quale possono essere operati prodigi e del quale può disporre solo chi ha interamente abbandonato il proprio ego. Nella Berlino del 1921 Maria Orsic fonda la Società Pangermanica di Metafisica, o Società Vril, con il fine di indagare le origini della razza Ariana. La società Vril, formata da un gruppo di donne dalle forti capacità medianiche, sperimentava metodi di concentrazione e visualizzazione simili agli insegnamenti del Buddismo Tibetano, ai culti sciamanici e in particolare agli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola.
Come nelle altre epoche, anche oggi l'uomo necessita di una mitologia che faccia da collante tra società e natura. Diego Cinquegrana e Andrea Lacarpia, entrambi impegnati nella rivalutazione critica della filosofia e dell’immaginario della Tradizione, interagiranno con gli spazi domestici di Sponge in modi differenti: uno contraddistinto da un approccio più installativo con una notevole presenza fisica nello spazio, l’altro tendente alla smaterializzazione nella bidimensionalità.
Il progetto è contraddistinto dalla rappresentazione dell’energia VRIL come tensione sessuale dovuta al problematico contrasto di principio virile e femmineo, resa con toni drammatici carichi di patos. Diego Cinquegrana suddivide la propria messa in scena in tre stanze di Casa Sponge, una delle quali vede la collaborazione dell’artista Enrica Berselli, mentre Andrea Lacarpia utilizza la prospettiva del corridoio e presenta un libro d’artista in edizione limitata.

Diego Cinquegrana, nato nel 1981 a Como dove vive e lavora. Esposizioni personali 2013 - Helvete, Dimora Artica, Milano. 2011 - Sehnsucht a cura di Ivan Quaroni, Galleria LEM, Sassari. 2007 - The heart is deceitful above all things, a cura di Marco Calini, KGallery, Legnano (MI). Selezione mostre collettive: 2013 Raqam, presso lo spazio Rossmut a Roma 28 febbraio-30 marzo, Raqam 4+1 a cura di Federica Mariani a Set Up Art Fair, Bologna 23-25 gennaio. 2012 - Any problems?, a cura di Davide Mariani, Libreria Mondadori/L.E.M., Sassari. Italian Newbrow, c. by Ivan Quaroni, Pinacoteca civica Palazzo Volpi, Como. 2011 - Janare. Le streghe di Benevento, c. by Ivan Quaroni, C.A.P.A. Casa Arcangelo Progetto d'Arte, loc. San Nazzaro, Benevento. Like a bowl full of jelly, a cura di Ivan Quaroni, Centro Michon, Livorno. 2010 - Assalto nucleare, Museo Nazionale della scienza_Step 09, Milano. Festival della creatività_Brainstorming, a cura di Ilaria Castellino, ex carcere Murate, Firenze.

Andrea Lacarpia, nato nel 1982 a Milano dove vive e lavora, dal 2007 ha curato diverse mostre in spazi pubblici e privati. Dal 2013 è direttore di Dimora Artica e di Cerchio magazine.

La mostra, in collaborazione con L' azienda vinicola Terracruda di Fratterosa PU sarà
visitabile su appuntamento fino al 26 maggio 2013. Per ulteriori informazioni contattare il
numero: +39 339 4918011 o consultare il sito www.spongeartecontemporanea.net
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Amalia di Lanno

Paul Kooiker and Willem van Zoetendaal

Paul Kooiker _ Sunday. Designed and published by Willem van Zoetendaal, 2011

Paul Kooiker and Willem van Zoetendaal
artist and publisher on display

Our aim is to draw a line that connects the artists’ work to the publication and the imprint, to see how a work can be exhibited on a wall and published in a book and which kind of positive relationship can exist between an artist and his publisher. We have therefore invited Willem van Zoetendaal to display a wide selection from his catalogue and at the same time we have invited Paul Kooiker to exhibit his work. On the day of the opening, both artist and publisher will be there, and will tell us more about their experience of working together.

During the exhibition, other photographers – whose work has been published by Willem van Zoetendaal – will come and talk about their work and the realization of the book. On April 16, Diana Scherer with Nurture Studies and on April 23 Koos Breukel with Being Dutch. On May 9, Willem van Zoetendaal will talk about Frans Zwartjes and Johan van der Keuken. . A three-days-workshop with Paul Kooiker called ‘The artist and the model. The body evoked in contemporary photography’ completes the project.

This is the first exhibition by Paul Kooiker in Italy. Among the most distinguished voices in contemporary Dutch art scene, Paul Kooiker has published various books, collaborating with Willem van Zoetendaal most of the times. For this exhibition, we have selected works from three different projects: Hunting and Fishing (1999), Sunday (2011) and Heaven (2012)

come and join us! The opening will be on April 9 at 7pm
on view through May 11
www.micamera.it
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Paul Kooiker e Willem van Zoetendaal
artista ed editore in mostra

Il nostro obiettivo è rendere evidente il legame che unisce il lavoro degli artisti alla pubblicazione e di conseguenza alla casa editrice; mostrare come viene declinata la presentazione di un progetto a parete o sulla pagina di un libro e quale relazione può esistere tra un artista e il suo editore.

Abbiamo invitato l’olandese Willem van Zoetendaal a presentare il proprio catalogo, a cui dedicheremo uno spazio apposito, mentre contemporaneamente abbiamo chiesto a Paul Kooiker di esporre i lavori in galleria.
Il giorno dell’inaugurazione, l’artista e l’editore ci racconteranno del proprio lavoro e della loro collaborazione. Nel corso dell’esposizione verranno altri autori che pubblicano con Van Zoetendaal, a presentare il loro lavoro e raccontare la realizzazione del progetto e la sua trasformazione in libro: il 16 aprile ospiteremo Diana Scherer, che ci parlerà di Nurture Studies e il 23 aprile verrà Koos Breukel con Being Dutch.
A chiudere il mese di eventi, una serata speciale con Willem van Zoetendaal, dedicata a Frans Zwartjes e Johan van der Keuken.
Infine, un workshop di tre giorni con Paul Kooiker dal titolo ‘L’artista e la modella’ completa il progetto.

Siamo quindi orgogliosi di annunciare la prima mostra di Paul Kooiker in Italia. Una delle voci più originali della scena olandese contemporanea, Paul Kooiker ha pubblicato diversi libri, spesso in collaborazione con Willem van Zoetendaal. Per questa mostra abbiamo scelto opere appartenenti a tre diversi lavori: Hunting and Fishing (1999), Sunday (2011) e Heaven (2012).

vi aspettiamo per l'inaugurazione il 9 aprile alle 19!
l'evento durerà fino all'11 maggio
www.micamera.it

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Amalia di Lanno