DISASTRO SENTIMENTALE Alessandro Rocchi – mostra mercato antologica Finalmente a Fonte Nuova la scultura dell'artista romano d’adozione mentanese Alessandro Rocchi. Cataloghi in galleria.
Nella mostra antologica la cui vernice si terrà a Fonte Nuova il 3 aprile alle 19, sono presenti le terracotte policrome della seria battezzata autobiograficamente del “tempo universale” tramite le quali, col sostegno di un manifesto teorico l’autore aveva definito la scultura quale una sorta di archetipo dell’inconscio collettivo in cui presagi, ricordi ed esperienze comuni al genere umano venivano messi in forma tramite il medium evocativo della scultura. E’ un prodotto estetico completo, esauriente e tanto entusiasmante da poterne parlare in qualità di ‘capolavoro’. La terracotta principalmente, con innesti di legno e oggetti privati dal loro uso comune tanto da collocarla completamente nel panorama dell’arte contemporanea, del concettuale, e dell’allestimento linguistico più propriamente affine all’installazione che alla scultura tradizionale. Gli assemblaggi mantengono in alcuni casi ancora la plasticità della anatomia figurata, in altri la perdono, facendo emergere la complessità degli eventi e il loro succedersi come nell’opera n.5 in cui un uomo con gli occhi chiusi (ad evocare il versante onirico) in armatura medievale in parte divelta, riporta uno squarcio sul petto, mentre viene accarezzato, forse nell’istante del trapasso della lancia, di cui rimane traccia, conservando ancora il bambino che è in lui (un piccolo bambino alloggia nel torace). Tutto ciò è molto più semplice se letto secondo le leggi dei tropi figurati, in cui la metafora e la metonimia giocano la parte principale. Così non è difficile leggere le sculture, come abbiamo fatto con i quadri e le sculture surrealiste del secolo scorso: una ‘guerra sentimentale’, in cui la donna è l’oggetto d’amore mentre l’uomo deve lavorare al fine di armarsi e conquistare una sua carezza, pur essendo sconfitto in un contenzioso finale, tradito, lasciato, morto. E’ così anche per il n.8 in cui un bacio e un incidente stradale, sono assemblati nello stesso volume, corpo, identità. Secondo Heidegger (l’uomo elo spazio)l’uomo e lo spazio sono la stessa cosa, non esiste differenza tra il volume e lo spazio,[…] la scultura, l’architettura fondano i luoghi. Si pensi al rapporto tra l’incidente stradale e l’amore: sembrerà assurdo ma esiste una letteratura vasta in merito a questo argomento. Basta pensare all’incipit del ‘film blu’ di Kieslowsky, in cui una donna, diventa protagonista (e rinasce alla sua vita) da un incidente stradale (contro un albero) in cui muoiono figlia e marito. L’albero in queste opere, non è solo la formalizzazione del procedere della vita, e il suo strutturarsi ma il suo arrestarsi, la sua fine ma è anche vertice dell’amore cristiano dato dal Cristo. Per dare un aiuto di lettura si pensi a numerosi fenomeni dell’arte contemporanea legati a una lettura esclusivamente psicologica: Serie di oggetti, classificazioni, raccolte e cassette (Boltansky), Sottrazione - rimozione - cancellazione o censura (si pensi a Matta Clarck); Impronte, Combustione, Cretto o essiccazione controllata (si pensi a Burri), Forature, Lacerazioni (si pensi a Lucio Fontana), Compressioni controllate, Impacchettamenti e copertura, censura, Accumulazioni (si pensi al Noveau Realism, Arman, Caesar), Ready made (ostensioni), secondo la casistica di Marcel Duchamp: Object trouvé, Adapté, Naturel; quelle di Man Ray: Decalcomania e silouette, Calco, Frottage, Fumage; Collage, Decollage, Raschiatura (atto del raschiare o levare, si pensi a Mimmo Rotella ma anche alle grotte di Lascaux ). Così non sarà affatto difficile ‘leggere’ le sculture di Rocchi, anche se ciò avviene senza una predisposizione particolare all’arte o alla storia dell’arte, in quanto tali opere hanno il pregio di suscitare emozioni inconscie e comportamenti inaspettati. Infatti più che l’allestimento contiguo di elementi in succesione diacronica, quello che resta del contenuto della sua opera è (specie nella serie del ‘tempo universale’) un vero ‘disastro sentimentale’ in cui riconosciamo le fasi dell’amore ora narcisistico ora edipico, alternandosi le vicende del singolo a quelle della coppia, e a quelle del triangolo, il bambino divenendo ora l’immagine arcaica dell’infante e dell’adolescente, poi quella del figlio della coppia di genitori (maternità), prodotto della famiglia. Quindi una lettura appropriata è quella delle fasi dell’innamoramento e dello sviluppo che fanno parte della storia recente o sommersa di ognuno di noi. La sua opera ha una grande potenza evocativa, che attinge ai periodi, agli antri nascosti, alle esperienze remote della nostra vita. Freud ha teorizzato e scritto che tutto ciò ha senso in quanto ogni uomo è un eroe, nei sogni; Il regista Almodovar che ha dato un contributo determinante alla storia del cinema e alla nostra percezione di relazione sentimentale, (Tutto su mia madre, Parla con lei) ci ricorda che di tutto questo non si è scoperto ancora nulla, l’amore è ben diverso dal feeling, e non si ‘sente’ o percepisce come qualsiasi altra cosa, un raggio di sole, un fiore, la brezza mattutina; percui non ha assolutamente senso, se non nell’arte, dire: “sento che mi ama”. L’arte ribadisce che questo è assolutamente vero, portati noi a toccare e sentire, ma senza alcuna certezza che questi gesti abbiano a che vedere con un progetto comune, sociale, una visione del mondo che altrimenti sarebbe solo un impressionismo superficiale di sensazioni. Coscenti di questo inganno continuo dei sensi del quale siamo vittime e che vorremmo dominare invano, conosciamo le tristi biografie dei grandi dell’arte, vissute nell’incomprensione: “l’arte è una grossa bugia” rammenta Pablo Picasso. La mostra inaugurata il 3 p.v. sarà visibile fino al 15 aprile presso il Museo d’arte contemporanea di Fonte Nuova. Curatore: Davide Tedeschini